 “Fascio-trash”. Lo so, è un neologismo  quasi idiota però, tradotto in italiano, suonava male ed offensivo:  fascio-monnezza. Come voi, non ho mai sopportato gli inglesismi imposti  alla nostra lingua (perfida Albione!) ma, di fatto, questa categoria, “a  destra”, esiste: fascio-trash. Fatevene una ragione! E vi è sicuramente  capitato di incontrarli, perché tutti - o quasi - almeno una volta  nella loro vita, lo sono forse stati (…e mi riferisco soprattutto a chi è  nato dopo il 1975-80).
“Fascio-trash”. Lo so, è un neologismo  quasi idiota però, tradotto in italiano, suonava male ed offensivo:  fascio-monnezza. Come voi, non ho mai sopportato gli inglesismi imposti  alla nostra lingua (perfida Albione!) ma, di fatto, questa categoria, “a  destra”, esiste: fascio-trash. Fatevene una ragione! E vi è sicuramente  capitato di incontrarli, perché tutti - o quasi - almeno una volta  nella loro vita, lo sono forse stati (…e mi riferisco soprattutto a chi è  nato dopo il 1975-80). Solitamente, nei casi che “si curano da  sé”, fascio-trash è una fase, oserei direi fisiologica, di chi si  avvicina ad un determinato mondo: quello della destra radicale. Questa  fase, mi sembra di poter asserire con certezza,  è “fisiologica” se ci  riferiamo a soggetti adolescenti: ovvero a ragazzi che, avvicinandosi ad  un determinato ambiente (fatto anche di simboli, slogan…) assumono la  parte più esteriore, diciamo folkloristica, dell’appartenenza a questo  mondo. Li vediamo perciò sfoggiare magliette di dubbio gusto (Snoopy non  si sarà rotto i coglioni a reggere quel manganello?!), spille di  dimensioni esagerate (forse era un piatto commemorativo, non una  spilla!), e toppe dalle tonalità cromatiche più disparate (swastike che  s’innestano su fiamme, circoscritte in rune rotanti…). Tutto questo è  trash ma, diciamo, nel senso “buono” del termine.
Ovviamente c’è trash e trash, nonostante  la comune matrice. Il trash “fisiologico”, solitamente, non supera mai  una certa soglia, innanzitutto d’età, e poi, di buongusto. La spilla, la  toppa, il cappellino col ricamo ad “hoc”…in fondo che male c’è?!  Nessuno: esteriorizzare un simbolo, un’appartenenza, quando è frutto di  un adesione reale, sincera ma, soprattutto forte ad un’Idea, diventa un  qualcosa di accessorio, complementare alla fede che arde in noi, quindi  un qualcosa a cui possiamo rinunciare…ma anche mostrare! Tutto questo è  lecito se sappiamo che non è il cappellino, la maglia, la spilla, che fa  qualcosa di noi: non è la “divisa”, cioè la forma, ma la sostanza a  fare di noi quello che siamo.
Il soggetto trash più pericoloso -  quello cioè non “fisiologico” - è invece quello a cui questo limite,  naturale e generazionale, è totalmente sconosciuto. E’ il fenomeno che,  contrapposto al fascio-trash “fisiologico” (a cui in fondo vogliamo  bene, perché ci ricorda gli anni della gioventù!) potremmo definire  “dell’albero di natale”, visto il sistematico “addobbo” che li  contraddistingue. Tale fenomeno assume nelle sue manifestazioni più  esasperate, estreme, delle connotazioni deviate, oserei dire  pericolose…non per l’ordine costituito ma, per il buongusto!
Innanzitutto, partiamo dal dato  generazionale. Stiamo parlando nel 90% dei casi, di persone adulte -  grandi o addirittura quasi anziane - che nonostante l’età sfoggiano  orpelli da “veterani” di una rivoluzione che, ahimè, non mi risulta  abbiano mai realizzato!
In secondo luogo, occorre soffermarsi  sul fatto che tali soggetti, nonostante l’appartenenza al genere umano,  vanno in letargo. Sissignore. I veri campioni di questa categoria,  infatti, sono soliti uscire dalle loro “tane” (ma dove cazzo abitano il  resto dell’anno?!) in occasioni particolari: il 28 Ottobre su tutte.  Pertanto, non è difficile notarli, muoversi freneticamente in occasioni  “di massa” dove, facilitati dalla dispersione offerta dalla folla, si  muovono coi loro gadget al seguito. Ma dove possiamo trovarli? La  risposta è tristemente semplice, poiché sono soliti bazzicare  soprattutto un luogo che rappresenta un po’ la loro base, il loro  habitat naturale: Predappio. Questo luogo, anziché rimanere meta di  silenzioso passaggio, di saluto e di testimonianza, è divenuto feudo del  fascio-trash affetto da sindrome “dell’albero di natale”. Qui si  ritrova con gli altri della sua specie, interagisce con essi, per poi  altrettanto velocemente allontanarsi e tornare al proprio letargo (la  vita borghese).
