venerdì 30 agosto 2013

Georges Sorel, 30/08/1922 - 30/08/2013

"Il proletariato si organizza per la battaglia, separandosi dalle altre parti della nazione, considerandosi il grande motore della storia, subordinando ogni considerazione sociale a quella del combattimento; ha un sentimento assai netto della gloria legata al suo ruolo storico e dell’eroismo del suo atteggiamento militante; aspira alla prova decisiva in cui infonderà tutta la misura del suo valore. Non perseguendo alcuna conquista, non ha bisogno di fare piani per utilizzare le sue vittorie: intende espellere i capitalisti dal dominio produttivo e prenderne il posto. (213)"

lunedì 26 agosto 2013

Critica dell’intrattenimento - La Perla assiste sgomenta

No, non lo abbiamo voluto scrivere, abbiamo dovuto farlo. Per dare conto, alle generazioni future che noi non siamo rimasti in un silenzio complice. Noi non abbiamo retto il moccolo a questi cialtroni, ci siamo battuti - contro ogni barbarie, contro ogni maleducazione dello spirito. E’ con questo profilo che ci approssimiamo alla recensione dell’evento “Made in Santa Marinella – Stella per una notte”. Agglomerato confuso di pseudo arte, moda, intrattenimento e sciatteria. Tutto profumatamente patrocinato dall’amministrazione comunale di Santa Marinella.

Noi non siamo stiliti, non disprezziamo le iniziative e le attività altrui tout-court o le cose del mondo, non ne siamo avulsi o indifferenti, ma intendiamo esprimere una critica, un pensiero, secondo uno stile, una condotta precisa, che ci impone di distinguere, ciò che è mero intrattenimento e non può essere considerato cultura.
Nel contempo pensiamo anche che sia necessario tracciare una linea di livello, che sia il discrimine, il metro di giudizio di quello che, per esempio, la Pubblica Amministrazione Locale va somministrando sempre più ai suoi concittadini.

Di qui, non ci si può esimere dal constatare che l’evento pubblicizzato come attività culturale e realizzato il giorno 25 agosto presso l’Orto botanico santamarinellese (… dove non cresce neanche un tubero!) di fatto si debba inquadrare assolutamente come attività di intrattenimento, a meno che l’esibizione di costumi da bagno, di vestiario di moda, di baldi giovanotti pettoruti e di silfidi indossatrici non costituisca un fatto cul-turalmente rilevante.  Cionondimeno, sottolineando che un evento non è mai neutro, eleva o degrada.
Dunque, questo è tutto ciò che può essere somministrato? E’ qui il “limes culturale”? Il livello di ricettività culturale della popolazione santamarinellese è in grado di apprezzare soltanto questo? Un trito e ritrito intrattenimento modaiol-cabarettistico, in salsa “sfilatina” estiva, condito da un cumulo-nembo puzzolente di frittura di pesce, aleggiante sul pubblico, a fare da fumogeno involontario da palcoscenico? Oppure, la spesa di denaro pubblico è ormai finalizzata all’adulazione dell’ associazionismo locale, alla “coltura” dell’immagine dell’organizzatrice-ore di turno di eventi e dei suoi accoliti, nella totale inconsapevolezza o peggio arrogante presunzione riguardo i propri limiti culturali?

L’evento, peraltro ben congegnato, è riuscito nell’intento, tuttavia non abbiamo avuto il piacere di ascoltare un discorso introduttivo da parte del sindaco o da altre pubbliche presenze ectoplasmatiche che, evidentemente, non hanno ritenuto di illustrare un aspetto del volto della Città di Santa Marinella a turisti e cittadinanza. Siamo abituati a queste defezioni strategiche! Eppoi, per finire, udite! Udite! Indovinate quale maschietto in gara è riuscito a salire sul podio più alto? Il figlio della organizzatrice dell’evento! Si sa… “Ogni scarrafone è bello a mamma suia”!


