Visualizzazione post con etichetta 21 aprile. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 21 aprile. Mostra tutti i post

domenica 21 aprile 2013

ROMA ORMA AMOR - 21 APRILE, NATALE DI ROMA


"Roma ci appare così veramente come un miracoloso sistema di idee, forze e valori, il più miracoloso che abbia mai visto la storia: un sistema che si realizza in un poderoso blocco di energia organizzata." 

"Roma è la rivelazione della supremazia dell'ordine su tutti i voleri e le cose umane, la legge della forma che sottomette il singolo e il suo valore al valore del tutto, l'affermazione più chiara e nobile del volere politico, l'annunciazione più alta della forza costruttiva dello spirito, la manifestazione più grandiosa del senso della monumentalità" 

Civiltà Romana - P. De Francisci

mercoledì 18 aprile 2012

Visita al Museo della Civiltà Romana [recensione]


Ci giunge la recensione di un militante di azionepuntozero alla visita. Un contributo alla comprensione del valore dell’”eternità di Roma” e dell’importanza della condivisione comunitaria delle esperienze. Il Confronto con se stessi, con gli altri e con i fondamenti della nostra civiltà consente di affinare l’idea della identità e delle radici profonde della nostra cultura. In questi tempi di crisi, ultimo baluardo contro la barbarie.

Ore 9 del mattino, incontro alla "postazione del camerata" a Santa Marinella, la comunità si mette in marcia verso Roma, appuntamento ore 10,00 per la visita guidata al museo della civiltà romana. E' sabato e il tempo non promette niente di buono, mentre ci avviciniamo alla zona E.U.R. 42 di Roma si notano i palazzi in  costruzione, palazzi moderni, grattacieli di specchi che nulla trasmettono all'animo umano. Giunti finalmente in via della civiltà romana, si staglia innanzi ai nostri occhi un edificio immenso, quadrato, adornato di colonne. La bellezza e la potenza di Roma irrompono nei cuori! Le possenti colonne bianche attraverso cui si raggiunge l'ingresso, trasmettono un senso di forza ed eternità, fanno pensare a un qualcosa  che dura nel tempo, attraversa lo spazio, così come il mito di Roma, che riviviamo quest'oggi e che non si spegnerà mai. L'edificio che ospita il museo e trasmette elevata bellezza, non è moderno, nemmeno antico, è stato costruito durante il ventennio fascista, così come l'intero quartiere che lo circonda - eppure ci avevano detto che il fascismo aveva fatto solo danni in Italia! Un quartiere residenziale come quello dell'Eur, con il verde non adibito all'edilizia selvaggia, con edifici in marmo, carichi di splendore, costruito e progettato dall’ingegno del popolo italiano ormai circa 80 anni fa, riesce ancora oggi a trasmettere fierezza, orgoglio, bellezza... non certo come i grattacieli squallidi e i centri commerciali che si affacciano  intorno alla zona, ai quali venti anni di fiducia strutturale sembrano anche troppi e che trasmettono solo tanta tristezza. Tornando alla nostra giornata, ci avviciniamo all'ingresso, dove troviamo ad attenderci i ragazzi di Raido, dobbiamo a loro i ringraziamenti per avere organizzato questa visita nel migliore dei modi. Il nostro Cicerone attraverso il mito di Roma sarà nientemeno che il Prof. Mario Polia (chi non lo conosce vada ad informarsi on line) incredibile oratore che con le sue spiegazioni riesce a toccare le corde dell'animo e a trasmettere sensazioni che difficilmente si riescono a spiegare. La visita inizia quasi puntualmente, dopo le 10, per un primo gruppo di persone (il nostro), ed alle ore 12 per il secondo gruppo. Si parte con il mito di Enea, Polia ci descrive la figura di Enea che fugge da Troia con indosso l' armatura, il figlio Ascanio per mano, il padre Anchise in spalla, portando con sé gli Dei e la moglie. Enea che porta con sè le sue radici, che pensa al suo futuro, non dimenticando il presente e dando fondamentale importanza al culto religioso. Enea figlio di Venere dea dell'amore, non di quello coi cuoricini ma del vero Amore, per l’universo  e la volontà divina, Enea dalla quale discende Rea Silva, che insieme al dio Marte, dio della guerra e della fertilità da alla luce Romolo e Remo. Romolo che traccia il solco attraverso il rito sacro, fonda Roma ed accende il fuoco sacro ed eterno di Vesta. Roma quindi che viene fondata per mano dell'uomo ma per volere degli Dei, Roma che trasmetterà il mito eterno, Roma che sarà luce e faro di civiltà per il mondo. Il Prof. Polia ci illustra i riti sacri che venivano fatti dai vincitori, i riti che venivano fatti nel tempio di Vesta nel quale veniva ricoperto un ruolo fondamentale dalla donna romana. Cionondimeno i Riti che si svolgevano nel Pantheon. Ancora il l’eccellente guida, ci porta alla riscoperta del vero significato di Roma, dell'esempio della civiltà romana, del mito attraverso il tempo. Con parole semplici che arrivano dritte al cuore, quel cuore nel quale rimane acceso un fuoco che non dobbiamo far spegnere e che dobbiamo alimentare. Un fuoco eterno così come il fuoco di Vesta, che ci tiene vivi e ci lega sempre più, quel fuoco che consolida la parola data e la fedeltà.  La giornata vana e piovosa, non è stata vana, è stata utile per alimentare quella fiamma profonda, con cui alimentiamo il nostro fuoco e quello del camerata in difficoltà che possiamo trovare al nostro fianco, oggi e per l'eternità. Nel concludere ringraziamo i ragazzi di Raido che hanno organizzato la giornata, il prof. Polia che ci ha istruiti togliendo spazio a sè per donarlo a noi e i ragazzi del nis che altrettanto si sono impegnati per la riuscita della manifestazione.


