domenica 10 marzo 2013

Massimo Morsello - in memoria 10/03/2001

MASSIMINO, PRESENTE!






















"..Scordammo la casa e il suo caldo com'era per il caldo più freddo di una fredda galera 

e uccidemmo la noia annoiando la morte e vincemmo soltanto cantando più forte 

e ora siamo lontani, siamo tutti vicini e lanciamo nel cielo i nostri canti assassini 

e ora siamo lontani, siamo tutti vicini e lanciamo nel cielo i nostri canti bambini."






giovedì 7 marzo 2013

Festa di San Giuseppe a Santa Marinella, ci risiamo!


Uno strano gruppo di interessi, associazioni e operatori ha preso in ostaggio l’evento.


Come ormai da qualche anno a questa parte, sembra che i festeggiamenti per il Patrono di Santa Marinella siano un affare privato di un comitato di cui, non se ne sa nulla. Pare che tutto debba svolgersi in sordina, per non disturbare chi, di fatto, se ne è preso l’appalto con annessi e connessi. Il caso vuole che già da qualche gtempo a questa parte, sui social network, fossero iniziate a girare insistentemente delle domande sulla esistenza o meno di un comitato festeggiamenti, da chi fosse composto, se avesse pubblicizzato e promosso la partecipazione per l’organizzazione. Niente di niente, top secret, nemmeno i nostri informatori erano conoscenza di chi stesse organizzando la festa. Si vagheggiava a riguardo solo il nome dell’affannatissimo Assessore Boelis. Quasi per incanto proprio oggi, un proclama stampa dell’amministrazione comunale(!), informa che “il catalogo è pronto”. In un tourbillon di ovvietà, come recita il comunicato “le festività si svolgeranno da Sabato 16 a Martedì 19 Marzo presso le Vie e le Piazze del Centro Storico della città. Spettacoli musicali e di cabaret, sportivi e teatrali a fare da contorno al tradizionale mercatino. Giostre e tradizionale mercatino per le vie del Centro durante i giorni di festeggiamento. Gran finale, lo spettacolo dei fuochi d’artificio in Passeggiata.” Non vogliamo entrare specificatamente nel merito delle proposte artistiche, anche se nei radiosi anni di questa gestione ci sono cose che fanno rabbrividire, il problema è: chi decide, a che titolo, scegliendo quali proposte e scartando quali? E ancora, chi sceglie chi deve gestire gli stand del mercatino, quali operatori garantiscono qualità alla festa e quelle terribili giostre, quegli intrattenimenti che appartengono ad una sciatteria senza un minimo di respiro culturale,chi le ha decise? La sommità dei contenuti e del respiro per la festa del Santo Patrono, l’Assessore Boelis la raggiunge comunque nella dichiarazione di ringraziamento: “Abbiamo cercato in questi anni, in particolar modo da quando sono stato nominato assessore al Turismo, di valorizzare e promuovere la festività del Santo Patrono, come suggerisce la tradizione. E’ senza dubbio uno dei più bei programmi per San Giuseppe, dove si incrociano spettacoli musicali, di cabaret, eventi sportivi, animazione, e degustazione”. 

Capiamo che siamo in periodo elettorale, doveroso dunque far diventare un’opera d’arte anche uno sgorbio, ma di coraggio ce ne vuole. Una festa del Patrono che relega la dimensione religiosa ad una Processione e alla Santa Messa, non è suggerita dalla tradizione. Senza una dimensione profonda, un invito alla partecipazione – prima dell’evento, per prepararlo - un radicamento, una identità con le proprie radici culturali del territorio, la festa del Patrono è ridotta ad una sagra paesana come tante altre. Sarebbe ora che il Comitato Festeggiamenti – se esiste, venisse allo scoperto, per dare voce e possibilità di costruire a coloro che vogliono collaborare. Ancor di più, occorrerebbe darlo alle autorità religiose che debbono sovraordinare tutto l’avvenimento. Altrimenti, la chiamassero festa del Comune o degli amici dell’amministrazione, con Kebabbari, cineserie e spettacoli avvilenti. Non è più tempo di trattare i cittadini come sudditi con l’anello al naso, forse ancora negli uffici di Via Rucellai non hanno colto il fatto che il vento è cambiato e che non è più tempo di canzoni napoletane e balletti russi per incantare la gente.

