giovedì 28 febbraio 2013

In memoria: Mikis Mantakas - 28 FEBBRAIO 1975

Il 28 febbraio 1975, via Ottaviano, Roma: un plotone di fuoco si presentò davanti alla sede del 
Msi Prati; i difensori della sezione usciti per fronteggiarli, vennero bersagliati da colpi di pistola.
Pochi colpi secchi e Mikis Mantakas, 21 anni, cittadino greco, iscritto all'Università di Roma, da un anno militante del Fuan, rimane a terra senza vita. 




Ragazza che aspettavi, un giorno come tanti:


un cinema, una pizza, per stare un po' con lui,
dai apri la tua porta, che vengo per parlarti...
"Sai, stasera... in piazza... erano tanti, e...
il tuo ragazzo è morto...
è morto questa sera".

Vent'anni sono pochi per farsi aprir la testa

dall'odio di chi invidia la nostra gioventù,

di chi uno straccio rosso ha usato per bandiera,
perché non ha il coraggio di servirne una vera.

La gioventù d'Europa stasera piangerà
chi è morto in primavera per la sua Fedeltà.

Le idee fanno paura a questa società,
ma ancora più paura può far la Fedeltà:
la Fedeltà a una terra, la Fedeltà a un amore,
sono cose troppo grandi per chi non ha più cuore.

Un fiore di ciliegio tu porta tra i capelli,
vedendoti passare ti riconoscerò e...

Sole d'Occidente che accogli il nostro amico,
ritorna a illuminare il nostro mondo antico.
Dai colli dell'Eterna ritornino i cavalli,
che portano gli eroi di questo mondo stanchi.

Ragazza del mio amico, che è morto questa sera,
il fiore tra i capelli no, non ti appassirà.
Di questo tuo dolore, noi faremo una bandiera, 
nel buio della notte una fiamma brillerà.

Sarà la nostra fiamma, saranno i tuoi vent'anni,
la nostra primavera sarà la libertà.


"Amici del Vento", "Nel suo nome".

SABATO!



mercoledì 27 febbraio 2013

Nel suo nome ......

Amici del Vento ..... per Mikis!


lunedì 25 febbraio 2013

Arrivederci guerriero! (25/02/2012 - 25/02/2013)



"Maestro è colui che conosce la strada per averla percorsa, e Gaetano è stato per tutti quanti noi maestro e guida. Prima di tutto per le sue doti umane, per la sua capacità di amore per il fratello e dedizione alla causa; e poi per l’eccezionale conoscenza dottrinaria, nutrita di sapienza meditante e di studio approfondito dei testi tradizionali, dove la lettura diventa distillato di conoscenze. Il suo più grande merito è stato, in questi lunghi anni, quello di averci tolto ogni illusione, aprendoci gli occhi e sostituendo ai sogni le certezze. Ci ha mostrato gli indubbi limiti dell’attività politica e l’inconsistenza delle velleità rivoluzionarie ad essa legate; proponendoci l’alternativa percorribile dell’azione tradizionale. Ci ha “vaccinati” da ogni infatuazione per la cultura – regno degli eruditi incoerenti, contraddittori e sconclusionati –, proponendoci in alternativa le terre ferme dellaconoscenza dottrinaria. Ci ha demolito tutte le fisime esoteriche e realizzative, mostrandoci il cammino impervio e lungo dellaricostruzione interiore; “campo base” indispensabile per ogni ulteriore tentativo di ascesi".

sabato 23 febbraio 2013

ALBO CADUTI E DISPERSI

Agli smemorati fiancheggiatori dei partiti della destra borghese, mettiamo a disposizione per la consultazione - chi ve lo darebbe mai in prestito - l'albo dei caduti e dei dispersi della RSI. 
Magari la giornata del silenzio e della riflessione la trascorrerete meglio. Vigliacchi!

venerdì 22 febbraio 2013

Herrenklub sempre attivo..

...propone la tagliente maglietta Love, perché l'amore vero sta dalla parte della Tradizione....


giovedì 21 febbraio 2013

Cuib femminile Raido organizza...AI FERRI CORTI!

"Ai Ferri Corti" è il primo dei Corsi creativi di arti dimenticate
un ciclo di eventi organizzato dalle ragazze del Cuib Femminile di Raido per la riscoperta di tutte quelle arti quasi scomparse che fanno parte del nostro patrimonio.

A breve il calendario e la descrizione dei prossimi incontri. Si comincia il 2 Marzo!
Per info e iscrizioni: cuibfemminile@raido.it

Pechino brucia la libertà del Tibet

Tibet, una voce della Tradizione che urla contro al mondo, attraverso le autoimmolazioni, la sua protesta contro un' asfissiante occupazione...ma sembra non essere ascoltata. La libertà negata ad un popolo e il tentativo di distruggerne le radici e la linfa attraverso violenze e corruzioni, ascoltiamo le voci di coloro che si sono sacrificati... Tibet libero!