Il Cavaliere Nero

venerdì 23 agosto 2013

FU TURISMO 2013: Il consigliere al Turismo Marcozzi, se le suona e se le canta da solo

Ad una settimana dalla fine di agosto, per l’agenda di Marcozzi probabile fine dell’estate, il comunicato che sancisce la vittoria contro il resto del mondo e si aggiudica una Banana da 10 e lode. Partito in sordina premettendo di non aver avuto tempo di organizzare il cartellone – salvato, di fatto, dalla buona volontà di associazioni e imprenditori che già avevano surrogato la colpevole assenza cronica del Comune – ha proposto un “programma di festeggiamenti per l’estate 2013” (festeggiamenti poi di non si sa cosa, è solo il cartellone estivo).

Leggiamo nel comunicato apparso sui media, una serie di banalità, di inesattezze e silenzi, da lasciare basiti. Non solo alcuni gli eventi più significativi non hanno avuto alcuna relazione con la sua opera ma, le manifestazioni che avrebbero dovuto caratterizzare la nostra cittadina sono pari a zero. 0% cultura (per gli sgambetti a Pino Galletti, nell’ambito delle guerre intestine) 100% intrattenimento, coronate da ordinanze, delibere e determine che andrebbero studiate approfonditamente per far emergere la mappa delle relazioni tra imprenditoria, associazionismo, politica e faccendieri. Il meglio però lo riserva alla fine. Non un cenno alla tanto decantata destagionalizzazione di cui probabilmente si riempie la bocca ma non sa nemmeno dov’è di casa. Anziché considerare settembre un mese su cui investire IMMEDIATAMENTE, si rallegra e salta direttamente ai festeggiamenti natalizi, di cui da buon impresario, avrà già certamente preavvisato le associazioni professionali di eventi che organizzano i presepi con le mucche e gli asini di cartone. Ma la chicca al gran finale, “per poi avviarci verso una "speciale" stagione estiva 2014” sì, certo, saltando a piè pari la primavera che dovrebbe contraddistinguere il rifiorire delle attività di attrazione turistica o magari, chissà - se prima o poi qualcuno ci penserà - anche culturale. Sarà bene che  il suo pigmalione – il buon Sindaco Bacheca – possa dargli qualche ripetizione, perché a Settembre si sa, ci sono gli esami di riparazione e non sarebbe il caso farsi trovare impreparato, altrimenti la bocciatura sarebbe cosa certa. Ma si sa, il pericolo è relativo, a Santa Marinella in campagna elettorale ci si propone come risolutori di tutti i problemi, poi  però va di moda non prendere gli assessorati per paura della cadere dalla sedia. Sarebbe un problema.


Il Direttivo di AzionePuntoZero

La guerra è in atto ....


Costruire l'Uomo Nuovo è un atto di guerra contro il mondo moderno. 
Il posizionamento in termini antagonisti rispetto al sistema imperante 
è un indice di tenuta, innanzitutto dal punto di vista spirituale. 
Cionondimeno, anche la tenuta psicologica e fisica, 
mostrerà la verifica del tenersi in piedi fra le rovine, 
con assoluta dignità.

Azione Punto Zero


ROMA CIMITERO DEL VERANO, DOMENICA 15 SETTEMBRE, VISITA ALLA TOMBA DEI CADUTI DI ROVETTA

Immagine in linea 1

Ass.ne Reduci 1^ Legione 'M' d'Assalto Tagliamento
Comitato Onoranze Caduti di Rovetta
Visita alla Tomba dei Caduti di Rovetta al Cimitero del Verano
Roma, 15 Settembre 2013
P R O G R A M M A
          
Ore 9,30
Incontro all’ingresso secondario del Cimitero del Verano nel Piazzale delle Crociate (poco prima della Tangenziale).
     
Ore 10,00
Corteo dall'Ingresso del cimitero alla Tomba dei Caduti.
     
