martedì 29 dicembre 2015

Quando si annulla il Natale



Nascondere la propria identità in nome dell’integrazione. È stata la scelta di diverse scuole in Italia, che per paura di urtare i sentimenti dei bambini non cristiani hanno preferito annullare il Natale.

Quando si annulla il Natale nelle scuole si nascondono le proprie tradizioni, ma per i bambini e gli stranieri di altre religioni che arrivano in Italia "è importante avere di fronte qualcuno che abbia una sua identità con cui parlare e confrontarsi", spiega Piergiorgio Acquaviva. La paura di urtare la sensibilità dell'altro è arrivata al punto di nascondere anche le opere d'arte che sono una parte imprescindibile della cultura italiana. È il caso di una scuola fiorentina che ha tolto dal programma la visita alla mostra "La divina bellezza" per la presenza di immagini cristiane.

A questo punto si potrebbe chiudere la Cappella Sistina, tutti i musei italiani, coprire di veli i monumenti sparsi per tutta l'Italia. Ovviamente sarebbe una follia, d'altronde inutile. Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Piergiorgio Acquaviva, presidente del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano.

— Il Natale 2015 è stato segnato da scandali. In molte scuole si è deciso di non allestire il presepe o annullare i canti natalizi per non urtare la sensibilità dei bambini non cattolici. Lei che ne pensa di queste scelte?

— Questo è un problema che si ripete periodicamente nelle scuole italiane. Quest'anno è emerso in modo più prepotente, perché le ferite degli attentati di Parigi, dell'aereo russo sul Sinai, di Beirut hanno proiettato sul Natale la paura. C'erano due sentimenti contrastanti: da una parte una sottolineatura molto identitaria, dall'altra un senso che io considero un po'malinteso, cioè di laicità. Parlo del tentativo di rinunciare alle proprie tradizioni per non urtare la sensibilità dei non cristiani.

Io trovo la soluzione adottata in alcune scuole un po' sciocca, non è quello il problema: coloro che arrivano nei Paesi dell'Europa occidentale da zone di guerra, che sono per la stragrande maggioranza di religione islamica, normalmente non si sentono feriti o offesi dai simboli religiosi della cristianità. Sanno benissimo che vengono in terre di tradizione cristiana. Per loro è importante avere di fronte qualcuno che abbia una sua identità con cui parlare e potersi confrontare.

— Possiamo dire che queste scelte fatte dalle scuole producono l'effetto contrario?

— Sicuramente. Va aggiunto che l'insistenza dei media su alcuni singoli casi fa diventare il problema più grosso di quello che è. C'è stato il caso di Rozzano, quello più clamoroso, quando il preside ha deciso di non fare il concerto di Natale, rinviando a gennaio la festa "dell'inverno", che non si capisce esattamente cosa potesse essere. Io ho contato circa una decina di casi simili in giro per l'Italia. Non mi sembrano tali da poter dire che c'è un cambiamento di atteggiamento. Gli italiani hanno una tradizione di tolleranza e i singoli insegnanti poi nelle loro classi sono liberi di portare avanti il loro programma.

Il preside può decidere l'utilizzazione di alcune sale della scuola, però non può entrare nella libertà del singolo docente. Nel nostro ordinamento gil insegnanti sono liberi di avere l'approccio che preferiscono. A parte qualche preside che decide di imputarsi sui principi della laicità, non ci sono tantissimi insegnanti che hanno chiuso le loro classi alla religione.

— Comunque il caso di Rozzano non è stato l'unico, un po'in tutta Italia si è visto questo fenomeno, che non ha riguardato solo la religione, ma anche l'arte e la cultura. A Firenze una scuola ha annullato una visita alla mostra "La divina bellezza", perché vi erano immagini cristiane. Non ritiene un errore nascondere la propria cultura e identità?

— Ovviamente, questo non ha senso, altrimenti dovremmo chiudere gran parte dei nostri musei, perché tutta l'arte rinascimentale e medievale italiana è in ogni caso di ispirazione religiosa. Io credo personalmente che ebrei, musulmani e buddisti che vanno a visitare la Cappella Sistina e si vedono davanti il Cristo risorto nel Giudizio dell'ultimo giorno, non si possano sentire offesi. Io non ho mai sentito nessuno che si sentisse offeso da manifestazioni d'arte, forse è un pensiero che uno può avere, ma per sua scarsa cultura.

— La vera ricetta dell'integrazione quindi non è il tirarsi indietro, ma il condividere la propria cultura con l'altro?

— Certamente condividere. C'è da dire però che è da evitare l'atteggiamento opposto, non si possono utilizzare i crocefissi come armi. Alcune volte le sottolineature identitarie possono rischiare di diventare strumentalizzazione in politica. Abbiamo visto alcuni esponenti della Lega Nord che si sono subito presentati fuori dalle scuole gridando "giù le mani dal presepe, dal crocefisso". Il problema non è quello, la religione non è un'arma. Se ci ricordiamo, la prima lettera di Pietro dice "essere sempre pronti a rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi, ma fate questo con dolcezza e rispetto".

Il messaggio cristiano è un messaggio di pace e salvezza, non è un'arma da impugnare.


(Fonte: http://it.sputniknews.com)

giovedì 24 dicembre 2015

Perché l’identità sessuale fa paura? Intervista a Enrica Perucchietti



(Fonte: www.ildiscrimine.com )

“Il Discrimine” incontra Enrica Perucchietti, giornalista e scrittrice, autrice di numerosi saggi sui temi dell’occulto e della manipolazione delle coscienze, tra i quali Unisex, pubblicato con Gianluca Marletta per i tipi di Arianna Editrice. Un libro che abbiamo già recensito e che ora esce in una nuova edizione ampliata ed aggiornata.

Questo libro, se è giunto già alla seconda edizione, ha incontrato evidentemente il favore di molti lettori. Ciò significa che non tutti hanno mandato il cervello all’ammasso e che in fondo persiste in parecchie persone, malgrado il bombardamento propagandistico e le pressioni indotte, una sana normalità che a sentire i mass media sembrerebbe consegnata ad un’era lontana… Come mai, allora, i mezzi d’informazione “ufficiali” fungono incessantemente da cassa di risonanza di un unico punto di vista, ovvero quello mirante a diffondere nelle masse la rispettabilità della cosiddetta “ideologia di genere” e l’ineluttabilità del suo inveramento? Qual è il nesso profondo tra questa ideologia sovversiva e disumana e i poteri che ci governano?

