venerdì 24 dicembre 2010

Auguri Selvaggi e Sorrisi interessanti.........

Avviso ai naviganti: potreste ricevere presto e-mail, sms, fors’anche bigliettini con auguri natalizi da persone vostre conoscenti impegnate in politica. Messaggi che non vi aspettavate.
Sarebbero i più svegli a mandarveli, quelli più addentro alle cose. Perché si sente puzza di voto, qua in Italia, molto più di quanta se ne sentisse nei giorni precedenti il fatidico 14 dicembre che ha visto l’edizione 2.0 di Badoglio finire nelle stesse trappole che pure aveva preparato con cura.
Insomma, presto sarete di nuovo bombardati da manifesti selvaggi, spot radio e tv carichi di messaggi subliminali e degni di una sfida apocalittica, scanditi da voci suadenti. Presto le brochure traboccheranno dalla vostra cassetta della posta, i telefoni vi avvertiranno di messaggi nei quali numeri sconosciuti vi invitano a “esercitare il sacro diritto-dovere del voto”. Il “popolo dei gazebo” vi fermerà per strada, da angoli appena spodestati a caldarrostai e zampognari, invitandovi con la stessa cordiale invadenza di un venditore ambulante di rose a firmare “per la libertà e la democrazia” a firmare fogli ricolmi di dichiarazioni d’intenti ma nel complesso assolutamente inintelligibili.
Eccola, la chiave per aprire la mente. Tutto quello che accade sulla scena politica nazionale, a ben guardarlo, è completamente incomprensibile. Incomprensibili i programmi elettorali, le proposte, le soluzioni per le tante crisi. Incomprensibili i continui richiami alle “riforme”. Incomprensibile perché tutti facciano riferimento alla crisi (il governo che chiede sacrifici e pazienza “perché c’è la crisi”, l’opposizione che accusa il Governo di “non saper fronteggiare la crisi”) ma nessuno parli della crisi e di come uscirne, movendo proposte, chiedendo abolizioni di leggi o di enti, presentando un progetto vero che guardi lontano, giustificando la presenza di due rami di Parlamento ben stipendiati. 

Il Calabrone
Niente di tutto ciò. Di nuovo, nella cosiddetta era della comunicazione, questi parleranno solo per non far scoprire il fatto che non hanno nulla da dire. Trovare una difesa, una barriera sensoriale a tutto questo, sia il migliore augurio per il nuovo anno. 

lunedì 20 dicembre 2010

Solstizio d'Inverno

Vi sono riti e feste, sussistenti ormai solo per consuetudine nel mondo moderno, che si possono paragonare a quei grandi massi che il movimento delle morene di antichi ghiacciai ha trasportato dalla vastità del mondo delle vette giù, fin verso le pianure.
Tali sono, ad esempio, le ricorrenze che come Natale ed anno nuovo rivestono oggi prevalentemente il carattere di una festa familiare borghese, mentre esse sono ritrovabili già nella preistoria e in molti popoli con un ben diverso sfondo, compenetrate da un significato cosmico e universale. Di solito, passa inosservato il fatto che la data del Natale non è convenzionale e dovuto solo ad una particolare tradizione religiosa, ma è determinata da una situazione astronomica precisa: è la data del solstizio d’inverno.
E proprio il significato che nelle origini ebbe questo solstizio andò a definire, attraverso un adeguato simbolismo, la festa corrispondente. Si tratta, tuttavia, di un significato che ebbe forte rilievo soprattutto in quei progenitori delle razze indoeuropee, la cui patria originaria si trovava nelle regioni settentrionali e nei quali, in ogni caso, non si era cancellato il ricordo delle ultime fasi del periodo glaciale. In una natura minacciata del gelo eterno l’esperienza del corso della luce del sole nell’anno doveva avere un’importanza particolare, e proprio il punto del solstizio d’inverno rivestiva un significato drammatico che lo distinguerà da tutti gli altri punti del corso annuale del sole. Infatti, nel solstizio d’inverno, il sole, essendo giunto nel suo punto più basso dell’eclittica, la luce sembra spegnersi, abbandonare le terre, scendere nell’abisso, mentre ecco che invece essa di nuovo si riprende, si rialza e risplende, quasi come in una rinascita. Un tale punto valse, perciò, nei primordi, come quello della nascita o della rinascita di una divinità solare. Nel simbolismo primordiale il segno del sole come “Vita”, “Luce delle Terre”, è anche il segno dell’Uomo. E come nel suo corso annuale il sol e muore e rinasce, così anche l’Uomo ha il suo “anno”, muore e risorge. Questo stesso significato fu suggerito, nelle origini, dal solstizio d’inverno, a conferirgli il carattere di un “mistero”. In esso la forza solare discende nella “Terra”, nelle “Acque”, nel “Monte” (ciò in cui, nel punto più basso del suo corso, il sole sembra immergersi), per ritrovare nuova vita. Nel suo rialzarsi, il suo segno si confonde con quello de “l’Albero” che sorge (“l’Albero della Vita” la cui radice è nell’abisso), sia “dell’Uomo cosmico” con le “braccia alzate”, simbolo di resurrezione. Con ciò prende anche inizio un nuovo ciclo, “l’anno nuovo”, la “nuova luce”. Per questo, la data in questione sembra aver coinciso anche con quella dell’inizio dell’anno nuovo (del capodanno). È da notare che anche Roma antica conobbe un “natale solare”: proprio nella stessa data, ripresa successivamente dal cristianesimo, del 24-25 dicembre essa celebrò il Natalis Invicti, o Natalis Solis Invicti (natale del Sole invincibile).
In ciò si fece valere l’influenza dell’antica tradizione iranica, da tramite avendo fatto il mithracismo, la religione cara ai legionari romani, che per un certo periodo si disputò col cristianesimo il dominio spirituale dell’Occidente. E qui si hanno interessanti implicazioni, estendendosi fino ad una concezione mistica della vittoria e dell’imperium.
Come invincibile vale il sole, per il suo ricorrente trionfare sulle tenebre. E tale invincibilità, nell’antico Iran, fu trasferita ad una forza dall’alto, al cosiddetto “hvareno”. Proprio al sole e ad altre entità celesti, questo “hvareno” scenderebbe sui sovrani e sui capi, rendendoli parimenti invincibili e facendo si che i loro soggetti in essi vedessero uomini che erano più che semplici mortali. Ed anche questa particolare concezione prese piede nella Roma imperiale, tanto che sulle sue monete, spesso ci si riferisce al “sole invincibile”, e che gli attributi della forza mistica di vittoria sopra accennata si confusero non di rado con quelli dell’Imperatore.
Tornando al “natale solare” delle origini, si potrebbero rilevare particolari corrispondenze in ciò che ne è sopravvissuto come vestigia, nelle consuetudini della festa moderna. Fra l’altro un’eco offuscata è lo stesso uso popolare di accendere sul tradizionale albero delle luci nella notte di Natale. L’albero, come abbiamo visto, valeva infatti come un simbolo della resurrezione della Luce, di là della minaccia delle notte. Anche i doni che il Natale porta ai bambini costituiscono un’eco remota, un residuo morenico: l’idea primordiale era il dono di luce e di vita che il Sole nuovo, Il “Figlio”, dà agli uomini. Dono da intendersi sia in senso materiale che in senso spirituale.
[…] Avendo ricordato tutto ciò, sarà bene rilevare che batterebbe una strada sbagliata chi volesse veder qui una interpretazione degradante tale da trascurare il significato religioso e spirituale che ha il Natale da noi conosciuto, riportando all’eredità di una religione naturalistica e per ciò primitiva e superstiziosa. […] Una “religione naturalistica” vera e propria non è mai esistita se non nella incomprensione e nella fantasia di una certa scuola di storia delle religioni […] oppure è esistita in qualche tribù di selvaggi fra i più primitivi. L’uomo delle origini di una certa levatura non adorò mai i fenomeni e le forze della natura semplicemente come tali, egli li adorò solo in quanto e per quel tanto che essi valevano per lui come delle manifestazioni del sacro, del divino in genere. […] la natura per lui non era mai “naturale”. […] Essa presentava per lui i caratteri di un “simbolo sensibile del sovrasensibile”. […] Un mondo di una primordiale grandezza, non chiuso in una particolare credenza, che doveva offuscarsi quando quel che vi corrispose assunse un carattere puramente soggettivo e privato, sussistendo soltanto sotto le specie di feste convenute del calendario borghese che valgono soprattutto perché si t ratta di giorni in cui si è dispensati dal lavorare e che al massimo offrono occasioni di socievolezza e di divertimento nella “civiltà dei consumi”.

