domenica 3 marzo 2013

Per fare chiarezza .....


Abbiamo bisogno di chiarire un equivoco. 

Ci sono delle persone che abbiamo conosciuto sul fronte di lotta e che dopo un po se ne sono andate, pensando che la guerra fosse finita, che fosse un fatto che non li riguardasse più e che occupandosi esclusivamente dei propri interessi e dei propri bisogni primari, potessero rimanere nostri amici come prima.

Errore, non eravamo amici prima, non lo saremo mai. 


Eravamo uniti in funzione di un terzo elemento: "la lotta per l'idea, in un patto di fedeltà e di solidarietà, in un clima di fratellanza, che distingueva il nostro rapporto da quello di un'amicizia ordinaria, borghese, quotidiana. Con coloro i quali ancora manteniamo questo legame, magari che non sono coincidenti con le nostre stesse idee e non stanno nella nostra organizzazione, ci sentiamo cameratescamente legati. Spesso, con alcuni non ci si sta nemmeno in simpatia, non ci si sente per mesi, dal punto di vista "sentimentale e amichevole" probabilmente non ci si sopporta, ma questo limite è subordinato al motivo per il quale ci si trova, ci si imbatte l'uno con l'altro, ci si vede anche e ci si scontra da posizioni radicalmente contrastanti. 
I limiti dell'umano, sono subalterni rispetto a ciò che deve avere la sovranità: la dedizione disinteressata per l'idea: un unico fronte, ma molte trincee. Pur se gli altri camerati e le altre organizzazioni coltivano pomodori, zucchine, melanzane a differenza di quello che coltiviamo noi nel nostro orto, non c'è problema. Dedicano parte della loro vita alla lotta, sacrificano tempo, denaro, interessi personali alla battaglia e questo ci basta.

Poi ci sono gli amici, quelli a cui magari siamo legati per simpatia e che non hanno mai chiesto di essere "considerati" come fratelli nella lotta, persone con le quali, con qualcuno di noi hanno uno spassionato rapporto di amicizia e simpatia. A volte amorevole, a volte meno, ma che non pretende molto di più di una sano rapporto di reciproco aiuto e sostegno. Bene: i furbi, i "mi faccio i cazzi miei ma siamo tutti fratelli", i "ti ricordi una volta?", quelli che vivono per i propri interessi e pensano che siamo degli scemi che ancora perdono tempo, quelli che, avendo imparato due dinamiche politiche, tre slogan e quattro mosse di sveltezza, adesso pensano di essere più furbi, noi li mettiamo al piano inferiore. 

A quanti mettono link, commentano post, approfittando della possibilità di praticare un fantafascismo a chiacchiere, magari utilizzando questi mezzucci addirittura per affascinare qualche ragazzotta noi opponiamo lo spirito legionario. Una rigida e intrasigente distanza. Da militanti a plebei, da combattenti a vermi borghesi.


Non avremo mai nessuna pietà, per coloro che utilizzano il valore, la memoria, il sacrificio e l'eroismo dei martiri, il patrimonio umano e ideale, per i loro luridi, sporchi ed egoistici interessi.

Essi non sono nè carne e nè pesce. Ibridi, che non servono a niente o che al massimo sono solo d'intralcio. 




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