martedì 13 aprile 2010

L'uomo che sapeva il giorno della sua morte

Giusto cent’anni fa, qualcosa meno, c’era un Barone. No, non “quel” Barone. Ma evidentemente la nobiltà qualcosa voleva ancora dire. C’era un uomo che dalle sponde del Baltico finì nel cuore di quella che i geopolitici definiscono l’Isola Mondo, che seppe riconoscere gli echi delle forze infere ridestate e impugnò la spada. Roman Fiodorovich von Ungern Sternberg non è personaggio facile da far comprendere, ancor meno da far comprendere. Azione pura, ha lasciato che fossero le testimonianze sulle sue temerarie scorribande per monasteri, lande desolate e deserti ad affidarne le gesta alla leggenda, per svanire egli stesso nel mito. Ricostruirne perciò la vita è sempre stata impresa da portare a termine su un terreno accidentato come una pista nella steppa, perché la più semplice delle operazioni storiche rappresenta in questo caso andare inevitabilmente a infilare un dito nell’occhio a storiografi professionisti, persino scientisti, mistificatori delle religioni e immancabili benpensanti. Un esercito a ben guardare assai meno eterogeneo di quello di uiguri, mongoli, tibetani e via dicendo che sotto l’ala della sua insegna si era costituito e che arrivò a restaurare una Monarchia in Mongolia.
Nel ginepraio della pubblicistica esistente su von Ungern, l’Associazione Culturale Raido ha avuto il grande merito, con il fascicolo numero 39 dei suoi Documenti, di tracciare comunque un sentiero, attingendo agli scritti di Gian Franco D’Onofrio, René Guénon e Julius Evola. Dall’agile scritto emergono quindi pennellate nitide (almeno quelle che l’ammirato Pratt tracciò in vita su tale personaggio), rappresentandone la figura ed elevandola al ristretto Pantheon di coloro ai quali fu dato di essere testimoni della Tradizione.
Ulteriori orientamenti bibliografici gioveranno al lettore che si avvicini alla stupefacente esistenza terrena dell’uomo che riconosceva al primo sguardo l’amico o il traditore, così come seppe subito riconoscere le autentiche pieghe (piaghe?) che la Storia stava prendendo attorno a lui. Si consigliano “Bestie Uomini e Dei” di F. Ossendowsky (a sua volta da pasteggiare tenendosi accanto “Il Re del Mondo” di R. Guénon), “Corte Sconta detta Arcana” di H. Pratt e “Il Dio della Guerra” di J. Mabire. Il fascicolo è del resto disponibile presso i punti vendita riforniti da Azione Punto Zero.

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