Una delle prerogative che è alla base dell'iniziativa militante Azione Punto Zero è quella di conferire contenuti di carattere dottrinari e formativi a quella che può essere considerata una battaglia "politica e metapolitica" che va bel aldilà di questo spazio territoriale definito e questo tempo limitato"dei nostri anni". Non è un caso infatti che ogni iniziativa portata avanti, sia il riflesso di una precedente maturazione interna circa le motivazioni che conducono ad effettuare una specifica azione. Pertanto chi è abituato a veder solo cose esteriori, potrà rimanere sorpreso che qualcuno continui ad occupasi delle "cose interiori", cioè della edificazione di uomini nuovi e di un progetto che vada ben aldilà della prossima scadenza elettorale. Sul territorio del nostro comprensorio, a fronte di un totale deserto di qualsiasi formazione che abbia un carattere solido e attivo, rappresentiamo un'oasi di gioia e di lotta, questa è la realtà. Chi si vuole effettivamente mettere in gioco, non deve far altro che bussare alla porta. Chi, al contrario, intende pavoneggiarsi credendosi di essere quel che effettivamente non è, vada a blaterare altrove dei suoi paradisi artificiali fatti di ricordi e di inazione. Da qualche tempo a questa parte ci siamo accorti che qualcuno ha confuso iniziative militanti, sedi, sacrifici di alcuni, come una sorta di ribalta per lamentarsi, venirci a dire ciò che va e ciò che non va fatto, presentarsi e consumare quel che qualcun'altro con sacrificio ha realizzato e poi magari uscirsene con un "la sede è sempre chiusa" o "quando passo davanti non è aperta". Bene, andiamo a capirci. Innanzitutto il paese in cui si risiede non è il centro del mondo e "fare politica" non è esclusivamente mettere le mani in pasta sull'amministrazione dal Marangone a Rio Fiume per i santamarinellesi o dal Marangone al Mignone per i civitavecchiesi. Per secondo, le attività esterne di una organizzazione fanno parte, se effettivamente organiche rispetto ad un più grande progetto costruttivo, di una serie di attività con le quali sono interlacciate. Date fatidiche, appuntamenti presso iniziative amiche, concerti in altre sedi, conferenze e attività magari presso la Fondazione RSI o magari viaggi per sostenere un camerata o un altro, che magari si trova in difficoltà. Incontrare camerati su tutto il territorio nazionale, fare campi invernali, estivi, riunioni organizzative, realizzare laboratori e progetti. Insomma un costante e continuo sacrificio personale e comunitario teso da una parte, allo sradicamento della parte più borghese di sè e, dall'altra, alla costituzione di una formazione autenticamente comunitaria basata su sani principi e valori tradizionali, su chiare linee organizzative, in armonia con il cosmo attraverso ritmi e scadenze. La destra radicale tradizional-rivoluzionaria, non se ne sta in soffitta a contemplare i bei tempi. Da noi si vale per quel che oggi si fa, ciò che è stato ieri, è stato e non più torna. Sarà il caso che i debolucci di spirito, borghesi e benpensanti stiano al loro posto. Sarà il caso che, i camerati part-time, i "se fate qualcosa chiamatemi", quelli che pensano che avere una sede sia un lusso e non un sacrificio pagato a caro prezzo, se ne stiano al loro posto di bravi chiacchieroni e ciarlatani. Per edificare nuovi uomini e una nuova Europa, occorrono braccia forti e robuste, come ci insegna il Capitano Corneliu Codreanu. Il resto lo lasciamo ai vili ed ai vigliacchi, abbiamo cose più serie a cui dedicare il nostro prezioso tempo .....
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