Il Tibet e’ una regione dell’Asia centro orientale dalla storia millenaria. I tibetani erano un popolo nomade dedito alla pastorizia, ma già dall’anno 100 a.C. le varie tribù iniziarono la coltivazione di orzo e riso diventando così un popolo stanziale che si sarebbe riunificato  in uno stato unico fin dall’inizio del VII secolo. E’ in questo periodo che vengono gettate le basi della cultura tibetana. Fu inventata una nuova scrittura, mutuata da quella indiana ed il Tibet conobbe un periodo di grande civilizzazione e di grande potenza. Il buddismo fu introdotto dalla vicina India nell’ VIII secolo e si diffuse molto rapidamente fino ad assumere nel secolo XI un ruolo centrale nella vita sociale, politica e culturale del paese. Nel XIII secolo i Mongoli conquistarono un vasto  impero in questa regione ed il Tibet divenne uno stato vassallo nel 1207, ma non fu mai assoggettato all’impero mongolo. Cominciarono così periodiche invasioni di varie etnie mongole con interferenze nelle nomine dei Dalai Lama, ma comunque il Tibet rimase ancora indipendente fino al 1720, quando i cinesi, spaventati dall’invasione del popolo mongolo Dzungar, occuparono Lhasa e si instaurarono in Tibet. E’ da allora che i cinesi cominciano ad avere mire annessionistiche sulla regione tibetana ed a considerarsi, così, sovrani del Tibet, e questo protettorato durerà fino al 1911. Anche se nel 1914 gli inglesi, governatori dell’India, tentano di estendere al Tibet il loro protettorato costringendo il governo tibetano a sottoscrivere accordi commerciali, fino al 1949 il ” Paese delle nevi” gode dell’indipendenza. I tibetani stampano moneta e francobolli e si autogovernano sotto la guida politica e spirituale del Dalai Lama. Ma nel 1950 l’esercito della neonata Repubblica Popolare Cinese entra in Tibet occupandolo militarmente ed annettendolo definitivamente nel 1957. Il 10 marzo del 1959 il risentimento contro il governo cinese spinge il popolo tibetano alla rivolta contro l’occupazione, ma la sommossa viene soffocata nel sangue e la brutale repressione costringe il Dalai Lama alla fuga ed all’esilio con circa centomila fedeli. Centinaia di monasteri furono distrutti e ci furono centinaia di migliaia di morti. La regione fu assoggettata al regime comunista e conobbe, oltre che l’occupazione, gli stessi episodi bui della recente storia cinese, come la rivoluzione culturale del 1966. Un quinto della popolazione, un milione e duecentomila tibetani, sono morti durante l’occupazione cinese, migliaia di dissidenti e prigionieri per motivi religiosi sono stati costretti al lavoro forzato nei laogai. Il governo cinese ha avviato  una politica di insediamento, favorendo il trasferimento in Tibet di coloni cinesi e nello stesso tempo con campagne di sterilizzazioni delle donne in età fertile e con gli aborti forzati perché il potere cinese vuole che la popolazione cinese diventi maggioritaria. Anche la millenaria cultura tibetana sta sparendo perché e vietato l’insegnamento della storia del paese e del buddismo e non c’e’ nessuna libertà religiosa. La quasi totalità dei seimila monasteri sono stati distrutti e devastati ed in quelli ancora aperti ci sono solo falsi monaci esclusivamente per scopi turistici. Il pacifico Tibet e’ diventato una vastissima base militare che ospita missili a testata nucleare anche perché in Tibet ci sono numerose miniere di uranio dove lavorano quasi esclusivamente operai tibetani. La popolazione che vive vicino alle base nucleari e’ esposta all’inquinamento radioattivo come tutte  le coltivazioni e gli allevamenti che sono le uniche fonti di sostentamento dei contadini tibetani. Grandi sono le risorse minerarie che sono d’interesse per il governo comunista. La deforestazione forzata e l’inquinamento della regione stanno distruggendo irrimediabilmente le risorse naturali e il già fragile ecosistema. Benché uno dei motivi dell’occupazione del Tibet sia anche il controllo dei più grandi fiumi di questa parte dell’Asia - Bahmaputra, Indo, Sutle, Mekong, Yarlung Tsangpo - questi sono sempre più inquinati con grave danno per tutto il continente asiatico. Nel 2008 nella provincia di Yushu un terremoto ha distrutto migliaia di abitazioni ed il governo cinese, approfittando di questa situazione, ne ha impedito la ricostruzione per colonizzare il territorio stesso, causando così un alto tasso di nomadismo.
Nonostante la Costituzione cinese stabilisca che la libertà di credo religioso sia uno dei diritti fondamentali e che il governo cinese rispetta e protegga il diritto di libertà e di culto, ogni espressione religiosa è repressa dal governo stesso. Soprattutto per i tibetani, la cui religione è una delle più potenti espressioni della cultura e della politica. Per Amnesty International la grande maggioranza dei prigionieri tibetani sono suore e monaci buddisti. Dall’invasione del Tibet, circa 6.000 istituzioni religiose sono state distrutte (anche se ricostruite successivamente per motivi turistici) e migliaia di monaci sono stati arrestati e costretti a fuggire. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e per la Democrazia continua a documentare la diffusa repressione della libertà religiosa in Tibet.  Nel 1996 la Cina lanciò la campagna “Colpisci duro” contro le istituzioni religiose tibetane con un programma di rieducazione patriottica; ad oggi i funzionari governativi controllano migliaia di monaci e religiosi, costringendoli a disconoscere il Dalai Lama e a riconoscere invece il Panchen Lama, designato da Pechino. Dall’inizio della campagna ci sono stati, secondo le fonti tibetane in esilio, migliaia di espulsioni di monaci dai monasteri ed arresti; i monaci arrestati hanno la proibizione di pratiche religiose in carcere. Dal marzo 2009 si sono susseguite ben 44 auto immolazioni per la libertà religiosa e per protesta contro il governo cinese, la maggior parte delle quali auto-inflitte da religiosi.
Da notare il testamento di Tawu Jamphel immolatosi a Nuova Delhi il 16.3.2012 (http://www.sangye.it/dalailamanews/?p=4539).
Pubblichiamo anche alcuni dati su una recente intervista a Ghesce Lobsang Soepa (monaco buddista esiliato):
Ghesce Lobsang Soepa è nato nel Kham (Tibet), regione tibetana; nel 49, dopo l’occupazione cinese, la sua famiglia è stata espropriata di tutti i suoi possedimenti sia agricoli che di bestiame. I suoi fratelli più grandi sono stati costretti a lavorare come braccianti per il governo cinese; Ghesce invece, dopo aver frequentato 3 anni di scuola elementare, è entrato in monastero mandato da suo padre che lo voleva proteggere dalle prevaricazioni cinesi. Vivendo in monastero fino a 18 anni, ha potuto imparare la cultura e la storia tibetana (insegnata nei monasteri fino agli anni ’80 – mentre ora gli studenti tibetani e i religiosi studiano il mandarino e la cultura cinese). A 18 anni è riuscito, pagando una guida, a fuggire in India attraversando di notte la catena montuosa dell’Himalaya. Lui è stato uno dei pochi che è riuscito a portare a termine la spedizione, visti i numerosi tentativi di fuga falliti a causa del freddo, di incidenti o della fuga delle stesse guide. Dopo la fuga, la sua famiglia è stata sotto stretta sorveglianza del governo cinese. Nel 2011, ad agosto e novembre, proprio nel Kham ci sono state due auto immolazioni che hanno visto la morte di due dissidenti: per questo ora l’intera regione è così controllata dalle truppe cinesi, dove è stata tolta addirittura acqua e luce nei monasteri ed il 6 luglio (compleanno del Dalai Lama) hanno impedito i tradizionali festeggiamenti.
fonte: www. Laogai.it