Tratto da juliusevola.it

domenica 19 dicembre 2010

Il fuoco di Sparta

Pubblichiamo un intressante articolo dal nuovo blog www.tradizionalmente.it, che pone l'attenzione su quello straordinario modello che è Sparta. Per AzionePuntoZero un punto di riferimento indiscutibile.


La grandezza di Sparta ed il suo valore eterno - sciolto da ogni contingenza storica - risiede nell’aver posto al centro dello Stato, e delle strutture ad esso connesse, la formazione dell’uomo che va costruito per tutta la vita. E’ immensa la gratitudine che dobbiamo portare nei confronti della popolazione spartana che con l’esempio dei suoi componenti ha la capacità di ricondurci - ogni qual volta ne ricordiamo le gesta ma anche le abitudine quotidiane - all’essenziale. Per l’uomo di oggi la formazione è molto più complicata da conseguire perché spesso subentra in un momento di piena maturità in cui oramai le mancanze ed i difetti maggiori si sono cristallizzati; tuttavia l’esistenza di realtà militanti fedeli alla Luce della Tradizione, unita alla volontà di cambiamento offrono preziose opportunità da non sottovalutare.
Il mito di Sparta
Il mito di Sparta vive nei secoli e fu creato proprio da coloro che nella Grecia rappresentavano il modello antagonista: Atene. Già da allora, seppur in maniera meno accentuata, si manifestava il conflitto tra due modi diversi di intendere lo Stato, l’uno improntato sull’autarchia e su di un’educazione essenziale, l’altro sugli scambi commerciali e su una formazione che in alcuni periodi è sfociata in una decadente speculazione filosofica.
A distanza di secoli, dalla battaglia delle Termopili, durante il Terzo Reich si manifestò una chiara volontà di riprendere e far rivivere, anche attraverso studi approfonditi, il mito di Sparta, che in tal modo passava per l’ennesima volta da una dimensione temporale e storica ad una mitologica: cosa è infatti il mito se non la fissazione nel dominio nell’eterno di un evento eroico intorno a cui ordinare la propria esistenza o quella di un intero popolo?
Ma quale era la profonda ricchezza di Sparta che il popolo tedesco volle far propria? Semplice, la trasformazione dell’uomo in eroe, la creazione dell’uomo nuovo.
Il leggendario lancio del giavellotto infatti, con cui si ama rappresentare il guerriero Spartano, era l’atto conclusivo di una vita, la conseguenza di uno stile e di un carattere - acquisiti attraverso una precisa formazione – specchio di una trasmutazione ontologica dell’essere.
L’educazione e l’esempio
I bambini, come ben sappiamo dai vari testi antichi, venivano fatti vivere sin da piccoli lontano dalle famiglie, tra i loro coetanei, il più possibile all’aria aperta ed in mezzo alla natura in cui la battaglia era presentata come un gioco esaltandone l’aspetto ludico.
Un altro importante tassello della formazione in Sparta risiedeva nel rispetto che veniva riservato agli adulti ed ai Padri in cui i giovani vedevano degli esseri nettamente superiori, figli di una discendenza eroica e dunque divina che un giorno anche loro avrebbero dovuto onorare; vi era realmente la consapevolezza di possedere sangue divino. In virtù di ciò il modello umano che i bambini avevano dinanzi a loro come obiettivo da conseguire era l’eroe.
L’eroismo
Oggi la comprensione dell’eroismo è limitata, mancando le istituzioni e le strutture sociali adatte alla formazione; per l’uomo l’eroe è il simbolo della direzione di sviluppo del proprio essere, non a caso gli eroi sono raffigurati per metà divini per evidenziarne la valenza di ponte tra la terra ed il cielo, un ponte da cavalcare solo dopo aver compiuto un lungo e continuo lavoro su di sé. L’eroismo è vivere e morire per la Patria, una patria non geografica ma una Idea, un modo d’essere ed un  interiore sentire che lega uomo a uomo, lo stesso valore che ha condotto ragazzi francesi e spagnoli a difendere Berlino sino all’ultimo uomo, dando al mondo un chiaro esempio di ciò che significa Patriottismo.
Le Termopili
Come noto nella battaglia delle Termopili, nell’intento di arrestare l’avanzata dell’esercito persiano dei 300 guerrieri, accuratamente selezionati, morirono tutti, compreso il Re Leonida; la luce immensa emanata da quel evento conclusivo (che durò ben 3 giorni di lotta continua!) non deve lasciare nell’ombra  tutta la preparazione e la costruzione della personalità che lo hanno prodotto.
Superamento di sé
L’obiettivo dell’organizzazione Spartana era quella di trarre tutto il possibile dall’uomo, far emergere le capacità nascoste ed esaltare quelle evidenti. Anche presso altri popoli come le tribù degli Indiani D’America troviamo la stessa concezione della formazione, si pensi al fatto che presso i Sioux i giovani che aspiravano a diventare guerrieri si infliggevano, durante una danza detta del Sole, delle sofferenze inimmaginabili solo per vincere il dolore e trionfare sulla parte più bassa di sé. Gli Apache imponevano di correre 30km  con dell’acqua in bocca da espellere solo all’arrivo. Questo principio di porre l’uomo dinanzi a prove estreme per esigere il massimo da sé, è legato alla sua stessa natura.
Il sacrificio ed il riscatto per la restaurazione finale
C’è un aspetto però che non dobbiamo dimenticare. La Tradizione e la storia, che ne è una manifestazione, ci insegnano che ad ogni sacrificio segue un riscatto, perché tutto quello che si fa porta la sua conseguenza, basti pensare che il sacrificio di un solo uomo (Cristo) ha determinato la nascita di una religione ed un potere politico che ha dominato l’Europa e conquistato gran parte del mondo, trionfando su realtà preesistenti; la stessa battaglia delle Termopili è da vedere sotto questa ottica, il sacrificio dei 300 come un vero e proprio rito sacro ha attirato le forze dal cielo e determinato poi la vittoria del mondo Greco nelle battaglie seguenti di Maratona e Salamina.
Ma quando verrà la nostra Maratona? Non bisogna disperare nel futuro anche perché diversi elementi lasciano presagire un risveglio generale delle coscienze che è dettato da una reazione interna dell’uomo e dalla sua più profonda natura anche perché come ci insegnano i nostri avi “Naturam expellas furca, tamen usque recurret” cioè, puoi espellere la natura con un forcone, essa tornerà sempre ad affermarsi. I tempi non si possono determinare con precisione anche perché l’avversario ha dalla sua potenti mezzi quali i media che continuano a condurre il lavaggio delle menti attraverso tecniche basate su saldi studi scientifici.
L’esempio di Sparta nel percorso militante
Il compito del militante, sulla scia dell’esempio dei guerrieri spartani alle Termopili, è quello di coltivare sé stesso e allinearsi al Cosmo, in modo tale da essere pronto ad ogni evenienza, nella convinzione e nel pensiero che il sacrificio di 3 milioni di fratelli non è stato vano.
Ma come poter attualizzare oggi la formazione Spartana? Il problema non  è di facile risoluzione poiché dobbiamo considerare che, non avendo una struttura che incanali l’essere nella giusta direzione, tutto dipende dalla propria volontà e dalla propria libertà di scelta; tuttavia possiamo comunque considerare dei principi intorno a cui organizzare la propria esistenza:
  • Superamento dell’individualismo.
  • Ricerca di ciò che è faticoso, rifiuto delle comodità.
  • Preferenza per l’inquietudine piuttosto che per la tranquillità.
  • Conoscenza e superamento dei propri limiti.
In definitiva, bisogna trasformare la propria vita in un cammino che porti ad integrarsi in strutture più ampie, non bisogna infatti dimenticare la centralità - anche in Sparta - dell’aspetto comunitario, attraverso cui il giovane trovava stimoli e sostegni per la propria formazione partendo sempre dal presupposto che è molto difficile essere un severo giudice di sé stessi, mentre il lavoro in una realtà comunitaria forte agevola la comprensione di sé ed il superamento dei propri limiti

mercoledì 8 dicembre 2010

FERMIAMOLI! (finchè siamo in tempo)