Credo che sia proprio questo il punto. Non tutte le persone sono ancora “allineate” e livellate al pensiero unico dominante. Quindi il potere necessita in continuazione di affinare le strategie di manipolazione di massa, anche rischiando di “esagerare” e ottenere l’effetto contrario. Semplicemente l’uomo della strada non ha ancora capito che cosa sia la teoria di genere, quale sia la sua storia e l’orizzonte finale: è bombardato da notizie che lo in-formano e confondono, a cui guarda con curiosità e sospetto. Ma qualcosa si muove sotto la cenere dell’apparente oblio delle coscienze.

Ne abbiamo avuto qualche esempio proprio in Italia dove finalmente sono uscite allo scoperto le femministe sottoscrivendo un appello contro l’utero in affitto: il documento ha raccolto le firme di personaggi noti, dalla Sandrelli alla Maraini, bollando inequivocabilmente come “mercificazione” la trasformazione del corpo femminile in macchina sforna figli. Ciò significa che sotto l’apparenza di un pensiero monolitico e dominante pro gender si muove invece qualcosa. Il problema è semmai la violenza

con cui i movimenti LGBT sostengono le loro cause e la frenesia con cui vogliono che certe questioni (offerte al volgo come “diritti”) vengano chiuse in fretta. Come testimoniamo nel nostro saggio, dati alla mano, il potere si fa portatore di queste istanze perché la teoria del gender offre una mutazione antropologica dell’individuo, l’abbattimento della natura per la creazione di un individuo spersonalizzato, confuso persino nella sua identità sessuale, quindi più facilmente controllabile e manipolabile. Sono gli stessi padri del Gender, Alfred Kinsey e John Money, ad aver agognato la creazione di una democrazia sessuale in cui tutti gli orientamenti siano promossi e legalizzati compresa la pedofilia, e in cui l’ipersessualizzazione infantile venga sdoganata fin dalla più tenera età in modo da sciogliere la componente aggressiva della persona. Mentre Kinsey sosteneva che i rapporti tra bambini e adulti non recassero necessariamente danni psichici negli infanti previo consenso, Money espresse il suo disappunto per la mancanza di strutture deputate all’educazione sessuale dei bambini. Anche questi aspetti rientrano nella teoria del gender (per quanto negati dai suoi attuali sostenitori) per il semplice fatto che sono stati espressi dai suoi “padri” fondatori.

Quella cui ci troviamo di fronte, dunque, è una rivoluzione senza precedenti, perché mirante a colpire e trasformare non “un aspetto fra i tanti” dell’esistenza umana, ma ciò che l’essere ha più di profondo e irrinunciabile: la propria natura. L’abbattimento, il tentativo prometeico di cancellare la natura rientra ovviamente nelle derive del transumanesimo tanto care a certi esponenti del potere.

Hai fatto cenno ai movimenti GLBT. Al di là delle parole d’ordine sulla “tolleranza” e del consenso che sono in grado di estorcere tra la gente, perché a tuo avviso sono così “potenti”? Perché riescono ad imporre la loro “agenda” persino all’interno delle istituzioni? Si tratta solo di ambienti per così dire manipolati essi stessi, e perciò sfruttati al fine di destabilizzare le coscienze sul piano sessuale in un progetto più ampio di disorientamento generalizzato, oppure siamo di fronte ad un’occupazione delle istituzioni stesse, nonché degli ambienti nei quali si produce “cultura”, da parte di militanti della “causa genderista”? Oppure ancora, un mix di entrambe le cose, col risultato che la “rivoluzione (pan)sessuale” procede a ritmi travolgenti, a tutto detrimento, evidentemente, dell’integrità dell’essere umano. D’altra parte, tu stessa, hai citato il transumanesimo…

Immaginare che la “forza” del Gender dipenda dalla mera capacità di pressione esercitata da movimenti minoritari o di nicchia, per quanto agguerriti e ideologicamente determinati, sarebbe ingenuo e irrealistico. Da un lato alcuni movimenti LGBT sono essi stessi delle lobby o sono intrinsecamente legati a lobby per diversi interessi, economici ma anche ideologici. Pensiamo ad esempio al fatto che le opere di Alfred Kinsey vennero pubblicate grazie al supporto pubblicitario ed economico di una fra le più potenti lobby di potere del mondo occidentale, ovvero la Fondazione Rockefeller, nella persona del suo fondatore, John D. Rockefeller senior, che ne curò persino la pubblicazione.

Marcha-orgullo-buenos-airesCapire la “forza” del Gender, la sua capacità di influenzare oggi la cultura e persino le scelte politiche di interi governi, significa domandarsi innanzitutto da dove provenga il sostegno (e più concretamente, da dove giungano i “fondi”) che hanno permesso di portare alla ribalta quella che, fino a pochi anni fa, poteva apparire solo come l’ideologia minoritaria di qualche gruppo marginale. Senza questi cospicui “appoggi”, infatti, sarebbe impensabile, al giorno d’oggi, “un’agenda politica” come quella di certi paesi occidentali, per le quali il Gender sembra essere divenuta una priorità assoluta da proporre o imporre mediante leggi d’ogni tipo, riprogrammazione dei corsi scolastici, sanzioni amministrative e penali e, persino, attraverso una rielaborazione del linguaggio stesso. Pur non escludendola del tutto, l’ipotesi economicistica non sembra spiegare un tale sostegno pubblico. Il supporto delle oligarchie finanziarie ed economiche alla “causa gay” è infatti una costante da anni, come dimostriamo ampiamente nel nostro saggio.

L’invasione del Gender, in realtà, è comprensibile solo a partire da una chiave di lettura ben più ampia, che è quella che vede le grandi oligarchie occidentali alle prese con la realizzazione dell’ultima e forse più grande utopia della modernità: la creazione di un “uomo nuovo” totalmente manipolato e coerente con le prospettive egemoniche del mondialismo e della globalizzazione. Un uomo che si vuole senza identità, cultura, religione, famiglia; un uomo che si vuole “monade” solitaria, senza sicurezze, spiritualmente e socialmente “precario”, insicuro di fronte all’esistenza, privo della mediazione dei corpi sociali intermedi, e reso in tal modo servo di desideri, bisogni e idee indotte. Un individuo omologato e omologabile, facilmente controllabile fin nei suoi più profondi bisogni e desideri, totalmente allineato al pensiero unico dominante. Ed è proprio nell’ottica dell’ideologia mondialista, a nostro parere, che bisognerebbe vedere la ragione di questo impegno senza precedenti dei Poteri Forti allo scopo di demolire quelle “vecchie” identità (siano esse sociali, religiose, politiche o culturali) che potrebbero, in qualche modo, rappresentare un ostacolo all’omologazione globale. Così l’Ideologia Gender, rendendo “nebulosa” e ambigua persino quella dimensione basilare che è l’appartenenza sessuale, può essere un formidabile ingrediente nel processo di creazione necessario dell’uomo nuovo: un uomo nuovo che si vuole confuso, ambiguo, letteralmente a-morfo, senza forma. Inoltre, con la sua carica ideologica dissolutiva, la dottrina del Gender è anche, per sua natura, violentemente “corrosiva” nei confronti d’ogni tipo di mentalità “tradizionale” e di ogni tipo di religione. Essa, infatti, proclama che tutti gli “antichi culti” sono indistintamente discriminatori e falsi, retaggio di un passato che si vuole oscuro e destinato all’annientamento nel più classico “stile” proprio a tutte le ideologie moderne. Le velleità prometeiche e “controiniziatiche” vengono analizzate proprio nei capitoli finale della riedizione del nostro saggio. Non è un caso che Kinsey fosse morbosamente attratto dalla figura del mago Aleister Crowley…

