martedì 27 dicembre 2011

Azione Punto Zero - Basta con le chiacchiere

Sostieni concretamente le iniziative militanti.
Rimarranno in piedi se farai a meno dell'aria dalla tua bocca
e dalle parole sulla tua tastiera.
Hai ancora il coraggio delle azioni?
Abbiamo un nome un cognome, un contatto mail e un profilo facebook ...
Abbiamo risollevato la militanza sul litorale a Nord di Roma,
da Santa Severa a Civitavecchia, passando da Santa Marinella.

Incontri, riunioni, materiale di studio e di formazione, concerti.
 
Ora è il momento di decidere......

LIBERA LA TUA FORZA!
AzionepuntoZero

Giorgio Bocca - La coerenza del Partigiano

Giorgio Bocca (Cuneo, 18 agosto 1920 – Milano, 25 dicembre 2011)


Alcune fonti riportano il suo nome in un elenco di personalità che nel 1938 aderirono ufficialmente al "Manifesto della Razza" che sostenne pubblicamente le leggi razziali .

Il 4 agosto 1942 firmò un famoso articolo su "La Provincia Grande" nel quale imputava il disastro della guerra alla "congiura ebraica"; ne riporto un brano illuminante: «A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo non lontano, essere schiavo degli ebrei? Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù»

Dopo l'8 settembre 1943 Giorgio Bocca aderì alla lotta partigiana, operando nella zona della Val Grana come comandante della Decima Divisione Giustizia e Libertà e, successivamente, in Val Maira in qualità di Commissario politico della Seconda Divisione Giustizia e Libertà. Nei primi mesi del 1945, divenuto responsabile dei tribunali del popolo (o partigiani), in qualità di giudice nel processo a carico del Tenente Adriano Adami (Pavan) della Divisione Alpina Monterosa ne firmò, a guerra già conclusa, la condanna a morte unitamente a quella di altri quattro prigionieri dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana.

Nel 2011 in un'intervista ha affermato che durante i suoi viaggi nel sud Italia "c'era sempre questo contrasto tra paesaggi meravigliosi e gente orrenda, un'umanità repellente", ricevendo da più parti accuse di razzismo anti-meridionale.

Intervistato da l'Espresso, nel 2007, dichiarò: «Sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia. Sono passato per alcuni innamoramenti, la Resistenza, Mattei, il miracolo economico, il centro-sinistra. Non è che allora la politica fosse entusiasmante, però c’erano principi riconosciuti: i giudici fanno giustizia, gli imprenditori impresa. Invece mi trovo un paese in condominio con la mafia. E il successo di chi elogia i vizi, i tipi alla Briatore».

Nel 2011, muore e si fa fare il funerale in Chiesa.

FINI: «IL SUO INSEGNAMENTO RIMARRÀ». La scomparsa di Giorgio Bocca «è una grande perdita per il giornalismo e per la cultura nazionale. Le sue posizioni e le sue idee, espresse con passione e intelligenza, sono state lo specchio più evidente di una consapevolezza civile intensa, partecipata ed autorevole». Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini che così ha proseguito: «fiero della sua storia partigiana e profondamente ispirato al valore dell'etica pubblica, Bocca si è confermato un analista brillante delle vicende politiche italiane rappresentando sempre una significativa indipendenza di giudizio. Il suo insegnamento rimarrà nel mondo del giornalismo e della cultura dell'Italia come grande fonte di ispirazione di valori civili».

Il presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO, appresa con commozione la triste notizia della scomparsa di Giorgio Bocca, giornalista e scritto morto a 91 anni il giorno di Natale, ha inviato un messaggio alla famiglia nel quale ha ricordato la "figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia. Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile."

Occorre aggiungere altro?

mercoledì 21 dicembre 2011

IL "NATALIS SOLIS INVICTI"

Se non si conosce il retaggio spirituale che mosse alcune antiche tradizioni, è difficile che si riesca ad individuare il vero significato del NATALE. Per molti, anche se non tutti, sarà una sorpresa leggere quanto d’appresso si troverà scritto, ma è la realtà. Il Natale, da alcuni secoli a questa parte, viene celebrato come una festività che si rifà alla nascita del Cristo. E’ in uso, pressochè in tutto l’occidente cristianizzato, celebrare questa ricorrenza con simbolismi quale il presepe o l’albero di natale. Chi oggi abbia la convinzione che il Natale (come comunemente viene inteso) tragga le sue radici dall’avvenuta nascita del Cristo commette un grosso sbaglio, perché le cose stanno diversamente. Infatti se si andasse a ricercare l’origine di alcune feste religiose ci si accorgerebbe come molte di queste siano state soppiantate dal culto cristiano, che ne ha fatto l’uso e lo abuso che glien’è parso. Anche la “festa di Natale” rientra nel contesto di questa logica. Il Natale e l’Anno Nuovo sono residui di un mondo spirituale dimenticato e forse sconosciuto; sono delle testimonianze di una concezione “primordiale” dell’Universo e dell’Esistenza, che non hanno nulla a che vedere con la nascita del Bambino Gesù che, pur tuttavia, era e rimane una ricorrenza propria di una specifica tradizione che è appunto quella cristiana. Oggi come oggi il Natale e il Capodanno rappresentano due differenti ricorrenze di cui la prima viene festeggiata il 25 Dicembre, l’altra il 1° Gennaio.Nel passato le due date coincidevano, perché il Natale traeva origine dal “NATALIS SOLIS INVICTI” (Nascita del sole invincibile). Data questa, appunto, che ricorreva il 21 Dicembre (SOLSTIZIO D’INVERNO), che astronomicamente corrisponde al momento in cui il sole tocca il punto più basso dell’eclittica (cioè dell’ellisse che la terra compie girando attorno al sole), poi ricomincia la fase ascendente. Il giorno in cui ciò accade è il più corto dell’anno e si ha quasi l’impressione che questo “sole” tramonti, sprofondi quasi per non riapparire più; ma ecco che subito dopo, quasi per incanto, esso si rialza nel cielo a risplendere di nuovo chiarore…è un nuovo anno, un nuovo ciclo che comincia. Spesso nell’antichità all’idea del nuovo anno, del sole intramontabile si associava il simbolismo dell’albero sempre verde o albero della vita ed era in uso presso molti popoli nordici l’accensione di candele sopra l’albero proprio il giorno in cui cadeva il Solstizio. Ciò sottolineava appunto il carattere di rinascita di luce che aveva tale evento. L’odierno albero natalizio non è altro che una reminiscenza di tale significato.Avendo ricordato tutto ciò bisogna aggiungere una cosa assai importante: “tutti coloro che nell’antichità celebravano tali eventi non erano né adoratori del sole, ne selvaggi atterriti dall’idea che il sole non potesse risorgere. Queste sono solo incomprensioni di una certa storia delle religioni.In realtà essi ritualizzavano i fenomeni e le forze della natura nella misura in cui questi venivano intesi come manifestazioni del Divino e nell’insieme dei suoi aspetti – sole, anno, luce, elementi, ecc. – rimandavano ad un ordine superiore”. Ma queste storie per il “moderno” così preso e infaccendato da problemi importanti come il computer, lo stadio, le discoteche e le macchine riescono solo a fargli cogliere il lato curioso della faccenda… il resto passa nel dimenticatoio.

