“La strada da percorrere conduce al di là del PUNTO ZERO, conduce oltre la linea, oltre il muro del tempo e, attraverso di esso” Ernst Junger
lunedì 31 maggio 2010
Gioventu' da Bruciare? [Recensioni]
Disagio Giovanile, il dito puntato sulle istituzioni
La latitanza delle istituzioni che investono briciole o nulla per prevenire il disagio giovanile. L’incapacità, rispetto al passato, di famiglia e scuola nel trasmettere efficaci messaggi contro l’uso di droga. E la società che, quando riaccoglie giovani “recuperati” alla vita normale dopo un passato di dipendenza o microcriminalità, fa più danni che altro per i devastanti modelli che offre. Questi i temi toccati venerdì pomeriggio al Pincio nel convegno “Gioventù da bruciare?”, promosso dal Centro studi Aurhelio con l’amministrazione comunale.Ospiti importanti come Mario Tuti (ergastolano in regime di semi-libertà vigilata per crimini commessi negli anni ‘70 e ora volontario nella comunità “Mondo nuovo” come esperto in agricoltura sociale) e Cesare Foschi (educatore in una casa famiglia di Arlena di Castro) hanno declinato localmente gli aspetti più generali del disagio giovanile (droga, bullismo) «legati alla progressiva precarizzazione dell’esistenza, circondati da un silenzio assordante», ha detto in apertura Massimiliano Baldacci, responsabile del Centro studi Aurhelio. «Ma una parte di responsabilità è anche dei media - ha sottolineato Foschi - come nel caso dell’operazione “Gold camp” in cui la sola evocazione del quartiere Campo dell’Oro coinvolto dalla cronaca dei fatti di droga, continua la lunga ghettizzazione della zona, iniziata anni fa».
La tavola rotonda, alla quale ha partecipato anche l’ex assessore e ora delegata ai servizi sociali, Chiara Guidoni, è stata aperta dall’annuncio di Robert Vignola, dell’ufficio stampa del Pincio, che a nome dell’ex assessore alle politiche giovanili, Fulvia Fanciulli (assente) ha annunciato l’approvazione, da parte della Regione, di un finanziamento per la sicurezza che il Pincio utilizzerà tramite installazione di video sorveglianza sul territorio.
Ste.Man.
Il Tempo - 30052010 - Cronaca di Civitavecchia
Gioventù da bruciare? Se mai da riaccendere.
Il convegno organizzato all’aula “Calamatta” dal Cst Aurhelio su droga e disagio giovanile è servito a mettere in luce proprio il fatto che i fenomeni di malcostume, dal vandalismo al bullismo, nascono proprio dalla mancanza di quelle sane pulsioni, anche “ribelliste”, che in genere hanno sempre caratterizzato le nuove generazioni. In apertura il moderatore Robert Vignola ha portato il saluto di Fulvia Fanciulli, ormai ex assessore alle politiche giovanili, mentre Massimiliano Baldacci di Aurhelio ha spiegato i motivi dell’iniziativa nella necessità di “smuovere le acque sull’argomento, chiamando persone che di questi temi si occupano quotidianamente”. A proposito di relatori, la delegata ai servizi sociali Chiara Guidoni ha rilevato come “gli aumentati ritmi della vita moderna hanno fatto esplodere dissidi incontenibili e sollecitato i giovani con mille inganni, ma a volte basta uno sguardo superficiale ai figli per accorgersi che in terapia dovrebbero andare i genitori”. Non solo famiglie con genitori troppo “carrieristi” sul banco degli imputati: l’intervento di Mario Tuti, ex terrorista ed oggi volontario a Mondo Nuovo, ha introdotto la figura del “pulcino mannaro. Sono i giovani odierni, persone con velleità molto alte ma dalla personalità estremamente infantile. La maturazione manca perché non solo la famiglia, ma la scuola e il senso stesso dell’educazione è latitante: ai ragazzi bisogna dare essenzialmente un carattere”. “Sporcarsi le mani con i ragazzi prima di videosorvegliare” è stata la raccomandazione di Cesare Foschi, educatore di struttura a Roma dove opera con ragazzi disagiati e dei campi Rom, che ha attaccato la “metafisica del successo della società odierna.
Si ringraziano le testate giornalistiche per la gentile concessione
sabato 29 maggio 2010
mercoledì 19 maggio 2010
Gioventù da bruciare? [CONVEGNO ]
Gioventù da bruciare?
Spunti per la riflessione su droga e disagio giovanile.
Civitavecchia 28 Maggio 2010, Aula Calamatta, ore 17,30
Piazzale del Pincio, Civitavecchia RM
Intervengono
L’Assessore allo sport e problematiche giovanili Dott.ssa Fulvia Fanciulli
L’Assessore ai servizi sociali Dott.ssa Chiara Guidoni
Dott Mario Tuti, Operatore Volontario in Comunità per Tossicodipendenti, esperto in Agricoltura Sociale
Con un intervento su “Quale futuro per i nostri giovani?”
