venerdì 30 aprile 2010

“Laogai, l’orrore nella Cina del terzo millennio”


Con il patrocinio del Comune di Santa Marinella

AC Leonidas - AC Memento Naturae - CST Aurhelio
organizzano una conferenza sul tema

“Laogai, l’orrore nella Cina del terzo millennio”


Domenica 9 Maggio 2010 ore 12,00
Biblioteca Civica "A. Capotosti" via Aurelia 310/b Santa Marinella


Intervengono
Toni Brandi, Presidente Laogai Research Foundation Italia

Prof.ssa Francesca Romana Poleggi, Laogai Research Foundation Italia

Introduce Francesca Lazzeri portavoce A.C."Leonidas"

giovedì 29 aprile 2010

Ecco come le banche stanno divorando la città

Riprendiamo un articolo dal sito centumcellae.it, che gentilmente ringraziamo, che evidenzia come Civitavecchia sia progressivamente aggredita dalla speculazione bancaria e finanziaria. Abbiamo piacere che qualcuno finalmente se ne accorga perchè sembra che chi si dovrebbe occupare del bene pubblico (i politici) e chi dovrebbe fare informazione (i giornalisti) abbia tutt'altro a cui pensare. E' ovvio che l'articolo del buon Galice per quanto informato non possa trovare soluzioni e - come una mosca chiusa in un barattolo, si rimanga incollato alle solite filastrocche della cultura radical-chic. In una democrazia liberal-capitalista chi conta sono i banchieri, la legge la fanno loro, le regole le detta il mercato (che loro drogano). Solo con la riappropriazione della sovranità monetaria e della Banca d'Italia in mano dello Stato e non ad una banda di azionisti e del loro sicario strozzino (quel Mario Draghi ex Goldman Sachs premiato per le sue speculazioni ingorde), si potrà invertire la tendenza e riaffermare la giustizia sociale impedendo agli speculatori privati il bello e cattivo tempo.
Contro il Capitale - Lotta Radicale!

Un altro pezzo di storia, a largo Galli, lascia il posto all'ennesima filiale. Specchio di una città che perde ricchezza e cultura, tra gente indebitata e negozi che comprano oro.


CIVITAVECCHIA – Non sono soltanto i palazzi che a decine si incastrano ad ogni angolo ancora libero della città a modificare inesorabilmente l'assetto urbanistico di Civitavecchia. C'è anche qualcos'altro, di più opprimente, insinuante e inquietante che se la sta divorando nell'apatia e nella evidente compiacenza in qualcosa di più profondo, ovvero nel suo tessuto storico, sociale e culturale. Si tratta delle banche che, paradossalmente, in un periodo di crisi funesta per l'economia nazionale e cittadina, proliferano come funghi fagocitando spazi e angoli della città da cui tristemente si sta cancellando la storia e le tradizioni di un tempo che ormai fu. Esempio quanto mai emblematico di questa perversa opera di cancellazione della città è l'ultima banca in ordine di tempo pronta ad aprire battenti: il Banco Desio, la cui agenzia sarà ospitata dai locali dell'ormai ex ristorante “Da Cecco” nello storico palazzo che si affaccia su Largo Galli (nella foto). Uno dei pochi esempi di architettura Liberty resistita ai bombardamenti e che, con quel caratteristico ristorante chiuso poche settimane fa, ha tenuto vivo negli anni il sapore di quella meravigliosa Civitavecchia di primo 900, di quella Civitavecchia in cui il pesce appena pescato, le finestre sul mare, la passeggiata da percorrere prima o dopo cena rappresentavano l'attratttiva soprattutto turistica per quei romani innamorati del nostro litorale. Chiuso il ristorante tutti i ricordi vengono sepolti ora dalle voraci casse di sicurezza di una banca. Non era proprio possibile aprire un'altra tipoligia di attività in questo edificio? Non era proprio possibile tutelarne la valenza storica e architettonica con una attività sempre gastronomica o artigianale, che ne mantenesse intatto il pregio sociale e culturale? Quanto è desolante vedere come ogni pezzo di storia cittadina debba lasciare il posto, presto o tardi, alla cinica espressione dell'affare. E quanto è ancora più desolante vedere come, a fronte di ripetuti proclami di sostegno e valorizzazione del piccolo commercio e dell'artigianato, nessun freno si riesca a porre allo strapotere di una banca. Naturale pensare che non può essere certo un'Amministrazione comunale a decidere quale debba essere l'acquirente di un edificio privato, ma altrettanto naturale pensare che un'Amministrazione dovrebbe favorire, attraverso tutele e sgravi fiscali ad hoc, la valorizzazione del proprio patrimonio storico attraverso adeguate e consone attività commerciali. Fermo restando il fatto che esiste una Variante tanto sgradita ad alcuni palazzinari, nota come Variante 30, che la tutela del pregio storico-architettonico di alcuni edifici la impone eccome. E il Palazzo di largo Galli rientra sicuramente tra questi. E pur non ponendo vincoli sulla eventuale tipologia commerciale degli edifici tutelati la Variante 30 ne pone sulla loro architettura interna che, nel caso in questione, vedendo i lavori attualmente in corso nel palazzo per fare posto al Banco Desio, è lecito chiedersi se rimanga davvero inalterata. Ma questo dubbio a quanto pare non si insinua in nessuno; così come la tutela e la valorizzazione di tanti beni storici della città passa assolutamente in secondo piano nel nome di una indifferenza che si lega a doppia mandata ad una evidente logica: l'assuefazione delle nostre vite, in una Italia e in una Civitavecchia in crisi, consegnata a chi gestisce l'economia. Qualcuno ha mai prestato attenzione al numero di banche presenti a Civitavecchia? Sono 42 per la precisione: Banca Antonveneta, Banca Cr Firenze (due agenzie), Banca di Credito Cooperativo di Roma (due agenzie), Banca Intesa, Banca Marche (due agenzie), Banca Monte Dei Paschi di Siena (cinque agenzie), Banca Nazionale Del Lavoro (tre agenzie), Banca Popolare di Lodi, Banca Popolare di Puglia e Basilicata (due agenzie), Banca Popolare di Spoleto, Bancaetruria, Banco di Sardegna, Cassa di Risparmio di Civitavecchia (cinque agenzie), Cassa Risparmio Provincia di Viterbo, Sanpaolo Imi, Unicredit Banca di Roma (quattro agenzie), Unicredit Corporate Banking (due agenzie), Banca Delle Marche, Banca Popolare Dell'Etruria e del Lazio, Intesa S. Paolo (due agenzie), Banca Popolare di Novara, Banca Toscana (tre agenzie). Con il Banco Desio di imminente apertura si arriva a 43; in una città di 60.000 abitanti, di cui circa 15.000 con età inferiore ai 18 anni, quindi teoricamente incapace al momento di produrre reddito, e di cui circa 7.000 disoccupati, stando alle ultime stime disponibili. Questo significa che c'è una banca ogni mille abitanti. Per tenere in sicurezza capitali e ricchezze accumulate? Difficile crederlo. Molto più facile pensare che queste 43 banche servano a tenere in piedi il sistema di indebitamento a cui sono obbligate non solo le famiglie ma ormai anche i singoli individui: per permettersi l'acquisto di una casa per prima cosa, per garantirsi beni di lusso come auto, seconda auto, televisori e pellicce in secondo luogo, per non fare a meno di prime necessità indispensabili come acqua, luce, gas, vestiti e libri scolastici per i figli infine; perché questo è il tipo di indebitamento a cui sempre più frequentemente le famiglie sono obbligate. E la cartina tornasole di tutto ciò sta in un altro fenomeno dilagante e devastante al tempo stesso che si sta verificando a Civitavecchia come in altre città: l'apertura a catena di negozi che comprano oro e argento. Qualcuno ha provato a contare anche questi? I soldi escono dalla banca sotto forma di mutuo o prestito e vi rientrano sotto forma di oro e argento venduti per non finire sul lastrico. Mentre la città, sofferente, indifferente, lacera e sempre più povera si fa divorare ogni cosa: redditi, storia, tradizioni e cultura. Civitavecchia bella città d'incanto.