Tratto da Sioux- Bollettino interno al C.S. Heliodromos - n.8 (21/12/85)

venerdì 16 dicembre 2011

Laboratorio di Economia Legionaria

La dimensione della crisi economica a cui stiamo andando incontro forse non è stata ancora ben percepita dai più. Coloro che presumono di poterla “sopportare” da soli non ci interessano. Non è ad essi che ci rivolgiamo ma a coloro che hanno una spiccata sensibilità comunitaria e “rivoluzionaria”, capace da una parte sì, di capire la situazione in cui ci troviamo ma  dall’altra di tradurre questa capacità in “soluzioni di emergenza”. Per tale ragione subito dopo le festività natalizie attiveremo un laboratorio per mettere in pratica i principi di economia legionaria e salvaguardare reddito, occupazione e autonomia economica dei nostri militanti, simpatizzanti e di coloro che riconoscono la validità del progetto AzionePuntoZero ci sono vicini. La possibilità di contrastare il riassetto finanziario turbocapitalista, passa direttamente dalle nostre scelte quotidiane, anche quelle più piccole. E’ ora di metterselo in testa.

mercoledì 14 dicembre 2011

I ferri del mestiere


















Antonio Cacace: primarie per il centodestra in vista delle elezioni cittadine

Premesso che come organizzazione non siamo interessati a questa ennesima buffonata elettorale nella quale, come al solito, non ci sarà niente di buono da scegliere, al tempo stesso è opportuno sottolineare una cosa. E’ prassi consolidata che, tranne per casi di impossibilità a ricandidarsi per motivi d’ordine superiore, un Sindaco di Una maggioranza uscente sia il candidato naturale nelle elezioni successive. Sarebbe un evidente segno di fallimento Qualora non fosse così. Come si presenterebbe una coalizione davanti ai propri elettori?
Se queste cose non si sanno, non si capiscono o non si vogliono capire per malafede allora, la politica, è opportuno lasciarla perdere. Forse potrebbe anche essere che, quando non si risponde a nessuno e si cambia schieramento ogni sei mesi, si tratti solo di imbarazzanti errori.
“Questi – direbbe Verdone in una delle sue commedie – non conoscono manco i feri der mestiere”.

sabato 10 dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

BASTA SPROLOC(qui)O a Santa Marinella

Iniziativa militante – Azione Punto Zero
COMUNICATO STAMPA

E’ ormai da due anni che a Santa Marinella si sta assistendo ad una guerra sotterranea, ormai affiorata quotidianamente su tutti i media, tra le varie proloco che sono nate sul nostro territorio.
La prima si determinò tra la Proloco Santa Severa e la Proloco SantaMarinella emersa dal nulla senza un avviso o un comunicato, la seconda di legittimità a seguito della quale vi fu una spaccatura all’interno della Proloco Santa Marinella che non rispettava tesseramenti e i suoi associati, la terza tra le due Proloco “Legittime” e l’ultima nata la cosiddetta “Proloco giovani” che ha prima cercato un accordo ma che poi non ha trovato con le altre Senior. Attualmente, ci troviamo davanti la proloco giovani che non si chiamerà più in tale modo - crediamo giustamente perché non autorizzata dalle Senior -  a cui è stato scippato il progetto dei “Rioni senza frontiere” idea già pubblicizzata dai “Giovani prolochisti” e di cui si fa interprete legittimamente il Consigliere Delegato ai rioni De Antoniis.
Insomma, una zuppa melensa trita e ritrita del cui spettacolo sinceramente nessuno ne ha bisogno.  In questo delicato momento di crisi, in prossimità Dell’organizzazione degli eventi natalizi, di tutto c’è bisogno tranne che di queste diatribe, probabilmente innescate da interessi che con il turismo, la cultura e le tradizioni religiose nulla hanno a che fare. Anziché mettersi intorno ad un tavolo e produrre il meglio per cittadini e residenti non hanno altro da fare che litigare e dare il peggiore spettacolo di sé ai cittadini ed ai villeggianti.
Per tutti questi motivi, seppur volendo richiamare all’attenzione questo problema, non siamo nella condizione di richiamare all’ordine queste organizzazioni che hanno il privilegio di avere nel proprio nome “l’essere a favore della propria città”.
Chiediamo al Sindaco, immediatamente e senza dilazioni di sorta, di convocare i tre Presidenti e chiarire in modo definitivo che, a fronte del perdurare di una tale situazione, interromperà qualsiasi contributo e agirà nelle sede competenti di rappresentanza per segnalare l’inadempienza dei ruoli istituzionali ai quali sono preposte le organizzazioni ed il grado di litigiosità che mostrano quotidianamente causando un grave nocumento per l’immagine del Paese.

