Comunitate, gemeinschaft, communitas, comunidad, samfèlag... chiamatela come volete, ma la protagonista assoluta - e c'era da chiederselo?! - della festa di ieri, è stata solo una: la COMUNITA'. Comunità contro società, contro individualismo e settarismo, contro spirito borghese e mediocre. Comunità come tentativo di coordinare anime e realtà diverse in uno sforzo comune, nel rispetto della differenze e vocazioni reciproche. Perché Comunità non è standardizzazione, sterile pan-cameratismo da birra&concerto alla "volemose bbbene", ma elogio delle differenze e rispetto reciproco. Non è centralismo, né gerarchismo. E, dunque, COMUNITARIA, la festa delle Comunità, non poteva che essere coerente con questi presupposti.
Chiarito dunque cosa COMUNITARIA non è, possiamo passare brevemente a raccontare per chi non c'era, cosa questa festa è stata.
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A loro va il ringraziamento, per la presenza e l'aiuto fornito, così come a tutte quelle persone – amici o singoli militanti di altre realtà – che hanno fatto sì che un’idea, potesse trasformarsi in un evento reale… e non ce ne vogliano quelli che non vedranno citati il loro nome o sigla: l’impersonalità è d’obbligo!
La location, messa a disposizione dallo Spazio Libero Agro Romano di Maccarese, ha contribuito a fare il resto. Riappropriarsi di spazi in disuso, riattivandoli come centri propulsivi di iniziative veramente "alternative", mettendoli a disposizione per eventi del genere: questo lo spirito giusto. Non "torri d'avorio" dove rintanarsi, per paura del confronto col mondo esterno o delle proprie debolezze: ma avamposti proiettati all'esterno, perché "sopravvivere non è più sufficiente"!
L'allestimento ha fatto il resto. Con i moltissimi striscioni, bandiere, luci, e quasi 10 stand di musica, artigianato, abbigliamento, editoria, vino, saponi....autoprodotti e non conformi. Senza contare quelli dedicati allo sport ed alla solidarietà, con lo stand dedicato al sostegno di Rutilio Sermonti.
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Alla fine dell’evento, resta sì il piacere di una festa trascorsa insieme, magari prolungatasi tra una birra fuori tempo limite, ed un palco da aiutare a smontare. Ma resta soprattutto la chiara volontà di trasformare l’entusiasmo e la gioia costruita con quest’evento, in una “semina” che produca i suoi frutti nella grande e piccola guerra santa della vita militante, dalle piccole e quotidiane cose, fino alle più grandi ed importanti. Ma sempre – nelle grandi, come nelle piccole – con lo stesso stile e con la stessa parola d’ordine: COMUNITA'.
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