Marco Galice
da www.centumcellae.it

lunedì 26 aprile 2010

VInce la COPPAri.....

Chiuso il sondaggio per il mistero del companatico racchiuso dall'ormai famigerato panino del supercammeratonesalutoromanone, superando qualsiasi aspettative, il morbo del voto a tutti i costi - sifilide della democrazia, ha contagiato anche i visitatori del blackblog. I lettori dunque secondo la famosa formula divinatoria del sistema democratico sentenziano la vittoria della COPPAri. A pari merito Salame e Foto della Bonino, all'ultimo posto la scheda elettorale. I cortei nelle strade nella giornata di ieri ne hanno sancito il valore. Una repubblica democratica e antifascista fondata sulla COPPAri...... che spettacolo!


La foto del delitto: http://1.bp.blogspot.com/_1KYFdAlpEWY/S8t03NfjVyI/AAAAAAAAAD4/ECLs7SKMaC4/s1600/supercammeratoni+e+panini.jpg

LIBERAZIONE... il giorno dopo.....

"Liberazione"

L'Italia è tornata a essere sé stessa,
cioè ad essere l'Italietta dei mandolini, dei musei,
di "Sole Mio" e dell'industria turistica,
essendo stata "liberata":
liberata dal duro compito di darsi una forma.

Julius Evola

venerdì 23 aprile 2010

Marina una NeoMamma d'Esempio

Segnaliamo un articolo pubblicato sull'ultimo numero de "La Coccinella", un mensile distribuito sul nostro comprensorio a nord di Roma.


Una neo mamma, nostra concittadina (di Ladispoli n.d.r.), Vi racconta la sua esperienza come ‘donatrice’ di latte materno. Oggi come allora… ‘fratelli di latte’.


Un gesto importante che può permettere a bambini con gravi patologie di assumere un alimento essenziale per la loro crescita

Sono passati poco più di quattro mesi da quando una ‘frugoletta’ di nome Giulia ha cambiato la vita di Marina e Simone Usai. Chi conosce Marina sa che la generosità è una delle sue caratteristiche e la nascita di Giulia le ha dato una occasione in più di aiutare qualcun altro, senza sapere chi. Grazie alla donazione del latte materno, promossa in particolare dall’ospedale pediatrico ‘Bambino Gesù’ di Roma, Marina sta compiendo un gran bel gesto. Quando hai deciso di voler diventare ‘donatrice’?

“Avevo sentito parlare della donazione del latte già molti anni fa, quando nacque Ilaria, la mia prima figlia. Ma la cosa poi, non andò in porto. Dopo la nascita di Giulia, mi sono informata ed ho visto che le cose erano un po’ cambiate, infatti non sarei dovuta andare in ospedale per portare il mio latte, ma strutture come il ‘Bambino Gesù’ mettono a disposizione delle mamme un corriere che viene a casa ad orari stabiliti a ritirare i contenitori con il latte materno. Mi sono quindi messa in contatto con il ‘Servizio dietetico - Lactarium’ ed eccomi qua a raccontarvi questa mia esperienza.”

Devi usare particolari accorgimenti?

“Innanzitutto per diventare donatore devi prima effettuare le analisi per stabilire se sei in salute. Una volta appurato questo, devi avere uno stile di vita sano, e tolto il latte con il tiralatte metterlo in appositi contenitori sterili che ti vengono forniti. Una volta a settimana poi, nel mio caso il mercoledì, viene un corriere specializzato che ritira i contenitori con il latte…”

E quando torni ad allattare la tua piccola Giulia?

“Mi sento ancora più mamma! Con un piccolo gesto sto aiutando bambini con serie difficoltà di crescita. Infatti, il latte materno risulta essenziale nell’alimentazione di bambini prematuri, con cardiopatie congenite, con gravi intolleranze alimentari, con malattie dell’apparato gastro-enterico, con difetti congeniti del metabolismo con Aids…”


Chi volesse seguire l’esempio di Marina può contattare l’ospedale pediatrico Bambino Gesù – servizio dietetico –Lactarium

(06.6859/2831 ore 8.30 – 15.30)


oppure www.ospedalebambinogesu.it

mercoledì 21 aprile 2010

21 Aprile - Natale di Roma

Oggi è il Natale di Roma, è importante, ricordatelo, oggi è Festa. Stelvio Dal Piaz

Il mito è la forma umana per esprimere una realtà metafisica che altrimenti il nostro linguaggio non sarebbe in grado di comunicare. Con Roma il Mito si fa “forza formatrice della realtà e si palesa in gesta, avvenimenti ed anche istituzioni le quali per tale via assumono un significato simbolico” (J.Evola).


Il valore simbolico di Roma -e della sua origine- consiste nell’essere il tentativo di restaurare l’Unità delle origini, attraverso una spiritualità virile e dominatrice che sa arrestare il processo di decadenza spirituale che caratterizzava l’umanità.
Roma è il luogo fatidico, raggiante di luce, espressione sensibile del Centro, dell’ORIGINE, da cui derivano tutte le cose. E’ il luogo dove le tendenze contrarie si armonizzano, neutralizzandosi in un perfetto equilibrio. Compito di Roma è quello di ristabilire l’ORDINE (cosmos) in un mondo in preda al disordine (caos).
Tramontati gli antichi imperi mesopotamici, il regno egiziano, quello persiano e terminata la breve ed esaltante epopea di Alessandro Magno, il mondo era privo di un centro sacrale e militare irradiante i valori di Ordine, Eroismo, Virilità, Volontà, Gerarchia, Aristocrazia e Impero. In quest’opera di riordinamento gerarchico dell’esistenza, sono state vinte, dalle- legioni romane, le popolazioni latine, etrusche, cartaginesi, galliche, greche e semitiche.
Roma ha riportato la luce di una spiritualità virile, essa “non avrebbe potuto assurgere a tanta potenza se non avesse avuto, in qualche modo, origine divina, tale da offrire agli occhi degli uomini, qualcosa di grande e di inesplicabile” (Plutarco).

L’origine divina dell’Urbe è testimoniata dal mito di Romolo e Remo. Virgilio individua in Enea il progenitore dei Romani. Enea sfuggito all’incendio di Troia approda, dopo sette anni di navigazione, sulle coste del Lazio, dove sposa Lavinia la figlia del Re Latino. Dopo la morte di Enea, il figlio Ascanio fonda sui Colli Albani una nuova città, Alba Longa, dove regneranno 19 suoi discendenti. L’ultimo di questi, Numitore, viene spodestato dal fratello Amulio, che, per assicurare ai suoi discendenti il trono, costrinse l’unica figlia di Numitore, Rea Silvia, a farsi sacerdotessa di Vesta. Rea Silvia viene scelta da Marte per continuare la stirpe d’Enea, da cui sarebbe stata fondata la CITTA’ ETERNA. Dall’unione del Dio e della giovane vergine nascono Romolo e Remo. La nascita non passa inosservata al perfido Amulio che strappa i due gemelli al seno materno, ordinando di buttarli nel Tevere e di far murare viva Rea Silvia. La nutrice a cui i piccoli sono affidati non se la sente di ucciderli, e li deposita in una cesta che abbandona alla acque del Tevere e al volere degli Dèi. La cesta viene trasportata a riva dalla corrente, i due gemelli trovano rifugio presso l’albero di fico “Ruminal”(1) e vengono svezzati da una lupa, per poi essere cresciuti da una coppia di pastori (Faustolo e Acca Larenzia). Una volta adulti Romolo e Remo, venuti a conoscenza delle loro origini si pongono alla guida di un esercito, uccidono Amulio e i suoi seguaci e reìnsediano Numitore, che per riconoscenza concede loro di fondare una città. Per stabilire quali dei due fratelli dovesse tracciare il solco sacro e dare il nome alla città, i due gemelli consultano il volo degli uccelli: Remo dal colle Aventino vede sei avvoltoi, Romolo dal Palatino ne vede dodici. Aggiogando due buoi bianchi(2) viene tracciato il perimetro di Roma, vengono fatti sacrifici agli Dèi e viene acceso un fuoco sacro. Remo sorpreso a saltare per scherno il solco sacro, viene ucciso da Romolo. Era il 21 aprile 753 a.C., NATALE di Roma.