Un segnale forte e chiaro da parte dell’amministrazione comunale, che dovrà far interrompere un malcostume che sta disturbando, l’immagine del paese, la vita associativa e culturale del paese oltrechè la serenità e l’animo dei cittadini.

AZIONEPUNTO ZERO _ SANTAMARINELLA

mercoledì 30 novembre 2011

ESSERE ESEMPIO! (Comunicato & foto)

(30/11/2011) - Lottare per chi ha lottato, per non dimenticare chi è caduto: mai. Si potrebbe riassumere così l’iniziativa che ha visto più realtà in tutta Italia operare insieme per ricordare l’anniversario della morte di Corneliu Zelea Codreanu, già capo della Guardia di Ferro rumena e assassinato esattamente settantatre anni fa. Un anniversario che cade in un momento in cui, come non mai, c’è bisogno dell’esempio: e di quello di Corneliu Codreanu soprattutto. “Essere esempio” dunque, è la frase lanciata con questa campagna: nè retorica celebrativa, nè belle parole atte a colpire l’osservatore, ma un messaggio la cui efficacia sta anzitutto nella sua essenzialità, quell’essenzialità di chi, sempre, antepone l’esempio dell’onore e della fedeltà, della lealtà e del sacrificio, anche quando le circostanze della vita sono tra le più avverse e sfavorevoli. In ossequio al principio dell’azione impersonale tanto caro al Capitano, gli striscioni affissi non sono stati corredati di firma alcuna poichè, come insegna la scuola legionaria, la sola azione che eleva è l’azione svincolata dai frutti dell’azione stessa, dal clamore e dalle vanterie di circostanza. Ancora oggi, quindi, riaffermiamo l’imprescindibilità del messaggio di Codreanu che, dinnanzi allo squallore sociopolitico attuale, si erge imperioso sopra le rovine. Ancora oggi, quindi, riaffermiamo che, per cambiare le cose, non servono programmi, ma uomini nuovi. Uomini che sappiano essere esempio!


Qui tutte le immagini da tutte le città:
http://www.azionetradizionale.com/2011/11/30/essere-esempio-comunicato/

Essere Esempio!

Il Paese va in rovina per mancanza di uomini,
non per mancanza di programmi.
 
Corneliu Zelea Codreanu 30/11/1938 - 2011
Santa Marinella - Ingresso nord


Civitavecchia - Via Angelo Molinari

 

venerdì 25 novembre 2011

mercoledì 23 novembre 2011

domenica 20 novembre 2011

venerdì 18 novembre 2011

Essere Esempio - CZ Codreanu

"Noi non facciamo e non abbiamo fatto politica 
un sol giorno della nostra vita. 
Noi abbiamo una religione, 
noi siamo seguaci di una fede; 
nel fuoco di questa fede ci consumiamo e, i
nteramente guidati da essa,
la serviamo fino all’estremo delle forze. 
Per noi non esiste sconfitta e capitolazione, 
giacché la forza di cui vogliamo essere gli strumenti 
è invincibile per l’eternità."
(C.Z. Codreanu)
 

martedì 15 novembre 2011

Uccidi il Monti che è in te!

Proponiamoci di comprare e consumare (non solo i regali di Natale) da piccoli imprenditori meglio ancora se locali, dal vicino che vende dal catalogo, oppure da quello che fa piccoli oggetti, dall'amica che vende su internet, oppure anche prodotti alimentari possibilmente a chilometri zero, del comprensorio, della nostra regione al massimo delle altre regioni d’Italia. Sosteniamo le iniziative no-profit, possibilmente informate da una economia sociale. Frequentiamo e sosteniamo le strutture militanti che sono la linfa della nostra comunità, umana e ideale. Riscopriamo il baratto se necessario, facciamo in modo che i nostri beni, i nostri servizi e i nostri soldi arrivino a gente comune che ne ha bisogno e non alle multinazionali, possibilmente non passando da bancomat e carte di credito. La nostra attenzione ai consumi quotidiani, sia la risposta a concreta ed efficace agli squali della finanza, grande o piccola che sia. Questa è politica (economica e legionaria) , il resto sono solo chiacchiere.
AZIONEPUNTOZERO

domenica 13 novembre 2011

Gli esaltati ed i lagnoni. Due facce della stessa medaglia

Non abbiamo capito di cosa esultano
il centro e la sinistra, 
così come non abbiamo capito 
contro cosa si stia lagnando la destra. 
Dopo poco meno di vent'anni di disastri della seconda repubblica
chi pensavano arrivasse a governare l'Italia, 
la Fata Turchina? 
Per fornire panini imburrati sotto e sopra? 
La responsabilità della situazione è ripartita in egual misura; 
questo è il risultato delle vostre politiche scellerate, 
antinazionali e antisociali.
Nessun cedimento, 
nessun compromesso con la liberaldemocrazia capitalista 
 
 Il mondo degli eguali, la grande finanza, la sovversione,
la democrazia ed il capitalismo sono solo gli strumenti.
COMBATTI!

sabato 5 novembre 2011

5 Novembre

Abbiamo aspettato che trascorresse l'intera giornata per evitare equivoci. Purtroppo si è confermata l'idea che abbiamo maturato in questi anni. Nonostante si parli di Nazione, di sacrifici comuni, di Patria, di senso di appartenenza e tante altre belle cose, alle forze politiche (soprattutto a quelle di centrodestra o di una destra supposta, doppio senso incluso) del IV Novembre non interessa niente. Le forze politiche che si impastano di paroloni in occasione delle comparsate sui media o alle manifestazioni, non hanno interesse alcuno ad alzare lo sguardo aldilà dei loro piccoli interessi di basso cabotaggio. Non è che hanno una posizione politica a riguardo, non gliene interessa proprio. Ancor più grave è ciò che accade ai movimenti giovanili, a cui dovrebbe essere indicato sistematicamente ed in special modo in occasione di questi eventi, l'importanza della memoria e dei sacrifici fatti dai nostri antenati. Niente, niente di niente. La favola che "loro" si occupano di politica è una buffonata. Inoltre è ancor più colpevole che, come a Santa Marinella nella commemorazione della - lo ricordiamo per gli smemorati - VITTORIA dell'Italia nella prima guerra mondiale, si lasci campo pieno a interventi che approfittano di questa ribalta per propagandare idee politiche sovversive e faziose nel giorno dell'anniversario. Oltre a tutto ciò, per i politici la "politica" è occuparsi di amministrazione del territorio comunale. Fine. Senza un radicamento in alcun valore, senza un orizzonte, senza radici, senza memoria. La politica è quello che succede dal Mignone al Marangone per i politicanti civitavecchiesi e quello che succede dal Marangone a Santa Severa Nord per i saltimbanchi politici di Santa Marinella. Il peggior esempio lo danno gli adulti, i giovani pensano ad "amministrare". Si prospetta un un futuro radioso..... sotto lo scudo di sparta ci sarà da fare, senza dubbio.....