Ore 10,15
Visita alla Tomba dei Caduti di Rovetta e Cerimonia commemorativa come segue:
. Breve saluto del Reduce Mariano Renzetti Presidente dell'Associazione Reduci della Tagliamento
. Breve saluto di Alberto Indri Rappresentante delle Ass.ni Campo della Memoria e X MAS-RSI
. Brevi interventi commemorativi dei prof.ri  Stelvio Dal Piaz e Augusto Sinagra.
. Appello ai Caduti di Rovetta

Ore 11,00
Cerimonia religiosa come segue:
 . Santa Messa in suffragio dei 43 Martiri e Benedizione della Tomba
 . lettura della 'Preghiera del Legionario'
 . esecuzione alla tromba del Silenzio fuori Ordinanza

 Ore 13,00
Pranzo presso il vicino Ristorante 'Le Crociate'

Ore 15,00
Comunicazione degli Appuntamenti in Programma per  l'anno 2014 da parte dell'Ass.ne Reduci della Tagliamento e del Commiato.

Ore 15,30
Riunione del Direttivo dell'Associazione Reduci Tagliamento per: Rinnovo cariche sociali (Presidenza e Consiglio Direttivo), Tesseramento, Organizzazione, proposte e varie.
   
RIFERIMENTI
Pernottamento
Per prenotazioni del pernottamento di sabato sera 10 (camera matrimoniale euro 100,00 con 1^ colazione, camera singola euro 80,00 con 1^ colazione) rivolgersi a:
. Paolo Piovaticci, tel. 0575 049344, cell. 335 5280754, cell. 338 6377516        
. Hotel New Gemini (Sig. Alex), tel. 0644291143, fax 06 44242623 (rif.‘Gruppo Tagliamento'.
Pranzo
Per prenotazioni per il pranzo (prezzo euro 25,00) che avrà luogo domenica 15 alle ore 13,00 al vicino Ristorante 'Le Crociate' che è in Piazza delle Crociate 17 (sopra il Supermercato INS), rivolgersi  a:
Alberto Indri, Cell. 339 4676055

mercoledì 21 agosto 2013

"gli uomini e le rovine" - Elementi di stile romano

Evola descrive , nel seguente passo tratto da "gli uomini e le rovine", gli elementi dello stile romano.

"Questa romanità originaria ebbe la sua base in una figura umana definita da un certo gruppo di disposizioni tipiche. in primo luogo sono da considerarsi un'attitudine dominata, un audacia illuminata, un parlare conciso, un agire preciso e coerente quanto meditato, un freddo senso di dominio, alieno da personalismo e vanità. Allo stile Romano appartengono la virtus non come moralismo bensì come virilismo e coraggio, epperò la fortitudo e la costantia, cioè la forza d'animo; la sapientia, nel senso di riflessività, di consapevolezza; la disciplina come amore di una propria legge e di una propria forma; la fides nel senso specificatamente romano di lealtà e fedeltà; la dignitas, la quale nell'antica aristocrazia patrizia si potenziava in gravitas e solemnitas, in misurata, seria solennità. Sempre dello stesso stile appartengono l'agire preciso, senza grandi gesti; un realismo che non significa materialismo bensì amore per l'essenziale; l'ideale della chiarezza, il quale solo in certi popoli latini doveva trasformarsi in razionalismo; un equilibrio interno e una diffidenza per ogni abbandono dell'anima e per ogni confuso misticismo; un amore pel limite; l'attitudine ad unirsi senza confondersi, in vista di un fine superiore o per un'idea, da essere liberi. Possono aggiungersi anche la religio e la pietas non significanti la religiosità nel senso più recente, significanti invece, pel Romano,un atteggiamento di rispettosa e dignitosa venerazione e, in pari tempo, di fiducia, di riconnessione nei riguardi del sovrasensibile, sentito presente ed agente presso le forze umane individuali, collettive e storiche. Siamo naturalmente lontani dal pensare che ogni romano abbia incorporato tali tratti; essi tutta via costituirono, per così dire, la "dominante", erano consustanziati nell'ideale sentito da ognuno come specificatamente romano."

