venerdì 30 ottobre 2015

Inaugurazione sede romana Associazione Nazionale Volontari di Guerra - 25/10/2015 [recensione]

In una tiepida domenica di fine ottobre, al centro di Roma nel cuore del rione Trastevere è tornata alla luce la storica sede romana dell'A.N.V.G. (Associazione Nazionale Volontari di Guerra), fondata dagli Arditi nel 1924 nello scopo di riunire in un unico sodalizio tutti i volontari dei conflitti mondiali.
In una stanza gremita da tante persone, giovani e meno giovani, il presidente Alberto Indri ha aperto il suo discorso ringraziando tutti i partecipanti, e la "delegazione Lazio" del Raggruppamento Combattenti e Reduci della RSI per il concreto aiuto nella realizzazione dei lavori effettuati nello stabile. La sede sarà presto operativa come biblioteca di consultazione e come spazio eventi dedicato alla presentazione di libri, cineforum, mostre ed incontri culturali.
Alberto non ha mancato di ricordare che l'adesione ai nostri ideali non può essere solo virtuale, ma va concretizzata con i fatti. Il Campo della Memoria di Nettuno ogni sabato mattina è aperto per la visita e soprattutto per dare un contributo reale alla sua manutenzione, tutti sono quindi invitati a partecipare.
La parola è quindi passata ad un giovane cuore della X MAS:  Fabio Poggio, che aderì alla Repubblica Sociale Italiana a fianco del comandante Borghese. Il combattente, con animo sempreverde, ha sottolineato ancora la sua fede e passione per quella camicia nera, che non è solo una casacca da indossare nelle ricorrenze, bensì un impegno quotidiano di militanza e di continuità ideale con i valori della RSI.
A nome del Raggruppamento RSI ha preso la parola Matteo, il quale ha fatto presente l'amore ed il cuore impiegati ogni giorno dai ragazzi della "delegazione Lazio" affinché il sacrificio dei nostri eroi che hanno difeso la patria fino alla morte non sia stato vano. Il lavoro effettuato fin ora dal gruppo è stato di commemorazione nei confronti dei combattenti che ci hanno lasciato ma soprattutto di assistenza verso quelli ancora in vita, invitandoli a numerosi incontri per mostrare loro che il Testimone è stato raccolto, ed in modo che con le loro parole e col loro esempio possano ancora infiammare i cuori dei giovani che come loro non si sono arresi. Particolare attenzione è stata rivolta ai luoghi consacrati alla Repubblica Sociale che sono disseminati nel nostro territorio, in particolare il Campo della Memoria di Nettuno con quale è in atto una fervente collaborazione, ed ora la riqualificazione della sede romana dell'ANVG.
A chiudere gli interventi il professore Mario Merlino, che ha ricordato il sacrificio di Filippo Corridoni e sottolineato che quest'anno il coordinamento militante "Cerchio" ha collaborato con altre realtà alla realizzazione di COMUNITARIA, la Festa delle Comunità Militanti, dedicata proprio al "Combattentismo".
Infatti, a fare da cornice all'evento, sulle pareti era affissa la mostra fotografica sulla Prima Guerra Mondiale realizzata proprio per l'ultima edizione di COMUNITARIA svoltasi a Cerveteri ad inizio estate;  al termine degli interventi i presenti hanno potuto apprezzarla con il ristoro di un piccolo buffet.
Il saluto è un arrivederci alle prossime iniziative promosse dalla sede romana dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra, della delegazione Lazio del Raggruppamento RSI, e dell'associazione Campo della Memoria.






                                   

                                                  

                       



                                                                          



                                                                   


                                       

giovedì 29 ottobre 2015

Mario Zicchieri [ in memoriam ]



Nel ricordo non ti hanno ucciso!

Mario Zicchieri, 29/10/1975 - 29/10/2015


mercoledì 28 ottobre 2015

La Perla affoga tra fango e detriti | L'ennesima dimostrazione di una criminale gestione del territorio

Santa Marinella 28 Ottobre 2015

Ci chiediamo se vi è ancora qualcuno disposto a giustificare tutto questo.
Ci chiediamo se è normale che d'estate i media siano ingolfati con le faccione dei consiglieri che si dedicano agli eventi turistici e poi ogni autunno, cittadini che vivono nelle zone a rischio, debbano vivere nel terrore. 
Forse qualcuno non sta lavorando per noi.
Come trenta anni fa, come 11 mesi fa, come espresso dal Sommo Imperatore Settimio Severo sulla Stele di Apollo nel 205 d.C.

Non ci sono più parole se non una: VERGOGNA!
















Un piccolo promemoria del 2014


Quando Halloween si chiamava Samhain



Si avvicina Halloween: la festa commerciale che oggi oscura, purtroppo, il nostro Ognissanti. Se andiamo però a ricercare le vere origini della festa delle zucche, scopriamo allora che il vero nome è Samhain è che proviene dalla tradizione celtica, e che aveva, in orìgine, un importante significato spirituale. Essa, esportata oltreoceano dagli Irlandesi emigrati, ritorna in Europa  storpiata "alla americana", ovvero svuotata di qualsiasi significato spirituale, Ecco arrivare da noi  un'altra festività da discoteca horror-satanica, ennesima occasione buona  per spendere e sballarsi...

Fonte: (www.irlandando.it)

Forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico.

Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi nella nuova terra.

Ma affrontiamo insieme nel dettaglio il viaggio dall’Irlanda dei Celti fino ai giorni nostri, osservando cosa è successo e come, attraverso i secoli, sono cambiate le cose.