II Mito di Romolo e Remo testimonia l’origine sacra di Roma e Indoeuropea dei romani, restauratori del sacro ordine della Tradizione. Roma nasce sotto il segno del Dio guerriero Marte, e tale paternità sigilla il carattere guerriero e marziale della romanità. L’unione di Marte, espressione dell’aspetto maschile fecondatore dell’esistenza, e di una vergine vestale, espressione dell’aspetto femminile generativo dell’esistenza, testimonia il ritrovato equilibrio fra i due poli opposti ma complementari -maschile e femminile- e l’inizio di un nuovo ordine che avrà come fondatore un eroe divino: Romolo. La nascita di un eroe divino dall’unione fra un Dio e una mortale è un mito ricorrente nei popoli indoeuropei: Zeus e Latona generano Apollo, Zeus e Alcmene generano Eracle, etc. L’abbandono dei due gemelli(3) alle acque e la loro sopravvivenza ripropongono il simbolo dei “Salvati dalle acque”. Ciò rappresenta il superamento del flusso del divenire che travolge e affoga gli uomini deboli, ma che è indifferente a colui che supera la propria natura mortale. Egli è l’EROE, il messaggero della Tradizione, che ha il compito di ristabilire l’Ordine Divino nel mondo.I! fico “Ruminal” presso il quale i gemelli trovano rifugio simboleggia “l’albero del Mondo”, espressione della vita universale da cui traggono nutrimento Dèi ed Eroi (Odino, Eracle, Gilgamesh). Il Lupo rappresenta la forza primordiale e selvaggia della natura ma anche la semplicità, l’asprezza, la forza virile dei conquistatori: è la potenza che rigenera il mondo.I due gemelli rappresentano la lotta fra il principio ordinatore – Romolo - e il caos - Remo.(4) Gli Dèi attraverso il volo dei 12 avvoltoi testimoniano la designazione di Romolo quale fondatore di Roma. Il volo degli uccelli rappresenta la lingua dell’umanità primordiale, la voce degli Dèi. Inoltre il numero 12 è significativo, perchè ricorrente in vari Centri che hanno incarnato e diffuso la Tradizione solare: 12 adityva solari della tradizione Indù, le 12 tappe del cammino del Dio-eroe Gilgamesh, le 12 fatiche di Eracle, i 12 discepoli di Lao-Tze, i 12 Dèi dell’Olimpo greco, le 12 verghe del fascio littorio, i 12 cavalieri della Tavola rotonda, i 12 apostoli, etc. La ritualità seguita da Romolo nel tracciare i confini dell’Orbe, i sacrifici offerti agli Dei indicano il rispetto che il Romano nutriva per le leggi che regolano l’universo. Remo prendendosi gioco del solco sacro sfida presuntuosamente la divinità e ritiene di poter superare i limiti e le facoltà che sono proprie di un comune mortale. Romolo espressione del principio olimpico si oppone alla prevaricazione titanica di Remo, e uccidendo quest’ultimo garantisce il rispetto dell’Ordine.

NOTE
1: Questo nome rimanda all’idea di nutrire: l’attributo di Ruminus riferito a Giove, nell’antica lingua latina designava la Sua qualità di “nutritore”.2: “II duce (Romolo) … comincia a tracciare il solco rituale, badando che all’interno, dalla parte della città, sia la vacca, immagine della fertilità e fuori, dalla parte della campagna, il bue, emblema della forza”. Da “La razza di Roma” di M. Scaligero, pag. 81.3: Il tema dei Gemelli o dei Fratelli si ritrova in numerose tradizioni, come ad esempio in quella egiziana o in quella ebraico-cristiana. E’ il tema di un unico principio dal quale si differenzia una antitesi raffigurata dall’antagonismo tra i due. Uno incarna la potenza luminosa del Sole, l’altro il principio oscuro. In riferimento a Romolo e Remo, il primo è colui il quale traccia il solco e stabilisce così un Limite, l’Autorità, la Legge. II secondo è colui che tale Limite oltraggia, e per questo viene ucciso.4: “Remo, il quale sta a simboleggiare l’elemento antigerarchico, proprio al periodo decadente del matriarcato, vìola la intangibilità del solco e Romolo lo punisce. Ciò vuole significare la inviolabilità di ciò che è ritualmente consacrato e l’affermazione del nascente spirito guerriero olimpico, antiegualitario, sul vecchio spirito orgiastico, comunistico, anarcoide: è il primo atto di giustizia inesorabile, di senso di subordinazione assoluta ad un ideale superiore di cui da quel momento la Civitas sarà la manifestazione vivente”.

Da “La razza di Roma” di M. Scaligero, pag. 78.

Tratto da www.azionetradizionale.com

lunedì 19 aprile 2010

Giuda è in mezzo a noi


Con estremo piacere, pubblichiamo una lettera dell'Avv. Mario Niglio - combattente RSI, inviata al Direttore de "Il Giornale". Dubitiamo che possa suscitare qualche moto di vergogna nei simpatici Urso e Bocchino, ma la chiarezza non fa mai male!


A direttoreweb@ilgiornale.it


Durante la trasmissione televisiva “L'ultima Parola” del giornalista Pierluigi Paragone andata in onda venerdì 16 us su Rai 2 ho assistito alla ignobile aggressione di due parlamentari nei confronti di due colleghi della stessa coalizione di governo, mi riferisco a Urso e Bocchino nei confronti di Lupi e Santancè.

Poiché l'On. Bocchino ha dato ripetutamente del fascista all'On. Lupi con tono oltreché violento chiaramente spregiativo, ritengo opportuno ricordare agli ex camerati dell'MSI due condizioni di incompatibilità poste dai costituenti ai candidati: non rinnovare, non rinnegare.

Questa condizione fu resa necessaria per legittimare il nuovo movimento politico chiaramente erede della R.S.I. Che oggi proprio l'On. Bocchino di provenienza missina dia del fascista all'On. Lupi proveniente da comunione e liberazione è sciocco e ridicolo. Comunque non c'è da stupirsi se oggi i cosidetti “finiani” seguono la scia del loro maestro. Ieri, Fini fedele seguace di Giorgio Almirante affermava platealmente che Mussolini è stato il più grande statista dei nostri tempi. Oggi, scomparso Almirante, Mussolini e il fascismo sono per Fini il male assoluto dell'Italia. Forse l'On. Bocchino ha esagerato per dimostrare quanto sia vicino al suo maestro.

Questi sono gli uomini politici piu deleteri per il nostro paese. Sono quei voltagabbana che mi fanno ricordare il 25 luglio 1943.


Distinti Saluti

Avv. Mario Niglio

domenica 18 aprile 2010

Civitavecchia.... pericolo fascista (e paninista)!

