lunedì 10 gennaio 2011

Nessun Futuro Senza Memoria [recensione]

Civitavecchia 9 Gennaio 2011 
 
Aria pura al SOLITO POSTO.
Incontri i camerati di vecchia data, come immagini di fiori dai balconi la domenica mattina e sorrisi a ricordare i tempi andati. Ma no, non solo quello: d’altronde la nostra comunità è particolarmente allergica ai “nostalgismi”. C’era di più: innanzitutto quel piacevolissimo dovere che risponde al nome di testimonianza. Poi la continuità ideale, la torcia che passa di mano in mano attraverso le generazioni rischiarando la notte funebre della modernità. Infine la visione organica del mondo, che si riafferma senza posa né timore, capace di leggere le cose del mondo all’istante, perché ogni fenomeno è riportato per il giudizio che gli compete alla scala di valori che non sono scambiabili, negoziabili e commerciabili, alla faccia delle mani invisibili dei mercati di ieri, di oggi e di domani.
LE GENERAZIONI: sì, ce n’erano tante presenti, praticamente tutte quelle pensabili. Tutti intorno ad un’ideale focolare, ad ascoltare chi ne ha di più da raccontare. “Non interromperemo l’anello tra le generazioni”, avverte in apertura Azione Punto Zero “perché i nostri veterani sono come le costellazioni nel cielo, l’orientamento per rimanere in piedi tra le rovine", e qui ne abbiamo la manifestazione fisica.
IL DRAPPO – Rifuggiamo i nostalgismi. E scansiamo ostentazioni e pose. Se però c’è un tempo per vedere un’aquila spiegare le sue ali per portare il suo simbolo nel verde, nel bianco e nel rosso, domenica mattina era quel tempo.
IL BENVENUTO DI TONINO – Particolarmente significativo che il primo intervento, dopo l’introduzione di Azione Punto Zero, sia giunto da Antonio Pedrini. Padre politico per chi è cresciuto su questa sponda di Tirreno, quindi padrone di casa parso piacevolmente sorpreso delle visite di vecchi amici. “I giovani che sono presenti oggi – dice rivolto proprio agli amici – sono la testimonianza che abbiamo lasciato il segno”.
L’ESTETICA DI NADIA – Nadia Sala, Ausiliaria Rsi ed animatrice e sostenitrice del’Associazione che le rappresenta tuttora, dedica all’amore la prima parte del suo intervento. “Amore per la nostra Terra, il nostro passato e la nostra gente. Perché la nostra è bella gente e se c’è qualcosa che non ci perdonano è proprio questo, e l’aver saputo affrontare i nostri guai a testa alta. Ma come fanno a capire, non gli è dato: son dei poveri scemi”.
LA GIUSTIZIA DI MARIO – Non solo moschetto. C’è chi il suo essere combattente Rsi in territorio nemico lo ha speso nei tribunali. “Non potendola più svolgere sul piano politico – rammenta l’Avvocato Mario Niglio – ho preferito astenermi negli ultimi anni. Ma la mia esistenza è stata giustificata facendo da avvocato ciò che da politico non potevo più fare, inseguendo la sete di Giustizia e smascherando le menzogne di questo Stato, in Italia e all’estero che perseguitava i nostri giovani. Io li ho difesi fin dove ho potuto, pagando a testa alta anche la mia carcerazione”.
I RIMPIANTI DI MARIO – Mario Cohen, graditissimo ospite a sorpresa portato da Pedrini, ne avrebbe di motivi per avere la coscienza più che a posto. Anzi, semplicemente ne ha talmente tanti da rappresentare un faro fermissimo nel panorama degli esempi da seguire. Eppure cita gli esponenti della sua generazione come “involontari sopravvissuti”; eppure si rammarica perché “nel Dopoguerra, quando ci avevano rinchiuso nel ghetto, dovevamo studiare la situazione, studiarla meglio nonostante l’odio nei nostri confronti. E” anche oggi dobbiamo studiare! studiare! studiare!. Anche perché “è un miracolo che ci siano dei giovani che, nonostante l’informazione contraria di stampa e mezzi d’informazione, a pelle hanno compreso certi valori”.
LA FORZA DI STELVIO – A chiudere Stelvio Del Piaz, Fiamma Bianca e Combattente Rsi, lucidissimo nel disporre esperienze personali, ricordi e analisi attuali in un mosaico che disegna fin troppo bene l’Italia di ieri e quella di oggi. “La nostra Nazione ha il destino di cadere, ma sa sempre come risorgere. La speranza dell’Italia è nella sua stirpe e nella sua storia. Ad ognuno di noi resta il compito di misurarsi con se stessi e rendere sempre conto del proprio agire verso i Camerati, in un legame che è sacro perché nasce in trincea. Tanti di noi, come Tonino, portano le cicatrici dei tradimenti subiti: questo accade perché purtroppo molte persone con le quali abbiamo condiviso un cammino avevano un “punto di fusione” basso: all’innalzarsi di certe temperature, si sono sciolti”. Ma occhio, avverte il professore. “Oggi c’è una rivoluzione in corso e nessuno se n’è accorto. Il rivoluzionario è Marchionne, strumento della finanza apolide: ha demolito l’ultimo baluardo costruito dal fascismo, il contratto nazionale di lavoro erga omnes”.
I PRESENTI – Un saluto a fine incontro è stato dedicato ai tutti i Camerati caduti sul campo dell’onore, in particolare ai 22 martiri della RSI di Civitavecchia, assai raramente ricordati. Il successivo pranzo ha consentito di familiarizzare tra diverse generazioni. Tutto, sempre, con il sorriso, anche davanti ad inevitabili e benedetti momenti di commozione. La schiena dritta, la fronte spianata, c’è ancora chi continua a marciare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

FIERO DI AVER RICEVUTO LE CONSEGNE DATE DA COMBATTENTI CHE NON HANNO PIEGATO LA TESTA E MAI LO FARANNO ANCHE DIFRONTE ALLA MORTE...GRAZIE MILLE!....IN ALTO I CUORI!....Dario.