Halloween: etimologia del nome
Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. L’importanza che, tuttavia, viene data alla vigilia si deduce dal valore della cosmologia celtica: questa concezione del tempo, seppur soltanto formalmente e linguisticamente parlando, è molto presente nei paesi anglofoni, in cui diverse feste sono accompagnate dalla parole “Eve”, tra cui la stessa notte di Capodanno, “New Year’s Eve”, o la notte di Natale “Christmas Eve”.

I Celti e i festeggiamenti di Samhain
I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi.

Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.

Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso.

In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate. La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità.

L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre).

L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari.

La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti.

I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra.

Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti.


In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.

L’avvento del Cristianesimo
Attraverso le conquiste romane, Cristiani e Celti vennero a contatto. L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre.

Fu Odilone di Cluny, nel 998 d.C., a dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali. Allora egli diede disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre. Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi.

La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV.

Fanno eccezione i cristiani Ortodossi, che coerentemente con le prime celebrazioni, ancora oggi festeggiano Ognissanti in primavera, la Domenica successiva alla Pentecoste.

L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi.

Dall’Irlanda agli Stati Uniti
Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia, ancor oggi ricordata con grande partecipazione dagli irlandesi. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono, come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween.

Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale.

Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame.

Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti. Pare che ogni anno gli Americani spendano due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi e feste per il 31 ottobre!

Il 28 ottobre è tutti i giorni o non è…

Il 28 Ottobre e’ tutti i giorni o non è...

LA MARCIA CONTINUA

Poi ci sono quelli della foto del Duce nel portafogli,
messa tra i soldi e il didietro [da prendere a calci], 
quelli dei saluti romani da seduti alle cene, 
quelli che votano pdl ma vanno a fare i saluti a predappio, 
quelli della camicia nera inzaccherata di sugo, 
quelli che nell’anniversario della MARCIA, giustamente, 
si sdraiano da bere e da mangiare come ad un pranzo di matrimonio. 
Per noi il 28 Ottobre e’ tutti i giorni, nonostante loro.
Un saluto a molti e non a tutti.
Azionepuntozero

lunedì 26 ottobre 2015

Argentina - auto convocazione nazionale delle donne | L'aggressione alla religiosità sfocia nel più bieco satanismo


Domenica 11 ottobre 2015 al termine del 30esimo Incontro nazionale delle donne, centinaia di attiviste a seno nudo, intonando cori a favore dell'aborto e contro la Chiesa cattolica, hanno preso d'assalto la cattedrale di "Mar del Plata" difesa dai cattolici, che recitavano il rosario.
I cattolici sono stati insultati, colpiti e provocati con sputi  e lancio di oggetti di ogni genere come sassi bottiglie e soprattutto profilattici e assorbenti usati. Dopo ore di aggressione, la polizia è riuscita ad allontanare le femministe. Martin Patrito, presidente del gruppo pro-life ArgentinosAlerta, ha dichiarato a Cna: «Chiedono diritti per le donne e aborto su richiesta ma non possono sopportare il diritto alla libertà religiosa. Questo ci ricorda lo Stato islamico, che non può sopportare la presenza dei cristiani nei paesi occupati. Fortunatamente, per la prima volta è intervenuta la polizia». Violenze simili si erano già scatenate nel 2013, davanti alla cattedrale di San Juan de Cuyo.



Ecco dunque il video (per le scene di violenza e di seminudità è sconsigliato ai minori di anni 16):
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=VCCXhvxWWgQ

Approfondimento di Tempi.it
http://www.tempi.it/videogallery/argentina-femministe-assaltano-cattedrale-intolleranti-isis#.Vi_RUdTYOK0

venerdì 23 ottobre 2015

Civitavecchia | Marcia contro l'omofobia - il festival dell'ipocrisia


A seguito di una aggressione da ricondurre al mondo degli adolescenti e che va condannata, nelle sue logiche ed esecrabili conseguenze, i soliti sciacalli si sono appropriati di un fatto di cronaca, per esercitare la loro propaganda e la loro pressione sulla società, per modificare costumi e modelli culturali. 
Alla marcia dell'ipocrisia infatti - occorrerebbe indagare nel profondo se il ragazzo vittima dell'aggressione non servisse in realtà come strumento di propaganda - non solo ha partecipato il mondo degli adolescenti e quello di coloro che per ragioni diverse è sostanzialmente riconducibile alle problematiche relative al caso, no. Civitavecchia è capace di proporre numeri incredibili.
Aldilà della grossolana strumentalizzazione di un fatto di cronaca giudiziaria che non ha suscitato lo stesso sdegno come nei casi di maltrattamenti di anziani, donne, vecchi o bambini ma è stato amplificato dai media, si è dovuto assistere a fenomeni davvero unici. 
Cartelli e striscioni di associazioni, pronti per l'occasione, partecipazione di soggetti capaci delle peggiori nefandezze per inezie, ancora di più la presenza di politicanti locali che per vetrina e due foto, sono stati capaci di compiere la via crucis del politically correct. Gente che per l'esempio che dà o ha dato nell'ambito della vita amministrativa di Civitavecchia sarebbe da prendere a calci in culo, gente di una immoralità imbarazzante, è stata capace di sfilare vicino a giovani che magari - inconsapevolmente - lo facevano anche in buona fede. Quegli sciacalli, mimetizzati tra le pecore li conosciamo bene. Sanno succhiare il sangue delle vittime, senza nemmeno doverle uccidere e chissà, magari alla loro vista qualcuno si è anche fatto sfuggire qualche applauso. Come a teatro, giù il sipario. 