mercoledì 21 aprile 2010

21 Aprile - Natale di Roma

Oggi è il Natale di Roma, è importante, ricordatelo, oggi è Festa. Stelvio Dal Piaz

Il mito è la forma umana per esprimere una realtà metafisica che altrimenti il nostro linguaggio non sarebbe in grado di comunicare. Con Roma il Mito si fa “forza formatrice della realtà e si palesa in gesta, avvenimenti ed anche istituzioni le quali per tale via assumono un significato simbolico” (J.Evola).


Il valore simbolico di Roma -e della sua origine- consiste nell’essere il tentativo di restaurare l’Unità delle origini, attraverso una spiritualità virile e dominatrice che sa arrestare il processo di decadenza spirituale che caratterizzava l’umanità.
Roma è il luogo fatidico, raggiante di luce, espressione sensibile del Centro, dell’ORIGINE, da cui derivano tutte le cose. E’ il luogo dove le tendenze contrarie si armonizzano, neutralizzandosi in un perfetto equilibrio. Compito di Roma è quello di ristabilire l’ORDINE (cosmos) in un mondo in preda al disordine (caos).
Tramontati gli antichi imperi mesopotamici, il regno egiziano, quello persiano e terminata la breve ed esaltante epopea di Alessandro Magno, il mondo era privo di un centro sacrale e militare irradiante i valori di Ordine, Eroismo, Virilità, Volontà, Gerarchia, Aristocrazia e Impero. In quest’opera di riordinamento gerarchico dell’esistenza, sono state vinte, dalle- legioni romane, le popolazioni latine, etrusche, cartaginesi, galliche, greche e semitiche.
Roma ha riportato la luce di una spiritualità virile, essa “non avrebbe potuto assurgere a tanta potenza se non avesse avuto, in qualche modo, origine divina, tale da offrire agli occhi degli uomini, qualcosa di grande e di inesplicabile” (Plutarco).

L’origine divina dell’Urbe è testimoniata dal mito di Romolo e Remo. Virgilio individua in Enea il progenitore dei Romani. Enea sfuggito all’incendio di Troia approda, dopo sette anni di navigazione, sulle coste del Lazio, dove sposa Lavinia la figlia del Re Latino. Dopo la morte di Enea, il figlio Ascanio fonda sui Colli Albani una nuova città, Alba Longa, dove regneranno 19 suoi discendenti. L’ultimo di questi, Numitore, viene spodestato dal fratello Amulio, che, per assicurare ai suoi discendenti il trono, costrinse l’unica figlia di Numitore, Rea Silvia, a farsi sacerdotessa di Vesta. Rea Silvia viene scelta da Marte per continuare la stirpe d’Enea, da cui sarebbe stata fondata la CITTA’ ETERNA. Dall’unione del Dio e della giovane vergine nascono Romolo e Remo. La nascita non passa inosservata al perfido Amulio che strappa i due gemelli al seno materno, ordinando di buttarli nel Tevere e di far murare viva Rea Silvia. La nutrice a cui i piccoli sono affidati non se la sente di ucciderli, e li deposita in una cesta che abbandona alla acque del Tevere e al volere degli Dèi. La cesta viene trasportata a riva dalla corrente, i due gemelli trovano rifugio presso l’albero di fico “Ruminal”(1) e vengono svezzati da una lupa, per poi essere cresciuti da una coppia di pastori (Faustolo e Acca Larenzia). Una volta adulti Romolo e Remo, venuti a conoscenza delle loro origini si pongono alla guida di un esercito, uccidono Amulio e i suoi seguaci e reìnsediano Numitore, che per riconoscenza concede loro di fondare una città. Per stabilire quali dei due fratelli dovesse tracciare il solco sacro e dare il nome alla città, i due gemelli consultano il volo degli uccelli: Remo dal colle Aventino vede sei avvoltoi, Romolo dal Palatino ne vede dodici. Aggiogando due buoi bianchi(2) viene tracciato il perimetro di Roma, vengono fatti sacrifici agli Dèi e viene acceso un fuoco sacro. Remo sorpreso a saltare per scherno il solco sacro, viene ucciso da Romolo. Era il 21 aprile 753 a.C., NATALE di Roma.