A ridosso della vittoria della Polverini sulla candidata Bonino
nelle elezioni regionali ne avevamo avuto il sentore,
ormai le squadracce scatenate voglio imporre la loro volontà sulle
libertà democratiche e antifasciste nate dalla resistenza e ... contro la violenza..... e ... e....
(ci siamo dimenticati la filastrocca) comunque!

Basta con queste manifestazioni di rasismu violenza xenofobia bulimia e ipocondria.
Le forze sane del territorio rifiutano la logica dell'aggressione sistematica a chi saluta normalmente e a chi non mangia durante il saluto romano.

Al grido di: fascio assassino ridacci quel panino,
facciamo appello a tutti i cittadini, attenzione... diciamo attenzione..... sono in arrivo i
SUPERCAMMERATONI MASCHERATI!

Maurizio Blondet ed alcuni misteri d'Italia....

Riteniamo utile iniziare a scoprire delle fonti informative che sia ALTRE rispetto ai contenuti polpettoni dei media asserviti alla finanza internazionale.....

giovedì 15 aprile 2010

Un fine settimana all’insegna del Cameratismo e della Formazione

Dai combattenti dell'onore ai militanti del terzo millennio [ Recensione]


E’ Domenica mattina quando, a causa del blocco del centro storico per una manifestazione sportiva, raggiungiamo a Civitavecchia il locale circondato da podisti in evidente stato di agitazione.

La sera precedente, dopo aver accompagnato a Roma la relatrice Avv. Sonia Michelacci per la conferenza “Il disincanto di Venere, dal sexgate allo stalking, le fragilità della donna moderna” presso Raido, ci fermiamo presso i camerati di Cerveteri del “Fascio Etrusco”.

L’associazione culturale e ricreativa animata dai militanti di FN, in primis gli immarcescibili Peppe Sindaco e Alessia, ci accoglie calorosamente e ci fa trascorrere una splendida serata all’insegna del cameratismo e dell’allegria. Arriva dunque il momento della conferenza a Civitavecchia. I presenti prendono posto ordinatamente e dopo una breve introduzione di un membro di PunzoZero il relatore precisa fin dall'inizio che il momento attuale vede la politica retrocedere cercando una garanzia di sopravvivenza. La società sta rapidamente perdendo valori e stabilità, complice anche la mancanza di una vera e seria continuità di weltanschaung. E’ il momento del contrattacco. Dopo la breve introduzione, Maurizio Rossi traccia un breve profilo dell'Europa di inizio 900, un'Europa dove si coniuga senza timori etica tradizionale e modernità, dove vengono partoriti i cosiddetti “fascismi europei” che fanno irrompere sullo scenario politico la visione di una patria europea.

Due diverse visioni della vita e del mondo che si scontrano, da una parte quella fascista e dall’altra quella materialista, il conflitto sarà inevitabile, dapprima combattuto sui tavoli della politica internazionale e poi, quando la “tensione” ormai insostenibile e i popoli europei maturi, per via militare. L’Europa aveva finalmente compreso che non si combatteva per una nazione, per dei confini sulla carta, per un paese o un corridoio ma si combatteva per se stessa, per la sopravvivenza stessa della patria europea.

I popoli europei avevano finalmente riportato alla luce - grazie alle precedenti rivoluzioni spirituali - le identità, le virtù e lo spirito eroico ormai perso in nell’epoca della modernità. Una ricostituzione dettata certamente dalla necessità di difendersi dal capitalismo democratico e corrotto da una parte e dal bolscevismo dall'altra. Con l'avvento della ricostituzione dell'uomo europeo vengono alla luce nuove categorie come il soldato politico, l'intellettuale militante. I giovani europei riscoprono con più ardore il combattimento, la lotta. Tutto questo, spiega il relatore, termina nel 1945.


Con forza, Maurizio Rossi ha sottolineato che non dovrà essere la nostalgia di quegli anni gloriosi che ci potrà tenere in piedi, al contrario essa deve essere strumento attuale, per portare l’attacco a questa società del Nulla che avanza. Prima della caduta del muro di berlino, il nemico era ancora evidente per una destra che voleva darsi il solo tratto anticomunista, ma dopo? Il nulla! Un'idea che è erede di grandi mobilitazioni non poteva, non può e non deve ridursi ad esistere in funzioni di un nemico; il fatto quindi che ci sia ancora oggi chi si riconosce in queste idee ce ne dà la prova. Oggi la necessità è di una rivoluzione antropologica, una rivoluzione spirituale, nella consapevolezza che la nostra priorità oggi è la formazione, la costituzione di una comunità militante che aggredisca la linea dell'orizzonte, da costituire attraverso l'esempio, perché si è quello che si fa. Nessuno ci obbliga e possiamo scegliere se vivere ordinariamente senza scopo, oppure scegliere di dedicare il tempo all’affermazione dell’idea attraverso innanzitutto la riaffermazione della nostra dignità di combattenti dell’Idea, di dignitosi legionari, di solidi militanti.


Nel concludere, Maurizio Rossi ha sottolineato più volte quanto è necessaria una comunità, dove intraprendere un percorso di formazione, perchè solo una comunità può darci i mezzi per resistere e per difendere la nostra anima e le idee che ci onoriamo di sostenere.

A fine intervento, oltre alle consuete domande rivolte al Relatore dai presenti registriamo il graditissimo contributo e la presenza del Combattente RSI Avv. Niglio come i saluti del Combattente RSI Antonio Pedrini che non potendo intervenire, ci ha comunque fatto pervenire un suo messaggio. L’ottimo pranzo comunitario e i saluti di rito, hanno concluso degnamente il fine settimana militante che verrà riproposto nel mese di maggio.

mercoledì 14 aprile 2010

Il Duce, il Fuhrer e il litorale a nord di Roma......

Il Prof. Spinelli è notoriamente antifascista e non ci aspettiamo elegìe, tutto sommato un pomeriggio all'insegna della gita fuoriporta del '38, non guasta comunque......

Dal Sito Centumcellae.it, che gentilmente ringraziamo.

CIVITAVECCHIA - Il Gruppo Archeologico Romano ha organizzato per domani (oggi ndr), mercoledì 14 aprile una Lezione speciale nella Sede

dell'Università Unitre di Civitavecchia in via Frangipane 8, alle ore 17.00, in occasione della ricorrenza della visita di Hitler e Mussolini nel nostro comprensorio avvenuta il 7 maggio 1938.

Sarà una occasione per trarre un bilancio di quegli eventi alla luce dei nuovi documenti ormai declassificati che man mano vengono resi di dominio pubblico. La lezione sarà tenuta dal Prof. Livio Spinelli che farà una carrellata storica di quella giornata iniziata di buon mattino nello specchio d'acqua antistante Ladispoli e Furbara con una gigantesca esercitazione aeronavale, alla quale seguì una poderosa esercitazione tattica terrestre a Santa Marinella in località Prato Cipolloso presenti il Re Imperatore Vittorio Emanuele III, Himmler, Gobbels, Ribbentrob, Ciano, Graziani.
Al termine dell'esercitazione - racconta il Prof. Spinelli - i partecipanti, accolti dal Podestà di Civitavecchia Ernesto del Greco si trasferirono a Civitavecchia nella villa e tenuta del Ministro Alberto de Stefani (da lui donata nel 1947 alla Repubblica dei Ragazzi) e successivamente si recarono a pranzo al Castello Odescalchi di Santa Marinella, come ricorda oggi una lapide. A Santa Marinella la famiglia Petacci aveva villetta a Capolinaro dove Claretta trascorreva le vacanze estive dai suoi zii. Si farà luce su alcuni episodi poco noti fra quello di Hitler che a Santa Marinella venuto a sapere che sui Monti della Tolfa c'erano i discendenti dell'Imperatore Federico Barbarossa, diede ordine di cercarli, riuscì a trovarli, ma l'aquila sveva del loro casato si era un po' troppo "spelacchiata"; infatti gli ultimissimi discendenti del Barbarossa facevano i carrettieri. Si parlerà inoltre della Sezione Ebraica della Scuola Marittima di Civitavecchia dove dal 1934 al 1938 furono formati circa 200 Cadetti che costituirono il primo nucleo dell'attuale Marina Militare e Mercantile di Israele. I primi cadetti dormivano a Santa Marinella nella villa del Generale Guido Mendes nella zona di Cacciariserva, quest'ultimo era stato compagno di classe di Eugenio Pacelli al Liceo Visconti di Roma, nella Villa del Gen. Mendes c'era anche il suo nipotino Franco Modigliani,futuro Premio Nobel per l'Economia. Altri episodi riguardano infine Santa Severa dove oltre alla Sarfatti era solita trascorrere le giornate al mare anche donna Rachele. Infine nel 1948 a S.Severa si registra un curioso episodio: quando venne qui ad abitare dalla Germania la Regista di Hitler, Leni Riefenstahl, la "signora" fu però "cortesemente" invitata dalle Forze dell'ordine ad abbandonare l'Italia.