Come volevasi dimostrare la macchina da guerra, con a capo i noti scienziati del tirreno, si è messsa subito all'opera per abbattere e sostituire tutti i pini marittimi che da decine d'anni segnano il percorso della via Aurelia al centro si Santa Marinella. Gli operai della multiservizi, come sgherri mandati a giustiziare i colpevoli, nel giro di una settimana ne hanno abbattuti quattro, oltre al killer dell'edicola. Ma è proprio questa la strada da percorrere? Dopo anni d'incuria totale e quelli dove al posto di una potatura intelligente si è preferito potare solo i rami che davano sulla sede stradale, si passa alle vie brutali. Quanto è difficle comprendere che in sede di potatura, un albero - per renderlo stabile ed equilibrato  - va potato in modo simmetrico? Tanto a destra quanto a sinistra? E' proprio vero, laddove un cittadino della polis vede un motivo di preservazione dell'incolumità dei cittadini e dell'ambiente qualcun altro ci vede una questione di visibilità politica per l'amministrazione.


CENTUMCELLAE NEWS, 2 Dicembre 2010, SANTA MARINELLA
Il Sindaco di Santa Marinella, Roberto Bacheca, ha incontrato questa mattina presso il Municipio di Via Rucellai la famiglia che gestisce l’edicola sul quale si è abbattuto, ieri l’altro, un secolare pino marittimo a causa delle condizioni atmosferiche.
“Sono vicino alla famiglia – ha affermato Bacheca – la quale è stata coinvolta in questo incidente, fortunatamente meno grave del previsto”.
Il pino secolare infatti, caduto per il forte vento dei giorni scorsi, si trova nel centro città, e doveva essere oggetto di potatura così come da ordinanza del Corpo di Polizia Municipale congiuntamente all’Ufficio Verde Pubblico del Comune di Santa Marinella.
“Il problema – prosegue il Sindaco – è che le alberature di pino presenti in centro sono ormai secolari, e non è sufficiente intervenire con le potature. Stiamo valutando l’ipotesi di piantare nuove alberi, magari meno dannosi dei pini. L’importante – conclude Bacheca – è che questa vicenda si sia chiusa in modo positivo, e senza nessun contuso”.

domenica 5 dicembre 2010

Perché tanta insistenza nel voler bruciare i rifiuti a TVN?

Cosa si potrebbe nascondere?

La risposta non è difficile. Ogni anno TVN, secondo la VIA (pag. 4) produce 500.000 (cinquecentomila) tonnellate di ceneri e 5.000 (cinquemila) tonnellate di fanghi, entrambi estremamente tossici. Recentemente, infatti, numerosi studiosi hanno messo in evidenza il rischio causato dalle ceneri del carbone per il loro elevato contenuto di sostanze pericolose e per la radioattività dell’uranio e del torio. Tale pericolosità viene paragonata a quella delle scorie nucleari (Science of the Total Environment. 2009; 407:
2593–2602).

Il loro smaltimento, per l’elevata quantità prodotta rappresenta un problema enorme.  Anche dopo la riutilizzazione di una parte, liberarsene sarebbe molto, troppo costoso.

Si potrebbe allora diffondere all’opinione pubblica per mezzo di chi ha il coraggio di farlo, che si potrebbero bruciare i rifiuti in un gruppo della centrale a carbone traendone un ritorno economico, utile per una città in difficoltà finanziarie, contemporaneamente si potrebbe ridurre la quantità delle ceneri e dei fanghi del carbone bruciandoli insieme ai rifiuti stessi.


L’idea sarebbe astuta se non fosse che le conseguenze per la salute degli operai (i più investiti dall’inquinamento) e della popolazione del comprensorio sarebbero orribili. 

Uno studio molto importante pubblicato recentemente che ha utilizzato una metodologia di ricerca della Commissione Europea (Environmental impacts and costs of solid waste: a comparison of landfill and incineration. Waste Management & Research. 2008: 26: 147–162) ha messo in evidenza come gli inquinanti emessi dall’incenerimento di 200.000 tonnellate di rifiuti potrebbe comportare una spesa per i danni provocati alla salute ed all’ambiente di circa 4.240.000  euro.  Dopo 20 anni di attività, pari alla combustione di 4.000.000 di tonnellate di rifiuti, i costi esterni
potrebbero ammontare a circa  84.800.000 euro.   

Immaginiamo quale sia il prezzo della combustione delle ceneri e dei fanghi del carbone per danni alla salute ed all’ambiente ma non osiamo scriverlo per non allarmare l’opinione pubblica.

Inoltre, in questo comprensorio nessuno può negare che ci siano varie cause di inquinamento. Tuttavia,  per fortuna, nella VIA (Fase Istruttoria) è già presente un censimento delle fonti inquinanti  presenti, sappiamo quindi con precisione la diversa responsabilità di inquinamento dei vari soggetti.  A pag. 38 la Commissione così si esprime: “ Sulla base di dati statistici e di utilizzo di fattori di emissione consolidati (CORINAIR e EPA), sono state calcolate le emissioni imputabili al traffico navale, auto veicolare e da riscaldamento domestico nell’area urbana di Civitavecchia, in termini di flusso di massa annuo. Tali dati sono riepilogati nella tabella seguente e sono di rilevantissimo interesse nel valutare le emissioni della centrale in relazione alle emissioni complessive del territorio.



PM10

TV Nord PM10                      842 ton/a

Montalto di Castro                   50 ton/a

traffico navale                          100 ton/a

traffico veicolare                      50 ton/a

emissioni da riscaldamento       56 ton/a


Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente – Alto Lazio

comunicato inviato da nocoke-ml@googlegroups.com

venerdì 3 dicembre 2010

Il nostro canto libero..... Cerveteri!


Con immenso orgoglio pubblichiamo, in esclusiva su Cantiribelli, il singolo “Brigitte Bardot” del cantautore milanese Skoll che anticipa l’uscita dell’album “Armilustri Absinthium”. Il download è completamente GRATUITO e LEGALE.
Non ci resta quindi che ringraziare il grande Skoll e la Rupe Tarpea Produzioni per la disponibilità dimostrata.

Clicca qui  e scarica Skoll – Brigitte Bardot

idee sul futuro ......

giovedì 2 dicembre 2010

PAOLO PRESENTE! [in memoria di un guerriero]

Il tuo sorriso, ora dai campi elisi, ci scalderà sempre il cuore........



PRESENTE!

LA MIA GENTE

 Amo la mia gente
Uomini forti
dai volti btuciati dal sole e segnati dalla fatica e dal vento.
Donne fiere
in cui si mescolano saggezza e dolcezza.
Uomini che conoscono la vita,
sofferta ed apprezzata
lontano dalla banalità
dei servi e dei potenti.
Donne che conoscono l'Amore,
donato con semplicità rituale
lontano dalla volgarità
di amplessi ben pagati.
La mia è gente che sa amare e che sa battersi
e che non conosce la resa.
Chi è abituato a soffrire
in silenzio,
chi sa dare senza nulla pretendere
in cambio,
chi sa dosare orgoglio e umiltà
e negare valore ai miserabili vantaggi del potere,
questi accetta la lotta
e disprezza la via della fuga
inventate dagli strateghi senza anima.
La mia è gente che sa essere fedele,
ad in'idea,
ad un amico,
 ad un ricordo.
Gente che è ricca di dignità
e non possiede altri beni.
Se non quelli che sa strappare alla Terra
o scavare nel suo cuore
che batte impazzito
nell'ansia
di riconquistare quanto gli fu tolto
dai senza volto moderni.