Che cosa si può fare per invertire questa tendenza? Tu e Gianluca Marletta, avete senz’altro apportato un importante contributo, redigendo questo saggio che, a mio parere, andrebbe – questo sì – diffuso quanto più possibile nelle scuole e discusso nei luoghi in cui si affrontano “temi culturali”. Eppure, scrivere, denunciare, indicare dove sta l’inganno e destrutturare le tecniche di manipolazione non è ancora sufficiente. Secondo me, per venire a capo di questo disordine è necessario porsi il problema di ciò che è “in ordine”. Per focalizzare ciò che è innaturale e marginalizzarlo – per prima cosa rispetto a se stessi – è imprescindibile stabilire che cosa è “naturale”. Per non finire in qualche modo ingannati da Satana, in ogni sua forma, è assolutamente necessario porsi sotto la guida e la protezione divine e cercare di conformare la propria vita secondo “la Via” che Iddio ha tracciato con le tradizioni religiose ortodosse. In questo e negli altri libri che avete scritto insieme (Governo globale e La fabbrica della manipolazione) credo traspaia bene il problema delle influenze dissolventi che in questi tempi definiti da più parti come “ultimi” stanno sciamando praticamente dappertutto, persino negli ambienti che per “missione” sono preposti a svolgere la funzione di “muraglia”. Non vi sentite, affrontando simili argomenti, come investiti di una notevole “responsabilità”?

Premesso che non si può mai essere realmente “obiettivi” ma solo cercare di esserlo genuinamente, ognuno di noi proietterà sempre delle proprie “credenze” nel lavoro che fa. Detto ciò, Marletta ed io abbiamo sempre cercato di essere obiettivi e il nostro lavoro si è sempre focalizzato su un piano storico e “giornalistico”. Se la prima versione di Unisex era stata volutamente realizzata in modo “asettico”, la riedizione è più filosofica e tradisce volutamente un certo trasporto: non è un controsenso, il cambiamento è stato voluto. Soprattutto i capitoli di chiusura curati da me sono “appassionati” e citano anche autori quali René Guénon. Questo approccio non cela però alcuna motivazione religiosa, confessionale, politica. Semmai rabbia e paura per il futuro nel vedere concretizzarsi man mano le distopie immaginate da George Orwell ma soprattutto da Aldous Huxley. Ribadisco, però, che non c’è alcuno scopo religioso o politico nelle nostre opere e soprattutto non siamo mai stati “dogmatici”. Altrimenti si avrebbe semplicemente uno scontro di ideologie, la nostra contro la loro, e sarebbe ipocrita. Nessuno ha la verità in tasca per quanto possa crederlo.

Abbiamo rivestito semmai il ruolo della Cassandra, che mette in guardia da certe derive cercando di guardare oltre il proprio naso. Un articolo o un libro non cambierà certo il punto di vista del lettore; potrà semmai fare riflettere e spingere ad approfondire quell’argomento.

Le derive che il postumano offre rientrano a mio dire nel campo della mutazione antropologica dell’uomo stesso e sono evidenti e riscontrabili con facilità. Siamo nel campo della filosofia e dell’antropologia semmai. I discorsi iniziatici li lascio a chi è più preparato di me, mentre i messaggi “religiosi” o le chiamate alle armi spirituali dovrebbero venire dai puri di cuore e di spirito, dagli eletti insomma. Non avendo la presunzione di rientrare in queste due categorie posso solo cercare di fare informazione con modestia e tentare di manipolare nessuno. Non a caso mi piace sempre citare una frase di Popper: «il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza». Credo che sia compito di tutti noi vigilare sulla “libertà”, mentre la nostra anima e la nostra “vita spirituale” rientrano nella sfera divina. Per questo invito a sviluppare la coscienza critica, a osservare, diffidare, dubitare. Il dubbio è il primo mezzo per divenire critici e per emanciparsi da chi ci vuole imporre il proprio giogo. Se ci manipolano è perché serve il nostro consenso. Possiamo non abdicare alle nostre responsabilità e al nostro libero arbitrio. Ed essere in qualche modo, “liberi da”.

(intervista a cura di Enrico Galoppini)

martedì 22 dicembre 2015

Solstizio d'inverno



Oggi  è il Solstizio d'inverno e il sole, quasi sopraffatto dall'oscurità,  riprende il suo ciclo ascendente carico di rinnovata forza,vincendo così le tenebre.
Facciamo sì che anche la parte "luminosa" che è in noi torni oggi a splendere
Un nuovo ciclo riparte all'insegna di una nuova luce!

