giovedì 21 gennaio 2016

Il flop "Garanzia Giovani"



Doveva essere la risposta “Europea” alla disoccupazione giovanile, si è rivelato un vero e proprio flop: il progetto “garanzia giovani” è tutto tranne che una garanzia. Il Piano Europeo, infatti, avrebbe dovuto tramite i fondi stanziati (1,5 miliardi di euro) favorire l’inserimento nel mondo lavorativo dei giovani disoccupati. In pratica, un’opportunità sia per l’azienda  di assumere un ragazzo senza costi, e sia per il tirocinante di farsi conoscere e intraprendere un percorso lavorativo. Insomma sembrava la svolta per poter sbloccare una situazione, quella della disoccupazione giovanile, in Italia buia come non mai.
Ma  sono numerosissime le testimonianze,  rintracciabili su internet, di ragazzi che dopo quattro mesi dall’inizio del tirocinio ancora non hanno visto un euro, alcuni addirittura ancora niente al sesto mese, quindi dopo aver già concluso il periodo di lavoro previsto. Alcuni, non riuscendo più a sopperire alle spese,  hanno dovuto rinunciare.  
Il progetto si è rivelato, infatti un macchinoso sistema divora – soldi (soprattutto nel centro-sud) dove il grosso dei fondi stanziati è andato alle aziende private, agenzie del lavoro o Enti di formazione. Il tirocinante, costretto ad un interminabile odissea burocratica, è infatti sottoposto al controllo di un “terzo” che si frappone fra lavoratore e azienda. E così che, ritrovandosi a lavorare gratis per mesi e mesi, il giovane deve anche sopportare inutili spostamenti in auto, attese e telefonate per compilare carte con persone che nulla c’entrano col proprio impiego. Perché in tutto questo losco giro, ottenere il rimborso è una vera e propria battaglia, dovendo combattere con Enti, centri per l’impiego, Regione e Inps, i quali totalmente impreparati e incompetenti, altro non sanno fare che scaricare continuamente barile. Tanto che per poter capirci qualcosa, molti ragazzi si sono riuniti nei social network per potersi scambiare a vicenda numeri e contatti ai quali fare riferimento. A dir poco assurdo.
Il ragazzo può solo sperare nel buon cuore del datore di lavoro, che eventualmente può anticipare il pagamento. Ma spesso anche quest’ultimo ha solamente colto l’occasione per “sfruttare” un giovane a costo zero, per il periodo prefissato, e poi tanti saluti.
Questo progetto, che doveva essere la svolta, si è dimostrato (com’era da aspettarsi) solo che una presa in giro, in quanto anziché essere visto come occasione per creare nuove opportunità di lavoro, si è rivelato solo una opportunità di guadagno per tutti, tranne che per il giovane.

Il che conferma, come ci insegnatoci da Codreanu, che un programma può anche essere perfetto ma se la qualità umana che lo porta in atto è scadente, non ci sono possibilità che esso vada a buon fine. Ed essendo ormai l’Italia preda di egoisti, approfittatori e mangiasoldi, il risultato non poteva essere che questo.  E’ inutile illudersi che progetti come “Garanzia Giovani” possano cambiare le cose: se prima non si cambia la qualità umana, niente potrà migliorare la situazione.

AzionePuntoZero

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