martedì 5 febbraio 2013

Deiezioni Comunali 2013 - Bacheca Fratturato, inizia il carnevale


Con la precisione di un chirurgo strabico, in coincidenza con il carnevale, partono i giri di valzer nella maggioranza. Il Fratturato confermando di candidarsi contro Bacheca, mantenendo la sua fedeltà alla maggioranza, contro tutte le voci che circolano, sostenendo il candidato Maselli che si schiera contro Storace e Zingaretti sostenendo la Buongiorno, disponibile a stringere accordi anche con altre componenti politiche, ha dato vita ad una nuova coalizione. E' proprio vero, Eugenio Fratturato amico di tutti e nemico di nessuno .... Avanti così. Arrivano i Mostri!


IL MESSAGGERO 4 FEB 2012

Corsa a sindaco, Fratturato sfida Bacheca
SANTA MARINELLA
Il vice sindaco Eugenio Fratturato ha sciolto le riserve.

L'attuale numero due della giunta Bacheca, eletto nel 2008 con il maggior numero di preferenze nella lista del Pdl, si presenterà come candidato sindaco a capo di un'alleanza civica alle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale. Ad annunciarlo, ufficializzando una notizia che circolava già da giorni negli ambienti politici locali, è stato lo stesso Fratturato che ieri pomeriggio è intervenuto a una conviviale promossa per sostenere la candidatura dell'ex presidente di Sviluppo Lazio Massimiliano Maselli che concorre per la carica di consigliere regionale nella lista civica dell'aspirante governatrice Giulia Bongiorno. «In questi ultimi giorni - ha esordito Fratturato - sono state fatte tante chiacchiere e sono circolate voci su presunte alleanze, accordi sotterranei siglati nientemeno che da avvocati o notai. Niente di più falso. L'unica verità è che grazie alla collaborazione e all'impegno soprattutto del movimento civico "l'Ancora" abbiamo dato vita a una nuova coalizione dove non mancheranno i giovani e le donne. Noi proseguiamo con convinzione per la nostra strada».Il vice sindaco ha auspicato di poter essere lui il candidato sindaco capace di accedere a un eventuale ballottaggio in una sfida dove l'avversario da battere potrebbe essere anche l'attuale sindaco Roberto Bacheca. Fratturato, che ha voluto ribadire la sua lealtà nei confronti della giunta e dell'intera maggioranza che per i prossimi mesi seguiterà a governare Santa Marinella, ha comunque lasciato intendere che in futuro potrebbe essere disponibile anche a stringere accordi con altri componenti politiche. «Per ora sono orgoglioso per essere riuscito a fondare anche a Civitavecchia, Ardea e altri comuni del Lazio sedi dell'associazione L'Ancora. Nei prossimi giorni- ha concluso Fratturato- presenterò ufficialmente la mia squadra». La scesa in campo di Fratturato non mancherà di vivacizzare la campagna elettorale suscitando reazioni diverse soprattutto da parte dei suoi ormai ex alleati. Mo.Ma.

sabato 2 febbraio 2013

Oltre ogni velleità, per coniugare politica e formazione militante


 Lottare al giorno d’oggi non significa più sbandierare in giro la propria appartenenza senza concretezza, né criticare continuamente la politica o sbraitare slogan a vanvera, per ritrovarsi a progettare chissà quali azioni velleitarie, fumosi  presidi...nemmeno le piazze servono più tanto al giorno d’oggi. Noi non giochiamo a Dungeons and Dragons, muovendo pedine, progettando chissà quali scontri contro chissà chi. La lotta al giorno d’oggi significa anche altro. Per combattere bisogna innanzitutto mettere in gioco sé stessi, il proprio tempo a disposizione a discapito dell’egoismo, e convincersi che oggi per combattere il sistema bisogna dedicarsi alla dottrina dell’azione impersonale, svolgendo attività che possono sembrare inizialmente misere e semplici, ma che se applicate con un certo metodo e da determinate persone possono portare grandi risultati. Lo stile è ciò che ci rende differenti dagli altri, l’azione e la nostra dottrina, a differenza dei cialtroni democratici che ci riempiono di ronzanti parole inconcludenti. Una nostra iniziativa, pur se piccola, non sarà mai fatta senza una logica, senza un senso, senza rigore. Benché piccolo, il frutto della nostra militanza è l’intento di un duro lavoro svolto con cognizione e serietà, sperando che il nostro sforzo catturi l’attenzione di chi vede in noi un agire diverso, bello e vero. Una pressa può diventare allora una canna da fuoco, un libro o un volantino un proiettile;  le armi sono queste, se usate bene la gente le nota. Perché la gente, nel pantano confusionario di oggi, ha sempre più voglia di Verità e concretezza.  Non si combatte più con slogan, sbandieramenti, appostamenti, o meglio non solo. Oggi si combatte con l’azione quotidiana verso l’attività che svolgiamo, ed è questo che diversifica ciò che facciamo dal marasma dei cialtroni della politica attuale. 