L'articolo di Civonline 
http://www.civonline.it/articolo/strada-dire-no-allomofobia 


giovedì 22 ottobre 2015

La Russia vuole una soluzione politica: e l'Occidente?


(Fonte: sputniknews.com )

Continua, incessante, perfino implacabile, l’iniziativa politico-strategica di Vladimir Putin sul fronte medio-orientale. Con la visita a sorpresa di Bashar el Assad a Mosca l’iniziativa militare della Russia si converte e si duplica in iniziativa diplomatica.

L'incontro nella notte tra Putin e Bashar chiarisce nettamente le intenzioni del Cremlino: giungere in fretta a una tregua garantita, dopo la sconfitta dei terroristi di Daesh e compagnia, con l'accordo internazionale più ampio possibile.

Il Cremlino, ancora una volta, brucia sul tempo le possibili operazioni diversive del campo occidentale, che cercano —seppure confusamente e in ordine sparso — di sminuire il successo già ottenuto dalla Russia con la sua operazione militare in Siria. Una di queste è al tempo stesso assai simile a un "wishful thinking" (cioè alla speranza che Mosca si trovi presto impigliata in un nuovo Afghanistan) e a una minaccia (cioè all'avvertimento esplicito che l'esercito islamico e le altre formazioni terroristiche, più o meno "moderate", riceveranno altri armamenti e equipaggiamenti, tali da costringere la Russia a mettere piede, fisicamente sul territorio siriano, ovvero a impegnare truppe di terra).

Putin chiude subito il discorso su questo aspetto propagandistico. La Russia vuole una soluzione politica. La soluzione politica passa attraverso la sconfitta delle formazioni terroriste, primo passo per consentire che "tutti i partiti politici e tutti i gruppi etnici e religiosi" possano sedersi a un tavolo negoziale. Il che significa implicitamente che Bashar el Assad resta al suo posto e sarà uno dei protagonisti del negoziato. Viene dunque decisamente respinta la pregiudiziale (cara alla Francia, per esempio) secondo cui un negoziato qualunque deve essere preceduto da una uscita di scena del presidente siriano.

Invitate al tavolo — sono parole di Putin, che Bashar al Assad ha condiviso, come tutte le altre — anche "tutte le altre potenze mondiali e regionali interessate alla soluzione". L'offerta è chiarissima e respingerla sarà molto complicato. Anche perché, in caso contrario, la Russia è determinata a continuare con le proprie forze aeree il martellamento delle posizioni di tutte le formazioni terroriste, nessuna esclusa. Si sa che, tra le potenze mondiali e regionali ve n'è più di una che continua a finanziare e armare i terroristi. In primo piano Arabia Saudita e Turchia, con dietro, in ordine sparso, tutti gli altri tredici compartecipi dell'operazione che ha portato alla morte di 250mila siriani in quattro anni di guerra di aggressione. Dunque l'offerta di Putin è anche un invito a desistere nell'aiuto ai terroristi.

 Si vedrà quali saranno le reazioni occidentali a questa mossa. Ma il quadro militare è anch'esso già radicalmente cambiato. L'esercito di Bashar è all'offensiva su più fronti, appoggiato da Hezbollah e — a quanto pare — anche da formazioni militari iraniane sulle cui dimensioni non si hanno informazioni precise. E —nel silenzio dei media occidentali — cominciano a diventare significative le diserzioni nelle schiere dei terroristi. Era facile sgozzare e avanzare, sia in Irak che in Siria, mentre gli aerei occidentali stavano a terra a guardare la demolizione della Siria. Adesso si comincia a morire anche dall'altra parte. Secondo fonti militari siriane e russe, sarebbe già più di 5.000 i caduti tra i terroristi e si registra la fuga di migliaia di terroristi verso la Giordania e, soprattutto, verso la Turchia. Una vera e propria disfatta militare dello Stato islamico potrebbe addirittura rendere ancora più difficile la situazione politico diplomatica occidentale.


 In ogni caso Putin ha lasciato capire che Mosca non ha nessuna intenzione di restare indefinitamente sul piede militare. L'Occidente (da cui dipende l'esistenza stessa del terrorismo) può decidere. Se ci saranno garanzie precise un negoziato può aprirsi. La palla è ora a Washington, cioè a Obama, visto che i falchi americani non hanno la minima intenzione di raccoglierla.




25 Ottobre - Inaugurazione sede romana dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra


martedì 20 ottobre 2015

Strage di Gorla [in memoriam]


Oggi ricade l'anniversario della strage dimenticata dei "Piccoli Martiri di Gorla", come ogni anno riteniamo doveroso onorare gli innocenti Angeli caduti durante quel bombardamento terroristico ad opera degli "alleati" angloamericani. Il prezzo della liberazione fu anche questo, ma è stato deciso che non vale la pena ricordarlo....

(Fonte: gliangelidigorla.blogspot.it)

