Aspettando che i sedicenti scudieri delle varie destre immaginarie ci dicono cosa è il loro essere di destra (ma… ce la “facete”?), può essere d’aiuto alla comprensione degli altri come l’essere di destra di azionepuntozero legge gli avvenimenti d’attualità. E già: non c’è Torre d’Avorio in cui chiudersi, quando si ha una visione organica del mondo che ti permette di avere una chiave di lettura passepartout.
Al sodo: Guido Bertolaso. Nelle more della lotta scatenata tra poteri occulti (che fortunatamente ancora non sono ricorsi, come in passato, allo stragismo per prevalere l’un sull’altra o trovare un accordo), è finito nel tritacarne l’uomo che il 2009 aveva definitivamente incoronato come la più fulgida testimonianza di un’italianità che ancora funziona. Il Capo della Protezione Civile ha risolto i problemi di L’Aquila come a nessun’altra regione italiana devastata da una calamità naturale era mai accaduto prima. Lo stesso dicasi per Napoli (Napoli) ripulita dalla monnezza. L’uomo della provvidenza oggi è Bertolaso, e tutto sommato ci si poteva pure accontentare. Dove servono case, compaiono case; dove la monnezza è troppa, sparisce la monnezza. Un’efficienza che diventa efficientismo, uno spot impensabile nell’Italia di oggi, persino un po’ pericoloso, perché dimostra che una qualche forma di buon governo esiste: basta tenerla a debita distanza dai processi democratici e dalla burocrazia, perché la democrazia e la burocrazia uccidono ogni forma di possibile buon governo. Proprio lo status particolare della Protezione Civile, per definizione esclusa dai passaggi burocratici e dal giogo dei “rappresentanti eletti”, ha reso possibile i suoi successi.
Così, a contrappasso di chi faceva funzionare le cose escludendo i processi democratici, ecco arrivare la spada di Damocle di un processo, con i più moderni annessi a sfondo sessuale, che fanno audience.
Ulteriore dato: il tempismo. Appena una settimana prima che il ciclone si scatenasse sull’uomo che combatte le calamità naturali, Bertolaso si era reso protagonista di reato di lesa maestà, mandando a dire agli americani che ad Haiti stavano sbagliando tutto. Ad Haiti, gioverà saperlo a chi abbia orecchie per intendere, gli Usa non hanno mandato “aiuti”, ma militari, che hanno paralizzato lo staterello a poche centinaia di miglia dalla loro costa con posti di blocco e macchinosità (la burocrazia invisa a Bertolaso) che hanno reso vani molti degli sforzi profusi dai veri soccorritori, tra cui gli italiani della Protezione Civile. La mannaia si è abbattuta su di lui nel giro di pochi giorni, come abbiamo visto.
Ultimo spunto. Era in discussione in Parlamento la proposta di legge per la riforma della Protezione Civile, che sarebbe peraltro diventata una S.p.a. Oggi si sa che non diventerà una S.p.a., il governo con la più ampia maggioranza mai avuta ha deciso di fare un dietro-front. Strano, però, quello che lo stesso Bertolaso ha detto dalla trasmissione “Ballarò”, in diretta e che ben poco risalto ha avuto: “La norma che più mi è stata osteggiata in Senato, dal centrodestra e dal centrosinistra, non è stata la Spa, ma una piccola norma che diceva che sono annullati tutti gli arbitrati che a qualsiasi titolo siano stati attivati nell'ambito delle attività della Protezione Civile”. Una norma che Bertolaso ha introdotto “perché indipendentemente dalla mia possibilità di controllo, ad un certo punto le imprese si mettono d'accordo con le stazioni appaltanti per fare gli arbitrati, quando ci sono esigenze di aumentare la spesa”. Eccola, la sede dove la burocrazia torna ad essere tale e ad alimentare quelle sacche d’ombra all’interno della quale nasce il vero sperpero, per non chiamarlo apertamente corruzione. L’uomo della provvidenza voleva estirpare la malerba, ma l’unanimità dei “rappresentanti democraticamente eletti” è stata di altro parere.