lunedì 19 agosto 2013

La battaglia delle Termopili: anniversario


Oggi cade l'anniversario di una delle più eroiche battaglie di sempre: le Termopili.
300 tra i migliori guerrieri di una città che per noi è mito nonché esempio eterno di grandezza, fedeltà e virtù cadono valorosamente bloccando l'avanzata dirompente del potente esercito Persiano. Il fuoco di uomini che hanno saputo vincere sé stessi dedicandosi completamente all'azione impersonale e al miglioramento costante di sé , non si è spento e continuerà ad ardere, destando i cuori di coloro che ancor oggi lottano per il trionfo della Verità e della Giustizia. Un manipolo di uomini uniti dalla stessa incrollabile fede, un esercito simile ad un organismo in cui ogni Spartano, con dedizione incondizionata all'Idea, svolge il proprio compito superando ogni paura, codardia, egoismo per un bene superiore. Essi infatti, scansando l'insignificante e il superfluo, sono riusciti come forse nessun'altro, a giungere all'essenziale di una vita piena, vivificando il Sacro attraverso l'arte della guerra. 

Come afferma Simonide, dunque "gloriosa la sorte, bella la fine" per coloro che fino all'ultimo hanno difeso Sparta, rifiutando ogni vigliaccheria e individualismo. Il loro esempio traccia il solco, il loro sacrificio illumina la via...Gli eroi delle Termopili vivono oggi nei cuori di chi non cede alla rovina di un mondo più che mai in preda alla Sovversione.


« Dei morti alle Termopili
gloriosa la sorte, bella la fine,
la tomba un'ara, invece di pianti, il ricordo, il compianto è lode.
Un tal sudario né ruggine
né il tempo mangiatutto oscurerà.
Questo sacello d'eroi valorosi come abitatrice la gloria
d'Ellade si prese. Ne fa fede anche Leonida,
il re di Sparta, che ha lasciato di virtù grande
ornamento e imperitura gloria. » 


Simonide, fr. 531 

domenica 18 agosto 2013

RUTILIO!


IL LEONE RUGGISCE ANCORA - RUTILIO PER MILLE ANNI! 18 Agosto 2013
A te, nostro esempio di Combattente, Onore, Gloria e Fedeltà.


martedì 6 agosto 2013

brano tratto da "Cittadella": Il cancro del mondo moderno

sottile paragone con l'egoismo cieco del mondo odierno. Ognuno pensa solamente ad ingigantire all'inverosimile la propria immagine, non consapevoli che la strada della sovversione è vana illusione, una malattia "giustificata" da potenti e media, della quale l'uomo moderno abusa per poterne trarre gratificazione personale.  

Dedico il brano tratto da 'Citadelle' di A. de Saint-Exupery (l'autore de Il Piccolo Principe) a chi, senza dignità, approfitta del proprio disagio per depredare famiglie, culture e nazioni in nome di un criminale giustificazionismo socio-economico tanto caro alle sinistre. 
"Questa pietà io la nego alle ferite ostentate che straziano il cuore delle donne, come la nego ai moribondi e ai morti. Vi fu un periodo della mia giovinezza in cui avevo pietà dei mendicanti e delle loro piaghe. Ingaggiavo per essi guaritori e comperavo balsami a base d'oro che ricuciono la pelle sulla carne. Ho agito in tal modo fino al giorno in cui ho capito che essi ci tenevano al loro putridume come fosse un raro lusso, avendoli sorpresi a grattarsi e a cospargersi di sterco come chi concima un terreno, per cavarne un fiore prezioso. Si mostravano orgogliosamente l'un l'altro le loro putrescenze vantandosi delle offerte ricevute, poiché chi ne aveva avute di più si paragonava dentro di se' al sommo sacerdote che espone l'idolo più bello. Se acconsentivano a consultare il mio medico, lo facevano con la speranza che il loro cancro l'avrebbe sorpreso per il suo fetore e la sua gravità. E agitavano i loro moncherini per farsi largo nel mondo. Accettavano così le cure come un omaggio, offrendo le loro membra alle abluzioni che li lusingavano, ma appena il male era scomparso si scoprivano senza importanza, non coltivando più alcuna parte di se', come inutili, e si preoccupavano solo di far rinascere innanzi tutto quella piaga che prendeva vita da essi. E appena erano di nuovo avvolti nel loro male, gloriosi e vani, riprendevano con la ciotola in mano la via delle peregrinazioni e, in nome del loro sudicio dio, ricattavano i passanti"