Paolo Signorelli 8.10.1982, Rebibbia

martedì 30 novembre 2010

MISTICA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

Un’antologia che raccoglie i più significativi testi di Niccolò Giani, tra i massimi esponenti della corrente più radicale, oltranzista e universale del Fascismo, la Scuola di Mistica Fascista.
Questa antologia rappresenta la prima raccolta organica dei più significativi scritti di Niccolò Giani nel periodo che va dal 1932 al 1941. È, a nostro giudizio, il modo migliore per illustrare senza filtri la sua persona, il suo pensiero e la sua azione.
È un omaggio doveroso al testimone di quello che fu il Fascismo universale e intransigente che mai scese a compromessi con la “vita comoda”, al rinnovatore spirituale e politico di una intera generazione. Esempio di eroismo che, al di là della contingenza storica, seppe essere coerente con i propri principî vivendo l’ideale sino all’estremo sacrificio; quasi innalzando il Fascismo ad una categoria universale dell’essere, come fonte inesauribile di spiritualità cui innestarsi per fare la rivoluzione dell’uomo e del mondo.
Niccolò Giani, nato a Muggia il 20 giugno 1909, cadde sul fronte greco il 14 marzo 1941, nello slancio del combattimento, trasfigurato ormai nell’eroismo muto. Dimostrò con la vita affermata oltre la morte, l’armonia tra pensiero e fede, la continuità tra dottrina ed azione, e della autentica Rivoluzione rimane il puro rappresentante della giovinezza nuova: per questo il suo esempio sarà il seme fecondo dell’aspro cammino di domani. Seppe con l’azione indicare la strada, con l’intransigenza insegnare l’esempio.
I «tesserati» furono i suoi avversari. Contro di essi combatté, contro cioè i falsi, i presuntuosi, gli esibizionisti, i retorici, gli arrivisti; contro coloro, insomma, che considerarono la Rivoluzione come atto di ordinaria amministrazione, sfruttabile per fini personali.
Antologia di scritti, 1932-1941, pp. 268, euro 15,00, ed. Il Cinabro

INDICE:
Saggi introduttivi:
- Luca Leonello Rimbotti: Mistica Fascista. L’ordine della Milizia sacra
- Maurizio Rossi: La Mistica Fascista dell’Uomo Nuovo. Tra milizia politica e metapolitica la scuola rivoluzionaria del Fascismo
* * *
Introduzione:
- Fernando Mezzasoma: Niccolò Giani discepolo di Arnaldo
* * *
Decalogo dell’Uomo Nuovo
La marcia ideale sul mondo della Civiltà fascista
Generazioni di Mussolini sul piano dell’Impero
Civiltà fascista civiltà dello spirito
Aver Coraggio
A difesa dell’Europa
Fuori
La mistica come dottrina del fascismo
Le due Europe
Mistica del fascismo, Corporativismo e Autarchia
Il Centro di preparazione politica per i giovani.
Fucina di Campioni della Rivoluzione
Valore primordiale del “Covo”
I soliti imbecilli
L’equivoco
Perché siamo dei mistici
Il volto della guerra
Testamento spirituale al figlio
Niccolò Giani: Presente!

Per contatti e giornalisti interessati al libro: ufficiostampa@ilcinabro.it
Per le comunità, sezioni, librerie, circoli che intendano concordare la presentazione del libro: libreria@raido.it (Si sta predisponendo il calendario nazionale da Gennaio 2011,è perciò preferibile segnalare eventuali disponibilità fin da subito).
Per le comunità, sezioni, librerie, circoli, che intendono prenotare copie del libro con lo sconto rivenditori: distribuzione@raido.it
Per acquistare il libro: cliccare qui

domenica 28 novembre 2010

Incontro del 21/11- Fondazione RSI [recensione]

Domenica 21 novembre ci ha visto di nuovo protagonisti di un interessante convegno dal titolo "Aeronautica Nazionale Repubblicana". Dopo l'apertura dei lavori da parte dell'Ing. Conti che ha celebrato anche il XXIV° anno di vita della Fondazione-Istituto Storico RSI si sono susseguiti un intervento della sig.ra Spadini riguardante ricerche operato sul campo di prigionia di Coltano e un intervento del sig. Ferrini in memoria del padre, combattente volontario della RSI. Di seguito è stata la volta del Segretario della delegazione di Roma che ha illustrato le varie attività poste in essere e le attività future sul territorio della Capitale.
In ultimo, il Dott. Paolo Ciuffoni Stanghini ha esposto ai presenti le ricerche storiche riguardanti l'Aeronautica della Repubblica Sociale, facendo luce su un aspetto storico molto discusso del post 8 settembre.

L'ing. Conti ha chiuso i lavori ponendo l'accento sull'importanza del passaggio del testimone alle nuove generazioni, ivi rappresentate da un gruppo di ragazzi del Centro Studi Raido e di Casa Italia - Colleverde.
La mattinata di lavori si è conclusosi con il consueto pranzo comunitario.

martedì 23 novembre 2010

Presentazione - La nuova Nobiltà di Sangue e di Suolo [recensione]

Non di solo pane

Una serata chiarificatrice, capace di far respirare aria nuova [eterna?] e di indicare con forza una strada che, oltre i tempi e di là da essi, resta maestra. La conversazione di martedì scorso con Mario Tuti ha permesso a chi vi ha partecipato di restituirsi una visione organica della vita, in particolare del ruolo che in essa dovrebbe ricoprire l’agricoltura. Si presenta “La nuova Nobiltà del sangue e del suolo”, testo di Walther Darrè, Ministro tedesco per l’Agricoltura dal 1933 al 1942, ristampato dalle Edizioni Ritter nella collana “La spada ed il martello” con una prefazione di Maurizio Rossi e una post-fazione di Mario Tuti.

Il mondo rurale che, nonostante tutto, continua a circondare, se non le nostre vite, quanto meno le nostre città, rappresenta infatti innanzitutto uno degli ultimi “habitat” – ma forse sarebbe meglio dire Lebensraum, in omaggio all’autore – naturali che l’uomo non ha ancora compromesso del tutto. In seconda analisi, inoltre, esso costituisce lo spazio dove ancora può svolgersi una vera e propria funzione sociale dell’agricoltura, funzione che è ben altra rispetto a quella che attualmente svolge, soprattutto laddove – Rossano docet – è affidata prevalentemente a manodopera estera e clandestina.
In apertura d’incontro, Azionepuntozero ha innanzitutto disegnato un quadro storico dell’opera e un quadro metastorico di ciò che la cultura contadina ha rappresentato. Le politiche rurali del nazionalsocialismo vengono così riscoperte alla luce della tradizione secolare del contadinato tedesco. Una civiltà quindi capace di guardare sia ai cicli cosmici che alla genuinità della produzione alimentare, senza perdere di vista comunque il rispetto per la propria terra, Vaterland e quindi “genitore”, con tutto ciò che di più alto questo termine comporta.
C’è stata poi la magnetica trattazione del tema da parte di Mario Tuti, cui spetta l’enorme merito di aver tradotto il testo, ormai trentasei anni or sono, e di averne poi curato la postfazione. Un intervento permeato di conoscenza della fonte, del contesto storico ma anche di agronomia e agricoltura sociale, derivante dagli studi che Tuti ha dapprima seguito e poi, approdato al regime di semi-libertà, praticato. “Un’agricoltura, quella sociale, vocata non solo alla produzione di alimenti e materie prime quanto alla produzione di quei beni relazionali e servizi di carattere sociale in grado di influire sul benessere e la qualità della vita della popolazione”: basta questo passo della postfazione, di per sé, a gettare una luce più chiara su cosa possa oggi significare accostarsi ad un testo come quello di Darrè. Visioni ben lontane da quella tipicamente moderna, che rende quindi anche la stessa terra un “bene da consumo”, come se si potesse “consumare” ciò che invece ha dato sostentamento e identità alle generazioni che ci hanno preceduto e che dovrà continuare ad assicurare anche a quelle che ci succederanno.
Ai presenti, quindi, tante riflessioni da approfondire lasciate in pegno da questo incontro, insieme ad un auspicio: che l’uomo in semilibertà abbia piantato nei loro animi semi di libertà, e che ad essi spetti ora il compito di coltivarli nel migliore dei modi, ogni giorno, come si fa con il grano che dall’alba dell’Uomo imbiondisce ogni anno i campi per nutrirlo, insieme ai suoi figli.

Walther Darré
LA NUOVA NOBILTÀ DI SANGUE E SUOLO
Introduzione di Maurizio Rossi
Postfazione di Mario Tuti
Edizioni Ritter , pag.147

ordinalo su www.raido.it  invia un ordine mail

domenica 21 novembre 2010

La memoria si onora con l'azione!