martedì 1 novembre 2011

Ponti Romani e amministrazioni attente, un connubio difficile da confermare


Alcuni giorni fa, seguendo le polemiche relative alla presunta vendita di un ponte romano da parte dell’amministrazione comunale di Santa Marinella, abbiamo prima effettuato un sopralluogo presso la villa in oggetto e successivamente siamo passati ad approfondire la vicenda per vederci più chiaro. In considerazione dell’attuale stato di agitazione relativo al bilancio dell’amministrazione comunale, riteniamo plausibile una riconsiderazione delle attuali scelte circa il patrimonio immobiliare soprattutto in riferimento alla ex scuola media di Via della Libertà. Inoltre, ci siamo informati presso l’agenzia immobiliare per conoscere ulteriori dettagli dell’immobile in vendita. A seguito della nostra indagine abbiamo verificato che le caratteristiche della villa in questione rappresentano un unicum che il nostro Comune non può assolutamente non tenere in considerazione. La villa costruita dal noto Ingegnere Pietro Mancini, oltre al prezioso ponte romano che, ricordiamolo, è sottoposto a vincolo dalla sovraintendenza per i beni archeologici,  possiede 820 mq di giardino, l’affaccio sul mare ed è collocata in uno dei luoghi più suggestivi di Santa Marinella, come Largo Impero. Inoltre, ha una linea molto particolare che si riconduce alle architetture di avanguardia tipiche delle residenze di prestigio per la villeggiatura estive della borghesia romana. Riteniamo che al posto degli attuali locali – continua il comunicato – la villa possa rappresentare il luogo naturale per la Biblioteca Civica comunale. Quest’ultima che soffre storicamente la sua servitù rispetto alle necessità immobiliari del comune si trova al centro del paese, in un edificio totalmente inidoneo a rappresentarne la cultura, la specificità storica e il profilo marinaro della città. Tra l’altro nel quadro di una riconsiderazione degli eventuali immobili da mettere sull’altare dei sacrifici, quello sgorbio immobiliare fatiscente sulla Via Aurelia potrebbe essere sacrificato per una destinazione migliore. Prima di pensare alla ex scuola media di Via della Libertà,  per i locali della biblioteca e per i suoi fruitori sarebbe sicuramente un luogo bello, armonioso e sereno per le sue attività. Si risolverebbero così un paio di problemi con una sola manovra, spazi idonei e una sede comunale con un reperto archeologico di valore inestimabile che dona enorme valore all’investimento. I futuri consigli comunali, al contrario, dovrebbero trasferirsi in luoghi più adatti soprattutto per il pubblico, da individuare magari temporalmente nelle palestre comunali o visti i recenti fatti presso il teatro cabaret di Via della Libertà sotto la Chiesa di San Giuseppe. E’ forse troppo complicato, creare una commissione ad hoc per riconsiderare tutto il patrimonio immobiliare e fare delle scelte che possano salvaguardare il meglio dell’architettura di pregio e renderle patrimonio pubblico a scapito di immobili che rappresentano solo il vezzo di qualche architetto in cerca di notorietà? E’ troppo complesso mettere ordine, soprattutto per la futura sede del Comune che deve necessariamente essere posta dai luoghi maggiormente intasati dal traffico? Tema, quest’ultimo, di cui sembrano scomparse le tracce anche dalle conversazioni di corridoio a Via Rucellai. Ci auguriamo di ricevere una risposta al riguardo. Sempre che Sindaco e amministrazione non siano troppo presi dal tesseramento del PdL.
Azione Punto Zero

lunedì 31 ottobre 2011

Promemoria .....


Due o tre considerazioni "politiche" all'anno,
quando ci si incontra,
non ti fanno essere come noi.
 
Solo facendo quotidianamente qualcosa
per il miglioramento di te,
della tua Comunità,
della tua Città e del tuo Stato,
ti fa essere dei nostri.
 
Senza contribuire direttamente,
materialmente e con l’impegno personale,
alla permanenza in vita
di centri vivi e penetranti delle nostre idee,
le tue parole valgono zero.
Se non fai nulla,
non hai alcun diritto a lamentarti.
 
Per gli sfoghi ci sono i centri d'ascolto,
i confessionali, i servizi sociali,
gli alcolisti anonimi.
 
Noi siamo avanguardia
e lottiamo ogni giorno.
 
Meglio che tu lo tenga bene a mente.
 
 
Azione Punto Zero

venerdì 28 ottobre 2011

28 Ottobre 2011

Cosa possiamo farci se 
il 28 Ottobre 2011, 
"ritti sulla cima del mondo, lanciamo, 
ancora una volta, la nostra sfida alle stelle?" 
..... Siam Fatti Così .......


venerdì 21 ottobre 2011

L’animo ribelle

Alcune righe di riflessione di un nostro militante, nude e crude, di getto, senza finti moralismi.
Stessa età di quelli che hanno devastato San Giovanni a Roma, ma una diversa visione del mondo. Quella tradizionale.