martedì 13 aprile 2010

L'uomo che sapeva il giorno della sua morte

Giusto cent’anni fa, qualcosa meno, c’era un Barone. No, non “quel” Barone. Ma evidentemente la nobiltà qualcosa voleva ancora dire. C’era un uomo che dalle sponde del Baltico finì nel cuore di quella che i geopolitici definiscono l’Isola Mondo, che seppe riconoscere gli echi delle forze infere ridestate e impugnò la spada. Roman Fiodorovich von Ungern Sternberg non è personaggio facile da far comprendere, ancor meno da far comprendere. Azione pura, ha lasciato che fossero le testimonianze sulle sue temerarie scorribande per monasteri, lande desolate e deserti ad affidarne le gesta alla leggenda, per svanire egli stesso nel mito. Ricostruirne perciò la vita è sempre stata impresa da portare a termine su un terreno accidentato come una pista nella steppa, perché la più semplice delle operazioni storiche rappresenta in questo caso andare inevitabilmente a infilare un dito nell’occhio a storiografi professionisti, persino scientisti, mistificatori delle religioni e immancabili benpensanti. Un esercito a ben guardare assai meno eterogeneo di quello di uiguri, mongoli, tibetani e via dicendo che sotto l’ala della sua insegna si era costituito e che arrivò a restaurare una Monarchia in Mongolia.
Nel ginepraio della pubblicistica esistente su von Ungern, l’Associazione Culturale Raido ha avuto il grande merito, con il fascicolo numero 39 dei suoi Documenti, di tracciare comunque un sentiero, attingendo agli scritti di Gian Franco D’Onofrio, René Guénon e Julius Evola. Dall’agile scritto emergono quindi pennellate nitide (almeno quelle che l’ammirato Pratt tracciò in vita su tale personaggio), rappresentandone la figura ed elevandola al ristretto Pantheon di coloro ai quali fu dato di essere testimoni della Tradizione.
Ulteriori orientamenti bibliografici gioveranno al lettore che si avvicini alla stupefacente esistenza terrena dell’uomo che riconosceva al primo sguardo l’amico o il traditore, così come seppe subito riconoscere le autentiche pieghe (piaghe?) che la Storia stava prendendo attorno a lui. Si consigliano “Bestie Uomini e Dei” di F. Ossendowsky (a sua volta da pasteggiare tenendosi accanto “Il Re del Mondo” di R. Guénon), “Corte Sconta detta Arcana” di H. Pratt e “Il Dio della Guerra” di J. Mabire. Il fascicolo è del resto disponibile presso i punti vendita riforniti da Azione Punto Zero.

lunedì 12 aprile 2010

Avanti Camerati!

...maschi deboli e con le idee confuse, disabituati al cameratismo e con scarsa propensione alla lotta. Ne abbiamo abbastanza! Ricominciamo da zero, da un punto zero, per ricostruire un tessuto umano e militante che, di fatto, la destra radicale del comprensorio ha desertificato.

... Come convitati di pietra, che non concedono nulla a questo mondo, vogliamo rimanere impassibili alle lusinghe della sovversione, all’oscura diatriba tra mercanti e plebei. Ciò che deve distinguerci sia quindi lo Stile, l’avere un carattere, una disciplina interiore, attraverso la formazione, la qualificazione e lo sforzo, per riaffermare una esistenza solare e chiarificatrice. Questo è il nostro radicalismo della ricostruzione, fuori da qualsivoglia mito incapacitante e da ogni nostalgismo, che trova nella Tradizione il suo fulcro e la sua legittimazione, nell’azione la sua via. La fiaccola, rimane in alto e con determinazione, continua a fare luce.

Questo mondo di oscurità non ci spaventa, questa civilizzazione attuale verrà spazzata via da una civiltà tradizionale.

http://azionepuntozero.blogspot.com

sabato 10 aprile 2010

Dopo elezioni .. .. sveglia gioventù!


A seguito delle elezioni regionali e dei risultati che ha generato il voto non voto, ogni giorno dalle pagine dei giornali si viene informati delle faide e controfaide all'interno di ogni schieramento politico presente sul territorio.

A Civitavecchia nel PDL esistono due o tre anime, oltre a nani, ballerine, neopolitici d'accatto e aspiranti tali, si fronteggiano nell'oscurità delle stanze del potere, mentre davanti si lanciano baci e si danno abbracci. I regolamenti di conti sono ormai prossimi, con il rimpasto di giunta chi reclama visibilità e chi è risultato "minoritario" dalle urne la pagherà cara.
L'IDV ormai è una lobby a sè che risponde solo al suo mattatore, si autoristrasforma in polo civico che non è più di destra di centro o di sinistra, sono solo estremisti di maggioranza. Nel PD dopo la sceneggiata napolitana in diretta TV e i voti a vanvera in consiglio comunale, è ormai evidente lo scollamento tra iscritti ed eletti, quest'ultimi ormai navigano letteralmente a vista. Per ciò che concerne la sinistra, dopo l'ennesima bordata ed i tentennamenti dei "capoccetta" locali si teme l'isolamento ed il rischio di una radicalizzazione nell'antagonismo delle frange estreme. La Destra di Storace, è invisibile ma oltre a passare all'incasso dei voti si appiattisce su una fedeltà non richiesta al Sindaco Moscherini. Della Fiamma Tricolore oltre a venire a conoscenza di un ammutinamento per non aver voluto dirottare i voti su un candidato dell’UDEUR(!) tal Ceravolo, segnalato da Roma, sembra che la svolta entrista del Segretario Romagnoli non sia stata digerita dal direttivo locale e si minacciano addii. Staremo a vedere.


A Santa Marinella la coalizione di Centrodestra appare più che solida, anche se le incursioni degli estremisti di maggioranza che tengono in scacco il paese da ormai 20 anni hanno avuto il loro peso. Nonostante le trionfali affermazioni del Sindaco sulla candidata Polverini sono confluiti, dissidenti del PDL ieri mimetizzatisi nell’opposizione e attualmente tornati a Canossa, pezzi sparsi di minoranza e il terno a lotto de La Destra. Dal calcolo delle preferenze si vede chiaramente come il controllo del voto degli esponenti PDL sia stato estremamente relativo. La sinistra radicale, rispetto ai voti delle passate tornate, nonostante i toni rimane sempre più modesta. Ciò che determina veri e propri conati è l’atteggiamento di esponenti dell’UDC e della minoranza in consiglio comunale. Per ciò che riguarda la Fiamma Tricolore si è associata al giusto ammutinamento ANTIUDEUR.


Ma ora, che succede?