"Le sofferenze ci sono state, ma noi non piangiamo sulle sofferenze patite. Noi siamo fieri di essere stati nei campi di prigionia, di aver sofferto e di essere rimasti in piedi con l'animo integro, nella purezza dell'idea" 

Ing. Conti -  Fondazione RSI, 21.11.10, Terranuova Bracciolini AR

sabato 20 novembre 2010

Propensione alla Lotta!

Venuta meno la possibilità di distinguere gli uomini per casta e appartenenza alla legge interna, oggi l'unico modo per riconoscere un carattere nobile da uno plebeo ed idiota è la propensione alla lotta ed al cameratismo. 
Nel sacrificio, nel dono di Sè, nell'essere autenticamente militanti 24 ore al giorno si riconoscono i propri simili. 
Il resto è pseudofascismofinesettimanale.... un alibi che non regge.

mercoledì 10 novembre 2010

La Nuova Nobiltà di Sangue e di Suolo

Walther Darré
LA NUOVA NOBILTÀ DI SANGUE E SUOLO
Introduzione di Maurizio Rossi
Postfazione di Mario Tuti
Edizioni Ritter , pag.147


Ancora oggi, gli scritti politici di colui che volle essere il difensore della dignità dei contadini e della cui grande levatura etica e riconosciuta onestà intellettuale nessuno ha mai potuto dubitare, si presentano quanto mai di pressante attualità, mantengono inalterati quei caratteri di freschezza idealistica e di una formidabile e lucida chiamata alla mobilitazione, stimoli quanto mai necessari per non soccombere impotenti, inesorabilmente schiacciati dalla sterilità di questa società consapevolmente votata al suicidio, del suo “pensiero debole” che desertifi ca le menti e inaridisce i cuori. Il pensiero politico di Walther Darré torna a parlarci di critica alla civilizzazione urbana, industriale e totalmente meccanizzata, distruttrice dell’anima del popolo, di severa critica alla società borghese e della spazzatura etnica che la componeva, dell’ascesa dell’economia capitalistica mondiale che ebbe conseguenze drammatiche su tutto il mondo contadino. Tornano, attraverso i suoi scritti, i richiami alla storica lotta anti-plutocratica che i ceti contadini, da sempre, avevano portato avanti contro le potenti oligarchie dell’usurocrazia bancaria e finanziaria all’insegna dell’indissolubile comunione organica fra la Stirpe, la cultura popolare, il sangue e il suolo, della rivoluzionaria strategia di accerchiamento delle campagne sulle città, della prospettiva di un’economia autarchica volta al benessere del popolo e della Comunità e non al profitto capitalista e di un’agricoltura risanata a livello umano e spirituale, di rinnovati entusiasmi e legami comunitari, di tradizioni tramandate e di concrete e fattive solidarietà cementate dalla consapevolezza di avere radici certe e profonde e quindi un destino di lotta e di vittoria. Quella vittoria che i contadini tedeschi, guidati dal loro Reichbauernführer Walther Darré, conseguirono nel 1933, con la nascita di quella nuova realtà politica e istituzionale che la propaganda di allora soleva defi ire come la Volksgemeinschaft nazionalsocialista dei lavoratori, dei contadini e dei soldati. Dall’Introduzione.

La Vecchia Sezione in Concerto a Roma

SOSTENGO RUTILIO!

sabato 6 novembre 2010

LE CORPORAZIONI come opzione di lotta

Rutilio Sermonti
 LE CORPORAZIONI come opzione di lotta
Prefazione di Celsio Ascenzi. Introduzione di Gabriele Adinolfi
EDIZIONI COMUNITARIE, pagine 128, euro 8,00

Una logica assolutamente rivoluzionaria e autenticamente mussoliniana che poco ha in comune con le distorsioni emerse nel neofascismo e tuttora presenti nel suo ambito anche se, fortunatamente, in contemporanea con azioni concrete e trasversali che pure esistono e ci lascian ben sperare. Un rivoluzionario che non smarrisce l'impronta evoliana grazie alla quale riconnette  l'attuale con l'eterno. "Le corporazioni hanno origini ben più antiche. Esse non sono un prodotto dell'economia capitalistica, ma proprio di quella artigianale che la precedette, tutta incentrata sull'ingegno e sulle qualità umane". "Non esistono categorie contrapposte, vi è una categoria sola: di coloro che si dedicano ad una determinata arte o mestiere, graduata solo gerarchicamente, e la tendenza ad organizzarsi in un corpus si spiega solo, da un lato, con l'opportunità di istaurare regole di correttezza e onestà nella concorrenza tra artigiani dello stesso ramo, dall'altro di creare una coscienza unitaria, con legami anche religiosi e perfino esoterici, quasi da ordine monastico, tra di essi, che permettesse di esercitare a viso aperto una legittima influenza anche sulla conduzione dell'intera comunità civica". Tutto si lega nella visione di Rutilio Sermonti: lo strumento rivoluzionario, la concezione organica e il richiamo a gerarchia essenziale con apertura a dimensioni superiori. Dall’Introduzione

Indice

Prefazione
Introduzione
Premessa Confidenziale
1. Sessant’anni di esperienza
2. Sindacati e corporazioni
3. Le corporazioni fasciste
4. Il corporativismo oggi
5. Parliamo di lavoro
6. Conseguenze operative
7. La prima condizione
8. Altre condizioni
9. I paradigmi
10. Una questione delicata
11. Il primo passo
12. Un vasto campo aperto
13. Una parentesi di riflessione
14. Altre ipotizzabili corporazioni
15. Completando l’elenco
16. Il soggetto agente
17. Azione unitaria: come
18. Prime indicazioni pratiche
19. I responsabili di settore
20. Per la corporazione alimentare
21. Per la corporazione del commercio al minuto
22. Per la corporazione in corpore sano
23. Per la corporazione della scuola
24. Per la corporazione della giustizia
25. Per la corporazione dell’editoria
26. Per la corporazione dell’artigianato meccanico e domestico
27. Le Corporazioni anomale


Rutilio Sermonti, nato a Roma il 1921, Avvocato, Scrittore e Saggista.
Combattente contro tutte le plutocrazie e tutte le demagogie, con le armi finchè potè, poi con le parole, la penna e lo stile di vita militante. Cultore di studi di zoologia e sociologia, specialista nella ricostruzione al vivo di animali preistorici. Autore di opere storiche e sociologiche tra cui la monumentale “Storia del Fascismo” (con Pino Rauti), “Storia dei Carabinieri”, “Valori Corporativi”, “Noi e Loro: storie di uomini e animali”, “Il Prezzo della Salvezza”, “L’uomo, L’Ambiente e Se Stesso” e di altri innumerevoli saggi ed articoli. E’ noto per aver condotto per oltre venti anni una spietata lotta contro la teoria evoluzionistica e le sue implicazioni inquinanti il pensiero. Instancabile collaboratore di numerose organizzazioni politiche, culturali e sociali, presta la sua attività giornalistica a diverse testate quotidiane, settimanali e mensili. Sermonti già Fondatore e Presidente dei “G.R.E.” (Gruppi di Ricerca Ecologica), ha rappresentato per intere generazioni di giovani un punto di riferimento ideale e culturale per una concezione tradizionale della vita e della civiltà.


Nota dell’Editore

La creazione delle Edizioni Comunitarie nasce dall’esigenza di supportare Rutilio fornendogli una grande quantità di copie in qualità di autore che, per ovvie ragioni, le piccole case editrici d’area non possono sostenere. A fronte del versamento di una quota, i sottoscrittori ricevono un numero congruo di copie a prezzo vantaggioso. Coperte le spese, su tutto il resto delle copie vendute, Rutilio riceve una percentuale. E’ per tale motivo che invitiamo chi, per distanza o tempo non riesce ad aderire alle iniziative di supporto, ad acquistare il libro.

Per ordinare singole copie: ordini@raido.it

Per le comunità, sezioni, librerie, circoli, che intendono prenotare copie del libro con lo sconto rivenditori: distribuzione@raido.it

MISTICA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA

Un’antologia che raccoglie i più significati testi di Niccolò Giani, tra i massimi esponenti della corrente più radicale, oltranzista e universale del Fascismo, la Scuola di Mistica Fascista.