 
Difficile negare che, nemmeno per un istante, presi dall’emotività e dalle immagini in diretta delle televisioni, mi sia balenato in testa che sarebbe bello che quella fosse la rivoluzione. Tralasciando gli attori dei disordini per le strade di Roma, per un solo attimo tutto ciò mi è passato per la testa.
Poi, però, rifletto e torno lucido. E allora, le stesse immagini mi trasmettono tutt’altro: molti ragazzi, senza ideali, disordinati, incappucciati, rozzi e sporchi danno sfogo alla loro rabbia animalesca repressa, distruggendo un quartiere di Roma. Imbrattano muri (di edifici in cui abitano persone come loro), incendiano auto (di persone come loro) e si scagliano contro le forze dell’ordine. Che, come tattica di guerriglia urbana vuole, li lasciano sfogare, indirizzandoli dove vogliono, portandoli dove meglio credono e facendo credere a quei 100-200-300 (non è rilevante) ragazzi che ce la stanno facendo. Che li stanno cacciando dalla piazza. Così, domani, non si parlerà della manifestazione ma solo dei disordini. Governo felice, poliziotti bravi ad eseguire gli ordini, manifestanti delusi e quei 100-200-300 sfogati per un altro po’.
Bello il giochetto del regime, in cui questi anarco-insurrezionalisti del 2011 pensano di giocare il ruolo dei rivoluzionari, ma in realtà sono solo dei topolini in gabbia. Ma questi pomeriggi nell’ottobrata romana li convince di aver vinto. Però, non hanno vinto niente. La violenza fine a sé stessa, per trovare una copertina e danneggiare i servizi pubblici (proprio quelli per cui “lottano”…), è l’ennesima azione stupida, di chi non sa cosa vuole e crede di mettere paura a qualcuno.
Poi, magari, ti lasciano (guarda caso…) un blindato da dare alle fiamme. Come sempre. E’ fatto apposta, per avere più foto da sparare sui giornali. E proteggere ancora di più i Potenti “che queste cose non le fanno e le condannano fermamente”. Ma questa orda non è lucida e non vede i fili che muovono le sue braccia. Quindi, cade nella trappola ed infiamma il mezzo dei Carabinieri.
E allora, da quelle immagini, confermo e ribadisco la mia scelta di lotta: azione, e non agitazione; impegno militante quotidiano, e non sporadica violenza sfogata quando il regime mi permette di farlo; affermazione di uno Stile, di un modo di essere differente, uno sguardo accecante su questo mondo buio e tenebroso, quotidiana guerra culturale per affermare la visione del mondo tradizionale, la Tradizione; formazione, tramite l’attività militante, stretto ai camerati della mia comunità, col confronto, la fratellanza di spirito e la ferma convinzione che noi no, non siamo bestie che si sfogano quando il burattinaio te lo ordina: noi andiamo in guerra contro questo mondo ogni giorno e siamo noi a deciderlo, perché siamo liberi. Noi siamo quelli che su queste rovine vogliono alzarsi in piedi, quelli che lanciano il loro grido di lotta in ogni singola azione. E siamo, davvero, pronti a tutto.

Sabato si parte......