Esiste, a Milano, una collinetta artificiale, denominata Monte Stella, costruita con oltre un milione di quintali di macerie, recuperate da tutti i settori della città rasi al suolo dai bombardamenti terroristici anglo-americani. Una parte di dette macerie proviene dalla distruzione di due istituti scolastici superiori, di sei scuole elementari e cinque materne completamente atterrati, ma anche da altri trentacinque edifici scolastici danneggiati in città, mentre altre centoventicinque scuole, di ogni ordine e grado, vennero distrutte in provincia. Fra le scuole elementari distrutte, una è particolarmente ricordata dai milanesi, quelli meno giovani, quelli che la guerra l'hanno vissuta nella metropoli, ed è la scuola di Gorla, della quale vogliamo ricordare la triste storia.
Era una giornata limpida, tersa, allora non c'era lo smog e -incredibile a dirsi- dalla piazza del Duomo si riusciva a vedere la cerchia delle Alpi, quella del 20 Ottobre 1944, allorchè una formazione di circa quaranta quadrimotori americani del tipo B 24 e B 27 comparvero nel cielo della città, contemporaneamente al suono delle sirene d'allarme. E sulla verticale di Gorla, che allora era un sobborgo periferico e non un quartiere incorporato nella città come oggi, gli aerei sganciarono il loro carico. Puro terrorismo, volontà infierire su un popolo ormai in ginocchio, nonostante ancora oggi ci sia chi sostiene la tesi che le bombe erano destinate alla stazione ferroviaria di Greco, che si trova in zona, ma che era facilmente identificabile, ed anche attaccabile senza pericolo, data l'inesistenza di ogni reazione da parte della caccia italo-tedesca.

Nella zona attaccata si contarono 635 Vittime, o almeno furono recuperati 635 corpi, forse potevano esserci stati altri esseri umani che, letteralmente dilaniati dalle esplosioni, non vennero mai rinvenuti. Fra gli edifici centrati in quella tragica mattina ci fu la scuola elementare Francesco Crispi : fu letteralmente polverizzata. Centonovantaquattro bambini, la loro direttrice, quattordici maestre, un'assistente sanitaria e quattro bidelli furono travolti. Quattro soli bambini, una femminuccia e tre maschietti (Annamaria, Giuseppe, Remo e Gabriele) si salvarono e furono estratti dalle macerie. 

Occorsero tre giorni per ritrovare e recuperare i corpi delle vittime della scuola, tre giorni in cui i Vigili del Fuoco, militari dell U.N.P.A., soldati italiani e tedeschi, uomini della G.N.R. e operai in tuta, magari partigiani, certamente antifascisti, lavorarono fianco a fianco, senza risparmiarsi, unitamente ai genitori dei bambini, ed ai parenti, disperati, ma sempre speranzosi, nell'illusione di trovare qualche superstite. Chi lavorava e piangeva, chi lavorara e pregava, chi malediva e bestemiava Dio, che aveva permesso una strage di bambini senza colpa nè pena. Oggi al posto della scuola, sorge un monumento funebre, una madre con un bimbo in braccio, inginocchiata, come se offrisse al 

Cielo quella sua creatura, e sotto al monumento c'è l'Ossario, dove sono conservati i resti dei piccoli Caduti, e degli adulti che erano con loro.
Ogni anno, una piccola cerimonia celebrativa riunisce chi non ha dimenticato : sono presenti le autorità locali ma nessun papavero, sino ad oggi, è venuto mai da Roma, nessun politicante ha mai partecipato ufficialmente. Non occorre chiedere il perchè quei morticini sono scomodi, hanno avuto il grande torto di farsi assassinare dagli alleati liberatori e non dai biechi oppressori nazifascisti!

Inaugurazione sede A.N.V.G. - Biblioteca, Spazio Eventi, Sala Conferenze

La sede romana dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra, sita nel cuore di Trastevere, rinasce a nuova vita! In seguito ai lavori di ristrutturazione eseguiti in collaborazione col Raggruppamento Rsi Delegazione Lazio il luogo diventerà biblioteca, spazio eventi, sala conferenze...

INTERVENGONO:
Alberto INDRI (A.N.V.G.)
Mario Michele MERLINO (Scrittore e saggista)

Associazione Nazionale Volontari Di Guerra - Roma https://www.facebook.com/events/956943387696623/
Posted by Azione Punto Zero on Domenica 11 ottobre 2015

venerdì 16 ottobre 2015

E' passato lo Ius Soli: verso l'annullamento dell'identità italiana


(Fonte: www.controinformazione.info)
Con il voto favorevole dato l’altro ieri alla Camera per l’approvazione della legge che istituisce lo “Ius Soli”, si è assestato il colpo definitivo all’identità culturale italiana che in questi anni aveva già ricevuto dei poderosi colpi per effetto dell’assalto congiunto dell’ondata mondialista capeggiata dal PD, dai partiti complici (incluso il 5 Stelle che si è astenuto), dal Vaticano del Papa Bergoglio, dall’ONU del fantoccio Ban Ki Moon, dall’oligarchia europea di Bruxelles, dal Dipartimento di Stato USA, dal FMI e da altri vari organismi sovranazionali di sobillazione, come la “Open Society” del miliardario George Soros e similari.
Renzi e i suoi, con una furbesca strategia di distrazione di massa (la sovraesposizione mediatica delle vicende Marino e Regione Lombardia), hanno messo a segno, al riparo dai riflettori, un colpo destinato ad influenzare pesantemente gli equilibri sociali ed il futuro del nostro Paese.
Il testo è stato approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti. Al voto finale si sono astenuti i deputati M5S che hanno dichiarato di ritenere “inutile” tale testo, mentre contro hanno votato quelli di Lega, Fdi e Fi. Favorevole, naturalmente, la maggioranza renziana e non. Una maggioranza determinata da un sostanziale calcolo elettorale che programma di ottenere a medio termine maggiori voti e consensi dalla nuova massa di cittadini italiani.