Questa antologia rappresenta la prima raccolta organica dei più significativi scritti di Niccolò Giani nel periodo che va dal 1932 al 1941. È, a nostro giudizio, il modo migliore per illustrare senza filtri la sua persona, il suo pensiero e la sua azione. È un omaggio doveroso al testimone di quello che fu il Fascismo universale e intransigente che mai scese a compromessi con la “vita comoda”, al rinnovatore spirituale e politico di una intera generazione. Esempio di eroismo che, al di là della contingenza storica, seppe essere coerente con i propri principî vivendo l’ideale sino all’estremo sacrificio; quasi innalzando il Fascismo ad una categoria universale dell’essere, come fonte inesauribile di spiritualità cui innestarsi per fare la rivoluzione dell’uomo e del mondo.

Niccolò Giani, nato a Muggia il 20 giugno 1909, cadde sul fronte greco il 14 marzo 1941, nello slancio del combattimento, trasfigurato ormai nell’eroismo muto. Dimostrò con la vita affermata oltre la morte, l’armonia tra pensiero e fede, la continuità tra dottrina ed azione, e della autentica Rivoluzione rimane il puro rappresentante della giovinezza nuova: per questo il suo esempio sarà il seme fecondo dell’aspro cammino di domani. Seppe con l’azione indicare la strada, con l’intransigenza insegnare l’esempio.
I «tesserati» furono i suoi avversari. Contro di essi combatté, contro cioè i falsi, i presuntuosi, gli esibizionisti, i retorici, gli arrivisti; contro coloro, insomma, che considerarono la Rivoluzione come atto di ordinaria amministrazione, sfruttabile per fini personali.

MISTICA DELLA RIVOLUZIONE FASCISTA, di Niccolò Giani
Antologia di scritti, 1932-1941, pp. 302, euro 15,00, ed. Il Cinabro
ANTEPRIMA e PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL LIBRO - 27 NOVEMBRE, da RAIDO - ROMA (presto maggiori informazioni) per contatti: ufficiostampa@ilcinabro.it

INDICE:
Saggi introduttivi:
- Luca Leonello Rimbotti: Mistica Fascista. L’ordine della Milizia sacra
- Maurizio Rossi: La Mistica Fascista dell’Uomo Nuovo.
Tra milizia politica e metapolitica la scuola rivoluzionaria del Fascismo

* * *
Introduzione:
- Fernando Mezzasoma: Niccolò Giani discepolo di Arnaldo
* * *
Decalogo dell’Uomo Nuovo
La marcia ideale sul mondo della Civiltà fascista
Generazioni di Mussolini sul piano dell’Impero
Civiltà fascista civiltà dello spirito
Aver Coraggio
A difesa dell’Europa
Fuori
La mistica come dottrina del fascismo
Le due Europe
Mistica del fascismo, Corporativismo e Autarchia
Il Centro di preparazione politica per i giovani.
Fucina di Campioni della Rivoluzione
Valore primordiale del “Covo”
I soliti imbecilli
L’equivoco
Perché siamo dei mistici
Il volto della guerra
Testamento spirituale al figlio
Niccolò Giani: Presente!

IN LIBRERIA DAL 27 NOVEMBRE!!!

Per chi intende ordinare il libro può rivolgersi all'indirizzo di posta elettronica: ordini@raido.it

Per le comunità, sezioni, librerie, circoli, che intendono prenotare copie del libro è possibile farlo all'indirizzo di posta: distribuzione@raido.it

Per le presentazioni editoriali, si sta predisponendo il calendario nazionale da Gennaio 2011,
è perciò preferibile segnalare eventuali disponibilità fin da subito all'indirizzo: libreria@raido.it

lunedì 1 novembre 2010

Larghe Intese.... Braccia Tese!

Continua la campagna di sensibilizzazione di AzionePuntoZero, contro la inarrestabile espansione di ultrafascisti all'interno della coalizione delle larghe intese dell'amminstrazione di Civitavecchia. Siamo stati bombardati con l'invio di numerose foto, pubblicate sui maggiori siti all'interno della rete, dove questi loschi figuri nazifascisti si belano delle leggi della repubblica democratica antifascista nata dalla resistenza (non quella dello scaldabagno... però!). Le forze della sinistra antifascista antirazzista antiomofobica e claustrofobica ancora tendono a sottovalutare questo fenomeno. Fino a quando dovremo sopportare questo doppiogiochismo sotterraneo delle forze della reazione? Di giorno sembrano sinceri democratici e di notte nei meandri delle loro sedi danno sfogo ai più impresentabili istinti totalitari, tirannici, tirannosauri, mammasauri. E' ora di dire basta! Ecco, fateci il piacere, le cose sono due: la smettete di fare i pagliacci pseudofascisti come le scimmiette a comando davanti alle macchine fotografiche o vi dimettete dalle cariche che vi riconosce il potere. Fascismo e prebende dal sistema egemonico non possono coincidere. Scegliere please.. di qua o di là! E' bene che ve lo mettiate in testa.

venerdì 29 ottobre 2010

Giovanna marcia la nostro fianco!

Esempio di Coraggio ed amore, per tutte le ragazze che ogni anno la incontravano al raduno del ACSAF e per tutti coloro che onorano le Donne dell'Onore, anche per intraprendere il suo ultimo sentiero ha voluto lasciare il segno. Il 28 ottobre 2010 è venuta a mancare l’Ausiliaria Giovanna Mattioli. 


Oggi risuoni il grido: AUSILIARIA GIOVANNA MATTIOLI... PRESENTE!
Preghiera dell’Ausiliaria

“Signore del Cielo e della Terra accogli l’umile, ardente
preghiera di noi, donne italiane, che sopra gli
affetti più cari, poniamo Te o Signore e la Patria.
Benedici le nostre case lontane, benedici il lavoro delle
nostre giornate, accogli, come offerta di redenzione
per la Patria tradita, il sangue degli eroi, dei martiri, il
pianto delle madri private dei figli, il singhiozzante grido
dei bimbi privati delle madri per la sadica ferocia nemica.
Fa, o Signore, che la resurrezione della Patria sia vicina, concedi la vittoria.
Benedici sul mare l’Italia, sulle terre insanguinate ed
oppresse, su tutti i cieli, la Bandiera Repubblicana, libera, potente, sicura.
Benedici i nostri morti in noi sempre vivi, che levano
verso Te, su in alto, la Bandiera d’Italia che mai sarà ammainata.
Conservaci il Duce.
Benedici.”

giovedì 28 ottobre 2010

PREDAPPIO NON E' UN CIRCO!

Basta Pagliacci... Basta Clown!
Ogni anno nelle domeniche a cavallo del 28 Ottobre (anniversario della marcia su roma) su Predappio, si riversa (anche, grazie a Dio) un aggregato multicolore di pagliacci. Iniziano a circolare inviti per raduni, sfilate in maschera ed inoltre appaiono foto che fanno rabbrividire. In più ovviamente si celebrano banchetti per l'anniversario (si celebra un evento eroico con una bella abboffata ...mah!). Sembra che un innato senso della ridicolaggine faccia fatica ad essere estirpato. Carnevalate, folclore di un fascismo mai esistito, nostalgia offensiva. Questi fenomeni tra l'altro, si manifestano nelle forme più esasperate proprio da singoli e all'interno di ambienti che esternamente mostrano una coscienza democratica e una legittimità liberal-capitalista e filiosionista condita con un sincero sentimento di lontanza dal male assoluto. Non sarà ora di smetterla?