giovedì 20 ottobre 2011

Indegni e indignati

Potendo contare, nonostante le apparenze, su una buona stampa e su un clima generale sicuramente favorevole, il movimento dei cosiddetti “indignados” sembra muoversi sulle ali del rinnovamento rivoluzionario e delle legittime rivendicazioni, di fronte a un mondo vittima della rapina globalizzata, perpetrata dall’alta finanza e dai suoi maggiordomi politici. Viene istintivo pensare che, se il regno dell’ingiustizia e dello strapotere di pochi nababbi sembra essere giunto alle sue estreme conseguenze, chiunque provi a ribellarsi ad un simile stato delle cose non può che avere tutte le ragioni e meritare l’appoggio ed il sostegno di chi non appartiene, direttamente o indirettamente, alla casta dominante. E questo potrebbe essere vero anche per noi, se solo ci limitassimo a guardare la realtà che ci circonda e che si snoda sotto i nostri occhi nella sua superficiale orizzontalità e nella sua piattezza unidimensionale dell’indagine sociologica e politica. Ma siccome abbiamo il privilegio di poter giudicare questa realtà disponendo dei punti fermi fornitici dalla visione tradizionale, non possiamo cadere in questa trappola e siamo tenuti a provare a guardare in profondità, oltre le nebbie dell’apparenza, a tutto ciò che in questi giorni la macchina mediatica ci presenta come reale e razionale.
Siccome il movimento in questione ha mosso i suoi primi passi ed è stato battezzato in Spagna, ci sembra giusto partire dalla sua culla per provare ad immaginare cosa potrebbe esso diventare da grande, qualora avesse il tempo di dispiegare tutte quante le sue potenzialità e portare a compimento tutte quante le sue premesse culturali ed ideologiche. A tal fine abbiamo la fortuna di poter disporre della testimonianza diretta del nostro amico Antonio Medrano, che a Madrid vive; il quale, ad una nostra esplicita domanda, così rispondeva in una sua lettera di questa estate:
«Rispondo alla tua domanda sulla questione degli “indignados”, il cosiddetto “movimento 15-M”, che alcuni giornalisti inglesi hanno definito the Spanish revolution. Si tratta di una farsa grottesca, sebbene all’inizio ha potuto contare su molti incauti benintenzionati che si erano aggregati a questa protesta collettiva credendo che potesse venirne qualcosa di buono, come un cambio di rotta nella disastrosa politica del nostro paese.
«Come suppongo già saprai l’ispirazione di questo movimento e la sua stessa denominazione derivano dal libro dell’ebreo di sinistra francese, resistente e antifascista, Stéphane Hessel, intitolato “Indignez vous!”. Si tratta di una grossolana manovra della sinistra che prova a contrastare e vanificare il ritorno della Destra al potere. Guarda caso gli è successo di indignarsi poco prima delle elezioni municipali dello scorso mese di Maggio che si sapeva sarebbero state vinte dal PP, il Partito Popolare! E il caso ha voluto che a Madrid si siano concentrati alla Puerta del Sol, davanti alla sede del Governo della Comunità di Madrid (la comunità autonoma della provincia di Madrid), in mano al PP, e non davanti a qualche sede del Governo (socialista) o del PSOE!
«La simpatia che ha riscosso tra i partiti e i gruppi di sinistra, cominciando dal Governo, che si rifiutò di disperdere il concentramento alla Puerta del Sol, nonostante la richiesta dei magistrati.
«I tipici luoghi comuni della sinistra e delle correnti antisistema (centri sociali, comunisti, anarchici, libertari, omosessuali e femministe radicali, ecc.), con i gesti e le idee tipici di questi ambienti: proposte tanto assurde quanto sovversive (eliminazione della Monarchia, plebiscito permanente, democrazia di piazza); libelli contro la visita del Papa; attentati contro la lingua (scrivendo, per esempio, negli striscioni “Nos kedamos”, invece di “nos quedamos” [noi restiamo]); proliferazione degli slogan antirazzisti e antifascisti, così come di bandiere repubblicane (coi colori rosso, giallo e viola) nelle manifestazioni, ecc., ecc. Gli indignati si indignano solo per certi argomenti cari alla sinistra; non si indignano per le cose più indignanti che si sono verificate negli ultimi tempi; l’attacco contro le istituzioni condotto dal Signor Rodríguez Zapatero (per esempio, premere sulla Corte Costituzionale per far partecipare alle ultime elezioni Bildu, il braccio politico dell’ETA, com’è avvenuto, con un successo pieno per i terroristi, che adesso hanno un enorme potere, col quale potranno arrivare a maneggiare circa 2 miliardi di Euro). Non ci sono proteste contro il Governo, che è il responsabile della situazione in cui ci troviamo.
«È stato suggerito agli indignados di formare un partito politico. Ed è già spuntato un eminente leader per dirigerli: niente meno che il Signor Garzón, l’insigne ex giudice, che si è offerto di mettersi a capo di questo partito. Il problema è che fra le proposte del movimento figura quella che gli imputati di fronte alla Giustizia non possono presentarsi alle lezioni, e il Signor Garzón è arcimputato: su di lui pesano finora 3 o 4 inchieste giudiziarie. Ma questo non credo che gli importi più di tanto, non credo che gli indignati lo considerino degno d’indignazione.
«Se il PP (Partito Popolare, la Destra) vince le elezioni politiche del prossimo anno, come ha già conquistato le amministrative e comunali di Maggio (infliggendo una sonora sconfitta al PSOE), com’è prevedibile, vedremo mettersi violentemente in marcia gli “indignados”, così come avviene attualmente in Grecia.
«Quello che colpisce in questo movimento assembleare e caotico è che tutti si limitano a lamentarsi, a protestare, a pretendere, a chiedere cose. Nessuno si offre di lavorare, di sforzarsi, di sacrificarsi, di offrire contributi positivi e costruttivi che presuppongano un proprio intervento (e non l’intervento altrui). Nessuno reclama doveri, obblighi, più responsabilità propria. Nessuno chiede di domandarsi di più, di porsi obiettivi di miglioramento personale. Nessuno si lamenta della principale causa di tutto: se stesso, il proprio io, le inclinazioni e attitudini egocentriche. Nessuno si lamenta di se stesso, della propria irresponsabilità, del proprio individualismo e dei comportamenti erronei nella vita quotidiana (prima e al di là della politica) che hanno portato alla situazione in cui ci troviamo adesso. Nessuno fa autocritica, un’analisi seria sul perché stiamo come stiamo e cosa abbiamo fatto ognuno per evitarlo.
«In uno dei miei ultimi corsi un’allieva, se ricordo bene americana, mi chiese qual era la mia opinione sulla concentrazione della Puerta del Sol. Dopo averle risposto che la questione non aveva molto a che vedere col tema che stavamo trattando, mi insistette che erano tutti molto interessati a sapere come vedevo io il problema. Spiegai che sono indignato da molti anni, e per cose molto più gravi di quelle che preoccupano i sedicenti indignati. Aggiunsi che da un movimento assembleare come questo, che all’inizio poteva essere motivato e integrato da persone con le migliori intenzioni, non poteva nascere niente di costruttivo per l’assenza di una direzione chiara. E che a causa di questa mancanza di direzione, sarebbe finito per essere totalmente manipolato, controllato da gruppi provocatori e da agitatori che sanno molto bene quel che vogliono.
«La situazione della Spagna è di una gravità estrema. All’incompetenza e al settarismo del governo socialista del Signor Rodríguez si aggiunge l’enorme spreco che ha generato il sistema che stiamo subendo, con le autonomie regionali che si sono trasformate in piccole nazioni, ognuna con i propri rispettivi governi e tutta la struttura di un paese indipendente (il suo parlamento, la sua burocrazia, i suoi difensori del popolo, la sua televisione, la sua polizia, i suoi aiuti a paesi del Terzo Mondo, ecc., ecc.). Solo l’Extremadura, una regione piccola composta da due province, la più povera di Spagna, conta circa 500 alte cariche, ovviamente con i suoi alti stipendi, con le sue auto di lusso, i suoi guardaspalle e tutte le prebende che comportano cariche così importanti.
«Il socialismo fanaticamente sinistrorso del Signor Rodríguez e della sua setta non ha fatto altro che aggravare questa situazione così deplorevole. Per fare qualche esempio, basta dire che, sebbene la Spagna non sia un paese particolarmente ricco, è diventato il principale donatore a UN-Women (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’emancipazione delle donne), con 25.400.000 dollari, quasi 80 volte quello che versa la Francia, una nazione molto più potente di noi (con 284.000 dollari); molto più di Germania e Stati Uniti. Anche nell’aiuto ad Haiti, il nostro paese è divenuto il terzo donatore mondiale (se ricordo bene), prima anche della Francia, che è la nazione più legata, culturalmente e storicamente, col popolo haitiano. Lo scialacquamento e la generosità dei nostri sinistrorsi (molto generosi nel distribuire il denaro altrui) non conoscono limiti. Adesso si parla di indennizzare le vittime delle guerre che conducemmo in Marocco all’inizio del XX secolo, che costerà, secondo alcuni, oltre 100 milioni di euro.
«Il paese è stato completamente rovinato. I numeri della disoccupazione sono i più alti d’Europa, con più di 5 milioni di persone senza lavoro. Ogni giorno chiudono centinaia di imprese, mentre la corruzione nella classe dirigente raggiunge limiti scandalosi, con gentucola che non era nessuno fino a poco tempo fa ed ora è multimilionaria. La situazione è veramente catastrofica, e non solo in campo economico, ma anche, e soprattutto, nel politico, nel sociale, nell’istituzionale, nel morale e nell’educativo. I socialisti, con la caterva di inetti e demagoghi che hanno preso le redini del partito da quando hanno il Signor Rodríguez come leader (“il presidente per caso”), sono riusciti a piegare la nazione. Tutto è distrutto. E le cose andranno a peggiorare nei mesi futuri.».  
Come si vede, Medrano dà sul fenomeno indignados il medesimo giudizio che a suo tempo diede Julius Evola sulle rivolte giovanili degli anni ’60 del secolo scorso. Oggi come allora, una gioventù slegata da ogni rapporto di continuità e dipendenza dalle generazioni che l’hanno preceduta, fa un uso del tutto stupido di quella che potrebbe sembrare una condizione di acquisita libertà. Non è difficile ipotizzare, anche per i più violenti ed estremisti che hanno alcuni giorni fa scosso le coscienze borghesi e democratiche coi loro gesti vandalici, quello che già Evola ipotizzava, risultando allora facile profeta, sul futuro della gioventù bruciata e della beat generation: «Col passare degli anni, con la necessità, pei più, di affrontare i problemi materiali ed economici della vita non v’è dubbio che tale gioventù, divenuta adulta, si adatterà alle routines professionali, produttive e sociali di un mondo come l’attuale, con il che, peraltro, passerà semplicemente da una forma ad un’altra forma di nullità».
Come è stato già detto, appare del tutto evidente che quello che manca in questi fenomeni è una direzione precisa, punti di riferimento superiori e una qualche forma di trascendenza. Le rivendicazioni riguardano solo ed esclusivamente aspetti della vita economica e materiale, e l’aspirazione massima rimane sempre e solo quella comunista di “togliere ai ricchi per dare ai poveri”; togliendo le stesse “povere cose” che l’attivismo consumistico pone come meta assoluta da raggiungere e di cui beneficiare. Perché il problema autentico che si pone di fronte a fenomeni come questo degli indignati, oggi, e come quello dei beat, ieri, è l’assoluta mancanza di ogni forma di verticalità, mantenendosi il tutto in una appiattita orizzontalità. Appartenenza che fa sì che gli attori del fenomeno in questione si muovano all’interno delle medesime logiche e dei medesimi schemi mentali del mondo che pretenderebbero contestare e combattere, cercando di differenziarsene solamente attraverso forzature ed esagerazioni di aspetti già presenti ed insiti nella natura più profonda del mondo contro cui ci si ribella. È come se, per costruire una nuova casa, ci si servisse degli stessi materiali rilasciati dal crollo del vecchio edificio, nel quale vivere risultava insopportabile.
Una ribellione autentica, legittima e fondata contro l’odierno disastro umano, politico e sociale la si può legittimamente attendere e pretendere solo da uno schieramento capace di andare contro ed oltre la realtà attuale; realtà materiale e senza prospettive superiori, precipitata nell’abisso dell’antitradizione. Uno schieramento che sappia fare propri, vivendoli ed incarnandoli concretamente nei suoi rappresentanti, i più alti principi del mondo della Tradizione. Uomini saldamente radicati, in grado di darsi una disciplina ed imporsi doveri, sapendosi assumere le responsabilità che il destino impone loro, avendo uno scopo che ne diriga e determini l’esistenza quotidiana ed uniformando ai ritmi del sacro i battiti dei loro cuori. Per rinfoltire un simile schieramento bisogna che, quelle che Evola chiama “forze a disposizione”, siano educate al «coraggio, la lealtà, la non tortuosità, la ripugnanza per la menzogna, l’incapacità di tradire, la superiorità ad ogni meschino egoismo e ad ogni basso interesse possono essere annoverati fra tali valori che, in un certo modo, sovrastano sia il “bene” che il “male” e vertono su un piano non “morale” ma ontologico: appunto perché danno un “essere” o lo rafforzano, di contro alla condizione presentata da una natura labile, sfuggente, amorfa». Tutto il resto è solo giuoco e falsità. 