sabato 19 dicembre 2015

Il solstizio d' inverno e il significato simbolico del Natale


Pubblichiamo di seguito un'articolo tratto da AzioneTradizionale riguardante il solstizio d'inverno ormai prossimo, del 21 dicembre 2011
Camminando per strada in questi giorni non possiamo che notare quel particolare clima gioioso che, come tutti gli anni, precede il Natale. Sempre più spesso però, nell’immaginario moderno, questa festa è vissuta esclusivamente sotto l’aspetto commerciale e materialistico che essa ha assunto nella nostra società, ponendo inevitabilmente in secondo piano – quando non addirittura portandoci a vivere inconsciamente – il suo vero significato.
Innanzitutto è a nostro avviso necessario partire da ancora più lontano: ossia dal fatto che, con il progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura, stiamo diventando sempre più insensibili al suo ciclo e alle sue molteplici manifestazioni. La stragrande maggioranza delle persone, oggigiorno, vive il susseguirsi delle varie stagioni esclusivamente per il fatto che si accorge del cambiamento di temperatura e, qualora sia ancora abituata a farlo, osservando nella natura dei cambiamenti evidenti.
Ma quale nesso si pone dunque in essere tra il mondo naturale con la sua ciclicità e una festa apparentemente legata al costume popolare e alla religione?
Ebbene l’aspetto più rilevante, e tutt’altro che casuale, del Natale è che esso si festeggia in prossimità di un altro avvenimento molto importante, ossia quello del solstizio d’inverno, che cade il 21 dicembre. Il solstizio d’inverno è un avvenimento di particolare rilevanza perché è il giorno più corto dell’anno, durante il quale il Sole occupa lo spazio più in basso dell’eclittica.
Per tutti i popoli antichi, questo periodo dell’anno riveste un fondamentale aspetto simbolico, di carattere esoterico. Infatti, a partire dal giorno seguente il solstizio, le giornate ricominciano impercettibilmente ad allungarsi, simboleggiando la vittoria del sole sulle tenebre e il ritorno di un periodo di luce, che troverà il suo apice nel solstizio d’estate, giorno più lungo dell’anno.
Durante la notte più lunga dell’anno dunque, dove la luce pare abbia lasciato definitivamente spazio alle tenebre, ecco che anticamente si accendevano dei fuochi per propiziare questa vittoria e rinascita. Tale avvenimento però, non era vissuto esclusivamente come di carattere esteriore, bensì era un momento durante il quale fermarsi a riflettere su di noi e sul nostro agire, facendo della sincera critica introspettiva, seguita poi dalla celebrazione di questa rinascita di luce anche in noi stessi.
La vittoria della luce sulle tenebre sancisce pertanto un ritrovato (e rinnovato) stato dell’essere, che dopo aver affrontato e lasciatosi alle spalle gli aspetti più bui che in esso albergavano, è pronto a rimettersi in cammino verso un mondo luminoso con rinfrancata freschezza.
Con queste poche righe speriamo di aver contribuito in minima parte a tenere vivo il senso e il significato di quello che è forse il momento più significativo dell’anno, con l’augurio che questa consapevolezza cresca e scalzi il materialismo ormai insito ad esso e con la certezza che un uomo che vuole considerare se stesso in sintonia con la natura non può non riconoscerlo.
Un buon solstizio a tutti!

giovedì 17 dicembre 2015

“Il Mito che ritorna. Racconti e Simboli del Solstizio” – recensione (12.12.2015)


(Fonte: www.azionetradizionale.com )
Con l’avvicinarsi di un giorno importante come quello del Solstizio d’Inverno, presso i locali di Raido si è tenuta la conferenza dal titolo “Il Mito che ritorna, Racconti e Simboli del Solstizio”. A spiegare l’importanza di tale giorno ed a chiarificare il tutto con esempi è stato Mario Polia.
Dopo una introduzione a cura della Comunità Militante Raido, Polia ha iniziato a spiegare il simbolismo del Solstizio con una fiaba conosciuta da tutti ma dai significati fondamentali per la comprensione di tale messaggio, ossia Cappuccetto Rosso.
Una volta delineata l’importanza del significato di resurrezione e di rinascita della luce sulle tenebre proprio grazie a tale fiaba, Polia ha illustrato come il messaggio ricorra in tutte le dottrine tradizionali, a partire dai miti nordici dell’Edda fino al Cattolicesimo. Quindi, ha spiegato l’importanza di giorni come il Solstizio ed il Natale, che devono servire affinchè dopo un attento esame di se stessi si definiscano i propositi e quindi si piantino i semi dei propositi che dovranno sbocciare durante l’anno per poi culminare con tutta la loro potenza, seguendo quelli che i latini avrebbero definito “exempla”.
Affiancati a tali miti Polia ha, inoltre, spiegato tutta l’opera di sovversione del mito e quindi di appiattimento che il mondo moderno ha compiuto nel tempo, demolendo completamente una visione ciclica e sana del tempo per edificare un costrutto artificioso di ritmi frenetici ed innaturali. Tutto ciò a partire dalla completa amnesia nei confronti di retaggi importantissimi come appunto quelli delle fiabe, che come ha sottolineato il relatore dissodano nel giovane il terreno affinchè possano attecchire i messaggi tradizionali successivi.
 Un altro punto affrontato durante la conferenza è stato quello del simbolismo della strenna natalizia e quindi di ciò che rappresentano il simbolismo delle noci, il fico e l’alloro con tutto il significato sacro che ricoprono e che nei tempi ultimi sembrano aver perduto, mantenendo soltanto la loro forma esteriore.
L’incontro si è poi avviato alla conclusione e Mario Polia ha poi risposto alle numerose domande sia del pubblico, sia della Comunità Militante Raido.
L’intento della conferenza è stato senza dubbio, non quello di riempire la testa del pubblico con nozioni accademiche, ma il cuore con quelli che dovranno essere i punti fermi su cui impostare un anno nel solco della Tradizione. Ed è proprio in vista della fine e dell’inizio d’anno, che lanciamo ancora una volta la nostra invocazione al cielo: ora e sempre, in alto i cuori!

martedì 15 dicembre 2015

Russi, questi "cattivoni" che mentono sempre...


Come ci hanno spiegato, i russi mentono sempre. Per fortuna! Pensate come dovremmo preoccuparci se, invece, i turchi aiutassero l'Isis, gli Usa aiutassero la Turchia che aiuta l'Isis (Daesh), la Nato...

Noi occidentali siamo proprio fortunati! Sappiamo che la Russia è l'impero del male e che, quindi, nulla dalla Russia può venire che non sia menzogna. Pensate che disastro, se non fosse così.

Se non fosse così, dovremmo pensare che la Turchia, un Paese a cui l'Unione Europea, per mano della signora Mogherini (appunto Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dicesi sicurezza!) vorrebbe consegnare 3 miliardi per controllare i confini e impedire che i profughi siriani si riversino verso l'Europa, usa uno dei suoi confini, quello con la Siria, per fare affari con i jihadisti che mettono a ferro e fuoco la Siria, producendo appunto quei profughi. Un bellissimo sistema, quello turco, per guadagnare tre volte su un'unica tragedia: comprando petrolio e opere d'arte dall'Isis (Daesh); vendendo all'Isis (Daesh) armi e altre attrezzature e facendo passare i foreign fighters che vanno a rinforzare le sue file; infine, obbligandoci a versare milioni se non vogliamo veder arrivare i profughi.
Certo, l'impero del male ha prodotto foto e testimonianze. E anche chi scrive, visitando il Kurdistan iracheno, non ha mancato di notare le centinaia e centinaia di autobotti che ogni giorno partono per la Turchia, cariche di petrolio "clandestino", quello che il Kurdistan dovrebbe vendere attraverso il ministero del Petrolio di Baghdad e invece vende per conto proprio.

