“Un piacevole ascolto dei nostri programmi”
Pare che tener fede a un programma elettorale sia particolarmente difficile. Nuovi Piani regolatori, Terme, Marine, Cinema e via dicendo hanno fatto parte dei programmi di tutte le Amministrazioni Comunali che si sono succedute negli ultimi vent’anni, ma nessuna di queste opere (e ce ne sarebbero molte altre) è stata portata a compimento. Al contrario, ciò che a compimento è stato portato è spesso ciò che nei programmi elettorali non era contenuto: boe petrolifere, centrali a carbone, discariche, centri commerciali.
La cosa si riverbera peraltro ai piani più alti della politica, passando per quello regionale (“impedire la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord”) a quello nazionale (milioni di posti di lavoro) e via dicendo. Se uno si fa rapire dai dibattiti che tale situazione comporta, ne sente di tutti i colori: mille i dubbi che vengano instillati, mille le domande poste, soprattutto sui singoli casi, tutte o quasi che sorgono a ragione.
C’è però una domanda che, traendo le somme, occorrerebbe farsi: ma di andare a votare, chi ce lo fa fare? Nessun dibattito su questo tema, se non di comodo. Eppure la cosa non è soltanto italiana: in Francia, alle ultime elezioni (quelle che hanno punito il Napoleone da manicomio, quello che ha contribuito ad incendiare le banlieues abitate da nordafricani, e ora i nordafricani, per dirottarli su Lampedusa, va ad incendiarli direttamente a casa loro) l’astensionismo è stato superiore al 50%. Ebbene in un caso come questo, la Santa Democrazia non dovrebbe, se non abdicare, farsi almeno un esamino di coscienza?
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