Dott. Cesare Foschi, Educatore e responsabile di struttura.
Con un intervento su "la banalità del tutto, fondamenti di disagio".
Modererà Robert Vignola Capo ufficio stampa del Comune di Civitavecchia
Introduzione del Presidente del Centro Studi Aurhelio
martedì 18 maggio 2010
domenica 16 maggio 2010
Linee di Vetta
“La strada da percorrere
conduce al di là del PUNTO ZERO,
conduce oltre la linea,
oltre il muro del tempo e,
attraverso di esso”
Ernst Junger
sabato 15 maggio 2010
La strada spianata.....
Tra coloro che hanno sempre affermato l'egemonia del"politico" sul "metapolitico" quelli che si professavano come gli autentici prosecutori dell'esperienza fascista culminata con l'eroica edificazione della RSI, sono scomparsi. Coloro che invece, dicevano di affrancarsi dalle forme obsolete del neofascismo per approdare a moderne visioni di centrodestra si sono totalmente affrancati dalla seppur minima concezione dell'onore e della drittura ideale, ormai impantanati in un indecente borghesismo amministrativo, dove l'unica visione della vita e del mondo si risolve nel pareggio del bilancio. Se fosse solo questo sarebbe il minimo.
Il peggio è che le forze del blocco borghese rappresentato dalla destra/centro/sinistra hanno ormai buon gioco, addirittura al loro interno si muovono soggetti che rivendicano una nobiltà delle origine missine o aennine (sic), che con l'attuale consumo di stupefacenti ha ben poco da spartire. La cosa ancor più inaccettabile è che si spiana la strada a quei quattro straccioni della sinistra radicale che rivendicano a sè, la lotta per la giustizia sociale, per la casa, il lavoro, per un ambiente pulito, contro un sistema che loro stessi (insieme ai sindacati confederali e compagnia bella UGL) hanno contribuito ad edificare.
Tutto ciò, con la complicità di chi si dice camerata e poi se ne sta comodo in poltrona.....
mercoledì 12 maggio 2010
LAOGAI, Santa Marinella 9 Maggio [Recensione]
Santa Marinella – RM, 9 Maggio 2010 [Recensione]
In tutti noi, la parola ‘campo di rieducazione’, genera un profondo senso di dolore e inquietudine. Altrettanto sgomento porta con se il termine ‘gulag’, che rievoca la follia di chi fa del suo popolo combustibile umano per il socialismo, quello reale. Ai più, invece, la parola ‘laogai’ dice poco; eppure, anche se sembra diversa dalle precedenti ha molto a che vedere con orrore e brutalità dove tutti i diritti, sono solo lontani ricordi. C’è una fondamentale differenza: i LAOGAI esistono ancora oggi nel 2010.
I laogai sono i campi di concentramento in Cina, lo Stato che con un miliardo e trecento milioni di abitanti e una vertiginosa crescita economica si candida a diventare il punto focale della geopolica contemporanea e già, la nuova, superpotenza mondiale. Questi i presupposti da cui ha preso il via domenica 9 maggio, l’incontro organizzato alla associazione culturale ‘Leonidas’ in collaborazione con
Numeri e fatti che lasciano senza parole, ma che debbono spingere chi ha una consapevolezza e coscienza politica ad agire a sensibilizzare gli altri sul martirio del popolo cinese. Successivamente agli interventi dei relatori sono state evidenziate le condizioni durissime alle quali sono sottoposte le minoranze religiose (Cattolici, Islamici e Falung Gong), l’occupazione etnica e militare del Tibet (attraverso
domenica 9 maggio 2010
Fascio-pagliacci, Carnevale a Predappio
giovedì 6 maggio 2010
Verde, rosso sangue e morte bianca
E il bianco? Avrebbe dovuto essere quello dei democristi, sparpagliati ormai in tutti gli schieramenti politici come si addice ad un vero fenomeno metastatico quale sono. E quanti ce n’erano, in prima, seconda e terza fila a mostrare la dignità che non hanno in favore di telecamera. Il tocco di bianco più significativo l’ha messo invece il destino: “Un operaio milanese di 62 anni è morto dopo essere caduto dal tetto della stazione marittima di Genova mentre rimuoveva dei cavi elettrici adoperati per le riprese televisive della cerimonia per i 150 anni dell’unità d’Italia con il presidente della Repubblica”, ci dicono le cronache. “L’uomo, dipendente della ditta di servizi logistici La Corsica (un’altra beffa alla cosiddetta “Unità d’Italia”, ndr) sembra lavorasse per conto della Rai”. Il bianco al centro della bandiera che meritano lorsignori non poteva quindi che essere luttuoso, quello della “morte bianca”, come viene definita la falce che miete vittime sul posto di lavoro. Contrappasso drammaticamente perfetto per una Repubblica che sul lavoro si dice fondata.