lunedì 18 febbraio 2013

prossimamente a Trieste..

GIOVINEZZA LEGIONARIA
Codreanu e la comunità nell'esperienza legionaria

Sabato 23 MARZO dalle ore 16.00
presso il Circolo Identità e Tradizione
via Rapicio n° 7 TRIESTE

Per l'occasione interverrà la Comunità Militante Raido



domenica 17 febbraio 2013

Il nostro funzionante sistema bancario degli anni '20 e '30: verità scomode...


L'Idea storica di voler salvare la grandezza di Roma è MINORE! Si prestò ad equivoci! Con tale scusa i "mercanti di religione" da 1700 anni si arricchiscono, fregando i “deboli e poveri di spirito”, con la promessa del "paradiso dopo", che loro godono ORA.

Roma spense - sopratutto a causa dei "mercanti di religione" - il suo ruolo dopo un millennio, nel mondo occidentale, lasciando però la "IDEA" che ancor oggi caratterizza la civiltà (balle, quelle sulla "civiltà ebraico-cristiana"!), non solo nel diritto, ma nel più banale degli aspetti esteriori: i caratteri della scrittura, mediante i quali il mondo oggi è unificato (in Cina, sotto ai loro ideogrammi, son costretti ad apporre scritte con caratteri romano/latini).

Il "Rinascimento" fu propulsore nel mondo - maggiormente l'occidentale - col suo apporto "globale". Nacque su suolo italico. Ma in "politica" non ebbe concretazione. Fino al 1919, quando l'italietta, rabberciata alla meglio nel secolo precedente con "emissari" voluti a Londra e Parigi, si rese conto che, dopo il sacrificio - reso "inutile" proprio da Londra e New York - della Grande Guerra, generò il sussulto (stimolato dalla Grande Cultura che nacque dal Futurismo) creato dal Fascismo e Mussolini, che seppe esserne polo e catodo.


Un esempio? Anche l'altra sera il “saccente bravino” Tremonti fece sfoggio di conoscenza di storia del sistema bancario, accreditando al 1933 americano la prima legge di “riordino” dei ruoli delle banche e della raccolta del denaro. In malafede, o “somaro patentato, per ciò che non seppe fare da ministro”, tacque la legge italiana del 1926, scaturita dal “discorso di Pesaro”, preceduta nel 1923 dalla creazione dello “Istituto nazionale di credito per le imprese di pubblica utilità”, seguita nel 1927 dalla “riforma dei banchi di Napoli e Sicilia” e dalla “disciplina del credito agrario di miglioramento  e di conduzione” (1927 e 1928), dalla “nuova disciplina organica della Casse di risparmio” (1929), dalla istituzione dello “Istituto mobiliare italiano” (1931) e dello “Istituto per la ricostruzione industriale” (1933), cui si inserì, nel 1932, il “cartello bancario”, e il “riordino delle Casse rurali ed agrarie” tra il 1932 ed il 1937.

Gli ignoranti e in malafede che oggi spernacchiano in tv e sui giornali di regime, ammirati da gonzi ed ignoranti, ignorano che il 11-13 giugno 1935 la “Corporazione della previdenza e del credito” si riunì a Palazzo Venezia,
per volere del Capo del Governo e sotto la sua presidenza, con ordine del giorno avente al primo punto “Distribuzione funzionale e territoriale degli organi del credito” (possiedo le 35 pagine della relazione della Confederazione Fascista dei Lavoratori delle aziende del credito e della assicurazione, le 33 della Associazione Fascista del pubblico impiego, le 16

della Rappresentanza degli istituti di credito di diritto pubblico, e tutta la relazione/verbale della riunione di 11 pagine). Scaturì da ciò il R. decreto-legge 12 marzo 1936-XIV, n. 375, che riassestò la Legge 23 giugno 1927, n. 1107, e fu di esempio mondiale insuperato per l’ordine nel sistema bancario (ciò ribadì il ministro Nerio Nesi, di Rifondazione Comunista, in una trasmissione RAI-tv Report da me condotta, nel 1997).