La cittadinanza italiana, in conseguenza di questa legge,  è  quindi destinata a divenire un automatismo, frutto di un iter burocratico piuttosto che di un atto d’amore e di identità culturale.
La pressione del fenomeno migratorio che avviene in questo periodo, non casuale ma provocata dalle centrali mondialiste secondo un progetto pianificato da tempo (vedi: L’ONU predispone il piano per il “ripopolamento” dell’Italia), ha ulteriorrmente rafforzato la spinta all’approvazione della legge per consentire in tempi rapidi anche in Italia, con lo “Ius soli”, la certificazione avvenuta della società multiculturale aperta, che metterà la parola fine su molti secoli di tradizioni culturali italiane ed aprirà le porte alle nuove culture emergenti di provenienza dei nuovi cittadini.
Le conseguenze nell’assetto sociale del paese  appariranno presto e non saranno quelle  “dell’arricchimento culturale”  e della “pace sociale” che oggi la sinistra mondialista propaganda come prospettiva futura.
Si è già iniziato da tempo ad insegnare l’arabo o il rumeno in alcune scuole materne come lingue base, a rimuovere i crocifissi dalle aule, ad adeguare i cibi alla melle mense scolastiche alla tradizione arabo-islamica, a separare maschi e femmine in certe palestre e piscine pubbliche, si continuerà presto con altre “innovazioni” e presto assisteremo anche a cambiamenti sostanziali delle materie di insegnamento scolastico come ad esempio si vedrà sparire dall’insegnamento nelle scuole il vecchio testo della Divina Commedia di Dante, visto che il tale opera viene “offeso” Maometto per essere stato collocato nell’Inferno dal Dante. Questo potrebbe urtare la suscettibilità delle crescenti masse di studenti islamici sunniti  nelle scuole italiane. Altrettanta censura potrebbero subire autori come il Torquato Tasso, con la sua “Gerusalemme Liberata” che suona molto male per le masse di cultura islamica radicale.

Il panorama delle nostre città andrà progressivamente cambiando con la costituzione di altre numerose nuove moschee, finanziate generosamente da Arabia Saudita e Qatar, i paesi ispiratori del peggiore integralismo wahabita e salafita.
La cittadinanza Italiana, che era considerata un valorere trasmissibile ai figli dal genitore italiano (“ius sanguinis”) diviene uno status da attribuire ipso facto all’immigrata che sbarca in Italia e fa nascere nella Penisola un figlio che frequenta per cinque anni un corso di studi riconosciuto e la stessa cittadinanza può essere richiesta anche dai minori (ed anche dai maggiorenni) extra comunitari già residenti da tempo in Italia, i quali abbiano maturato tale requisito (frequenza scolastica e genitore con permesso di soggiorno di lungo periodo) in precedenza.
Come dispone la nuova legge, potrà ottenere la cittadinanza,  il minore straniero, che sia nato in Italia o sia entrato nel nostro Paese entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale. E’ il cosiddetto “ius culturae”.
Considerando quale è  di fatto il livello  della scuola italiana che va adeguandosi rapidamente alle nuove culture, possiamo immaginare che i nuovi cittadini, nonostante il ciclo scolastico previsto, tenderanno a mantenere in buona parte la loro cultura e religione di origine (africana, arabo islamica o asiatica che sia) con rifiuto, per motivi religiosi o culturali propri, di accettare le regole le abitudini ed acquisire le radici dell’identità nazionale.
Per quanto questa legge non abbia uguali in Europa, Il fenomeno della difficoltà di integrazione è notoriamente già visibile nei paesi che lo hanno sperimentato e, quasi dappertutto viene considerato fallimentare perchè le culture di origine sono in prevalenza radicate e più forti di quella italiana.
Facile prevedere, fra non molti anni, l’insorgere di conflitti e tensioni sociali ed etniche tra i vari gruppi che comporranno il mosaico della popolazione italiana , in specie nelle grandi città. I conflitti in realtà si stanno già iniziando a verificare con l’arrivo in massa di clandestini ma questi non sono altro che i prodomi di quanto avverrà più in avanti.

La classe politica, la stessa che si è già resa complice della cessione della sovranità nazionale ad organismi sovranazionali, oggi ha compiuto un nuovo passo per la disgregazione del paese.
Gli esponenti politici che hanno preso l’iniziativa per far votare questa legge hanno adempiuto alle direttive che avevano ricevuto da tempo, aprire alla società multiculturale, distruggere le identità nazionali, affossare lo Stato nazionale, favorire un grande mercato unico e l’ingresso e la disponibilità di una nuova massa di mano d’opera a buon mercato che in prospettiva andrà gradualmente sostituendo la popolazione italiana. Tutto era già preordinato e pianificato da tempo dagli organismi sovranazionali che dirigono le decisioni politiche in questo paese e che dispongono delle docili marionette filo guidate negli ambiti parlamentari e di governo.
Le nuove generazioni erediteranno le rovine di quello che fu la Nazione e la civiltà italica che ha dato alla cultura il Rinascimento, le Arti, la Letteratura, la Poesia , le scienze ed il patrimonio artistico più grande del mondo. Una Storia che fu resa grande da alcuni personaggi come Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci, Ludovico Ariosto, Ugo Foscolo, Alessandro Manzoni, Guglielmo Marconi, e tanti altri.
Al loro posto possiamo prevedere che gradualmente, per le nuove generazioni, ci saranno da studiare nelle scuole autori africani, arabi, pakistani e cinesi, in un miscuglio di nozioni e di culture che sarà un ibrido ad esaltazione della multiculturalità e del meticciato culturale.
Così hanno voluto i personaggi politici  della “statura” di una  Laura Boldrini, Matteo Renzi, Angelino Alfano, Stefania Giannini, Loris Verdini e Pietro Grasso, con la loro corte di adulatori e sostenitori, questi  personaggi da considerare i nuovi “padri fondatori” dell’ Italia multiculturale
 Luciano Lago

L'infamità dei soldati israeliani infiltrati nelle fila palestinesi

" La legge dell'onore: percorri soltanto le vie indicate dall'onore. Lotta e non essere mai vile. Lascia agli altri le vie dell'infamia: Piuttosto che vincere per mezzo di un'infamia, meglio cadere lottando sulla strada dell'onore".

giovedì 15 ottobre 2015

Thomas Sankara 21/12/1949 - 15/10/1987


“Imperialismo, un sistema di sfruttamento che non si presenta solo nella forma brutale di coloro che con dei cannoni vengono ad occupare un territorio, ma più spesso si manifesta in forme più sottili, un prestito, un aiuto alimentare, un ricatto.”