Qualche tempo fa, inoltre, Hisham al-Brifkani, iracheno e presidente della commissione Energia della provincia di Ninive, aveva pubblicamente detto che le forniture di petrolio contrabbandato dall'Isis (Daesh) in Turchia avevano raggiunto un massimo di 10 mila barili al giorno, per assestarsi poi sui 2 mila barili, anche se molti altri esperti parlavano di un potenziale da 250 mila barili al giorno.

Ma non importa, per fortuna l'ha detto l'impero del male e noi sappiamo che son tutte frottole. Il che ci tranquillizza a cascata. Perchè se la Turchia è amica dell'Isis (Daesh), che cosa sono gli amici della Turchia? Barack Obama, per esempio. Il superdemocratico Nobel per la Pace che, quando la Turchia abbatte un aereo russo dice "la Turchia ha diritto a difendere i suoi confini" come se la Turchia fosse stata attaccata, e quando i russi mostrano le foto dei traffici al confine ribatte "la Turchia non c'entra"? Se non sapessimo che l'impero del male mente sempre, potremmo persino pensare che è Obama a mentire. E' Obama che spalleggia gli amici dei terroristi. E' Obama che finge di combattere l'Isis (Daesh), lasciandogli invece aperte tutte le porte di rifornimento: quelle della Turchia, certo, ma anche quelle del Golfo Persico, le cui monarchie continuano imperterrite a distribuire quattrini e armi ai jihadisti.
Dovremmo persino pensare (ma qui siamo proprio al colmo) che i satelliti del Pentagono hanno qualche disfunzione. Se un aereo russo esplode sul Sinai, dopo un paio d'ora sanno dirti per filo e per segno che cos'è successo. Ma se lunghissime colonne di autobotti attraversano il deserto (o una non meno lunga colonna di mezzi e blindati carichi di miliziani solca per ore il deserto per raggiungere Palmira) non vedono nulla. Misteri della tecnologia.

Non è dunque una gran fortuna sapere che l'impero del male mente sempre? E che sospiro di sollievo sapere che in ogni caso, a tenerlo a bada, c'è la Nato. L'Alleanza militare che per due anni ha taciuto sui maneggi della Turchia, e sul transito di armi e foreign fighters verso la Siria,ma si è tanto tanto preoccupata dei bombardamenti russi sui ribelli.

E che adesso, di fronte al generale smandrappamento dei suoi amici, e al "liberi tutti" nell'intervento anti-Isis (Daesh) in Siria (Germania, Francia e Gran Bretagna perché l'opinione pubblica non sopporta più le ciance, la Cina in nome di vecchi alleanze), non sa far altro che organizzare qualche provocazione a base di aerei abbattuti, Governi ucraini all'attacco e inviti al Montenegro. 

Quindi che gran fortuna che l'impero del male menta sempre. Se no, sai quanto ci dovremmo preoccupare?

(Fonte: it.sputniknews.com)


sabato 12 dicembre 2015

Oggi a Raido | Il Prof. Mario Polia - Racconti e simboli del Solstizio


Equipaggio di Azione Punto Zero, alle 16,00 da Santa Marinella 

mercoledì 9 dicembre 2015

75 anni fa nasceva Adriano Romualdi



"E non poteva certo credere che gli Americani, che erano alleati col più grande assassino della storia mondiale - Stalin - prendessero così alla lettera i loro principi. Non poteva comprendere il singolare concetto dell'umanità e della democrazia degli Americani, per i quali i crimini dei nazisti erano atroci, quelli dei russi bagattelle, e che mentre condannavano a morte milioni di uomini consegnandoli a Stalin, mentre bombardavano al fosforo Dresda e Amburgo, credevano ancora di battersi per l'umanità e la democrazia, così da non potersi sporcare le mani trattando con Himmler."
(Le ultime ore dell'Europa) 

Adriano Romualdi 9/12/1940 - 9/12/2015

Salviamo il MUSEO DELLA CIVILTA' ROMANA!



Continuano le nostre segnalazioni in tema di KULTUR-a. Oggi segnaliamo questo ennesimo scandalo. Forse non tutti sanno che il Museo della Civiltà Romana è chiuso dal gennaio 2014. Perciò nessun pellegrino, nessun visitatore che verrà a Roma per il Giubileo potrà visitare i padiglioni progettati dagli architetti Aschieri, Bernardini, Pascoletti e Peresutti per l’esposizione universale del 1942. La grande struttura dell’Eur, parte fondamentale del polo museale del quartiere, resterà chiusa per tutta la durata del Giubileo. Ottimo!

martedì 8 dicembre 2015

Perché non viene fermato chi veramente finanzia l'ISIS?


(Fonte: it.sputniknews.com)

Dopo la strage di Parigi in molti sono tornati a scoprire l’orrore dello Stato Islamico (Daesh) con Hollande che giura di volerlo annientare e Obama che gli promette supporto incondizionato.

Eppure gli Usa e i loro alleati continuano a rimanere alleati di paesi come la Turchia e l’Arabia Saudita che finanziano lo stesso Isis (Daesh), al punto che combattere lo Stato Islamico (Daesh) senza rompere con i suoi finanziatori suona come una autentica presa in giro. 

Se come dicono Hollande e Obama sconfiggere l'abominio del Daesh dovrebbe essere la priorità, allora come è possibile che non venga presa alcuna misura nei confronti dei paesi che continuano ad avvantaggiarlo sul campo? La cosa a ben guardare sembra più semplice e paesi come gli Stati Uniti che tendono a essere chiamati in causa come il paese riferimento globale cominciano a coprirsi di ridicolo nel sostenere di voler fare una guerra senza quartiere all'Isis (Daesh) e nel contempo a sostenere che il governo di Assad e la Russia rafforzano l'Isis (Daesh) combattendo contro i ribelli.