Tornando all’incipit: nessun “sedicente di destra” potrà mai fare una vera difesa di Bertolaso come quella che avete letto. Difficilmente lo troverete sui giornali o leggerete interventi di parlamentari che la dicono chiara, così com’è. Solo chi è davvero di destra ve lo potrà raccontare. Accontentatevi, finché dura, di azionepuntozero.
Al sodo: Guido Bertolaso. Nelle more della lotta scatenata tra poteri occulti (che fortunatamente ancora non sono ricorsi, come in passato, allo stragismo per prevalere l’un sull’altra o trovare un accordo), è finito nel tritacarne l’uomo che il 2009 aveva definitivamente incoronato come la più fulgida testimonianza di un’italianità che ancora funziona. Il Capo della Protezione Civile ha risolto i problemi di L’Aquila come a nessun’altra regione italiana devastata da una calamità naturale era mai accaduto prima. Lo stesso dicasi per Napoli (Napoli) ripulita dalla monnezza. L’uomo della provvidenza oggi è Bertolaso, e tutto sommato ci si poteva pure accontentare. Dove servono case, compaiono case; dove la monnezza è troppa, sparisce la monnezza. Un’efficienza che diventa efficientismo, uno spot impensabile nell’Italia di oggi, persino un po’ pericoloso, perché dimostra che una qualche forma di buon governo esiste: basta tenerla a debita distanza dai processi democratici e dalla burocrazia, perché la democrazia e la burocrazia uccidono ogni forma di possibile buon governo. Proprio lo status particolare della Protezione Civile, per definizione esclusa dai passaggi burocratici e dal giogo dei “rappresentanti eletti”, ha reso possibile i suoi successi.
Così, a contrappasso di chi faceva funzionare le cose escludendo i processi democratici, ecco arrivare la spada di Damocle di un processo, con i più moderni annessi a sfondo sessuale, che fanno audience.
Ulteriore dato: il tempismo. Appena una settimana prima che il ciclone si scatenasse sull’uomo che combatte le calamità naturali, Bertolaso si era reso protagonista di reato di lesa maestà, mandando a dire agli americani che ad Haiti stavano sbagliando tutto. Ad Haiti, gioverà saperlo a chi abbia orecchie per intendere, gli Usa non hanno mandato “aiuti”, ma militari, che hanno paralizzato lo staterello a poche centinaia di miglia dalla loro costa con posti di blocco e macchinosità (la burocrazia invisa a Bertolaso) che hanno reso vani molti degli sforzi profusi dai veri soccorritori, tra cui gli italiani della Protezione Civile. La mannaia si è abbattuta su di lui nel giro di pochi giorni, come abbiamo visto.
Ultimo spunto. Era in discussione in Parlamento la proposta di legge per la riforma della Protezione Civile, che sarebbe peraltro diventata una S.p.a. Oggi si sa che non diventerà una S.p.a., il governo con la più ampia maggioranza mai avuta ha deciso di fare un dietro-front. Strano, però, quello che lo stesso Bertolaso ha detto dalla trasmissione “Ballarò”, in diretta e che ben poco risalto ha avuto: “La norma che più mi è stata osteggiata in Senato, dal centrodestra e dal centrosinistra, non è stata la Spa, ma una piccola norma che diceva che sono annullati tutti gli arbitrati che a qualsiasi titolo siano stati attivati nell'ambito delle attività della Protezione Civile”. Una norma che Bertolaso ha introdotto “perché indipendentemente dalla mia possibilità di controllo, ad un certo punto le imprese si mettono d'accordo con le stazioni appaltanti per fare gli arbitrati, quando ci sono esigenze di aumentare la spesa”. Eccola, la sede dove la burocrazia torna ad essere tale e ad alimentare quelle sacche d’ombra all’interno della quale nasce il vero sperpero, per non chiamarlo apertamente corruzione. L’uomo della provvidenza voleva estirpare la malerba, ma l’unanimità dei “rappresentanti democraticamente eletti” è stata di altro parere.
Tornando all’incipit: nessun “sedicente di destra” potrà mai fare una vera difesa di Bertolaso come quella che avete letto. Difficilmente lo troverete sui giornali o leggerete interventi di parlamentari che la dicono chiara, così com’è. Solo chi è davvero di destra ve lo potrà raccontare. Accontentatevi, finché dura, di azionepuntozero.
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