II Mito di Romolo e Remo testimonia l’origine sacra di Roma e Indoeuropea dei romani, restauratori del sacro ordine della Tradizione. Roma nasce sotto il segno del Dio guerriero Marte, e tale paternità sigilla il carattere guerriero e marziale della romanità. L’unione di Marte, espressione dell’aspetto maschile fecondatore dell’esistenza, e di una vergine vestale, espressione dell’aspetto femminile generativo dell’esistenza, testimonia il ritrovato equilibrio fra i due poli opposti ma complementari -maschile e femminile- e l’inizio di un nuovo ordine che avrà come fondatore un eroe divino: Romolo. La nascita di un eroe divino dall’unione fra un Dio e una mortale è un mito ricorrente nei popoli indoeuropei: Zeus e Latona generano Apollo, Zeus e Alcmene generano Eracle, etc. L’abbandono dei due gemelli(3) alle acque e la loro sopravvivenza ripropongono il simbolo dei “Salvati dalle acque”. Ciò rappresenta il superamento del flusso del divenire che travolge e affoga gli uomini deboli, ma che è indifferente a colui che supera la propria natura mortale. Egli è l’EROE, il messaggero della Tradizione, che ha il compito di ristabilire l’Ordine Divino nel mondo.I! fico “Ruminal” presso il quale i gemelli trovano rifugio simboleggia “l’albero del Mondo”, espressione della vita universale da cui traggono nutrimento Dèi ed Eroi (Odino, Eracle, Gilgamesh). Il Lupo rappresenta la forza primordiale e selvaggia della natura ma anche la semplicità, l’asprezza, la forza virile dei conquistatori: è la potenza che rigenera il mondo.I due gemelli rappresentano la lotta fra il principio ordinatore – Romolo - e il caos - Remo.(4) Gli Dèi attraverso il volo dei 12 avvoltoi testimoniano la designazione di Romolo quale fondatore di Roma. Il volo degli uccelli rappresenta la lingua dell’umanità primordiale, la voce degli Dèi. Inoltre il numero 12 è significativo, perchè ricorrente in vari Centri che hanno incarnato e diffuso la Tradizione solare: 12 adityva solari della tradizione Indù, le 12 tappe del cammino del Dio-eroe Gilgamesh, le 12 fatiche di Eracle, i 12 discepoli di Lao-Tze, i 12 Dèi dell’Olimpo greco, le 12 verghe del fascio littorio, i 12 cavalieri della Tavola rotonda, i 12 apostoli, etc. La ritualità seguita da Romolo nel tracciare i confini dell’Orbe, i sacrifici offerti agli Dei indicano il rispetto che il Romano nutriva per le leggi che regolano l’universo. Remo prendendosi gioco del solco sacro sfida presuntuosamente la divinità e ritiene di poter superare i limiti e le facoltà che sono proprie di un comune mortale. Romolo espressione del principio olimpico si oppone alla prevaricazione titanica di Remo, e uccidendo quest’ultimo garantisce il rispetto dell’Ordine.

NOTE
1: Questo nome rimanda all’idea di nutrire: l’attributo di Ruminus riferito a Giove, nell’antica lingua latina designava la Sua qualità di “nutritore”.2: “II duce (Romolo) … comincia a tracciare il solco rituale, badando che all’interno, dalla parte della città, sia la vacca, immagine della fertilità e fuori, dalla parte della campagna, il bue, emblema della forza”. Da “La razza di Roma” di M. Scaligero, pag. 81.3: Il tema dei Gemelli o dei Fratelli si ritrova in numerose tradizioni, come ad esempio in quella egiziana o in quella ebraico-cristiana. E’ il tema di un unico principio dal quale si differenzia una antitesi raffigurata dall’antagonismo tra i due. Uno incarna la potenza luminosa del Sole, l’altro il principio oscuro. In riferimento a Romolo e Remo, il primo è colui il quale traccia il solco e stabilisce così un Limite, l’Autorità, la Legge. II secondo è colui che tale Limite oltraggia, e per questo viene ucciso.4: “Remo, il quale sta a simboleggiare l’elemento antigerarchico, proprio al periodo decadente del matriarcato, vìola la intangibilità del solco e Romolo lo punisce. Ciò vuole significare la inviolabilità di ciò che è ritualmente consacrato e l’affermazione del nascente spirito guerriero olimpico, antiegualitario, sul vecchio spirito orgiastico, comunistico, anarcoide: è il primo atto di giustizia inesorabile, di senso di subordinazione assoluta ad un ideale superiore di cui da quel momento la Civitas sarà la manifestazione vivente”.

Da “La razza di Roma” di M. Scaligero, pag. 78.

Tratto da www.azionetradizionale.com