lunedì 5 agosto 2013

Pausa Estiva 2013



Si parte per il Campo Estivo.
Riprenderemo le attività su web dopo il 19 Agosto e le attività militanti
[le uniche effettive sono quelle nella realtà quotidiana] dopo il 25 Agosto.
Buone Vacanze a tutti. 


Un saluto affettuoso a coloro che non possono permettersi il "lusso" di una vacanza,
ai malati, a chi non può muoversi, ai nostri amati Combattenti, ai nostri camerati detenuti.




giovedì 1 agosto 2013

Ultimo Saluto Romano per Nadia




I funerali dell'Ausiliaria Nadia Sala si svolgeranno domani alle ore 11.45 presso la Chiesa dei Santi Angeli Custodi di Piazza Sempione. Richiesta la massima sobrietà.
Per coloro che intendono porgere l'ultimo saluto a Nadia, la camera ardente presso l'Ospedale Santa Maria Goretti di Via Guido Reni Latina, sara' aperta dalle 14.0 alle 18.45. La Famiglia e i figli ringraziano per il profondo affetto dimostrato in questi giorni.



padre e madre: figure complementari e necessarie per la crescita sana di un bambino


Cambiare o parafrasare i nomi, rendendo legale e normale ciò che è nefandezza e empietà, permette il nascere di questioni che minano l'ordine che un tempo permetteva una vita naturale e vera in un contesto famigliare armonico.
Le distorsioni del mondo moderno, in cui l'io viene ingigantito enormemente antepongono sempre gli scopi personali a ciò che è naturale e giusto e che impone un sacrificio e un dono. Pertanto le pretese sempre più insistenti delle coppie omosessuali essendo puramente un capriccio personale, minano il futuro di una società sempre più in rovina. La figura autoritaria del padre capace di darsi un limite ed una legge, necessaria per la propria realizzazione, per poterla a sua volta insegnare alla propria creatura va via via scomparendo, così come scompare la madre capace di sacrificare la carriera e il successo per dedicarsi alla custodia del fuoco famigliare e della crescita sana del pargolo. Come può un figlio essere capace di formarsi, di capire il proprio limite e di trovare il proprio posto nella società se cresce in un contesto nella quale è privo di figure che gli insegnino a sacrificarsi, a lottare, a vivere?