Ordine che il regime presente, governato dallo occupante AMGOT sin dal 9 settembre 1943, ha, nel dopoguerra, massacrato e dilaniato grazie a personaggi furfanti quali Ciampi, Dini, Amato, Dalema, Demichelis (firmatario con lo Scalfaro del trattato di Maastricht) e la pletora di chi li applaudì e votò, conducendo alla artificiosa ed invalidante crisi monetaria, inventata negli Usa nel 2008, e riassunta in Italyland dal 2011, con la complicità di tutti i partiti politici ancor oggi vigenti, e dei loro “servi-padroni”.

Ecco ciò che è la verità sulla “Idea” e la “Civiltà di Roma” ricalcata nel
XX (e XXI) secolo!


Antonio Pantano

sabato 16 febbraio 2013

1991- bombardamento di Bagdad

E, con assurde pretese di "liberazione del Kuwait minacciato" e celandone i veri motivi, 22 anni fa gli USA iniziavano una guerra fondata sulla menzogna e sulla falsità...

"Era il lontano Agosto 1990 quando il Consiglio di Sicurezza dell’Onu votava la risoluzione 661 che impose all’Iraq di Saddam Hussein pesanti sanzioni economiche. Sanzioni che furono emanate dopo la decisione del rais di Bagdad di invadere il Kuwait.  Il 16 Gennaio 1991 iniziava quella che è passata alla storia come la “prima guerra del Golfo”, nella quale l’Occidente diede vita ad una colazione militare per attaccare l’Iraq e liberare il Kuwait. Il tutto in una cornice che descriveva l’Iraq come una minaccia alla pace mondiale. Già in quella guerra vennero dette cose non vere. L’esercito di Saddam veniva descritto come il quarto esercito più potente del mondo, cosa che si rivelò totalmente falsa.  Ed anche le cosiddette “bombe intelligenti”, che dovevano solo colpire obiettivi militari, colpirono in realtà i civili provocando migliaia di morti. Per non parlare dell’immagine del cormorano agonizzante ricoperto di petrolio sulle rive del Kuwait. Quell’immagine, presentata come uno dei risultati degli attacchi iracheni sul Kuwait, che provocò l’indignazione di tutti gli ambientalisti del mondo, si rivelò falsa e risalente al 1983. Tutto questo sarebbe stato giusto chiarirlo semplicemente per mettere al corrente l’opinione pubblica mondiale sulla verità dei fatti. Come sarebbe stato giusto dire che durante gli anni della guerra tra l’Iraq e l’Iran di Khomeini tutto l’Occidente ed anche i paesi arabi si schierarono apertamente con Saddam."

fonte: medarabnews

venerdì 15 febbraio 2013

Una lettura che può risultare estremamente utile ....


Il Movimento 5 Stelle è pronto a prendersi una grossa fetta del Parlamento italiano: nato sul blog di un comico, è diventato una delle forze politiche più importanti del nostro Paese. Ma come è stato possibile questo successo incredibile e velocissimo? Grillo e Casaleggio richiamano sempre la forza della Rete: Internet per loro è una sorta di divinità alla quale affidarsi per risolvere ogni problema e sostituire la classe politica italiana con un network di "cittadini connessi". Ma davvero la Rete ha queste capacità taumaturgiche? Federico Mello spiega come in realtà questa si presti ad abusi e manomissioni, e come Grillo e Casaleggio "abbiano usato a piene mani tecniche manipolatorie per creare un movimento che, pur rifacendosi alla retorica della 'democrazia diretta', risulta invece chiuso e rigidamente verticale, più attento agli interessi egemonici della Casaleggio & Associati che interessato a cambiare in meglio il Paese e a dare una possibilità di rappresentanza ai cittadini".
fonte: http://affaritaliani.libero.it

martedì 12 febbraio 2013

Bombardamento di Dresda, 13/02/1945 - in memoria


La strage scientificamente programmata a tavolino dal "Bomber Command" fu sollecitata da Churchill. Si disse poi che fu una risposta alla strage di Coventry. Ma mentre Coventry, effettivamente distrutta era una grande città industriale per la produzione di aerei, nessun obiettivo di importanza strategica poteva essere individuato a Dresda. L'unico obiettivo erano i civili profughi dalle province dell'est invase dalle armate sovietiche.
Nelle notti tra il 24 luglio e il 3 agosto 1943, in tre raid successivi, 2.630 aerei alleati scaricarono su Amburgo 8.641 tonnellate di bombe. I morti furono 48 mila, i feriti 37 mila. Dresda fu colpita il 13 e il 14 febbraio 1945. Non c' era difesa contraerea e la città rigurgitava di profughi dall' Est: 640 mila abitanti e 200 mila profughi. Nessun obiettivo militare. L' operazione era stata predisposta dal comandante dell' aviazione inglese, maresciallo Arthur Harris, fin dall' estate 1944 per completare la «desertificazione» della Germania (parole sue). I morti, che non si sono mai potuti calcolare esattamente, furono oltre 130 mila. Non si trovò posto per seppellirli. Furono bruciati con i lanciafiamme. Dopo la guerra, gli inglesi eressero a Harris un monumento, i tedeschi continuano a chiamarlo macellaio. Sono solo due esempi di una scelta peraltro condivisa da entrambi i contendenti durante la seconda guerra mondiale, usare il terrorismo aereo per decidere le sorti del conflitto. Ossia il bombardamento non degli obiettivi militari, ma delle popolazioni civili. Non si vede quale altro termine, se non terrorismo, si possa usare per spiegare il concetto. Come avvenivano i bombardamenti è raccontato da Joerg Friedrich, uno dei massimi studiosi del Terzo Reich, nel suo esaurientissimo e impeccabilmente imparziale libro La Germania bombardata.  Le popolazioni tedesche pagarono con migliaia di morti un prezzo assai superiore a quello dei soldati caduti in battaglia. Furono distrutte Amburgo, Dresda, Monaco, Lubecca, Colonia, Dortmund, Düsseldorf, Norimberga, Hannover... quasi tutte le grandi città. Ma anche piccoli centri come Paderborn, di cui non rimase letteralmente pietra su pietra. Non solo una grande nazione fu «desertificata», ma un immenso patrimonio di cultura, d' arte, di scienza, di antiche memorie, di documenti storici preziosi andò perduto, insieme con la civiltà di chi lo aveva custodito nei secoli.