Si tratta di affermazioni prive di ogni logica anche perchè tra i ribelli siriani si trovano anche i membri della branca siriana di Al Qaeda, Al-Nusra, che ha ricevuto armi e appoggio proprio da quei paesi come Arabia Saudita e Turchia che sulla carta sono nostri alleati. La cosa incredibile è che a Washington decidono gli amici e i nemici e tutti i media si allineano di conseguenza, con la realtà che finisce come sempre in secondo piano.
Così dobbiamo sentirci dire quotidianamente che la Russia è un paese aggressivo e dittatoriale quando siamo alleati di paesi come la Turchia che arrestano sistematicamente membri dell'opposizione, opprimono minoranze (vedi i curdi) e nemmeno riconoscono il genocidio degli armeni. Per non parlare del comportamento scandaloso tenuto nei confronti dell'Isis (Daesh), con migliaia di foreign fighters che hanno attraversato in lungo e in largo la Turchia potendola utilizzare come una sorta di porto franco e di porta girevole per entrare in Siria. Per non parlare dell'Arabia Saudita che governa i suoi cittadini, o forse sarebbe meglio dire sudditi, applicando le rigide regole della Sharia islamica. Di fronte all'enormità di queste ingiustizie Obama e soci continuano a parlare di Assad scaricando su di lui la colpa della nascita dello Stato Islamico (Daesh).
Eppure ora ne parlano tutti, lo Stato Islamico (Daesh) come ha potuto controllare in pochi mesi mezzo Iraq conquistando anche una città di due milioni di abitanti come Mosul? Chi ha continuato a comprare il petrolio all'Isis (Daesh)?

Si può veramente credere alle follie di Erdogan per cui sarebbe Assad a comperare il petrolio dallo Stato Islamico (Daesh)? E se anche così fosse, come mai nessuno gli chiede conto del perchè si sia sentito autorizzato a favorire in ogni modo attività ostili in un paese sovrano senza aver ricevuto alcuna autorizzazione dalle Nazioni Unite? Come si può combattere e distruggere lo Stato Islamico (Daesh) se si disconoscono il 70% delle forze che lo combattono sul terreno (Hezbollah, esercito siriano, milizie sciite)?
Insomma il Re è nudo, ancora una volta, e questa volta sarà davvero difficile per costoro lavarsi la coscienza. Lo stesso Hollande che ha l'obbligo di dare delle risposte al suo popolo ferito dall'abominio del terrorismo, potrà continuare a lungo ad allinearsi alle politiche Usa? In che modo si potranno giustificare al popolo francese ed europeo le sanzioni commerciali contro la Russia e il permanere di ottimi rapporti con un paese come la Turchia che da mesi (anni) offre un solido retroterra all'Isis (Daesh) impegnandosi invece a bombardare i curdi?



lunedì 7 dicembre 2015

Mai più Scientology in Russia




Quindi, mentre da noi, in nome della tolleranza, vengono minacciate quotidianamente l’integrità spirituale di bambini e ragazzi, la Russia, ancora una volta, dimostra di essere un baluardo anti-mondialista.
Mentre in Occidente si tentenna di fronte allo spaventoso vuoto di valori nel quale è immersa la classe dirigente di domani, a est, quanto meno, si tenta di porre in essere degli argini alla montante marea livellatrice della globalizzazione culturale.
Scientology è solo uno dei tanti tasselli del grande mosaico che gli architetti del Nuovo ordine mondiale stanno tentando con qualsiasi mezzo di fissare nelle coscienze dei popoli europei. Quel mosaico che, nelle loro diaboliche intenzioni, dovrà prima o poi sostituire i vecchi e reazionari mosaici dell’ortodossia cristiana, che ancora ostinatamente adornano quelle antiche chiese, che pur riuscirono a sopravvivere al fuoco sovietico.
Noi lo sappiamo da fin troppo tempo che la peste che ammorba l’occidente è l’ideologia mondialista, che ci vorrebbe tutti uguali nel vestire, nel mangiare, nel pensare, nel percorrere senza sosta quell’american way of life che dovrebbe finalmente “liberarci” da quella weltanschauung che per lunghi secoli ci ha indicato la via dell’onore e della fedeltà.
La Russia di Putin ha strappato un altro tassello al grande mosaico mondialista, e noi ne siamo ovviamente felici!
Link da: http://ordinefuturo.net/2015/12/01/mai-piu-scientology-in-russia/

sabato 5 dicembre 2015

Francia, le contromisure al terrorismo limiteranno la libertà d'informazione


Francia: iniziano le censure-web, camuffate da contromisure al terrorismo. "Sicurezza è schiavitù" si direbbe orwellianamente, e a farsi benedire la libertà di poter attingere a fonti di informazione che non riportino altro che le menzogne occidentali...

Il Governo francese, con la scusa di imporre rigide leggi contro il terrorismo a motivo degli attentati di Parigi, si sta procedendo alla chiusura dei siti web di notizie alternative. La versione francese del sito web “We Are Change” risulta già essere stata bloccata, in una offensiva senza precedenti contro i media alternativi in Europa.
L’informativa di Trueactivist.com dice:
“Le Blog De Resistence” è un portale di informazioni alternative molto popolare con più di 10 milioni di visite e migliaia di sottoscrittori regolari. L’autore, che si fa chiamare Z, è stato chiamato a fare dichiarazioni dopo gli attentati di Parigi.
Secondo quanto riferisce il webmaster:
“Quanto tempo ancora durerà questo blog aperto? Il peggio è che ai francesi non interessa, sono totalmente ossessionati con più sicurezza a spese delle loro libertà. Il mondo si burla dei terribili segreti rivelati da Snowden. Questa è la Francia, la “terra della libertà”.
Oggi, una volta di più lo ripeto, ho molta paura per la libertà di espressione e per i media aternativi. Non so per quanto tempo ancora potrò scrivere e informare liberamente. Temo per me stesso. La grande quantità di leggi approvate dall’inizio dell’anno (legge antiterrorismo, intelligence….) è enorme. Risulta molto difficile per noi scrivere sotto uno stato di emergenza. Lo stress e la tensione sono da tutte le parti”.
Fonte: Selecta News
Nota: Lo avevamo previsto. Il terrorismo gioca un ruolo decisivo nella politica repressiva attuata dai governi  del sistema globalista. Così è stato dall’11 Settembre con la conseguente “Guerra al Terrore” scatenata da George W. Bush ed da Dick Cheney che, oltre alle guerre scatenate in Asia e Medio Oriente,  ha consentito la sospensione dei diritti negli USA,  tramite l’emanazione del  “Patrioct Act” ,  che  prevedeva ( naturalmente al fine di combattere il terrorismo), una serie di strumenti straordinari tra i quali si rileva – “la possibilità dell’Esecutivo di far giudicare i terroristi (o sospetti tali) catturati da tribunali militari, a porte chiuse senza le garanzie usuali dei procedimenti giurisdizionali”.

