Ci sarà un manipolo di italiani che non saluterà i 150 dell’Italia unita con semplice patriottismo da folklore, ma con consapevolezza di ciò che il processo di unificazione scritto nella storia ha comportato, in fatto di sangue e sofferenza, per molta parte del popolo italiano. Questo manipolo sarà tra l’altro, ben cosciente, che i rappresentanti delle istituzioni utilizzeranno proprio l’anniversario solo ed esclusivamente per continuare ad autoleggittimarsi come autentici rappresentanti di un Popolo che non li conosce più, non li elegge più, non sa nemmeno chi sono o che fanno.
Merito della proiezione di “Li chiamarono Briganti”, film di Pasquale Squitieri che al tempo della sua uscita (si era nel 1999) ebbe il grosso merito di attirare critiche pressoché unanimi in “arco costituzionale”, il che è soltanto un pregio.
Al “Solito Posto” dopo una breve introduzione al tema da parte di un membro di Punto Zero e la distribuzione del foglio informativo di lotta (richiedilo a cst.aurhelio@gmail.com), abbiamo apericenato, assistito alla proiezione e poi discusso brevemente degli spunti offerti dal film. È doloroso avere una così brutale conferma delle vene contaminate presenti nel processo storico che ha portato all’Italia Unita: il ruolo allora giocato da Massoneria, borghesia sabauda, organizzazioni criminali mafiose e potentati stranieri (come il ruolo dell’Inghilterra), è stato foriero di sovversione e morte, in particolare nelle Regioni del Sud, aprendo quella Questione Meridionale che per certi versi mai è stata chiusa, di cui si comprendono bene le radici nella trama, che gira attorno alla figura del brigante lucano Carmine Crocco.
Da questo, l’esigenza di una virile e matura consapevolezza delle storture che in quell’imbuto della Storia si sono riversate a danno del popolo e che non possono essere, dimenticate o nascoste sotto il tappeto delle celebrazioni. Non per questo, bisogna lasciarsi andare a sentimentalismi, neo-leggittimismi, filoborbonismi o altri sofismi che lasciano il tempo che trovano. Si tratta solo di avere una visione matura e consapevole delle proprie radici e della propria identità storica e culturale, anche intesa come Patria e Nazione, in una visione organica e tradizionale della vita e del mondo: un esercizio che deve continuare a rappresentare la stella polare dell’azione di ogni comunità e singolo militante.
Il prossimo appuntamento per la CineAperiCena è il 1° Marzo con la video proiezione del Film “Una Scelta d’Amore” che non è lo smielato film con Julia Robert ma una pellicola che narra le vicende relative alla lotta di liberazione irlandese dal giogo inglese.
Per chi crede nella fedeltà agli ideali, è sicuramente un film su cui riflettere. Ventuno persone pronte a morire per qualcosa in cui avevano sempre creduto, un sacrificio comunitario forse troppo
snobbato e dimenticato dalla storiografica contemporanea internazionale.
snobbato e dimenticato dalla storiografica contemporanea internazionale.
Una buona occasione di riflessione per arrivare al 17 marzo, giorno di San Patrizio, festa nazionale dei nostri fratelli irlandesi.
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