Quelle incursioni aeree della Raf che provocarono le stragi erano davvero necessarie? 

«Don' t mention the war!», non far parola della guerra, intima il protagonista di «Faulty Towers», una vecchia sit-com della tv britannica, mentre accenna il passo dell'oca e si passa un dito sul labbro superiore, a simulare i baffetti di Hitler.
La scena viene spesso ritrasmessa dalla Bbc, e ogni volta suscita crasse risate: parla di tutto coi tedeschi che vengono da turisti in Inghilterra, intende il personaggio, ma non della sconfitta che gli abbiamo inflitto. Per lo straniero che vive in Gran Bretagna, questa memoria che sopravvive nel quotidiano sembra una consolazione: i britannici sono un popolo guerriero e trovano conforto nel ricordare quella che Winston Churchill definì la «finest hour», il momento più bello della vittoria sul nazismo, e non si vuole sentir parlare del bombardamento di Dresda, avvenuto nel 1945, quando gli aerei britannici rasero al suolo la città (per ricostruirlo si dovette far ricorso ai quadri del Bellotto) e uccisero molte decine di migliaia di persone. Quanto valesse Dresda come centro industriale e ferroviario è oggetto di contesa tra storici. Certo la punizione fu orrenda, e forse v' era inclusa una minaccia ai sovietici che avanzavano da Est. 
Resta che la regina Elisabetta, nel suo viaggio in Gwermania ha partecipato a una cerimonia sull' Unter den Linden per commemorare «tutte le vittime della guerra» (, quindi anche Dresda). «La regina ha vissuto la seconda guerra mondiale e quindi è consapevole delle sofferenze da entrambe le parti». Basterà? 
Nel demonizzare la Germania, prima ancora di Hitler, l' Inghilterra cerca di uccidere, direbbe Freud, il padre: tedeschi erano gli angli che invasero l'isola e le diedero il nome, tedesca era la casa di Hannover (poi Windsor) che regna sulla Gran Bretagna, tedesca di sangue è pure Elisabetta, tanto che i suoi avi dovettero ribattezzarsi anglosassoni durante la Grande Guerra (e si chiamarono Windsor), perché fosse evidente la loro inimicizia con il Kaiser. Come il lupo nella favola di Cappuccetto Rosso, è la Germania l'orco che s' annida nella foresta infida che è, per i britannici, il Continente. 
Nella seconda guerra mondiale si fece un ampio ricorso all' arma aerea contro i civili, fino al tremendo bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Nella «battaglia d' Inghilterra» l' episodio più terribile fu la distruzione della città di Coventry con l' uccisione di oltre 1.200 civili. Ne nacque il verbo «coventrizzare» In seguito gli alleati restituirono i colpi subiti con gli interessi: Amburgo, Colonia, Berlino e tutte le altre città tedesche vennero devastate. La tragedia più terribile avvenne a Dresda, con un numero di vittime superiore a duecentomila (alcune fonti parlano di seicentomila) ma in realtà nessuno può fare un esatto conto dei morti. Infatti a Dresda si rifugiavano decine e decine di migliaia di civili in fuga dagli orrori della invasione sovietica e nessuno può realmente dire quanti fossero questi rifugiati e quanti sparirono, senza lasciar traccia, sotto le macerie o nell'infernale rogo delle bombe al fosforo.. 
A conti fatti gli alleati sganciarono oltre un milione e 300 mila tonnellate di bombe sulla Germania, contro circa 100 mila tonnellate di bombe tedesche sulla Gran Bretagna. Sull' Italia piovvero 200 mila tonnellate di bombe, che fecero circa 70 mila morti.
Il conto é drammaticamente sfavorevole ed accusatorio per i vincitori. Ma a Norimberga, per i bombardamenti indiscriminati su civili, furono impiccati solo i tedeschi!




fonte: RSI.eu

vesti Herrenklub, indossa la tua rivoluzione!

Non smarrire i punti di riferimento .....


lunedì 11 febbraio 2013

10 Febbraio - Giorno del Ricordo [recensione]


Domenica 10 febbraio, è stata la giornata nazionale del ricordo dei Martiri delle Foibe, la comunità militante di Azione Punto Zero ha ricordato anche quest'anno le vittime del genocidio perpetuato dal regime comunista del maresciallo Tito. Vittime, gli italiani dell'Istria, Venezia-Giulia e Dalmazia, colpevoli di essersi opposti all'ateismo, all'espropriazione dei propri beni ma sopratutto per aver continuato ad essere italiani. Abbiamo quindi onorato la nostra terra lontana ed i nostri antenati che discendono dalla civiltà più alta dei romani con il nostro sorriso, rivolto ai morti, agli esuli ed ai discendenti Abbiamo fatto cosa giusta e bella. 