“L’imperialismo, attraverso le multinazionali, il grande capitale e la potenza economica è un mostro senza pietà, dotato di artigli, corna e denti velenosi. E’ spietato e senza cuore”; “Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. (...) Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità”

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Posted by Azione Punto Zero on Martedì 6 ottobre 2015

mercoledì 14 ottobre 2015

Il Generale Hamedani, è morto anche per noi



L'ufficio delle relazioni pubbliche del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell'Iran (Pasdaran), ha ufficialmente annunciato che il generale di brigata Hossein Hamedani, quattro giorni fa, è stato assassinato in un agguato dei terroristi dell'ISIS nella periferia della città di Aleppo, in Siria, mentre era impegnato in un'operazione militare anti-ISIS.
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Dono del Popolo ...Iraniano all'umanità, nella lotta al terrorismo e sulla via della salvaguardia della pace nel mondo...
مِنَ الْمُؤْمِنينَ رِجالٌ صَدَقُوا ما عاهَدُوا اللَّهَ عَلَيْهِ فَمِنْهُمْ مَنْ قَضى نَحْبَهُ وَ مِنْهُمْ مَنْ يَنْتَظِرُ وَ ما بَدَّلُوا تَبْديلاً

lunedì 12 ottobre 2015

Dietro al Nobel al nobel della Alexievich c'è la propaganda anti-Putin


La farsa dei Nobel continua. Premio assegnato a chi sfoggia la solita minestra riscaldata di luoghi comuni, con tanto di critica alla dittatura Russa (ma che strano!) del "nuovo Stalin"
(Fonte: http://www.ildiscrimine.com)
Quando ho saputo che il Premio Nobel per la Letteratura era andato ad una scrittrice bielorussa, mi son detto subito: ne approfitteranno per attaccare Putin.Voglio essere ancor più preciso: ho pensato che gliel’avevano dato proprio per attaccarlo.E regolarmente ci ho preso.
Svetlana Alexievich non ha ancora messo in tasca il bel gruzzolo che spetta ai vincitori che già s’è messa ad esternare “autorevoli” e malevole dichiarazioni sul conto del presidente russo Vladimir Putin, del quale ella “non rispetta” l’idea di Russia. Cioè, la Russia è fantastica se parliamo di scienza e letteratura, ma come ci si addentra nella politica il novello oracolo, dal quale già pendono gli avidi lettori della letteratura anti-putiniana, ci ammannisce con le trite e ritrite lamentazioni sulla “dittatura” ed il “fascismo” che avrebbero nel Cremlino il loro centro propulsore. Non c’è che dire: molto originale per una scrittrice di romanzi.
Putin, per la Alexievich (che è per metà ucraina), fomenterebbe l’odio verso gli ucraini, il che è assolutamente falso perché semmai sono i vari fantocci del regime di Kiev (molti dei quali stranieri, ma graditi alla Cia) ad alimentare un nazionalismo fanatico anti-russo che ha provocato tante sofferenze agli abitanti delle regioni orientali russofone e danni enormi anche alla popolazione della parte occidentale, resasi conto troppo tardi della fregatura di “Euro-Maydan” resa possibile anche da quei professionisti della sovversione intellettuale che sono i “dissidenti”.
Ma quello che qui interessa è rilevare come questi “premi”, elargiti da conventicole “elitarie” sul cui conto girano racconti non proprio rassicuranti, abbiano decisamente fatto il loro tempo. Non che all’inizio avessero tutto questo senso, per carità. Ma almeno si può fare uno sforzo e collocarli in quel clima di proto-globalizzazione che ha prodotto la Società delle Nazioni (l’antesignana dell’Onu), le Esposizioni Universali ecc.
Oggi, quando dal cosmopolitismo e dall’internazionalismo anche un po’ ingenuo si è passati alla cosiddetta “globalizzazione” dal volto disumano, queste manifestazioni dalle quali devono uscire i nomi dei “benefattori dell’umanità” posti davanti alle opinioni pubbliche come fari e guide emanano sempre più un odore di falsità ontologica, che giunge ad ammorbare l’intero pianeta col suo fetore quando viene assegnato, in gran pompa, il “Nobel per la pace” (preventivo!) ad un genocida scatenato.
La massa, abituata a considerare questi riconoscimenti come una sorta d’investitura divina (e non l’esito di una combine tutta umana condotta senza esclusione di colpi) dovrebbe stare un tantino più accorta. O quantomeno accorgersi quando un “premio Nobel” si trasforma immediatamente in un megafono della propaganda atlantica. Che ha un gran bisogno di voci “autorevoli” nel momento in cui la Russia, in Siria come in Ucraina, va al contrattacco. Forse, questa signora così disponibile a prestarsi a certi giochetti, dovrebbe prendere esempio da un altro premio Nobel per la Letteratura. L’italiana Grazia Deledda, aggiudicatoselo nel 1926.
La Deledda, che di politica comunque si disinteressava, non approfittò della visibilità ottenuta per attaccare il capo del governo del suo Paese. Anzi, secondo quando riportato da alcune fonti, portò il suo saluto ai fascisti italiani residenti a Stoccolma, il cui rappresentante la venne ad incontrare alla stazione senza che la famosa scrittrice si lasciasse andare a manifestazioni d’antifascismo più o meno spettacolare e a buon mercato. Questo si chiama essere delle persone serie. Serie perché non si prestano a giochetti squallidi. E serie anche perché, pur avendo molto da dire ma non interessandosi strettamente di politica, preferiscono tacere e godersi la compagnia dei propri connazionali, “cattivi” e non.
Oggi, invece, ogni Nobel, ogni Oscar, ogni premio di questo mondo di cartapesta viene quasi senza eccezione attribuito per “meriti” che esulano da quelli per i quali – se proprio vogliamo accettare la logica dei “premi” – ciascun candidato dovrebbe meritarsi un così alto ed universale riconoscimento.