Indossa lo spirito Spartano, con Herrenklub!


mercoledì 6 marzo 2013

Acca Larentia, non è una lapide.....


Il 4 marzo rassegne stampa diffondevano la notizia della riapertura delle indagini su un fatto di sangue risalente agli anni ’70, in particolare l’articolo alla pagina 147 di televideo RAI recitava: “Riaperte le indagini su strage di Acca Larentia”. Nulla di strano, se non per alcune perversioni giornalistiche.  Infatti, la mistificazione di fatti e parole, propinata a dosaggio controllato e a “disco continuo” da parte degli organi di dis-informazione, obbliga ad una piccola analisi del testo, per dimostrare il genuflettismo, la pecoroneria, la sciatteria etica e l’assoluta assenza di spina dorsale di certi scribacchini da trenta denari. Nell’articolo breve e scarno è descritto un “fattaccio” di strage, proprio di omicidi plurimi, alla ribalta alla fine degli anni ’70, mai dimenticato, ma sempre diminuito, vituperato, confrontato “con ragioni, sì, giuste”, come se un accaduto simile fosse da dover essere assurto, per forza, per “carità pacifista”, a mera targa commemorativa da affiggere.
Purtroppo, le menzogne hanno le gambe corte ed hanno la proprietà di stimolare la ricerca del vero, la realtà delle parole e dei fatti e, mostrano la faccia e le terga di coloro che, senza vergogna e senza onore, si autocollocano nel serraglio a loro confacente, quello della piccineria e dell’ignavia che, da lungo tempo, ammorba l’Italia e l’Europa “democraticizzata”. Dunque, si osservi la frase: “…un terzo attivista Stefano Recchioni morì alcune ore più tardi negli scontri che seguirono i delitti, forse per mano di un carabiniere”.  In effetti, fu a sparare il capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori, ora generale e fondatore del Partito delle Aziende – Piccole e Medie Imprese, non un carabiniere, uno qualsiasi, che uscì anche indenne dal processo, nonostante le prove fossero state a suo sfavore.
Si osservi ora la frase finale dell’articolo: “Il pm ha riaperto anche l'inchiesta sulla morte del giovane di sinistra Valerio Verbano”. Un “politically correct” in chiusura, una menzione ed un confronto “con le ragioni, sì giuste”. Oggi si è riaperta un’indagine del genere? Stiamo con le antenne dritte ..... 

Il Corsaro Nero



03/03/2013 19:49
RIAPERTE INDAGINI SU STRAGE ACCA LARENTIA
Rai          RIAPERTE INDAGINI SU  STRAGE ACCA LARENTIA 

Sono state riaperte a Roma le indagini sulla strage di Acca Larentia in cui il 7 gennaio 1978 furono uccisi due militanti del Fronte della Gioventù,Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, 19 e 18 anni. Un terzo attivista, Stefano Recchioni, morì alcune ore più tardi negli scontri che seguirono i delitti, forse per mano di un carabiniere. Il fascicolo aperto dal pm Amelio è al momento contro ignoti. Si valuterà se con più sviluppate teniche investigative è possibile sviluppare nuovi accertamenti. Il pm ha riaperto anche l'inchiesta sulla morte del giovane di sinistra Valerio Verbano.

è ora di fare i conti con la Storia..

Purtroppo la cosiddetta area è afflitta – consapevolmente o meno – da un tipo patologico di nostalgismo che crea anche pigrizia mentale. Dopo queste elezioni niente sarà come prima. IntellIgenza politica porta a comprendere che siamo al “giorno dopo”; forze alternative possono sopravvivere e divenire punto di riferimento solo se hanno un progetto sostenuto da cultura politica che parta dalla realtà tragica della situazione attuale, situazione che il risultato del lento evolversi di una pagina scritta nel lontano febbraio 1947 (trattato di pace ) . Tutto il resto è vaniloquio. Il popolo italiano nella sua interezza deve fare i conti con la Storia, senza divisioni o partigianerie.