Il 13 novembre 2001 il Presidente Bush emette il Presidential Military Order sulla detenzione, il trattamento e il procedimento nei confronti di alcuni non-cittadini nella guerra al terrorismo in cui dichiara che «la situazione di emergenza determinata dalla minaccia terrorista richiede che, per garantire la sicurezza nazionale, siano adottate misure straordinarie nei confronti dei non-cittadini che il Presidente ritenga appartenere ad Al Qaeda o che egli giudichi essere in qualche modo collegati alla rete del terrore……”.
Queste misure sono ancora vigenti e possiamo ricordare fra queste il carcere di Guantanamo, con le torture inflitte ai detenuti  da parte dei  militari USA, la campagna di assassinii mirati fatta attraverso i droni senza pilota che hanno causato alcune migliaia di vittime civili innnocenti, come effetti collaterali. Una campagna che viene svolta fuori dai riflettori dei media in paesi come il Pakistan, lo Yemen, la Somalia, il Sudan o la Nigeria.
Non è difficile che anche in Francia si adottino delle misure simili, visto che gli attentati di Parigi sono considerati una sorta di 11 S. della nazione francese. Altrettanto si può considerare prevedibile uno spostamento di opinione e di consensi nei cittadini  francesi  per effetto degli attentati da cui si potrebbe avvantaggiare il governo Hollande che cerca di presentarsi come un governo energico che reagisce con durezza alla situazione di emergenza. Questo considerando la forte caduta di consensi che lo stesso governo Hollande aveva registrato nei mesi precedenti. 
Naturalmente Hollande occulta la sua politica di appoggio  e di complicità con i gruppi terroristi di Al Qaeda all’estero (in Siria) per le sue finalità di voler rovesciare un governo legittimo (quello siriano) e per compiacere gli stretti legali con l’Arabia Saudita e gli altri Stati del Golfo.
A breve scadenza potremo vedere  gli effetti di questa strategia che sicuramente non sarà limitata alla sola Francia.
Traduzione e commento: Luciano Lago

venerdì 4 dicembre 2015

Dopo ABRACADABRA, a Santa Marinella torna la parola magica: "Sono stati i Fascisti"

gruppi su Facebook, a Santa Marinella, da qualche tempo, stanno subendo una vera e propria involuzione progressiva. La migliore della settimana, la troviamo questa volta su "Santa Marinella Il Paese che Vorrei!!!", gruppo creato a sinistra, probabilmente da SEL, dove trovano spazio cose davvero divertenti. L'occasione è ghiotta, dopo una piantumazione - assolutamente meritevole - di alberi per la giornata mondiale del clima, dei vandali hanno sradicato i poveri alberelli. 
 

La piantumazione a cura degli scout dell'AGESCI. Immagine presa da FB. 

Aldilà del fatto che per noi queste inezie si sarebbero risolte con una sana bastonatura, la sinistra NEUROpea di Vendola e soci, ha riproposto una parola magica che giustappunto non risuonava più da qualche tempo nelle cronache giornalistiche e negli slogan politici. 
No, non è ABRACADABRA ma " SONO STATI I FASCISTI".
Sì, sappiamo che non crederete ai vostri occhi ma è cosi. Siamo consapevoli che Madre Natura (perché noi abbiamo una concezione Sacra dell'ambiente), digerirà anche i prodotti politici tossici e industriali come i sellini, lo siamo altrettanto del fatto che il neoambientalismo d'accatto reggerà il bordone al nuovo strumento del nuovo ordine mondiale: il climatismo, però tutto ciò è davvero esilarante. Siccome siamo buoni e vi abbiamo sempre fatto divertire, le cose - anche questa volta - non ve le faremo andare a cercare, le potete leggere qui. 
 

Il poro arbusto fatto oggetto di vandalismo, da parte sicuramente di qualche cervello bruciato che frequenta la zona. Immagine presa da FB 

Mettetevi comodi, rilassatevi, godetevi la lettura e per fare magari un po' di atmosfera, se avete un passamontagna ed un eskimo indossateli, tanto sopra il maglioncino di cachemire ci stanno no? 😉

Manuela Comito > Santa Marinella Il Paese che Vorrei!!!
Voglio condividere con voi le riflessioni di Lorenzo sulla vicenda degli alberi. Sono stati i fascisti.
Gli alberi piantati domenica scorsa, dopo 24 ore erano già oggetto di vandalismo e brutalità. Mi è stato detto che gli alberi appena messi a dimora nella piazzetta erano stati “sdraiati” da qualche imbecille e il mio primo pensiero è stato: “sono stati i fascisti”. 
Sarà per un retaggio culturale, sarà per la mia età, sarà per le mie esperienze, ma il riflesso è stato questo. Poi sono giunto sul posto e mi sono reso conto che poteva “semplicemente” essere opera di un ragazzino che non ha di meglio da fare che vandalizzare il proprio paese. 
Ma è davvero così “semplice”? Che cosa spinge un ragazzo ad accanirsi su un paio di alberelli e cimentarsi nell’arte dell’incuria, della distruzione per la distruzione, della superficialità come stile di vita? A me sembra evidente: è il contesto ambientale, sociale e culturale in cui vive; è il degrado che lo circonda e che gli appare normale; sono la mancanza di alternative creative, di godibilità, di soddisfazione. 
È la mancanza dell’aggregazione positiva dello sport, la passione formativa del rapporto con l’ambiente, la soddisfazione dell’affermazione del sé come individuo all’interno di una collettività accogliente, l’impossibilità di proiezioni sul futuro, l’assenza di un sogno. E la responsabilità di tutto questo di chi è se non di una categoria di sedicenti politici che invece di amministrare correttamente praticano un intollerabile quanto scellerato esercizio del potere finalizzato al consenso e non alla crescita.
Quando un’amministrazione lascia morire decine di palme sul proprio territorio pensando più alla svolta della mancata potatura che al dramma di quella perdita, quale insegnamento sta dando ai suoi giovani cittadini? 
Quando questa amministrazione e la maggioranza che la sostiene continua a prenderci in giro per mesi, anni, con “giustificati” rinvii dell’apertura della biblioteca comunale, un luogo per studiare, per leggere, per incontrarsi, … che esempio sta dando? 
Viviamo in un paese di cantieri aperti e mai finiti, di piscine pubbliche chiuse, di campi sportivi non agibili, di luoghi di ritrovo e aggregazione negati, dove manca il controllo del territorio e dove la pioggia fa paura. Questi amministratori che non sanno distinguere una piazza dalla copertura di un parcheggio e che costringono i cittadini a ricevere ciò di cui hanno diritto sotto la forma di un favore elargito dal potere, che modello rappresentano per i ragazzi?
Ed ora veniamo al perché lo fanno. Questa gente che fa politica “scendendo in campo” e “sporcandosi le mani” (quando, invece, la politica dovrebbe essere la nobile attività di chi si dedica al benessere del collettivo) ci costringe nel degrado perché nel degrado è più facile esercitare il proprio potere. 
Impone la logica dell’emergenza perché nell’emergenza è più facile fare affari. Nega l’importanza dell’ambiente naturale perché la natura genera sogni, favorisce la speculazione mentale e impedisce la speculazione edilizia.
A queste persone che hanno confuso il servizio per la gestione del bene pubblico con l’esercizio arbitrario del potere, fa comodo che la situazione rimanga quella che è e lavorano affinché nulla cambi. Sono quelli che provano fastidio per la diversità e che trovano intollerabile l’accoglienza. Persone prive di empatia per cui la logica dell’io prevale su quella del noi. Gente che impedisce la crescita culturale perché la cultura è spazio critico, intelligenza sociale, ribellione contro qualsiasi forma di oppressione e solo un popolo privo di consapevolezza può concedere loro il suo voto. 
Egoismo, individualismo, edonismo, denaro, prevaricazione sono i valori che governano l’azione di questi individui e qualunque sia la bandiera sotto la quale si presentano, questi per me sono fascisti e sono stati loro a brutalizzare gli alberi, loro è la responsabilità.
Ma questi signori devono sapere che noi non ci arrenderemo mai e per quanti alberi potranno distruggere, avremo semi da mettere in terra. Siamo fatti così, abbiamo iniziato a rompere i coglioni quando vivevamo ancora sugli alberi e non smetteremo fino a quando questo mondo non sarà un posto migliore. Un luogo di popoli che convivono nella pace e nel rispetto della natura, dove si condivide e si ragiona; uno spazio in cui si pratica l’arte e si immaginano progetti per un futuro in cui si è felici, tutti.
Ci daremo da fare finché non ci saremo riusciti, e ce la faremo perché non smetteremo mai di avere fiducia nell’intelligenza umana, nella condivisione, nel progresso. Non siamo capaci di arrenderci né di arretrare e non siamo capaci di smettere di rompere i coglioni al potere perché la nostra non è una fede, è un vizio.