www.heliodromos.it - contributi per il Fronte della Tradizione

lunedì 17 ottobre 2011

Il Bacio del Mare - Una pupazzata Yankee

Cronaca di una buffonata annunciata. Installata questa mattina presso Piazza degli Eventi la statua “resa incondizionata” o “Bacio del Mare”, dell’artista - si fa per ridere - Seward Johnson. Più che una statua è una vera e propria pupazzata in 3D che ricorda i fumetti americani della peggior specie. Continua quindi a tentoni, l'opera da novello mecenate dell'Assessore Andrea Piefederici che ha seguito direttamente sul posto – in mancanza di altre cose serie da fare - ogni fase dell’intervento, nel posizionare finte opere d'arte, inabissare madonnine, senza un filo logico apparente se non quello della visibilità mediatica. Il mucchio di plastica yankee che riafferma la subalternità ai bombardieri angloamericani, che hanno ridotto Civitavecchia un cumulo di macerie, occuperà il piazzale degli eventi e vi rimarrà per quattro mesi. Complimenti, anzichè approfittare di quello spazio per dare visibilità con vere ed autentiche "opere d'arte" a quella che è l'identità di Civitavecchia, si installano cialtronesche riproduzioni in 3D che di arte non hanno nemmeno la puzza. L'assessorato al mare pensa bene di indicarci con “il bacio” tra il marinaio e l’infermiera, simbolo della fine della seconda guerra mondiale, una confusione artistico-mentale il cui fragore di latta, farà ridere a crepapelle da questa e dall'altra parte dell'oceano. Nessuna resa, la guerra del sangue contro l'oro, continua!