(Tempi.it) – In queste settimane (ma sarebbe più corretto dire anni) nella politica prevale l’ideologia sul buon senso e sull’evidenza della realtà. Vorrei allora proporre una riflessione sull’importanza della presenza di un padre e di una madre per la crescita di una persona. «Serve un padre per differenziarsi dalla madre, per accettare le ferite e riconoscere il senso ed esprimere il proprio Sé, entrando così personalmente nel tempo e nella storia» scrive Claudio Risé in Il padre. Libertà dono.
Nel mito Edipo uccide il padre Laio senza saperlo e sposa la madre Giocasta. La vicenda raccontata dal tragediografo greco Sofocle (496 a. C.-406 a. C.) profeticamente si è avverata nell’epoca contemporanea. Oggi l’uomo risente di una cultura plurisecolare (discendente dall’Illuminismo) che ha distrutto i padri tentando di conservare solo i valori di cui essi erano stati detentori fino ad allora. Il Settecento illuministico francese ha cercato di eliminare Cristo e la Chiesa conservando i valori di uguaglianza, fraternità, libertà che millesettecento anni di storia cristiana avevano portato in Europa. Il tentativo dell’eliminazione della figura del re e della monarchia in Francia e l’abolizione dell’Ancient régime con la Rivoluzione francese rappresentano simbolicamente la cancellazione dell’antico per l’instaurazione del nuovo, la decollazione del padre per l’intronizzazione del figlio.
La storia ha, poi, insegnato che non era possibile realizzare repentinamente questo passaggio brusco e rivoluzionario, perché i gradini si salgono con sacrificio e pazienza, non si possono saltare. I salti bruschi comportano di solito spargimento di sangue e involuzioni dal punto di vista della società e dei valori. Nietzche fa piazza pulita di tutti i padri del passato (Socrate, Cristo, s. Paolo, tradizione, i valori, …) per lasciare il bimbo superuomo solo con se stesso, senza padre né madre. Nel Novecento i segnali di questa ribellione al padre/tradizione/autorità sono moltissimi. Tra questi senz’altro la ribellione sessantottina è uno dei più clamorosi.
Negli ultimi quarant’anni, e oggi in maniera sempre più accentuata, la cultura e il diritto occidentali hanno reso superflua o facoltativa la figura del padre. Abbiamo sentito in questi giorni che in Francia si vuole sostituire la festa del papà e della mamma con la festa dei genitori in modo da non discriminare nessuno. Oggi si pretende, cambiando il nome agli arbitri personali, alle nefandezze, agli omicidi, inserendole nell’ambito del diritto e della legalità, di nobilitare ciò che non è nobile, di far passare come conquista ciò che è, invece, una sopraffazione dei più deboli, di chi non parla, di chi non può ancora dire ad alta voce che vorrebbe avere un padre e una madre.
Nella loro nascita i nomi nascondono sempre la verità delle cose. Il matrimonio deriva da munus matris, ovvero «il dovere o compito della madre». Chi vuole chiamare «matrimonio» l’unione tra due persone dello stesso sesso dovrebbe spiegare perché non possa o non voglia chiamarlo con un nome diverso. Non basta cambiare il nome alle cose per cambiarne la natura. Un cane rimane sempre un cane anche se decidessimo di chiamarlo «gatto». Se due persone dello stesso sesso adotteranno un bimbo, lo priveranno della diversità di un papà e di una mamma. La coppia che cresce un figlio ha la sua ricchezza proprio nella diversità e, in un certo senso, complementarietà della figura dell’uomo e della donna, del padre e della madre. Così è sempre stato nella storia dell’umanità, da quando gli esseri umani si sono distinti dalle fiere, per dirla col Foscolo dei Sepolcri (si vada a leggere la cosiddetta parte vichiana del carme «Dal dì che nozze e tribunali ed are»).
La madre è accoglienza, è pazienza, è colei che ha tenuto nel grembo per nove mesi il figlio, lo ha aspettato vivendo la dimensione del sacrificio e dell’abnegazione. Il femminismo degli ultimi decenni non ha certo valorizzato la donna, ma ha voluta equipararla all’uomo destituendola in realtà di quelle virtù che l’uomo deve spesso imparare da chi ha fatto esperienza dell’ospitalità in modo fisico e direi viscerale. Questa comunione con il figlio per nove mesi rende il rapporto tra madre e figlio fortemente biologico, fisiologico, carnale. Il padre inizia a conoscere il figlio solo dopo averlo visto nascere. Prima, nei nove mesi in cui il bimbo è nel ventre materno, è osservatore, non comunica con lui o poco, difficilmente prende pienamente coscienza della novità, poi diventa nel tempo autorità, legge, colui che pone le regole. Chiaramente ogni famiglia è a sé, in ogni nucleo padre e madre imparano a collaborare, a far crescere i figli, a comunicare loro le proprie esperienze e le proprie capacità. Qui, intendiamo, però, sottolineare che esiste una differenza di genere tra uomo e donna, una differenza ontologica e di storia tra papà e mamma.