E’ possibile lasciare il campo politico e culturale completamente in mano alla sinistra? E’ possibile dover assistere all’abbandono di campo delle formazioni politiche alla destra del PDL? Se non si ha la maturità di combattere su un fronte comune si abbia almeno la volontà di fare qualcosa di concreto ognuno dalle proprie posizioni, ognuno nel campo che si è scelto. E’ vergognoso assistere a questo fuggi fuggi generalizzato. Già due anni fa, alcuni tra coloro che animano questo blog, auspicavano una rinascita anche sotto diverse sfumature e nelle legittime differenze dell’azione militante della destra radicale, oggi sembra tutto fermo. Non vi è alcuna volontà di creare grupponi, alleanze o fare proselitismo, l’unica intenzione di chi scrive è suscitare una reazione tra gli uomini e le donne ancora rimaste libere. E’ tempo di interrogarsi, maturare, agire. Oggi l’indifferenza e l’insofferenza, la mancanza di volontà è un vero e proprio atto di diserzione se non addirittura di tradimento. Se ne traggano le dovute conclusioni.

giovedì 8 aprile 2010

Le idee a posto......

GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"


Mai termine fu più ambiguo e carico di contraddizioni della parola “destra”.

In questa definizione possiamo trovare, dal punto di vista politico, storico ed ideologico, tutto e il contrario di tutto.

Destra è di fatto un contenitore, o se preferite un’etichetta, che ben si adatta a tutto ciò che non è riconducibile alla sinistra, basta aggiungervi un opportuno aggettivo e il gioco è fatto. Abbiamo infatti una Destra reazionaria, tradizionalista, cattolica e antimoderna, quella di De Maistre e di René Guénon, una Destra paganeggiante, quella di Evola e di Alain De Benoist, una Destra cristiana conservatrice, quella compassionevole dei teocon americani patrocinata e sostenuta da Bush, un Destra monarchica e una destra repubblicana, la Destra storica di Cavour e la destra rautiana, abbiamo una Destra razzista, quella del National Party Sud Africano di De Klerk e del KKK americano e una Destra golpista, quella dei colonnelli greci, di Pinochet e di Videla e, per finire, la contraddittoria Destra Sociale.

Insomma c’è una destra per tutti, per tutti i gusti e per ogni convenienza.

Queste destre, tra loro distanti e spesso in conflitto, hanno però qualcosa in comune. Hanno in comune, in antitesi alla sinistra, un certo patriottismo identitario e, soprattutto, l’accettazione del principio del libero mercato teorizzato da Adam Smith il quale sostiene, come il suo omologo di sinistra Karl Marx, che alla base di una moderna società vi siano solo le dinamiche economiche, tutto il resto fa da corollario.

Per la destra lo Stato è una sovrastruttura, spesso costosa e inefficiente, tuttavia indispensabile per garantire la massima diffusione dell’economia liberale. Non a caso lo slogan preferito della destra è: meno stato e più mercato.

La Destra, declinata come dir si voglia, è quindi sinonimo di capitalismo, come sinistra è sinonimo di egualitarismo.

Il termine “destra” nasce ufficialmente in Francia nel 1789 con la “Rivoluzione Francese” per indicare i parlamentari dell’Assemblea Costituente che siedono alla destra della presidenza.

In quella grande mattanza, tra teste mozzate e terrore giacobino, va al potere la borghesia illuminata e nasce la moderna democrazia parlamentare, forma di stato basata sul potere assoluto dei partiti che, come ben sappiamo, invadono e sfruttano ogni ambito della società civile.

Da precisare che il termine democrazia viene spesso usato a sproposito come sinonimo di libertà, pluralismo e rispetto dei diritti umani. Niente di più errato: Voltaire, ad esempio, ritenuto il padre della democrazia, era, come una buona parte dei pensatori illuministi razzista, antisemita e sostenitore della schiavitù americana.

In Italia il termine destra fa la sua prima apparizione nel 1861 con il primo Parlamento unitario per indicare, anche in questo caso, i deputati e i senatori che si collocano a destra nell’emiciclo.

L’Italia risorgimentale nasce ad opera della borghesia piemontese con il sostegno militare ed economico delle massonerie di Francia e Inghilterra di cui il movimento carbonaro, come pure la Giovine Italia di Mazzini, erano un’emanazione e viene strutturata sul modello francese a partire dalla bandiera tricolore, altro simbolo massonico. Nasce così uno stato fortemente centralizzato e repressivo che a Milano con Bava Beccaris spara cannonate sulla folla che chiede il pane e nel sud d’Italia si impone con le baionette e con massacri indicibili di contadini: questa è la destra elitaria che ha fatto l’unità d’Italia nella totale indifferenza popolare.

Anche se molti cattolici hanno attivamente partecipato al risorgimento come Manzoni, Silvio Pellico e Massimo D'Azeglio, il nuovo stato unitario voluto dalla destra è fortemente anticlericale e avversato dalla Chiesa per la questione di Porta Pia che ha posto fine, dopo due millenni, al suo potere temporale.

Alla confisca dei beni ecclesiastici e alla chiusura dei conventi operati dalla destra storica al potere, la Chiesa romana di Papa Pio IX reagì scomunicando Vittorio Emanuele II e, con il famoso “non expedit”, proibendo ai cattolici di partecipare attivamente alla vita politica italiana. I cattolici torneranno ad impegnarsi in politica solo dopo il primo dopoguerra con il partito popolare di Don Sturzo.

L’Italia governata dalla destra è totalmente priva di servizi sociali: non esiste la scuola pubblica, le uniche scuole sono private e destinati ai figli della borghesia o confessionali; la sanità, anch’essa privata, è riservata ai ricchi, i meno abbienti devono affidarsi alle strutture caritatevoli. Non esiste ne pensione ne assistenza contro gli infortuni: un operaio o un contadino che subiva un incidente sul lavoro era abbandonato a se stesso; lo sfruttamento minorile era una pratica ritenuta normale ed ampiamente diffusa. Questa era l’Italia voluta e governata dalla destra che raccoglierà Mussolini nel 1922.

Il Fascismo, e qui entriamo in uno dei più grandi equivoci semantici della storia e della politica, viene considerato dalla pubblicistica marxista, e comunemente accettato, come fenomeno di destra. Niente di più errato.

Il Fascismo con la destra non ha nulla a che spartire.

Sfido chiunque a citarmi un qualunque documento di epoca fascista in cui si parla di destra. Anzi in un suo celebre discorso Mussolini ebbe a dire: “I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari. Le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero “di sinistra”; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro…noi siamo i proletari in lotta contro il capitalismo….il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra”. Così Benito Mussolini.

Il Fascismo non è ne destra ne sinistra, ma è una sintesi tra le due ideologie arricchite con delle felici intuizioni finalizzate all’interesse nazionale.

Il Fascismo infatti integra la libertà d’impresa e la tutela della proprietà privata della destra con il principio di giustizia sociale della sinistra, inserendovi la "Socializzazione delle Imprese", ossia la partecipazione dei lavoratori alla ripartizione degli utili e alla gestione delle grandi aziende e il principio corporativo della democrazia diretta attraverso l’ingresso nel Parlamento e nelle Istituzioni dei rappresentanti della società civile. Nasce così lo Stato Sociale Corporativo, terza via tra socialismo e capitalismo (anche se solo parzialmente realizzato, calato dall'alto e attuato in una cornice totalitaria, processo poi interrotto dalle vicende belliche). In quegli anni, grazie al sostegno del governo e alla diffusa libertà d’impresa, nascono o si rafforzano tutte le grandi industrie, ora finite in mani straniere dopo essere state svuotate e trasformate in semplici marchi.

