lunedì 14 ottobre 2013

Ai confini del nero, presentazione editoriale [recensione]

Ieri si è svolta, in una splendida sala sul mare a Civitavecchia, la presentazione dell’ultima fatica di Mario Merlino, “ai confini del nero”. L’evento vedeva coinvolte nell’organizzazione più realtà militanti: oltre ad Azionepuntozero, hanno dato il loro apporto anche la Comunità militante Raido, Il Fascio Etrusco di Cerveteri, Casa d’Italia Colleverde e l’Associazione Culturale Leonidas. Un esperimento, inaugurato con la presentazione di ieri e che proseguirà in futuro. Esso nasce nel segno di una collaborazione per rendere più regolari i momenti di incontro, (importanti opportunità di dialogo e confronto) e che sottolinea come, seppur con diverse declinazioni, la maturità di confrontarsi lavorando per delle piccole iniziative consente la conoscenza e la coincidenza della disposizione d’animo, il cosiddetto “atteggiamento interno”, così caro a Rutilio Sermonti.
Dopo le parole del responsabile di Azionepuntozero, che ha introdotto la presentazione ringraziando i presenti e i relatori – in particolar modo i combattenti e l’Ausiliaria della RSI tra il pubblico - la parola è stata presa da Roberto Rosseti, giornalista rai, che ha introdotto il contenuto del testo.
Nel suo intervento, quest’ultimo ha tratto spunto da alcune parti del libro  per ricollegarsi attraverso anche alcuni aneddoti personali, alla lotta del singolo contro la sovversione del mondo moderno, ovvero il seguire sempre e comunque quella voce interna che guida le proprie scelte e che permette di non essere travolti nel decadimento costante ed irreversibile della società conformistica e livellatrice. Per fare ciò, sostiene il giornalista, occorre rimanere fermi ogni giorno, senza cedimenti e senza compromessi, seguendo sempre il sentiero anticamente segnato da quelle “pietre miliari” che immutabili, ferme e impassibili, fungono da punto di riferimento imprescindibile e che permettono di non perdere mai la direzione giusta, da seguire nel lungo cammino che porta ognuno al compimento del proprio destino. In conclusione Rosseti scandendo la citazione latina “ etiamsi omnes, ego non” (anche se tutti, io no) ricorda come di insidie, in un mondo come quello di oggi dove tutti vanno nella direzione opposta, ce ne sono molte, ed è per questo che si deve, sentendosi  forti della propria diversità, rimanere inflessibili e dritti in un mondo in rovina.

Roberta Di Casimirro ha poi continuato elogiando lo scritto del professor Merlino, eleggendolo come sua opera migliore, in quanto in grado di offrire un notevole coinvolgimento emotivo che trascina il lettore, specialmente colui che è in grado di coglierne gli aspetti profondi. I vari episodi, sono fortemente collegati tra di loro, ed ognuno di essi porta un insegnamento prezioso, da apprendere e attualizzare nel nostro agire quotidiano. Roberta ha sottolineato come fondamentale sia, ancor prima di preoccuparsi di non tradire gli altri, stare ben attenti a non tradire sé stessi, e nell’essere sempre coerenti nel pensiero e nell’azione. Questa continua verifica di sé e rettificazione porta a intraprendere un percorso interiore volto a scavare, a cercare sé stessi. Un percorso che non si interrompe mai, senza pause. Per fare ciò occorre spogliarsi delle ideologie che sono solamente rifugi, ripieghi nel quale l’uomo tende a infilarsi dandosi in questo modo una giustificazione per il suo agire lascivo, vile, scorretto.  Occorre uscire dalla soffocante gabbia imposta dal conformismo ed affrontare la verità, iniziando a lottare contro il mondo esterno. Sempre mantenendosi fermi, dare sempre il meglio di sé in ogni cosa che si fa, contro tutto e contro tutti.
In conclusione, la parola è passata all’autore Mario Michele Merlino - in abbigliamento “alternativo” per l’occasione (con tanto di “sobria” cravatta) - come sempre eccentrico e scanzonato che ha alternato accenni ad alto contenuto dottrinario con qualche piacevole pausa ironica. Nel  suo intervento ha sottolineato come ogni episodio narrato nel libro parli di persone realmente esistite (tranne in un caso) o ancora esistenti, però rielaborate liberamente, secondo il suo stile che si abbandona volentieri al piacere dello scrivere in libertà. Ciò non toglie il grande insegnamento che ogni storia (cinque in tutto) contiene, tutte comunque legate da un filo conduttore che vede ogni protagonista seguire il proprio destino, rendendo grande il proprio animo compiendo le giuste scelte. Scelte dettate dalla stessa visione del mondo, quella Weltanschauung che non ammette compromessi, di abbassarsi al patteggio.  Il Prof. Merlino ha poi auspicato che il lettore debba cogliere nei personaggi descritti il comune sentire che ne determina le azioni di chi combatte l’estrema battaglia del sangue contro l’oro, della Tradizione contro la sovversione. Un sentimento di appartenenza, dunque, che nel cuore di coloro che si sono spogliati dalle zavorre delle ideologie moderne, alimenta il fuoco di un’azione  che esclude ogni forma di tornaconto o soddisfacimento personale, così come ogni sorta di auto giustificazione e debolezza.  Merlino ha poi sottolineato il proprio elogio a tutte le comunità per l’occasione concessagli, ribadendo che  occasioni come quelle di ieri sono la testimonianza che la speranza nel trionfo della Verità è ancora viva, e che come una fiaccola ardente continua a portare luce in un mondo sempre più immerso nell’oscurità.

Un pranzo legionario, come da consuetudine, ha infine chiuso la positiva giornata vissuta interamente … “ai confini del nero”!

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