giovedì 3 dicembre 2015

[EVENTO] Il mito che ritorna – Racconti e simboli del Solstizio. Con Mario Polia


Sabato 12 Dicembre 2015, ore 18
Via Sciré 21/23, Roma
Il Mito che ritorna. Racconti e simboli del Solstizio
con Mario Polia

martedì 1 dicembre 2015

C'è un gasdotto alla radice della questione Siriana


Nel 2009, dal Qatar sarebbe iniziato il progetto di un gasdotto che passa sul suolo del suo alleato saudita, poi in Giordania per poi transitare dal suo altro alleato turco, membro della NATO, per il rifornimento di gas in Europa.

Una bella squadra di alleati, Qatar, Arabia Saudita, Kuwait, Giordania e la Turchia, tutti grandi amici dello Zio Sam.

Però questo gasdotto, si vocifera che avrebbe urtato uno scoglio. Proprio per arrivare in Turchia, che rappresenta il ponte tra il Medio Oriente e l'Europa, deve inevitabilmente passare per la Siria. E qui casca l'asino, il presidente Assad che non svende la sovranità del suo Stato, principale attività dei politici europeisti e quindi si rifiuta di concedere il suo territorio per il transito del gasdotto citato prima, che avrebbe magari anche portato soldi alle casse di Damasco. Perchè?

Assad sostiene posizione della Russia su politica internazionale aggressiva degli USA
Assad, forte della sua lunga amicizia con la Russia, non vuole danneggiare Mosca per la fornitura di gas in l'Europa se passasse sul suo territorio il gasdotto qatariota-saudita in concorrenza con quello russo. In sostanza il presidente siriano NON si è venduto per mantenere salda la sua alleanza con Putin.
Il progetto degli alleati del Golfo, rischia di andare in fumo, siamo già al 2011 e quindi, la primavera araba per "magia" si sposta anche in Siria. Tutto ad un tratto Assad diventa l'Hitler del Medio Oriente, colui che che usa i gas velenosi sulla sua popolazione. Notizia tra l'altro smentita quest'anno, ma all'epoca dei fatti servì per il Casus Belli americano contro il governo siriano. 

Pertanto bisogna esportare la democrazia, ma invadere la Siria come è accaduto con l'Iraq, non va più di moda, almeno per il momento, ma ecco che dal nulla, come i funghi, un'organizzazione terroristica inizia una guerra "santa" prima in Iraq, che anche in questo caso si vocifera era nel progetto del gasdotto e poi in Siria. Che coincidenza! 

Usa, gli aiuti a favore dei cosiddetti ribelli moderati continuano a cambiare strada
Ma ci sono anche i ribelli "moderati" (con l'ammissione che questi sono stati addestrati dagli americani), i quali diventano i papabili come soluzione alla Pax Siriana.
Perfetto, ora l'Occidente può fare la sua crociata per spodestare il legittimo ma cattivo presidente siriano, tralasciando le violenze inaudite perpetuate dai terroristi. 
Ma questi, una volta rimosso Assad ed instaurato un governo magari amico o meglio voce del padrone occidentale, i vari ribelli-terroristi sarebbero scomparsi dal nulla, tramite un tasto di telecomando premuto dall'Occidente che avrebbe anche incassato anche questo secondo merito. Quindi aver cacciato via il terribile Assad, esportando la democrazia a suon di bombe come accaduto in Libia e poi magari convertire i terroristi in moderati per la "ricostruzione" del Paese. Fantastico!

Siria, Putin e Obama sono d’accordo: devono decidere i siriani
Ma le cose non vanno così, i siriani resistono, sono legati ad Assad che non lascia il suo popolo, riconoscente nei riguardi della Russia, che non è stata tradita ed ora direttamente in campo contro quei terroristi venuti alla ribalta dopo il fallimento del progetto di gasdotto, incredibile coincidenza astrale.
Ma l'Occidente non ci sta e quindi anche la Russia che sta rovinando il giocattolo atlantico, entra nel club dei cattivi, accusata di non bombardare i terroristi, bensì i "moderati" addestrati proprio dagli esportatori della "democrazia" come è stato ammesso da quest'ultimi.

(Fonte: www.sputniknews.com)

Il Cameratismo | Robert Brasillach, uno di noi!



"Il cameratismo ha bisogno anche della confidenza, 
della reciproca fiducia, di simpatia, di gioia, di spirito di gruppo. 
E soprattutto di non prendersi troppo sul serio. 
Il nostro cameratismo, in un mondo che cambiava di giorno in giorno più violento e sottosopra, 
ci è sembrato un punto fermo, un approdo sicuro. 
Forse l'unico che ci è rimasto. 
E poi ci ha regalato delle gioie, dei momenti indimenticabili, che non ritroveremo forse più.
Vivi, scanzonati e liberi. 

Robert Brasillach
UNO DI NOI!