Elio C.

giovedì 31 gennaio 2013

Le Corporazioni come opzione di lotta [recensione]



Il libro proposto di Rutilio Sermonti, edito dalle Edizioni Comunitarie, potrebbe sembrare per alcuni uno scritto obsoleto e uno slogan dall'aria nostalgica di un passato ormai remoto. In realtà esso si presenta come una valida alternativa all'attuale sistema per mettere all'opera, qui e adesso, una nuova strategia corporativa aggiornata ai tempi che viviamo.

 L'Autore, partendo dalla descrizione delle prime storiche corporazioni degli artigiani mette in evidenza come il concetto stesso di "lavoro" abbia subito un radicale cambiamento di significato nel corso del tempo arrivando a coincidere con quella che era considerata una volta la mansione degli schiavi. Infatti, la parola "lavoro" che  deriva dal latino "labor" significa esattamente sofferenza, fatica opprimente. Mentre il lavoro creativo degli artigiani delle corporazioni si chiamava "opera" e, in particolare, era il risultato di un rapporto quasi padre-figlio tra il maestro e l'allievo che ne apprendeva la tecnica ma anche tutto un complesso di valori morali e religiosi che lo accompagnavano durante l'apprendistato. Custode e garante di quei valori, condivisi da tutti i cultori dell'arte artigianale a cui si riferivano, era per l'appunto la corporazione, corpus sociale di coloro che si dedicano ad un determinato mestiere, senza contrapposizioni categoriali e graduata solo gerarchicamente per un'esigenza di corretta e onesta concorrenza tra artigiani dello stesso ramo.
 Alla luce di quanto esposto si comprende subito come oggi per "lavoro" non si intende più un'attività creativa da tramandare e nella cui opera ultimata l'uomo continua a vivere, ma sta a significare, come spirito e come modalità, produzione in serie, anonimato, stress e fatica, proprio quello che pressappoco caratterizzava in antichità il lavoro dello schiavo. Ma ancora più sconcertante è forse la concezione a livello di società che si ha del lavoro, come semplice pretesa di una busta paga, astraendo completamente dalla sua utilità per la comunità. Crescita economica per l'amore della crescita dunque che mette a sua volta in moto la dinamica del flusso di denaro inventato per coprire migliaia di "posti di lavoro improduttivi", ma che si devono comunque pagare.
 Di fronte alle rovine descritte, l'autore mette nero su bianco dei consigli operativi per trasformare le corporazioni, ancora vergini dalla contaminazione capitalista, in una vera e propria opzione di lotta, affinché la nobiltà, il lavoro la ritrovi nella sua utilità sociale e non nella retribuzione.
 Partendo da un gruppo determinato di persone caratterizzato da una ferrea volontà e da spirito di sacrificio, si dovrà progettare e mettere in esecuzione un corso teorico-pratico, che preveda esercitazioni e verifiche. Tale corso deve essere uno per tutta l'Italia con unità d'imposizione essenziale affinché costituisca il patrimonio ideale di ogni militante. Inoltre, si dovrà mettere l'accento sul riacquisto da parte degli allievi della consuetudine al lavoro comune. Tale metodo l'autore lo suggerisce sulla base di un'esperienza diretta e concreta.
 A tutto ciò si aggiunge uno spiccato senso della gerarchia, in cui ad ogni livello ci si ponga i problemi specifici di quel livello, senza  ridursi ai soviet dei soldati della Russia del 1917. Occorre riesumare il glorioso spirito delle corporazioni a partire dalle coscienze dei migliori. Ma gli addetti devono cominciare con l’attivarlo innanzitutto dentro di loro poiché, come Rutilio ci insegna, "non si può infondere in altri quello che non si possiede prima in sé stessi".
 Il libro in questione, descrive in maniera vasta e dettagliata il quadro in cui ci si deve muovere per approdare all'opzione corporativa. Esso tuttavia non ha la pretesa di essere esauriente poiché, ed è lo stesso Autore a scriverlo, "è nella verifica di tutti i giorni che si fanno le migliori scoperte, si modificano e si adeguano i programmi". Il libro pertanto, lontano dall’impantanarsi in formule e costruzioni teoriche,  si presenta come uno strumento di lotta con l’obiettivo di stimolare e spingere ad agire, alla conquista. Vi è quindi un mondo da ricostruire e il dibattito sul come l'opzione corporativa possa divenire vincente è dunque aperto.