Stato Sociale che ha permesso all’Italia, attraverso un vasto piano di opere pubbliche e alla nascita di istituiti come l’INPS, l’INAIL, l’IRI e provvedimenti come l’abolizione del lavoro minorile, i contratti di lavoro collettivi, la liquidazione, la Magistratura del lavoro, lo Statuto dei lavoratori, l’assistenza all’infanzia, le case popolari, le terre risanate ai contadini… di rimanere in piedi quando a seguito della crisi di Wall Street del ’29 tutte le economie occidentali di stampo capitalista crollavano miseramente producendo fame, disoccupazione di massa e violenza diffusa, soprattutto in Germania, America e Inghilterra.

Stato Sociale Fascista poi ripreso da Rooswelt con il New Deal americano che, tuttavia, non sortì alcun effetto in quanto applicato in un contesto capitalista (l’America uscì dalla depressione solo con l’entrata in guerra, fortemente voluta dall’influente apparato industriale e finanziario americano).

Con la seconda guerra mondiale si conclude l’esperienza fascista, ma non le sue idee che vengono riprese dal Movimento Sociale Italiano, erede della Repubblica Sociale Italiana.

Inizialmente il Msi si dichiara apertamente fascista. Con l’introduzione della legge Scelba del ’52 che vieta la ricostruzione del partito fascista si pone i problema di come definirsi. Iniziò allora a circolare la parola destra che fu ufficializzata nel 1973 da Almirante con la nascita della Destra Nazionale. Anche i simboli cambiano con l’abbandono del fascio littorio sostituito dalla croce celtica, anche se estranea alla tradizione romano-fascista.

In quegli anni, caratterizzati da un fortissimo avanzamento politico della sinistra marxista, il Msi subisce una vera e propri invasione di giovanotti borghesi timorosi di perdere la fabbrichetta del babbo o la seconda casa al mare. Queste nuove leve di fascista non hanno assolutamente nulla, del fascismo hanno assimilato solo gli aspetti esteriori in chiave folcloristica e il mito della violenza (viva Duce, saluti romani e morte ai compagni: in questi slogan – purtroppo ancora in voga – si riassume il loro livello culturale). In realtà questi missini sono solo degli anticomunisti che, delusi dalla Dc del compromesso storico, vedono nel Msi una diga contro il comunismo dilagante.

Questa nuova linfa contribuirà a spostare il Msi su posizioni di destra filoamericana e costituirà, soprattutto con l’ascesa di Gianfranco Fini alla presidenza del Fronte della Gioventù nel 1977, la nuova classe dirigente del partito. Nomenclatura che ritroveremo poi ai vertici di Alleanza Nazionale divenuta prima corrente esterna di Forza Italia e poi fagocitata dal partito di Berlusconi, non dopo aver abbandonato tutti gli ideali e valori che hanno caratterizzato i cinquant’anni del Msi.

Con la nascita di Alleanza Nazionale finalmente la destra fa la destra, abbandona definitivamente tutte le residue connotazioni fasciste per accettare appieno il modello americano, quello del pugno duro, della tolleranza zero e della meritocrazia esasperata, contribuisce al definitivo smantellamento dello Stato Sociale, diventa antifascista e laica, accetta il mito del libero mercato, la società multietnica e la globalizzazione economica. Del vecchio Msi rimane solo un certo patriottismo oramai scolorito che cozza con la politica estera scodinzolante nei confronti dell’America e il mito identitario che fa a pugni con l’apertura all’immigrazione, soprattutto islamica.

E veniamo alla Destra Sociale che rappresenta il tentativo velleitario e per certi versi truffaldino di conciliare il fascismo sociale e riformatore con il libero mercato, attraverso la formuletta della “economia sociale di mercato” che altro non è che capitalismo caritatevole.

In questo contesto si spaccia per sociale ciò che in realtà è solo assistenzialismo per giunta gestito dai privati che ne fanno un vero e proprio business (vedi Caritas e sindacati), allo Stato è riservato l’onere di mantenere, con i cosiddetti ammortizzatori sociali, i disoccupati scaricati dagli industriali che trovano più remunerativo chiudere le fabbriche in Italia per poi riaprirle all’estero (in epoca fascista una tale politica, oggi favorita dalla destra, non sarebbe stata tollerata perché contraria all’interesse nazionale).

La Destra Sociale sostiene la cogestione tedesca, l’azionariato operaio americano e il principio di sussidiarietà di Leone XIII che altro non sono che espedienti per rendere il capitalismo un tantino umano e togliersi dai piedi i relitti della società, ma che nulla hanno a che spartire con lo Stato Sociale Fascista e con la socializzazione delle Imprese della Repubblica Sociale Italiana.

Il Progetto di Destra Sociale era destinato fin dall’inizio a fallire perché o si è di destra o si è fascisti. Alemanno, il principale esponente di questa corrente, una volta eletto Sindaco di Roma grazie a Berlusconi ha trovato del tutto naturale passare dall’altra parte della barricata, mentre le destre che si definiscono sociali (la Destra di Storace e la Fiamma di Romagnoli) si sono tutte accasate alla corte di Berlusconi che, come ben sappiamo, a parte il piglio decisionista che tanto piace a destra, di fascista e di sociale ha ben poco.

Fine ingloriosa di una destra che pensava di essere altro.


Gianfredo RUGGIERO, Presidente

CIRCOLO CULTURALE EXCALIBUR
Alternativa Verde
- Varese (Italia)

martedì 6 aprile 2010

Civitavecchia, il sindaco: ''Chiudo la centrale''

Civitavecchia, il sindaco: ''Chiudo la centrale''

Per fare chiarezza dopo incidenti sul lavoro

ROMA - Il sindaco di Civitavecchia Giovanni Moscherini ha annunciato, in accordo con il presidente della provincia di Viterbo e della provincia di Roma, "la chiusura della produzione della centrale Enel di Torrevaldaliga per il tempo necessario a fare chiarezza definitiva su quanto accaduto". Il sindaco ha annunciato che per questo farà domani un decreto sindacale di chiusura perché "tre morti in tre anni sono troppi". Il sindaco lo ha detto davanti agli operai della centrale riuniti in consiglio comunale.

"Da domani mattina - ha spiegato il sindaco Moscherini tra gli applausi degli operai - la produzione della centrale e il cantiere sono fermi. Già domattina è convocata una riunione con istituzioni preposte per attivare tutti i tavoli e stabilire come istituire un organismo di controllo". Nel periodo di chiusura della centrale di Torrevaldaliga nord dove sabato è morto un operaio addetto alla manutenzione, Sergio Capitani, "utilizzeremo gli ammortizzatori sociali, probabilmente la cassa integrazione, per garantire un reddito ai lavoratori". Anche perché il periodo di chiusura "non è deciso, lo stabiliranno gli enti preposti dopo due livelli di verifica, una a 'freddo' a centrale spenta e una a caldo riattivando la produzione". Moscherini ha detto di vivere la decisione di chiudere la centrale "come un'assoluta necessità, perché su questa materia la nuova fabbrica, la trasformazione a carbone, non può vivere nell'incertezza della sicurezza". "I lavoratori - ha detto il sindaco - non possono vivere nell'incertezza della sicurezza e l'unico modo per chiarire è capire cosa non va a garanzia del buon funzionamento dell' impianto". Alla riunione erano presenti tre rappresentanti dell'Enel, tra i quali Calogero Sanfilippo, responsabile della filiera carbone.

OPERAI, STOP CENTRALE E' VITTORIA PER SERGIO - "Dedichiamo quella di oggi, che consideriamo una nostra vittoria per arrivare a lavorare in sicurezza, al nostro collega Sergio Capitani, ultima vittima della centrale di Torrevaldaliga Nord". Così gli operai della centrale Enel hanno commentato la decisione del sindaco di Civitavecchia Giovanni Moscherini di decretare lo stop della Centrale Enel.