A Santa Marinella purtroppo siamo stati i soli (con i tre eroici camerati giunti da Roma) insieme all’Associazione Stella Polare ma, allo stesso tempo dobbiamo ringraziare con il cuore TUTTE le comunità militanti italiane che, sotto qualsiasi egida, simbolo, fazione, gruppo, organizzazione o circolo, tra sabato e domenica hanno dato vita ad attività per tenere viva la memoria nel "Giorno del Ricordo". Molti hanno interrotto le loro attività elettorali mostrando sobrietà e buonsenso, altri hanno fatto miracoli. Altri sono rimasti a casa e inserendo link su fb hanno pensato di aver fatto il proprio dovere. I divanisti e i fintofà dunque, sappiano che noi abbiamo memoria. Abbiamo buona memoria. In mattinata a Santa Marinella sono stati deposti fiori presso la targa commemorativa del Parco dei Martiri delle Foibe, sono stati distribuiti volantini riguardo il dramma delle foibe. Il responsabile della comunità ha sottolineato l'importanza del ricordo in giornate particolari come queste e il dovere di ognuno di continuare a onorare la memoria con l'azione, in un periodo in cui il buco dell'oblio minaccia di risucchiare tutto e tutti. Il Presidente dell’Associazione che gestisce il”Parco Martiri delle Foibe” si è poi augurato che il prossimo anno si possa far di meglio e con più associazioni. 

Dobbiamo sottolineare inoltre come questa nostra iniziativa di commemorazione dei Martiri delle Foibe sia stata l'unica della città e, nonostante tale giornata sia diventata una solennità civile nazionale, istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, essa è stata vergognosamente ignorata dalle autorità comunali. Più tardi intorno alle ore 10.30 i militanti di Azione Punto Zero si sono spostati a Civitavecchia dove, questa volta in presenza delle autorità locali, hanno preso parte, presso l'ex parco Uliveto attualmente ribattezzato Parco Martiri delle Foibe, alla cerimonia civile di commemorazione. Durante la cerimonia è stato esposto uno striscione di otto metri nel ricordo delle vittime italiane delle provincie orientali e si sono distribuiti volantini di sensibilizzazione sul significato della data di 10 febbraio. 

Anche in questo caso, pur tuttavia in presenza di alte Ufficialità civili e militari, dobbiamo sottolineare l'alto grado di degrado e lo stato di abbandono in cui giace il parco intitolato alle vittime infoibate che nemmeno per l'occasione della cerimonia di commemorazione le autorità municipali hanno avuto la decenza di sistemare. Ieri dunque, abbiamo lasciato una testimonianza a Santa Marinella anche per chi si dimentica di onorare i martiri delle Foibe. 
A Civitavecchia invece, a chi deve sapere che c'è una gioventù seria e disciplinata che ha il coraggio di presiedere con rigore e disciplina senza doversi vergognare della propria appartenenza e dei propri simboli.

domenica 10 febbraio 2013

Io ricordo, noi ricordiamo...



"Ora non sarà più consentito alla Storia di smarrire l’altra metà della Memoria. I nostri deportati, infoibati, fucilati, annegati o lasciati morire di stenti e malattie nei campi di concentramento jugoslavi, non sono più morti di serie B." (Annamaria Muiesan - Testimonianza)

Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell'Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso, le "foibe".
 A sessant'anni di distanza con queste pagine vogliamo far conoscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai sentito parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo "foibe", a chi non ha mai avuto risposte alla domanda "cosa sono le foibe?".
 Vogliamo ricordare, a chi già conosce la storia delle foibe, ai figli e ai nipoti di chi dalle terre d'Istria e di Dalmazia è dovuto fuggire, cacciato dalla furia slavo-comunista.
 Vogliamo anche capire perchè, a guerra ormai finita, migliaia di persone hanno perso la vita per mano di partigiani comunisti e perchè, per sessant'anni, la storia d'Italia è stata parzialmente cancellata.
 A Trieste,a differenza delle altre città italiane, la liberazione alla fine della seconda guerra mondiale, è coincisa con l'inizio di un incubo: per quaranta giorni le truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito hanno imperversato a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini innocenti, o talvolta colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.
 Anche questa, come quella delle Foibe, è una pagina dimenticata nella storia d'Italia. E' una pagina spesso dimenticata anche a Trieste: da chi la ha vissuta per il desiderio di cancellare il ricordo di un incubo. E da chi, più giovane, non ha potuto sentirne parlare alla televisione o sui libri di scuola.

 Noi vogliamo raccontare, ricordare e capire.Il 10 febbraio è il giorno che l'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati.




Il giorno del ricordo, perché il passato e la verità non si possono cancellare

10 Febbraio - Giorno del Ricordo. La memoria si onora con l'azione.
Oggi ne abbiamo dato prova a chi, come a Santa Marinella, si dimentica di onorare i martiri delle Foibe ed a Civitavecchia a chi deve sapere che c'è una gioventù seria e disciplinata che ha il coraggio di presiedere e saper stare in mezzo al nemico.
I più, coloro che rimangono a casa, quelli che con un link pensano di aver fatto il proprio dovere, i divanistie i fintofà, sappiano che noi abbiamo memoria.
Noi abbiamo BUONA MEMORIA > Azione Diretta > Azione Punto Zero





sabato 9 febbraio 2013

domani non è il caso di restarsene a casa..rendi onore e partecipa!

La memoria si onora con l'azione.
Non si rende onore ai martiri delle Foibe rimanendo inerti davanti ad un pc.
Dai un seguito concreto a quel che dici di avere a cuore ..

Ore 9,30 - Deposizione dei Fiori, volantinaggio 
Parco dei Martiri delle Foibe, Via Lombardia - Santa Marinella

Ore 10,30 Deposizione dei fiori,volantinaggio e presidio 
Parco dei Martiri delle Foibe, Via Mediana a Civitavecchia




E a Torino c'è chi insulta la memoria ..

Già oggetto di vandalismo nel 2011, di nuovo attaccata la lapide di Torino all'avvento del giorno del ricordo. L'ignoranza di chi non conosce la storia e la verità ed insulta il proprio passato e la propria gente, fuggita dall'orrore delle foibe...
VERGOGNA!