Le Corporazioni come opzione di Lotta
Prefazione di Celsio Ascenzi. Introduzione di Gabriele Adinolfi
disponibile presso: In Via Aurelia 571 A a Santa Marinella, sede Centro Studi Aurhelio
EDIZIONI COMUNITARIE, pagine 128, euro 8,00

Nico Di Ferro

A.D.ES. ricorda...


Ai giovani il compito di riprendersi il proprio destino..

"In questa risurrezione assumerà un ruolo grandioso la gioventù. Essa è chiamata dal destino sulla scena della storia. Non ci comprendono i vecchi uomini? Non ci comprendono perché l'appello sacro del destino solo noi lo possiamo udire, solo noi lo intendiamo, poiché solo a noi esso è rivolto. 
C.Z.Codreanu - Il Capo di Cuib

mercoledì 30 gennaio 2013

martedì 29 gennaio 2013

divieto di fare propaganda omosessuale ai minori, ed é kiss-buffonata in russia

Limitare il condizionamento sessuale almeno fino alla maggiore età di un ragazzo, già di per se tempestato e sommerso dall'immondizia con cui il mondo moderno ormai bombarda giovani, giovanissimi e bambini..disegno di legge approvato, ed è bufera. Accade infatti in Russia, e succede che l'occidente si scatena in una vibrante protesta, nonostante non sia una legge anti-gay e nessuno venga toccato personalmente, o messo in carcere. Bastano delle sanzioni su chi condiziona un adolescente, per scatenare l'ennesima buffonata di protesta. E si parla addirittura di un ritorno all'Unione Sovietica...


La Russia torna a far parlare di sé con un’altra legge choc. Dopo le controversie con gli Stati Uniti riguardo al Magnitsky Act, ora arriva la cosiddetta “legge anti-gay”. La Duma ha già dato il primo via libera, con 388 sì, un voto contrario e uno astenuto.
Ora si attendono le date delle prossime due consultazioni per approvare definitivamente il disegno di legge. Elena Minzulina, deputata del partito di opposizione “Russia Giusta”, ha dichiarato che la “propaganda omosessuale viola il diritto dei minori” a scegliere autonomamente il proprio orientamento sessuale. Dello stesso avviso è anche Dimitri Sablin, parlamentare del partito di Putin, che ci tiene a precisare che “viviamo in Russia, non a Sodoma e Gomorra”. La comunità gay si infuria. Per protesta i difensori dei diritti degli omosessuali si sono riuniti fuori dal Parlamento per dare vita ad un “kiss-in”. Praticamente un sit-in, dove gay e lesbiche si scambiano effusioni. Non passa molto tempo prima che la situazione si complichi. A quanto pare l’iniziativa dei detrattori del ddl hanno attirato un po’ troppa attenzione da parte di alcuni gruppi filogovernativi e cristiano ortodossi. A quanto riferiscono le autorità russe, i manifestanti a sostegno dei gay avrebbero spruzzato gas lacrimogeno e aggredito fisicamente i loro avversari.
Non è la prima volta che accadono episodi del genere in Russia. Non si ricorda un “gay pride” che è riuscito a sfilare senza problemi. E questo si verifica nella maggior parte dei paesi dell’Europa dell’est. In ogni caso, il bilancio della giornata di proteste e contro-proteste è di venti arresti tra i partecipanti del “kiss-in”. La Chiesa ortodossa, anche in questa occasione si è schierata dalla parte del Governo di Mosca.
In realtà, il nuovo ddl non è propriamente una legge “anti-gay”. Nessun omosessuale finirà in carcere per le sue tendenze. La nuova legge punisce il reato di “propaganda dell’omosessualità ai minori”. Quindi, si proibisce anche la propaganda pubblica di difesa dei diritti dei gay. La pena? Niente carcere, ma delle multe che possono variare dai 100 ai 125 euro, per le singole persone.
Se invece a sgarrare sono degli enti giuridici, allora le penali diventano molto più salate e la cifra può arrivare anche a 12.500 euro. L’attacco del mondo occidentale contro Putin è stato immediato. Qualcuno parla di un ritorno all’Unione Sovietica, quando l’omosessualità era del tutto vietata e punita con l’internamento nei gulag.
Ma l’iniziativa non è stata appannaggio esclusivo dei membri della Duma. A quanto pare il ddl proviene dalle gelide lande siberiane. Nel marzo scorso, il Parlamento della regione di Novosibirsk ha adottato una legge molto simile. Altri casi simili sono stati approvati anche in altre parti del paese, tra cui San Pietroburgo, dove la popstar Luisa Ciccone (Madonna) ha ricevuto una denuncia per aver difeso i diritti degli omosessuali ed aver sostenuto la campagna delle “Pussy Riot”, il movimento femminista di opposizione a Putin.