Il fascio-trash in questione -  ovviamente - non fa militanza politica: è un “guardone”, per meglio  dire, un voyeur della militanza, e della politica in generale. Per lui  non ha importanza essere qualcosa, l’Azione, il sacrificio impersonale  per l’Idea…bensì, apparire qualcosa, rimanere appiattito sul proprio  essere borghese, lasciare agli altri l’onere (e l’onore!) della lotta  ma, soprattutto non rischiare e sacrificare nulla per questa.
Il soggetto in esame, quando dotato di  un grande “ego”, vanta solitamente dai 2 ai 6 mesi massimo di militanza  politica effettiva ma, capita spesso loro d’essere smascherati da  persone o situazioni che dovrebbero (realmente) conoscere: insomma  vengono sistematicamente sputtanati al primo confronto serio. Per  questo, sono soliti ammantare di mistero i propri ricordi, le proprie  esperienze, facendo loro assumere contorni mitici, aulici, eroici!…ma  anche e soprattutto falsi: racconti generalissimi, incerti, e più simili  ad una puntata di Star Trek che alla quotidiana vita di sezione!
L’affetto da sindrome “dell’albero di  natale”, non legge, non ha idee elaborate dalla lettura. La sua  “militanza-trash” è l’innato frutto d’un richiamo indescrivibile,  istintuale, quasi primitivo e non mediato da lettura alcuna. Infatti,  messo a confronto in un dialogo semi-serio, non riesce ad elaborare  concetti di natura politica che vadano oltre l’attitudine al  cannibalismo dei bolscevichi, il rimpiangere Almirante o l’avere un  indefessa passione per le navi di immigrati che affondano nel canale di  Lampedusa. Il fascio-trash in questione non legge perché lui “quelle  cose le ha fatte”, lui “c’era”, lui “ha visto” e “sentito”…cosa non si  sa bene.
In fondo, anche a questa seconda  categoria del fascio-trash vogliamo bene. Ci fa sorridere, ma anche un  po’ pena. Ci fa incazzare, ma anche un po’ tenerezza. Insomma: ci fa  capire come si può ridurre un uomo il cui slancio per la lotta, la cui  passione, se mediata dall’ego, dall’istinto animale (e borghese!) di  conservazione, possa diventare semplice, insulsa, apparenza fine a  stessa.
Il goliardico
(da www.azionetradizionale.com)

 
 
5 commenti:
Giusto questo vi è rimasto
La Differenza:
Si ha il coraggio di combattere anche contro le proprie manchevolezze
Nel rispetto della riservatezza dei tre personaggi fotografati abbiamo annerito il resto del volto perchè ci è stato comunicato che qualcuno è stato riconosciuto.Ce ne dispiace e ce ne scusiamo con gli interessati. Ciò, allo stesso tempo, non modifica di una virgola il nostro giudizio negativo su queste manifestazioni carnevalesche.
Pasquale Contini
Non credo che in queste occasioni vi siano stati scontri, sassaiole contro la Polizia o roba del genere così come accade nelle vostre manifestazioni. Quest'anno hanno partecipato bambini insieme ai loro genitori che li educano al rispetto degli altri, all'amor di Patria ad essere fieri di essere Italiani. Voi vi attaccate alla questione dei gadget, alla manifestazione giocosa di qualche camerata, ma voi che criticate chi si avvicina a certi ideali, avete partecipato alla guerra civile? Sapete cosa significhi combattere fra Italiani? Avete avuto qualche parente internato a Coltano? Avete letto il libro del fascistissimo Giampaolo Pansa? Articoli come questi fanno solo male a chi cerca di capire, non rendete un servizio ma fate solo demagogia. Saluti
Bellissimo articolo che purtroppo rispecchia la triste verità ....
Tuttavia non si può generalizzare...da anni la comunità di padre Giulio Tam organizza con non pochi sacrifici la commemorazione e,vi posso assicurare,vi sono anche veri camerati quel giorno...che purtroppo x un motivo o per un altro non possono fare militanza attiva....ricordiamoci che nel nostro bel paese fascista é purtroppo ancora un termine che fa paura ai meschini.....
Con rispetto....bomba sassuolo skinheads
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