Paolo lotta con noi! [in memoriam]


Noi  purtroppo non siamo ancora un'élite, perché se lo fossimo sapremmo certamente guidare il nostro popolo sulla via nuova. Per ora siamo soltanto delle persone che cercano di essere uomini, uomini e donne che vivono uno stile di vita autentico; ma per essere degli uomini nuovi non basta credere in determinati valori, è necessario viverli e temprarli nell'agire, quotidianamente: questa è in parte l'importanza di fare politica. Rivoluzione non è qualcosa di astratto, che sa di miracolo: è qualcosa che si costruisce giorno per giorno, pezzo per pezzo, sbagliando e riprovando, anche col sacrificio personale, anche riuscendo a superare tanti problemi contingenti che si presentano e che spesso, anche se sembrano tanto grandi ed insormontabili, se solo li si prova a guardare con un'ottica diversa, risultano delle inezie.



9.2.1983 | Paolo Di Nella - Caduto per la Rivoluzione | 9.2.2013





venerdì 8 febbraio 2013

eurotroll, monitoratori oscuri..

La nostra Europa è stata violentata ma.. nessuno potrà dire che si è piegata!


La UE ha deciso di addestrare eurotroll per impedire la diffusione di "sentimenti anti euro". Così l'anno prossimo voteremo secondo prescrizione.
Beh che dire, preparatevi: tra qualche mese, ogni volta che qualcuno su Internet, Facebook o Twitter si azzarderà a menzionare certe parole chiave, vedrà l'assalto dei troll pronti ad azzannarlo.
Scrivere "uscire dall'euro", "MES", "fiscal compact", "ritorno alla lira" o altre parole ad alto rischio di critica attirerà subito gli esperti del caso, quelli bravissimi asfottere, deridere, insinuare, insomma a buttare tutto in caciara. Troll professionisti. L'ha scoperto il Telegraph, che racconta come l'Unione Europea si stia preparando alle elezioni del prossimo anno cercando di preservare se stessa e le proprie istituzioni investendo qualche milione di euro allo scopo. Così l'articolo:
"Particolare attenzione sarà prestata ai Paesi che hanno sperimentato un aumento dell'euroscetticismo", dice un documento confidenziale dello scorso anno. "I comunicatori istituzionali del Parlamento dovranno avere l'abilità di monitorare le conversazioni pubbliche e il sentiment popolare, per capire gli argomenti di tendenza, e avere la capacità di reagire velocemente, in un modo mirato e rilevante, unendosi alla conversazione ed influenzandola, per esempio, fornendo fatti e distruggendo miti." Il training per i funzionari comincerà questo mese.
Qualche deputato ha protestato, sostenendo che "spendere più di un milione di euro peraddestrare funzionare pubblici a diventare troll di Twitter in orario di ufficio, è uno spreco e una cosa ridicola".
Ma è la prima volta che un'istituzione pubblica di tale importanza, come è l'EU,  assoldi troll per orientare le elezioni politiche che la riguardano direttamente nella direzione che ritiene più comoda.
fonte:http://crisis.blogosfere.it

La Vecchia Sezione a Catania


Indossa la tua protesta, insulta i banchieri!

Herrenklub propone...


giovedì 7 febbraio 2013

Non manca molto...ricorda anche tu con l'azione, partecipa!

Come ogni anno, Azionepuntozero renderà onore alla memoria delle vittime delle Foibe e alla tragedia degli esuli giuliano, dalmati e istriani. Domenica mattina saremo a Santa Marinella presso il parco "Martiri delle Foibe", successivamente saremo a Civitavecchia dove, dopo la deposizione dei fiori, ci fermeremo per un piccolo presidio. Invitiamo coloro che hanno intenzione di partecipare a segnalare la loro disponibilità. APZ


mercoledì 6 febbraio 2013

omaggio a Carnera

Primo Carnera, nato in miseria a Sequals, un piccolo paesino del Friuli, passando attraverso la fame, il duro lavoro, l'emigrazione diventa il primo italiano a conquistare il titolo di campione mondiale dei pesi massimi. Orgoglio e carattere di un'Italia che dimostrava il suo valore...


Brasillach ... Uno di Noi!


"L'importante è di fondersi con la propria corsa, 
di diventare tutt'uno con essa anche se non se ne scorge subito l'esito luminoso"
Robert Brasillach 06/02/1945 - 06/02/2013
Fucilato per "crimini intellettuali"
Alla sentenza: "PRESIDENTE: La Corte condanna Brasillach Robert alla pena di morte; ne ordina la fucilazione. UNA VOCE DAL PUBBLICO: È una vergogna! BRASILLACH: È un onore…!"