Federico Campoli, Il giornale d'Italia

domenica 27 gennaio 2013

Quel razzismo che si nasconde nel tuo cervello (ma tanto prima o poi lo troveranno!)

Da: Azionetradizionale


L’arresto preventivo basato sulla presunzione di predisposizione al reato di razzismo potrebbe non essere più un argomento solo da film di fantascienza.
Alcuni studiosi internazionali hanno in effetti testato un dispositivo che consente la scansione del cervello e dell’attività cerebrale alla visione di individui di razza africana, arrivando al risultato che, udite udite, “il razzismo lascia traccia nel cervello”.
Quindi ora le polizie di mezzo mondo avranno il suo ben d’affare per arrestare tutte le persone con “tracce di razzismo nel cervello”, e chi se ne frega se la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo vieta la fotografia del cervello! La Convenzione si piegherà al politically correct. Vedremo le galere piene di finti benpensanti? Quelli del “razzista no… ma gli zingari, proprio non li sopporto!
(Wall Street Italia) - In un futuro non molto lontano, le scansioni cerebrali potrebbero stabilire se un individuo ha una propensione al razzismo oppure no. Parola di alcuni scienziati, che hanno condotto uno studio che ha dato risultati sorprendenti, secondo cui le scansioni sarebbero capaci di individuare le differenze nel modo in cui gli esseri umani presentano determinate attitudini razziali verso la gente di colore o verso i bianchi.
Gli psicologi Tobias Brosch dell’Università di Ginevra, in Svizzera e Eyal Bar-David e Elizabeth Phelps, dell’Università di New York, hanno di fatto sottoposto alcuni volontari a un test, facendo vedere loro foto di persone afroamericane e di carnagione chiara, ed esaminando la loro attività cerebrale.
Dallo studio è emerso che il razzismo lascia un’impronta nel cervello. “La diversa attività cerebrale registrata nell’osservazione di persone bianche o nere è nettamente più marcata nei soggetti razzisti che non nelle persone senza pregiudizi”, ha spiegato Tobias Brosch.
L’applicazione di uno studio del genere potrebbe avere molte ripercussioni anche legali.
Diversi avvocati potrebbero per esempio far ricorso alle scansioni per difendere i propri clienti, probabilmente oggetto di epidosi razzisti. C’è solo un ostacolo, non da poco. Il “Brain Imaging”, ovvero la fotografia del cervello, va contro la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

sabato 26 gennaio 2013

Imperium - Belfast



Entriamo in clima musica alternativa, assaggio per il concerto di stasera a Colleverde. E visto che la ricorrenza del Bloody Sunday si avvicina..

venerdì 25 gennaio 2013

In attesa del concerto di domani..arraffa le magliette!

Herrenklub propone la maglietta LVS con una nuova versione retro..