28 Ottobre | 1922 - 2010

lunedì 25 ottobre 2010

Petali persi nel mare


Il fiore di ciliegio, di un candore puro, è un lampo magnifico e doloroso: compare a primavera e dura finché il primo vento ne fa scempio, strappandone i petali e disperdendoli irrimediabilmente. Un’immagine naturale, riscontrabile attraverso l’osservazione, che è stata tuttavia impressa con particolare cura in uno dei tanti simboli efficacissimi di cui la cultura nipponica è ricca. Così la meraviglia ghermisce il lettore di “Addio ciliegi in fiore”, quando l’equipaggio di Yamato, sul punto di tuffarsi nel suo viaggio senza ritorno, si ferma come un corpo solo, per un attimo fuggente, a guardare i ciliegi fioriti sulla costa. E’ la foto di una giovinezza che guarda per l’ultima volta una primavera.
Yamato era la corazzata ammiraglia della flotta imperiale giapponese durante l’ultimo conflitto mondiale. Il 6 aprile del 1945, scortata dai resti della flotta, fu spedita in una missione suicida nel disperato tentativo di forzare il blocco di Okinawa ed impedire il bombardamento terroristico del suolo giapponese, reso possibile dall’invasione dell’isola da parte delle forze statunitensi. A bordo della Yamato, imbarcato come ufficiale, c’era anche il giovanissimo Yoshida Mitsuru, tra i pochissimi sopravvissuti dell’azione.
Lo stile estremamente asciutto, tipico della narrativa giapponese si accentua ulteriormente nella sua opera, redatta nel gergo militare. Quello che scorre sotto gli occhi del lettore è poco più di un bollettino, agile e sferzante: le parole lasciano il posto a vivide immagini di eroismo. Ci si sente calati in una tempesta d’acciaio che si abbatte sui protagonisti di quella storia vissuta tra le scie dei siluri, i colpi di mitraglia e il fischio delle bombe. Il naufragio di Yamato, che è il nome stesso del Giappone, lascia a pochi la vita, al significato della quale l’autore dedica le ultime, profonde pagine del testo.
“Addio ciliegi in fiore” ha ottenuto nel Paese del Sol Levante, dove è considerato un classico della letteratura contemporanea, un successo con pochi precedenti. Al contrario, è fondamentalmente “sfuggito” al grande pubblico in Occidente.

domenica 24 ottobre 2010

RUTILIO, SOPRA LE ROVINE!



L'intervento al femore è riuscito. Tra pochi giorni si prevede il ritorno a casa di Rutilio.
A poche ore dall'intervento lo hanno trovato che leggeva un fumetto.
Quando si è eccezionali, si è eccezionali sempre.
La forza dello Spirito arriva fin la dove il corpo non immagina..
e adesso... in piedi GRANDE GUERRIERO, sopra le rovine!

giovedì 21 ottobre 2010

SOSTENERE RUTILIO!


Rutilio nella giornata di ieri cadendo dalla sedia si è rotto un femore. Attualmente ricoverato presso l’ospedale in Ascoli Piceno, al quarto piano, stanza 2, in questo momento Viene visitato per conoscere l’iter, intervento o non intervento. Per la sua veneranda età è senza dubbio una situazione delicatissima e nonostante ciò mantiene alto il morale. Oltre ad attivarsi per dare maggiore sostegno di carattere economico, è assolutamente necessario essere fisicamente vicino a Rutilio per essere d'aiuto alla moglie ed al figlio Giulio.

Chiediamo gentilmente di mettervi in contatto con uno di questi interlocutori per mettervi a disposizione per un giorno da dedicare a Rutilio da oggi in poi: Giulio giuserm@hotmail.com , celsio.ascenzi@alice.it, lorellademeis@virgilio.it

Dove è ricoverato Rutilio
Ospedale Provinciale Ascoli Piceno Via dei girasoli, 4° piano, Ortopedia, traumatologia, Uomini , stanza 2
Si prega di dare massima diffusione alla notizia. Ringrazio per l’attenzione e confido in un riscontro immediato.

Per chi non può dare una presenza fisica, la solidarietà morale non basta…
Rutilio Sermonti CCB n° 3401
BANCA NAZIONALE DEL LAVORO - dipendenza di Pagliare del Tronto (0252)
coordinate bancarie: IBAN IT70  Y010  0569  7400  0000  0003  401

lunedì 18 ottobre 2010

Una delega non si rifiuta a nessuno.......

Santa Marinella, nuova delega per Santa Severa

Lunedì 18 Ottobre 2010 14:12

Il Sindaco di Santa Marinella, Roberto Bacheca, ha conferito ufficialmente questa mattina presso il Municipio, la delega per Santa Severa a Massimiliano Calvo. “Ringrazio il Sindaco e l’amministrazione comunale per questo incarico – dichiara Calvo – e proprio su questa base si programmerà un piano di lavoro per cercare di risolvere le problematiche di Santa Severa. Conto sulla collaborazione di tutta l’amministrazione comunale e soprattutto sui cittadini di Santa Severa dal quale mi aspetto proposte concrete. Garantisco il mio massimo impegno a presentare alla cittadinanza, dopo aver valutato le problematiche su cui intervenire prioritariamente con gli assessori preposti, soluzioni condivise e fattibili, consapevole delle difficoltà generali”.

Santa Marinella: INTERVISTA CON MASSIMILIANO CALVO
Di redazione baraondanews (del 10/04/2008 @ 12:26:43, in news, linkato 151 volte) 

Intervista con Massimiliano Calvo, candidato a consigliere nella lista “Sviluppo Democratico”

Perché si è candidato ?

Per spirito di servizio verso la cittadinanza garantendo il mio impegno alla soluzione dei problemi di Santa Severa e Santa Marinella, cercando di creare le condizioni per il loro sviluppo economico e sociale. Sono cresciuto qui ed ho ben presenti le difficoltà che ogni persona deve affrontare quotidianamente. La mia passione verso le tematiche sociali, le forme di aggregazione in genere nasce da lontano come pure il mio interesse per la politica sin da quando ero adolescente. Chi ha avuto l’opportunità di incontrarmi conosce bene la mia predisposizione al dialogo e la mia forte propensione al confronto, alla ricerca del superamento delle divisioni tra le parti per il bene comune. Un giudizio sulla sua coalizione: Giovane, con ideali politici eterogenei ma coesa sull’unità d’intenti: il rinnovamento e lo sviluppo democratico della nostra città. La lista nasce come espressione di un progetto che ha visto in Massimiliano Fronti il catalizzatore di diverse forze ed anime politiche e sociali. Il nostro gruppo è nato in virtù di una grande compattezza sul programma, rifiutando la logica dell’aggregato dove si mercanteggiano le cariche, come sembra avvenire per altre coalizione.
La vicinanza di Tidei alla sua lista quali benefici può apportare? (ma che era una battuta? NdR) Quale ruolo avrebbe nell’amministrazione della città?

Tidei ha messo da parte le proprie ambizioni personali in modo tale da favorire un ricambio generazionale nella classe politica locale, promuovendo un giovane sindaco qual è Massimiliano Fronti che potesse rispondere in maniera dinamica ed innovativa alle istanze della città. L’avvocato coerentemente con la sua scelta ha deciso di lasciare il campo libero alla nuova coalizione, noi speriamo però che metta a nostra disposizione le sue indiscusse capacità amministrative.

Se avrà il favore delle urne quali saranno le priorità del suo mandato?

L’impegno nelle politiche giovanili, l’attenzione alla pulizia, alla sicurezza della città, il rilancio del turismo promuovendo il nostro territorio nel mondo, valorizzando il complesso monumentale del Castello, impegnandomi nel migliorare la qualità dei servizi offerti a costi più competitivi.

Perché un elettore dovrebbe riporre fiducia in lei?

Perché sono un volto nuovo, una persona che conosce bene i problemi di Santa Marinella e Santa Severa poiché ci vivo e ci lavoro da sempre, sono certo di poter assicurare un’attenzione costante allo sviluppo del territorio e perché sono unanimemente conosciuto come un ragazzo trasparente, sensibile ad ascoltare e interagire con il prossimo naturalmente, espressione peculiare del mio carattere. Saluto i miei elettori e sportivamente faccio un “in bocca a lupo” agli avversari per una sana competizione elettorale che non può che giovare alla città come manifestazione di fermento politico e culturale. Il dialogo è nelle mie corde e sarò sempre presente come elemento di confronto indipendentemente dal risultato.  
Antonello Astolfi


domenica 17 ottobre 2010

DI NUOVO ALLARME FASCISTA!