Stelvio Dal Piaz

martedì 5 marzo 2013

Non prendere impegni per domenica 24..incontro con i combattenti dell'Onore!

Il 24 marzo a Civitavecchia incontro con i combattenti: Pedrini, Lazzarotto, Cohen, Dal Piaz, Niglio.
Breve conferenza e incontro conviviale presso l'ultimo avamposto.
Ulteriori dettagli in futuro.

Il pietoso teatrino elezioni: l'Italia assiste, mentre va in rovina


L'unica cosa che scaturisce in questi giorni è un sentimento misto tra rabbia a tristezza, nato dal fermento delle elezioni appena concluse, nel vedere la gente che assiduamente e strenuamente difende a spada tratta il proprio parere (voto a destra, voto a sinistra, mezzo voto, non-voto, lamento...) non curandosi che la strada per il cambiamento è da tutt'altra parte.
Non aggiungiamo inutili dibattiti e lamentele che già ci assillano per i vacillanti risultati di queste elezioni. Basta un commento diretto e preciso, ovvero possiamo constatare che è lampante come il sistema democratico sia decisamente e palesemente alla frutta.
Un paese che più spaccato di così non si può, è solo il culmine che dimostra come la democrazia distrugga anziché costruire qualcosa di concreto.
Palese come i voti si comprino a destra e a manca, come la gente non sia in grado di guardare in alto, ma pensa ad ottenere i maggiori benefici possibili, a mantenere alla meglio il proprio "orticello" non tenendo presente che così facendo non si può che andare in contro ad una disfatta collettiva. E capita così, che i soliti cialtroni che vediamo in televisione oramai da tempo immemorabile, continuino a raccattarsi una fetta di favori considerevoli, "spartendosi" i risultati. Chi invece ha la presunzione di affermare che cerca veramente un cambiamento, è ridotto a votare 5 stelle, un partito senza basi, senza garanzie, dove un comico pesca gente non formata e la schiaffa a sbraitare il proprio malcontento all'interno di un sistema entro il quale è impossibile cambiare, perché sporco, corrotto e malato com'è, non ci sono possibilità di salvezza alcuna. Un movimento campato per aria, nato e cresciuto sfruttando internet, giocando sul malessere delle persone e atto a dar fastidio alle vecchie mummie democratiche non ha senso se questa protesta cade nel vuoto e sostanzialmente non ha le credenziali per poter costruire alcunché.
In un marasma simile, noi continuiamo per la nostra strada. Oltre queste elezioni-pagliacciata, sulle quali noi procediamo sopra, puntiamo sempre dritti verso obiettivi che hanno ben altri orizzonti. Seguendo strenuamente i nostri Valori, cercando di perseguire sempre Verità e Giustizia, agiamo concretamente, per quanto possiamo, per la comunità e per il nostro territorio.
La gente apra gli occhi, distolga lo sguardo dal pietoso spettacolino dei politici e si guardi un po' attorno. Vedrà un'Italia malconcia e martoriata, sottomessa e succube, gli spiriti dei giovani soffocati e strangolati, in un malessere dilagante e cronico. Ad essi stanno togliendo il futuro, come inevitabile conseguenza del fatto che distruggono le possibilità di sapere la verità: non insegnano loro a vivere, a soffrire, a crescere.
E dobbiamo ancora sentire vecchi pecoroni che si scannano per riuscire a mantenere la propria posizione o comici esaltati che brandiscono invasati idee di rinnovamento già morte.
Guardiamo a ciò che siamo stati, guardiamo alla nostra storia. e da lì cominciamo a pensare a qualcosa di serio. Nella Tradizione e solo lì possiamo trovare la soluzione, un'uscita da questo tunnel verso cui ci stanno trascinando giorno dopo giorno, elezioni dopo elezioni....

domenica 3 marzo 2013

Giovedì 7 non mancare, per saperne di più sulla Grande Rinuncia

Giovedi 7 marzo 2013 - ore 20.00
Raido, via Scire' 21, Roma 

La Grande Rinuncia
Le dimissioni del Papa tra modernità e tempi ultimi
Intervengono:
- Mario Polia (Docente e antropologo)
- Pietrangelo Buttafuoco (Giornalista e scrittore)

Per fare chiarezza .....


