Il suo augurio che la Stirpe, dal suo percorso carsico, riemerga fuori lo facciamo nostro con fede e coraggio. È proprio di Stirpe e di aristocrazia spirituale che parla il libro che gli ospiti hanno presentato. Di esempi di umanità e virtù, come ci ha ricordato Roberta, che non si potranno mai leggere sui libri di storia, citanti solo trattati e grandi battaglie, ma che qui, nelle cinque storie scritte da Mario, vengono raccontati. La “piccola storia” di chi non si arrese e scelse la “strada sbagliata”. Questo libro, ricorda la giornalista, consegnerà insieme ad altri quella verità storica che da anni viene rifiutata. Un libro di racconti che ovviamente non si racconta, ha proseguito Mario, ma del quale si può spiegare la funzione: citando un passo di Platone, l’autore ha ricordato che agli dei è concesso tutto tranne che negare il passato. Gli uomini invece lo possono fare e la storia dimostra che l’hanno fatto.
Noi invece che godiamo della loro presenza dobbiamo ricordare gli uomini del passato vissuti in quel giardino. Uomini che seppero restare in piedi anche di fronte al giardino che crollava. Sarà anche un miracolo, come ha ricordato Stelvio, che uomini nati nel mondo di oggi si ritrovino con loro e decidano di mettersi in marcia ma di fronte al loro esempio cosa possiamo essere noi che cadiamo anche per dei sassi nelle scarpe? Raccontandoci sue esperienze da professore e militante, Mario ci ha ricordato dello spartiacque tra la “levatura” morale di partigiani come Cossutta che, in un incontro in Parlamento con i suoi studenti, non esitò a dire che i fascisti non erano uomini, “al massimo i Tedeschi”, e che meritavano la fine che fecero; e la fede e il coraggio di chi come Giovanna Deiana, rimasta cieca in un bombardamento, aveva supplicato di essere accolta nel Servizio Ausiliario pur di difendere la Patria. Due tipi umani le cui differenze sono tanto profonde da non poter essere dimenticate dalla storia. Con l’intervento di Mario si è conclusa la presentazione del libro ma non l’incontro, proseguito col pranzo comunitario con tutti gli ospiti e i presenti. Incontro che non può che proiettarci verso nuove conquiste e vittorie militanti, carichi dell’esperienza vissuta grazie ai combattenti seduti accanto a noi in una tavola imbandita.
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