Le conseguenze di questo processo di eliminazione della figura paterna sono sotto gli occhi di tutti: aggressività o cieca violenza, senso di sfiducia e di autostima, perdita dell’idea di autorità, incapacità di diventare papà e di creare una famiglia, assenza del senso del limite e del senso del sacrificio con conseguente inadeguatezza di fronte alle sconfitte e alle frustrazioni, atteggiamenti nevrotici o psicotici. Il giovane o l’adulto cerca di inibire o di sopire questa aggressività collettiva o individuale, non controllata e regolamentata, non soggetta al senso dell’autorità e della regola, attraverso assunzione di alcool o droghe (l’inibizione avviene qui attraverso la trasgressione), disinibizione dell’erotismo, forme di evasione come eccessivo uso di televisione e di videogiochi, infinite altre forme di intorpidimento dell’io. La società in cui viviamo è, in maniera simbolica, una «grande madre» che stimola i bisogni degli individui al fine di soddisfarli sempre meglio con beni crescenti, sempre più sofisticati, che tratta i suoi componenti guardando le sue necessità biologiche e fisiologiche. L’individuo regredisce ad una situazione infantile, si sente debole, deprivato di forza e di creatività, svuotato di energia spirituale, concepito solo per avere e possedere. Il giovane, spesso, regredisce allo stadio di dipendenza dalla madre rimanendo in casa fino all’età adulta, lasciandosi cullare da agio e tranquillità domestica.
Al figlio si deve mostrare un modo realistico e ragionevole di rapportarsi con la realtà. Mostrare che non è onnipotente, che ci sono dei limiti da rispettare, dei paletti entro cui camminare è profondamente educativo, perché introduce alla realtà indicando, nel contempo, che c’è anche una via da seguire, un sentiero. Il bimbo coglie così un senso, una finalità, un significato positivo che, nel tempo, imparerà a verificare per sé.
Invece, la pretesa violenta di incanalare il figlio in una strada o di progettarne il futuro non aiutano la sua crescita e la capacità di scelta. Ci si deve allora guardare dal tranello di voler dirigere la vita del figlio. Bisogna imparare a guardare il figlio con quel distacco, che è il contrario dell’indifferenza e della distanza, ma che potremmo descrivere con un’immagine dello scrittore francese C. Peguy. Un figlio è nell’acqua di un  fiume, ma non sa ancora nuotare. Il Padre (rappresenta Dio Padre) non vuole che lui anneghi, allora lo sostiene con le braccia, ogni tanto lo lascia perché vuole che lui impari a stare a galla, ma non può lasciarlo solo completamente perché berrebbe l’acqua. Peguy immagina che Dio dica: «Ho voglia, sono tentato di mettere loro la mano sotto la pancia/ Per sostenerli nella mia larga mano/ Come un padre che insegna a suo figlio a nuotare/ Nella corrente del fiume/ E che è diviso fra due sentimenti./ Perché se da un lato se lo sostiene sempre e lo sostiene troppo/ Il bambino si attaccherà e non imparerà mai a nuotare./ Ma anche se non lo sostiene al momento giusto/ Questo bambino berrà un sorso cattivo».
Come è bello vedere un figlio che acquista consapevolezza dei propri mezzi, nel contempo com’è drammatico lasciare la libertà a chi si vuole bene, coscienti che le scelte dell’altro potrebbero non essere indirizzate al suo bene! Eppure Dio ha deciso di scommettere totalmente sulla nostra libertà, perché senza di essa la nostra condizione non sarebbe dignitosa. Sostegno e libertà sono i due fattori su cui si gioca il rapporto tra genitori e figli.La verginità è quello sguardo capace di guardare l’altro senza pretese, senza desiderio di possederlo, ma con l’attenzione costante al Destino, al bene e alla felicità dell’altro.
(Giovanni Fighera)
fonte: AzioneTradizionele.com