Abbiamo bisogno di chiarire un equivoco. 

Ci sono delle persone che abbiamo conosciuto sul fronte di lotta e che dopo un po se ne sono andate, pensando che la guerra fosse finita, che fosse un fatto che non li riguardasse più e che occupandosi esclusivamente dei propri interessi e dei propri bisogni primari, potessero rimanere nostri amici come prima.

Errore, non eravamo amici prima, non lo saremo mai. 


Eravamo uniti in funzione di un terzo elemento: "la lotta per l'idea, in un patto di fedeltà e di solidarietà, in un clima di fratellanza, che distingueva il nostro rapporto da quello di un'amicizia ordinaria, borghese, quotidiana. Con coloro i quali ancora manteniamo questo legame, magari che non sono coincidenti con le nostre stesse idee e non stanno nella nostra organizzazione, ci sentiamo cameratescamente legati. Spesso, con alcuni non ci si sta nemmeno in simpatia, non ci si sente per mesi, dal punto di vista "sentimentale e amichevole" probabilmente non ci si sopporta, ma questo limite è subordinato al motivo per il quale ci si trova, ci si imbatte l'uno con l'altro, ci si vede anche e ci si scontra da posizioni radicalmente contrastanti. 
I limiti dell'umano, sono subalterni rispetto a ciò che deve avere la sovranità: la dedizione disinteressata per l'idea: un unico fronte, ma molte trincee. Pur se gli altri camerati e le altre organizzazioni coltivano pomodori, zucchine, melanzane a differenza di quello che coltiviamo noi nel nostro orto, non c'è problema. Dedicano parte della loro vita alla lotta, sacrificano tempo, denaro, interessi personali alla battaglia e questo ci basta.

Poi ci sono gli amici, quelli a cui magari siamo legati per simpatia e che non hanno mai chiesto di essere "considerati" come fratelli nella lotta, persone con le quali, con qualcuno di noi hanno uno spassionato rapporto di amicizia e simpatia. A volte amorevole, a volte meno, ma che non pretende molto di più di una sano rapporto di reciproco aiuto e sostegno. Bene: i furbi, i "mi faccio i cazzi miei ma siamo tutti fratelli", i "ti ricordi una volta?", quelli che vivono per i propri interessi e pensano che siamo degli scemi che ancora perdono tempo, quelli che, avendo imparato due dinamiche politiche, tre slogan e quattro mosse di sveltezza, adesso pensano di essere più furbi, noi li mettiamo al piano inferiore. 

A quanti mettono link, commentano post, approfittando della possibilità di praticare un fantafascismo a chiacchiere, magari utilizzando questi mezzucci addirittura per affascinare qualche ragazzotta noi opponiamo lo spirito legionario. Una rigida e intrasigente distanza. Da militanti a plebei, da combattenti a vermi borghesi.


Non avremo mai nessuna pietà, per coloro che utilizzano il valore, la memoria, il sacrificio e l'eroismo dei martiri, il patrimonio umano e ideale, per i loro luridi, sporchi ed egoistici interessi.

Essi non sono nè carne e nè pesce. Ibridi, che non servono a niente o che al massimo sono solo d'intralcio. 




Azione Diretta > Azionepuntozero

venerdì 1 marzo 2013

Fare Riconquista [Leon Degrelle]



“Usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un’immensa rettificazione morale, insegnando agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune: disposti sin dall’inizio a sostenere per questo tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi. Contano soltanto la fede, la fiducia, l’assenza completa di egoismo e di individualismo, la tensione di tutto l’essere verso il servizio – per quanto ingrato possa essere, ovunque si svolga -: il servizio di una causa che va al di là dell’uomo, e che esige da lui tutto, senza promettergli nulla. Contano soltanto le qualità dell’anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un ideale, nel disinteresse più assoluto. Giunge l’ora in cui, per salvare il mondo, vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la Riconquista”. 

ESSERE ESEMPIO - LEON DEGRELLE