martedì 5 febbraio 2013

La generazione Erasmus, la generazione sospesa


A partire dalla fine del secolo scorso la società civile, finanziata rigorosamente da ingenti somme estere, ha messo in moto una gigantesca e sottile campagna, che continua tutt’ora, consistente nell'educare i giovani ad essere “aperti”, “tolleranti” e “senza complessi”, guarda caso proprio quello di cui ha bisogno il mercato internazionale del lavoro. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: la generazione Erasmus. Quest'ultimo è il nome del programma universitario europeo che permette agli studenti di trascorrere parte della loro carriera accademica in un paese dell’Unione, istruendoli ad essere “flessibili” e internazionalisti o, ancora meglio, la generazione “Work and Travel”. Questa formula, indica le offerte lavorative provenienti da paesi lontani indirizzate ai giovani attirandoli a lavorare per delle paghe misere in cambio della possibilità di viaggiare, adescandoli con la promessa dell’esperienza e della novità.
Una intera generazione di giovani cresciuta non avendo alcuna aderenza alla terra, che non desidera nulla per il proprio paese, se non un’occasione per andarsene oltre i mari e in paesi esotici per un “job”. La sua libertà non significa altro che la libertà di essere nessuno, di evadere il più lontano possibile dalla nave naufragata. Una parte di questi naufraghi non vogliono neanche più tornare. Ma non perché sarebbero disgustati dell’incompetenza e della corruzione  della classe politica antifascista (motivo molto serio tra l’altro)  che hanno ridotto il paese sul lastrico, ma perché non hanno più alcun valore che giustifichi un ideale. Non hanno un sentire in base al quale associarsi per dare vita a una forza sociale. Non trovano motivi per rimanere o per ritornare a casa perché sono privi di qualsiasi forza creatrice. 
Cos’altro avrebbero da proporre al di fuori di americanismi e gadget d’ultima ora?
Ci si muove progressivamente verso il modello della “società aperta”, nella quale l’unico diritto reale è quello della “libera circolazione”. Aspetto, quest’ultimo, paradossale, che è facilmente vibile nel caso dell’Europa dell’est, la quale con la caduta del blocco comunista, ha si guadagnato il diritto a viaggiare liberamente, ma ha perso il diritto di rimanere a casa.
Si spera che ben presto i giovani prendano coscienza del fatto che i problemi si possono risolvere solo attraverso “noi stessi”, raggruppandosi, mediante il lavoro e il sacrificio. Un’altra via semplicemente non esiste.

Giovani, il futuro che non si vede

Falcidiare gioventù, identità, radicamento e salvaguardia delle proprie origini si può. E' la dimostrazione che il turbocapitalismo colpisce nelle propaggini più profonde del tessuto sociale e nazionale, più di quanto si creda.
Colpisci il capitale > non dare sostegno ai suoi complici > Azione Diretta > APZ



Altro che "choosy" o "sfigati". A rispondere agli appellativi, certamente poco eleganti, del ministro Fornero e del sottosegretario Martone, che avevano chiamato così i giovani italiani in cerca di lavoro o che non si sono laureati nei tempi previsti, ci hanno pensato il dipartimento di sociologia dell'università Cattolica e il Consorzio AlmaLaurea che, su commissione della Fondazione Sussidiarietà, hanno chiesto a quasi 6 mila neolaureati se sono stati disponibili a trasferire la propria residenza in un'altra città o ad accettare lunghi trasferimenti casa-lavoro.
Ebbene, nel rapporto "Sussidiarietà e... neolaureati e lavoro", dei 5730 giovani intervistati il 53% ha mostrato un'elevata adattabilità agli spostamenti e ai sacrifici per il lavoro. Tra i picchi superiori alla media registrati dalla ricerca gli uomini (il 63%), gli ingegneri (60%), i lavoratori precari (60%), i lavoratori autonomi (altro 60%) e i residenti al Centro-Sud (anche qui il 60%, dieci punti percentuali in più rispetto ai residenti al Nord).
Entrando nello specifico della ricerca svolta, il 54% ha svolto uno stage in Italia, il 9% all'estero. Ai programmi di studio fuori dall'Italia hanno partecipato in maggioranza i laureati in Lingue (uno su tre), seguiti dagli agrari (uno su cinque).

Più diffusi gli stage in patria. A farne uso sono soprattutto gli psicologi (74%), gli architetti (62,7%) e chi ha seguito studi politici e sociali (60,8%). Chi si muove meno per stage, sia in Italia sia all'estero, sono i laureandi e laureati in Giurisprudenza. Nel dossier presentato è dimostrato che i più "adattivi" alle esigenze del mercato guadagnano in media 100 euro in più al mese e gli stage fatti durante il periodo della laurea o i master subito dopo consentono un guadagno netto superiore: 1381 euro contro i 1263.
Tra le tipologie identificate dallo studio spiccano quelle dei "precari in cerca di gloria", che rappresentano il 39,6%, e gli "adattivi ma deboli", che rappresentano il 34,8%.

La prima categoria è composta essenzialmente da laureati in Lingue, Ingegneria, Economia e Statistica ina tenei del sud Italia, sono stati intraprendenti durante la laurea e hanno un'elevata disponibilità ad adattarsi a tempi e luoghi di lavoro. Hanno partecipato al programma Erasmus, hanno contratti a tempo determinato e hanno già cambiato tre lavori. Operano nel settore delle telecomunicazioni, chimico, metalmeccanico, dell'elettronica, provengono da famiglie di ceto medio-basso e guadagnano 1265 euro al mese.
Gli "adattivi ma deboli" corrispondono invece a giovani che sono stati poco attivi durante il periodo della laurea ma che hanno sviluppato oggi più flessibilità. Si tratta in prevalenza di donne che vivono e lavorano al Nord e non hanno fatto stage né esperienze all'estero. Anche loro provenienti da famiglie di ceto medio-basso, sono occupati a tempo determinato nel settore del commercio, chiedono orari di lavoro adeguati e guadagnano 1212 euro al mese.
Tra le categorie schematizzate nel dossier ci sono anche quelle chiamate "Elites intraprendenti", rappresentano il 14,5%, sono figli del ceto dirigente del Nord, sono laureati in materie politico-sociali, economico-statistiche o ingegneria, hanno master o dottorati di ricerca e hanno conseguito la laurea in tempi brevi con voti superiori alla media. Loro guadagnano 1352 euro al mese.

Infine ci sono i "rassegnati". Sono l'11,1%, in maggioranza donne del nord Italia, si sono laureati tardi, trovano la laurea poco efficace rispetto al lavoro trovato, provengono da famiglie di ceto medio dipendente e cercano la sicurezza contrattuale. Oggi guadagnano 1164 euro al mese.

Fonte: Ustation.it