sabato 10 ottobre 2015

Comunicato APZ | Da mafia capitale a pasticcio litorale

Santa Marinella: investito dalla informativa della Guardia di Finanza l'operato di membri  e personalità troppo prossime all'amministrazione del Sindaco Bacheca.

Di fronte all’informativa della Guardia di Finanza, resa pubblica in questi giorni, che ha portato in evidenza gli immorali rapporti di alcuni esponenti e alcune personalità prossime alle amministrazioni comunali del litorale a nord di Roma, da Cerveteri a Civitavecchia, gli interessati non mostrano alcune intenzione di arrendersi alle evidenze.
Non un cenno di pentimento, non un passo indietro, addirittura minaccia di querele. A spese di chi poi? Magari dell'amministrazione comunale, cioè nostre.
Non siamo per il festival della forca, né intendiamo partecipare al tiro al piccione, però l'indagine sta facendo emergere un vero e proprio ramo di quella che è stata definita Mafia Capitale. Alla qualificata azione criminale espressa a Roma, siamo però di fronte alla sagra dei rubagalline. Noi di Azione Punto Zero, abbiamo sempre stigmatizzato il comportamento inadeguato dell'Assessore Cucciniello e le intercettazioni - a noi non interessa il dato giudiziario - fanno emergere il fatto che anziché preoccuparsi delle varie emergenze sul territorio, si premurava di mantenere buoni rapporti con persone di cui non avrebbe nemmeno dovuto avere il numero di cellulare. Altri discorsi attengono ai professionisti della solidarietà come il Dott. Di Giuseppe che intende riempire la De Carolis "de Negri" (.cit.)

Ci auguriamo che tutte le forze politiche, realmente antagoniste e radicali a questo sistema, chiedano le dimissioni dell'Assessore Cucciniello e inoltre chiedano al Sindaco di riferire in consiglio comunale lunedì. È davvero ignobile che chi spende il proprio tempo per mostrare gli artigli altrove, a Santa Marinella sotto le stesse insegne, faccia il pesce in barile contro la tracotanza del potere.

Speriamo inoltre che tutte le forze sane del paese, facciano sentire la propria voce, ci auguriamo che le forze politiche che sostengono questa maggioranza prendano le distanze da tali comportamenti, auspichiamo che i singoli esponenti politici affermino pubblicamente la loro estraneità a questo genere di pratiche. Chi non si schiererà contro questa casta politica e non ne prenderà le distanze, sarà ritenuto complice.

È finito il tempo delle scuse a mezzo stampa. È arrivato il momento in cui la verità è venuta a galla. Non ci sono più uscite di sicurezza, magari con una presenza massiccia al consiglio comunale di lunedì prossimo, ai potenti signori della solidarietà pelosa una schiarita alle idee, risulterebbe più facile.

Il Direttivo di Azione Punto Zero

mercoledì 7 ottobre 2015

USA, il 2015 ti ha smascherato



(Fonte: http://it.sputniknews.com)

Il 2015 verrà ricordato sui libri di storia come un anno fondamentale nell’avventura del genere umano su questa terra: l’anno in cui la menzogna americana s’è mostrata a tutti per quello che è. Nuda, senza più veli, perché altro non poteva più fare.