TERNA, DA STOP CENTRALE NESSUN PROBLEMA RETE - L'eventuale chiusura della centrale Enel di Torre Valdaliga e la conseguente interruzione della produzione non causerebbero alcun problema sulla rete elettrica. Lo precisano tecnici di Terna alla luce dell'annuncio del sindaco di Civitavecchia, deciso a chiudere l'impianto dopo l'incidente sul lavoro che ha provocato la morte, sabato scorso, di Sergio Capitani.

GIOVEDI' L'AUTOPSIA SULL' OPERAIO MORTO - Sarà effettuata dopodomani all'istituto di medicina legale di Roma l'autopsia sul corpo di Sergio Capitani, l'operaio della ditta appaltatrice 'Guerrucci' morto sabato scorso nell'incidente, avvenuto all' interno della centrale Enel di Torrevaldaliga nord di Civitavecchia, in cui sono rimasti feriti in modo non grave due colleghi di lavoro della vittima e un assistente dell'Enel. Intanto, è all'esame del pm Paolo Calabria, il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, al momento aperta contro ignoti, il primo rapporto stilato dai carabinieri della compagnia di Civitavecchia ai quali sono affidate le indagini. A quanto si è appreso, i primi riscontri avrebbero escluso che sia stata un'esplosione a causare il violentissimo getto di acqua e ammoniaca fuoriuscito da una tubazione sulla quale gli operai stavano lavorando per eliminare un'ostruzione. In particolare le inchieste della magistratura (che molto probabilmente si avvarrà di consulenti tecnici) e quella interna dell'Enel dovranno accertare in particolare all'interno della tubazione ci fosse ancora una forte pressione nonostante sia stata messa in sicurezza.

Articolo gentilmente offerto dall'ANSA, che ringraziamo

domenica 4 aprile 2010

Manuedda fa chiarezza......

Pubblichiamo un intervento chiarificatorio del Consiglere Verde Alessandro Manuedda, l'articolo è gentilemente offerto da TRC giornale, che gentilmente ringraziamo.

Torre Sud, Manuedda: "Niente carbone, almeno per ora"

Una figuraccia. E' quella fatta da quanti, nelle ultime ore, hanno fatto esplodere il caso della riconversione a carbone del quarto gruppo della centrale di Torre Valdaliga Sud, attualmente fermo e che tale dovrebbe rimanere fino a nuovo ordine. E il nuovo ordine starebbe per arrivare giovedì prossimo, nella famosa conferenza di servizi convocata dal Ministero dell'Ambiente e non da quello dello Sviluppo, come indicato dai protagonisti della figuraccia. A chiarire definitivamente i contenuti della vicenda non è stata Tirreno Power, la società proprietaria dell'impianto, ma il capogruppo dei Verdi al consiglio comunale di Civitavecchia, Alessandro Manuedda, che, a differenza sempre dei protagonisti della figuraccia, ha avuto il buon senso di andare a leggersi con attenzione le carte.

“Nella prossima conferenza di servizi si cercherà di legalizzare l’ennesimo attentato che subiamo da anni, ovvero le emissioni del quarto gruppo di Torrevaldaliga Sud, che, come si deduce dai documenti che andranno a costituire la nuova Autorizzazione, non ha rispettato negli anni scorsi i limiti previsti dalla normativa, ma che, nella sua famosa generosità, il Ministero intende comunque autorizzare in deroga con un mix di olio combustibile e gas”. Per Manuedda, comunque, la proposta del carbone mescolato ai rifiuti (o viceversa) è solo rinviata ee quando quando arriverà sarà solo una questione di prezzo. ”Se posso azzardare una previsione – continua - direi che una quindicina di milioni di euro, un sottopassaggio, una quota annuale da versare nelle casse illegittime dell’Osservatorio Ambientale e qualche sponsorizzazione dovrebbero bastare”. Tutto questo perché, secondo il capogruppo dei Verdi, Civitavecchia esprime tuttora un’ampia maggioranza in Consiglio Comunale particolarmente sensibili a questo genere di sirene. “In questo contesto – incalza Manuedda - il gradino più alto del podio, come sempre quando si tratta di danni alla collettività e di imbarazzante inadeguatezza, spetta al sindaco, che non solo ha impiegato una settimana per leggere la convocazione della conferenza di servizi, ma non è riuscito nemmeno a capire quello che c’era scritto e così ha diffuso notizie errate, in primis nella sua maggioranza”. “Pare – prosegue – che Moscheirni si sia indignato perché non è quello il modo di convocare le riunioni. Certo, lui sarà abituato a convocarle in un altro modo, perccato, però, che i tempi e i modi scelti dal Ministero siano quelli previsti dalla legge”. Secondo Manuedda, se il sindaco Moscherini avesse conosciuto la legge, avrebbe potuto chiedere di posticipare la conferenza di servizi di qualche giorno in modo di potere affrontare un argomento così delicato con la necessaria cognizione di causa e un minimo di serio dibattito con la città. “Ma non si può chidere a un sindaco – conclude il capogruppo dei Verdi – di conoscere le leggi. Moscherini è sindaco da tre anni e non ha ancora capito che nei procedimenti di Autorizzazione Integrata Ambientale il referente indicato dal Comune di Civitavecchia è l’ingegner Pierpaolo Gandola, persona che, come lui stesso ha ammesso in Consiglio Comunale, non ha mai sentito nominare”.

sabato 3 aprile 2010

Dove volete arrivare?

Postiamo quanto uscito in queste ore su corriere.it in merito all'incidente avvenuto oggi. Ancora una volta Civitavecchia protagonista di un dramma. E allora la domanda si fa più ancora più forte

Dove volete arrivare?

Per la rottura di una tubatura è fuoriuscita ammoniaca
Civitavecchia: incidente a impianto Enel, morto un operati, quattro intossicati
Sul posto sono intervenuti cinque squadre dei vigili del fuoco e l'impianto è stato messo in sicurezza

Per la rottura di una tubatura è fuoriuscita ammoniaca

Civitavecchia: incidente a impianto Enel, morto un operati, quattro intossicati

Sul posto sono intervenuti cinque squadre dei vigili del fuoco e l'impianto è stato messo in sicurezza

CIVITAVECCHIA - Incidente sul lavoro all'interno dell'impianto Enelgreenpower del Gruppo Enel a Torrevaldaliga Nord presso Civitavecchia, all'interno del polo industriale della città portuale sul litorale a nord di Roma. Un operaio di 33 anni è morto e quattro sono rimasti intossicati a causa dell'ammoniaca che è fuoriuscita per la rottura di una tubatura. Sul posto sono intervenuti cinque squadre dei vigili del fuoco e l'impianto è stato messo in sicurezza. L'Enel riferisce che i feriti sono stati subito soccorsi dagli operatori del presidio medico presente nell'impianto e che l'operaio deceduto dopo il suo trasporto in ospedale era dipendente di una ditta esterna.

INCIDENTE - Gli operai rimasti intossicati sarebbero in condizioni stabili: ad alcuni è stato applicato un respiratore, altri avrebbero già ripreso le normali attività respiratorie. Uno, invece, colpito agli occhi dai vapori, sarà trasportato in ambulanza all'Oftalmico di Roma per consulenza. Secondo la prima ricostruzione dell'accaduto, gli operai stavano lavorando su un'impalcatura a 15 metri d'altezza a una condotta a pressione che trasporta acqua e ammoniaca per abbassare le emissioni del monossido di azoto che si sviluppano durante il processo produttivo. Gli operai avrebbero aperto una valvola della condotta e sarebbero stati investiti dal getto delle esalazioni. L'operaio deceduto, di Tarquinia, è stato investito al volto e sbalzato su un palo contro cui ha sbattuto violentemente la testa.

ringraziamo gentilmente la fonte: corriere.it