Azione Punto Zero

giovedì 6 ottobre 2011

Basta Cemento... Piantiamola! - Civitavecchia


Nel quadro della iniziativa "Basta Cemento... Piantiamola!"
per l' Equinozio di Autunno a Settembre 2011, Azione Punto Zero, in coordinamento con le altre organizzazioni, Sabato 1° Ottobre secondo l’antica usanza della messa a dimora degli alberi, ha proceduto alla piantumazione di un ulivo presso Via dell’Orto di Santa Maria nel Quartiere San Liborio a Civitavecchia.

Il luogo è stato scelto in ragione dell’aggressione palazzinara,
che ha ridotto quel quartiere in un alveare invivibile.
Azione Punto Zero, per l’armonia con le stelle!

giovedì 29 settembre 2011

29 Settembre - Santo Arcangelo Michele. Nel solco della Legione



Inno della gioventù legionaria



“Santa giovinezza legionaria

petti d’acciaio e spirito in fior

prode impeto di primavera

purezza di profondo lago alpin

nel sole alziamo con le braccia

altari per l’eternità

li alziam di roccia, fuoco e mare

col sangue degli eroi li aspergiam.



Rit. L’aspra, l’aspra lotta

fa di noi falchi d’acciaio

l’aspra, l’aspra lotta

per la santa Tradizion.



E’ la morte, morte legionaria

lo sposalizio che più sospiriam.

Per la santa Croce, per la Patria

vinciamo boschi e monti soggioghiam

non c’è prigion che ci spaventi,

nè pena nè tempesta ostil

se cadiam colpiti sulla fronte

bella è la morte per la Tradizion



Rit. L’aspra, l’aspra lotta

fa di noi falchi d’acciaio

l’aspra, l’aspra lotta

per la santa Tradizion.



Santa giovinezza legionaria

innalziam templi e fieri siamo in prigion

nella più crudel persecuzione

cantiamo e ai nostri eroi ci ispiriam

portiamo nel vento e nel sole

le luci per i vincitor

per i prodi costruiamo altari

e piombo abbiamo per i traditor!”

giovedì 22 settembre 2011

Enzo Erra [in memoriam]

Apprendiamo della scomparsa di Enzo Erra avvenuta il 21 settembre 2011, secondo i principi tradizionali ne ricordiamo la figura attraverso il suo pensiero, la sua azione.

Brani estratti da Perché Imperium primo editoriale della rivista Imperium”

Una concezione rivoluzionaria nei confronti della civiltà contemporanea, deve innanzi tutto partire da una concezione della vita e del mondo che sia l’opposto di quella propria al mondo moderno.
Al centro di questa concezione deve essere l’uomo, quale realmente esso è, in tutta la sua pienezza di vita. L’uomo è un essere spirituale la cui realtà permanente è nello spirito e non nella materia che ne è veste transitoria. La sua vita non è fine a se stessa, ma mezzo per raggiungere un fine, per svolgere una missione.
Esso non deve tendere a raggiungere il benessere per il suo corpo, ma la perfezione per il suo spirito. A tale posizione sul piano metafisico, fa riscontro una serie di determinazioni sui vari piani dell’esistenza.

***

Alla costituzione di una nuova aristocrazia, fondata sui valori dello spirito è legata la soluzione del problema politico odierno. Alla stessa condizione è legata la soluzione del problema sociale dei nostri giorni, che è quello della lotta di classe.
La lotta di classe cesserà solo quando tornerà l’armonia, e cioè quando si ricostituirà uno strato sociale superiore che assegni a ciascuno il proprio compito ed al quale ciascuno sia subordinato..

***

Una concezione rivoluzionaria dovrà in queste condizioni dar vita ad un proprio mondo di idee, di pensieri, di leggi, e trarre elementi soltanto da questo suo mondo. Tutto quanto proviene dal campo avverso dovrà essere respinto senza esitazione. Bisogna che si crei, salda e radicata, la convinzione che ad un mondo deve opporsi un altro mondo, ad un complesso che va dalla metafisica alla morale alla politica, all’economia, deve opporsi un altro complesso altrettanto organico ed altrettanto completo. E soprattutto ci si deve convincere che nel campo avverso non ci sono parentele, non ci sono affinità, non ci sono posizioni da assorbire.
L’opera è difficile perché il veleno del mondo moderno è ormai in tutti, in forme di una sottigliezza tale che è difficilissimo da distinguersi. Ma se una tale estrema radicalità non viene attuata fin dagli inizi e fin dalle fondamenta ogni opera sarà inutile. O si fa questo o non si fa niente. L’opera va dunque iniziata dall’interno di ciascuno di noi. Approfondire la propria vita interiore, studiare se stessi, perfezionarsi e potenziare la propria spiritualità. È il lavoro interiore quello che conta, perché senza saldi presupposti interiori l’azione esteriore risulterà falsata, e finirà per risolversi in vantaggio per il campo avverso. La causa ha bisogno di buoni combattenti. Ciascuno cominci a prepararne uno: se stesso. È in questa linea e con questi intendimenti che innalziamo oggi il simbolo dell’ Imperium”.

***
Contro la barbarie, contro la decadenza, contro il frazionamento e la disarmonia, l’ Imperium è stato nei millenni simbolo di unità, di forza, di luce. In esso era il segno della sovranità regale e divina, la testimonianza dell’intervento diretto delle forze trascendenti dello spirito nella guida degli uomini e delle razze. Tutte le grandi sintesi civili, le creazioni supreme delle stirpi dominanti, hanno avuto vita nel segno dell’ Imperium”. Ad esso gli uomini hanno sempre guardato, come ad un centro di spiritualità solare, ad un tempo mistica e guerriera, portatrice di armonia, di ordine e di potenza, segno di alta, piena e vibrante spiritualità. Intorno ad esso ipopoli hanno trovato assetto civile, stabilità di vita, sicurezza di guida.
Lanciamo questo segno di gloria contro le tenebre del materialismo moderno.
Che la luce ci sia di aiuto e di guida nella dura battaglia che abbiamo intrapreso..
In noi è una sola ambizione: quella di rendercene degni.