Sono anni, decenni, secoli addirittura, che l'America taglieggia, deruba, preda, attacca e distrugge (per "ricostruire"!), usando la più grande macchina di raggiro mai messa in piedi: i cosiddetti "mass media".
Anche solo mantenendoci a questi ultimi anni (non sia mai detto che la nostra "liberazione" venga messa in discussione!), ne abbiamo sentite di tutti i colori pur di giustificare le intenzioni malvagie degli Usa: "armi di distruzione di massa", "esportazione della democrazia", "violazioni dei diritti umani", "brogli elettorali", "intervento umanitario", "bombardamenti chirurgici". La lista dei pretesti escogitati dall'America per attaccare a destra e a manca è praticamente senza fine, perché senza fine è la brama di sottomettere e sfruttare tutto e tutti.
Una serie inesauribile di frottole con tanto di teatrino (come quella sull'antrace iracheno) che tutto il mondo a loro sottomesso ha dovuto fagocitare a colazione, pranzo e cena, quando per un'inveterata quanto nociva abitudine ci si piazza davanti ad un telegiornale.
Col passar del tempo, effettivamente, sono sempre più quelli che qualche dubbio sulle amorevoli e filantropiche intenzioni americane se lo sono posto (la favola dell'11/9 è troppo grossa), ma in qualche modo, coi loro giochi da illusionisti della politica e della "comunicazione" (si pensi alla carta del "presidente di colore"), sono riusciti ancora a tirarsi dietro un certo consenso.
Ma è bastato l'inizio dei raid aerei russi in Siria a far saltare il tappo sul pentolone delle bugie dell'America. Un pentolone dal quale è uscito di tutto e di più: "Mosca attacca i nemici di Assad" (e cosa dovrebbe fare, di grazia???); "la Russia deve coordinarsi con la Comunità internazionale" (che coraggio, detto da chi fa da sempre come gli pare); "i raid russi provocano vittime civili, tra cui bambini" (ma guarda un po', all'improvviso sono diventati dal cuore tenero!).
 Il culmine di questa fuoriuscita di liquami nauseabondi (perché questo è l'odore dell'essenza, del concentrato dell'impostura) è stato il senatore McCain, che ha strillato — subito ripreso da tutte le solerti agenzie occidentali, senza più una stilla di senso del ridicolo: "La Russia attacca i ribelli finanziati dalla Cia!".
Il cerchio si chiude: a forza di menzogne si finisce per dire la verità.
Un momento che prima o poi doveva arrivare. Quello in cui i peggiori delinquenti, ladri e truffatori che la storia umana abbia mai visto confermano le stesse identiche cose che un'informazione cosiddetta "alternativa" — che ovviamente, anche se letta da tutti, non ha diritto di cittadinanza sui "grandi media" — ripete incessantemente da anni. 
A credere (per contratto) alle panzane americane sono davvero rimasti solo certi giornalisti ed il loro contorno di politicanti da strapazzo di un'Italia che, anche solo a giudicare dai commenti dei lettori di qualsiasi testata, sta con Putin e la Russia, ma che rischia di essere trascinata nel baratro nel quale, assieme alle sue menzogne, finirà presto l'America.

lunedì 5 ottobre 2015

Nanni De Angelis [ in memoriam ]

Nanni De Angelis, presente!

5/10/1980 - 5/10/2015


venerdì 2 ottobre 2015

“Non morirò del tutto” – Recensione presentazione del libro postumo di R. Sermonti (Latina – 26.09.2015)

non-moriro-del-tutto
Pubblichiamo di seguito la recensione della conferenza di sabato, più relativo video, in ricodo di Rutilio Sermonti.
26 settembre 2015, un sabato pomeriggio uggioso a Latina caratterizza questa nuova ‘trasferta’ dellaComunità Militante RAIDO a Latina. Qualcuno potrebbe pensare che questo tempo, quasi per la cosmica legge delle analogie, rifletta oggi il nostro stato d’animo, ma così non è. Quando un guerriero conquista la gloria è in realtà un tripudio festante, ed è così infatti che i nostri cuori, ardenti per la vita infuocata di Rutilio che è stata richiamata alla memoria, sono trasaliti, al risentire le sue parole, ad imprimere nei cuori il suo esempio, a proiettare nel futuro i suoi insegnamenti.

Tutto questo, ma non solo – perché di fronte a questi esempi le corde dell’anima vibrano melodie indescrivibili, inesprimibili, elevando le soggettività in una più elevata dimensione comunitaria, – sabato pomeriggio è stato “Radici e futuro”: l’evento ospitato dalla sede dell’Associazione Culturale Passepartout e organizzato da questa insieme alle comunità RaidoAriesNuove Sintesi, alla Fondazione Hispano-Latina ed all’Associazione Campo della Memoria.
Un evento che è anche stato “presentazione libraria”, seppur in assenza (fisica) dell’Autore, con la presentazione di “Non morirò del tutto”, libro postumo e testamento spirituale di Rutilio. Ad introdurci il libro è stato Mario Consoli, direttore responsabile de L’Uomo liberoseguito poi dall’intervento di alcune delle Comunità organizzatrici.
I rappresentanti di tutti questi gruppi ci hanno regalato testimonianze di vita di-e-con Rutilo, santificata dal  cristallino cameratismo, dal rapporto virile e schietto che con lui s’instaurava, grazie a quella capacità di penetrazione dell’anima che può brillare solo nello sguardo, caldo e vitreo allo stesso tempo, di un combattente della Repubblica Sociale Italiana e delle Waffen-SS.
 Lui era Rutilio, molto semplicemente il camerata che trascinava i cuori al fronte, che fosse quello dei campi di battaglia o ancora quello della cultura, dell’arte e delle idee. Perché anche in questo lui, già combattente e militante, ma anche pittore, scrittore e fine intellettuale, era in prima linea. Un modus vivendi che ha reso integrale la sua vita, alla stregua dell’uomo nuovo integrale paventato già dai fascismi. Il camerata, insomma, che continua a trascinare i nostri cuori anche oltre il suo trapasso. In questi casi non è di morte, infatti, che si può parlare.
A chiudere l’evento è stato un video commemorativo, curato dalla Comunità Militante RAIDO, in cui è stato possibile rivivere tutti i momenti della sua milizia: dalla partenza per il fronte imbracciando il fucile, alle riunioni informali con i ragazzi che lo andavano a trovare e per i quali la sua porta era sempre aperta, i momenti, questi, che lui preferiva, perché i più ricchi e gravidi. Non sarebbe onesto celare, a questo punto, l’emozione palpabile il tutto l’uditorio, la pelle d’oca all’udire la sua voce amorosa ma perentoria che ci sprona ancora alla battaglia.
Una cena comunitaria ha chiuso l’evento, tutti si sono ritrovati attorno ai tavoli, come quando lui era ancora fisicamente presente. Tutto questo perché, Rutilio, non sei morto del tutto. Perché noi non ci fermeremo mai… anzi, NIEMALS!
(Fonte: www.azionetradizionale.com)