Siamo nuovamente di fronte ad un fenomeno imprevisto, troppo fascismo, fez, saluti romani, saluti del legionario e mani e mani inondano il litorale, foto imbarazzanti si moltiplicano. Possiamo affermare con tutta ragione di essere vittime di un vero e proprio rigurgito fascista che si spinge nelle più segrete stanze del potere locale. Attraversa segreterie, si nasconde nelle case al mare. Dietro insospettabili consiglieri comunali di dichiarata fede democratica, dietro anonime figure di delegati del sindaco, sorgono feroci e violenti carnefici dell'idea democratica. Insomma, nel mese del fasciofashion una sferzata di vitalità e inquisizione. Finalmente la verità verrà a galla e nulla sarà come prima! Continuiamo la nostra indagine con una foto prelevata da un profilo facebook di un consigliere comunale del PDL di Civitavecchia che con un artifizio grafico "dà ad intendere" che nel PDL si conservi ancora l'eredità fascista del MSI, destra nazionale, fiamma tricolore. La Fiamma, Berlusconi, il popolo della libertà... ma che intrugli sono questi? Ma se ne è accorto da chi è circondato e da quello che fa? Dove sono i communisti? Cosa fanno? Dove sono i promessi giardini degli arditi del popolo davanti  alla rotatoria del Pincio come promesso dal Sindaco Moscherini? 

venerdì 15 ottobre 2010

Ottobre... iniziano le sfilate

AUTUNNO FascioFashion&Tagliatelle

Come ogni anno, ad ottobre, approssimandoci alla fatidica data del 28 (anniversario della marcia su roma), iniziano a circolare inviti per raduni a Predappio, sfilate in maschera, foto che fanno rabbrividire, cene luculliane che celebrano l'anniversario (si celebra un evento eroico con una bella abboffata ...mah!).
Sembra che un innato senso della ridicolaggine faccia fatica ad essere estirpato. Carnevalate, folclore di un fascismo mai esistito, nostalgia offensiva. Questi fenomeni tra l'altro, si manifestano nelle forme più esasperate proprio da singoli e all'interno di ambienti che esternamente mostrano una coscienza democratica e una legittimità liberal-capitalista e filiosionista condita con un sincero sentimento di lontanza dal male assoluto. Insomma giocano ai fascisti un paio di volte all'anno, per il resto si gongolano tra le prebende ed i vantaggi forniti dalla repubblica democratica fondata sulla resistenza e sull'antifascismo. Iniziamo con un recidivo..


martedì 12 ottobre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

BASTA SANGUE ITALIANO!

La differenza tra noi e gli altri è molto semplice. Portiamo profondo rispetto a chi muore combattendo, sempre! I borghesi se ne fottono, i compagni insultano. E' sempre così e non ce ne curiamo. 
Allo stesso modo però dobbiamo avere le idee chiare. Sarebbe sicuramente più onorevole per loro dire le cose come stanno, sono caduti combattendo in una sporca guerra, che noi non condividiamo e non per una efebica missione di pace, non per una missione umanitaria. Chi blatera "come donna e come madre", chi parla dei "nostri ragazzi", chi ciancia di "quelli che vanno solo per i soldi" in realtà li offende. 
Hanno deciso di combattere e sono morti in guerra. Si dicano le cose come stanno, gli si renderà onore. APZ

Profondo rispetto per i militari uccisi e massimo sdegno per i politici che mandano a morire i nostri giovani in terra straniera per sostenere gli esclusivi interessi economici e geopolitici americani.
 
Domandiamoci come mai dopo nove anni il più potente esercito del mondo, anzi la più grande coalizione di eserciti mai vista dopo la fine del secondo conflitto mondiale, non riesce ad avere la meglio di quattro beduini?
 
Non è che per caso dietro ai cosidetti "terroristi"  vi sia un intero popolo che non vuole saperne di vivere all'occidentale e che ha ben compreso che dopo le bombe che fanno strage nei villaggi, i carri armati ed i blindati  italiani "lince" arrivano le multinazionali, l'alta finanza, i centri commerciali e lo stile di vita americano a base di ...sesso, droga e rock and roll?
 
Invece dell'Afghanistan liberiamo il nostro Paese dai politici di destra e di sinistra che hanno legato il nostro futuro a quello dell'America, una potenza che persegue solo i suoi interessi, anche a scapito dei nostri.
 
Circolo culturale Excalibur 
 

sabato 9 ottobre 2010

De-Generazione Italia - Santa Marinella

I conti non tornano..... 

Dopo il post di aggiornamento del 3 Ottobre nel quale, oltre all'intruppamento di Emanuele Pepe, nelle schiere finiane si aggiungeva Alfredo Esposito, ieri è circolato in rete un comunicato nel quale Fabio Gasparri e Filippo Palmeri di Generazione Italia chiamano all'appello i finiani. Tutto ciò senza citare in una sola riga quello espresso da Pepe ed Esposito. Con un incipit che riportiamo: “Generazione Italia vuole essere un aggregatore intergenerazionale rivolto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per l’Italia, con un’attenzione particolare ai giovani che non vogliono limitarsi a subire il futuro del loro Paese ma hanno il coraggio e la passione di immaginarlo, invitandoli ad essere protagonisti dell’Italia del 2020, l’Italia che verrà.” Fabio e Filippoci narrano le nefandenze di Berlusconi, la volontà di ridare un senso al significato della politica e di voler aprire un circolo a Santa Marinella.
Ora, per dire tutta la verità ci verrebbe da chiedergli, ma in questi 15 anni dove stavate? Vi siete accorti adesso di tutte le prebende ed il potere guadagnato all'ombra di Berlusconi? In questo modo però andremmo fuori tema. Il punto della questione attuale è un altro. Nonostante le perplessità su questi temi, il fatto più singolare è che questi tre gruppi nonostante aderiscano al soggetto politico del Presidente della Camera non si citano affatto. A che gioco stanno giocando? E' evidente, a chi mette prima la bandiera sulla montagnetta (che vi sia un'area di consenso del Presidente Fini così come la voglia di egemonizzarla non c'è ombra di dubbio ... furbi eh?). Come direbbe Battisti... lo scopriremo solo vivendo, ma per cortesia non fate i furbetti su.... mettetevi a tavolino e fate due chiacchiere......

venerdì 8 ottobre 2010

martedì 5 ottobre 2010

Poche chiacchiere..... 1980 - 2010

con l'azione si alimenta la memoria, con le chiacchiere il folclore.....

 Foto di uno dei manifesti affissi questa notte anche a Civitavecchia,
non sappiamo chi sia stato ad affiggerli ma siamo lieti di registrare 
una azione concreta per la memoria dei camerati caduti. Finalmente!
 

lunedì 4 ottobre 2010

Il miracolo del Risorgimento?

In occasione dei 150 anni dall'unità d'Italia, Santa Marinella ospita per la seconda volta un evento legato alle vicende dell'unificazione nazionale.  Una buona occasione per andare a rimarcare la diversità tra unità d'italia e risorgimento, elementi diversissimi e contraddittori per cause e finalità.


SANTA MARINELLA – Giovedì 7 ottobre, alle ore 18,00 presso la Biblioteca Comunale di Santa Marinella, avrà luogo la presentazione del libro del prof. On. le Domenico Fisichella “Il miracolo del Risorgimento”  edizioni Carocci. Introdurrà i lavori il prof. Luciano Pranzetti.
L’evento si inserisce nel quadro programmatico che la direzione della Biblioteca ha delineato congiuntamente all’ufficio Cultura e che prevede una serie di incontri con autori, artisti e personalità della cultura.
L’autore ha tenuto la docenza nelle Università quale titolare della cattedra di “Dottrina dello Sato e Scienza della Politica”, aver ricoperto la carica istituzionale di vicepresidente del Senato ed aver diretto il Ministero dei Beni Culturali (è inoltre il fautore dell'approdo democratico della destra ex fascista del MSI - insieme a Tatarella e Fini si inventò An, nonchè saltafosso da An giungendo fino alla Margherita di Rutelli e da Legittimista monarchico a repubblicano perplesso, nota di APZ) . E’ inoltre membro del comitato scientifico dell’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani. Ricordiamo le ultima produzioni: il saggio su J. De Maistre, lo studio sul pensiero di Hobbes e il già ristampato commento alla dottrina di Montesquieu, testo che è già stato presentato in Biblioteca. Il prof. Fisichella è inoltre assai familiare ai cittadini per aver scelto Santa Marinella, in cui possiede l’abitazione, quale soggiorno estivo e luogo di quiete dove elabora i suoi studi.
L’ingresso è libero e l’autore sarà ben lieto di rispondere a tutti gli interventi che il pubblico vorrà formulare sul tema.