domenica 19 dicembre 2010

Il fuoco di Sparta

Pubblichiamo un intressante articolo dal nuovo blog www.tradizionalmente.it, che pone l'attenzione su quello straordinario modello che è Sparta. Per AzionePuntoZero un punto di riferimento indiscutibile.


La grandezza di Sparta ed il suo valore eterno - sciolto da ogni contingenza storica - risiede nell’aver posto al centro dello Stato, e delle strutture ad esso connesse, la formazione dell’uomo che va costruito per tutta la vita. E’ immensa la gratitudine che dobbiamo portare nei confronti della popolazione spartana che con l’esempio dei suoi componenti ha la capacità di ricondurci - ogni qual volta ne ricordiamo le gesta ma anche le abitudine quotidiane - all’essenziale. Per l’uomo di oggi la formazione è molto più complicata da conseguire perché spesso subentra in un momento di piena maturità in cui oramai le mancanze ed i difetti maggiori si sono cristallizzati; tuttavia l’esistenza di realtà militanti fedeli alla Luce della Tradizione, unita alla volontà di cambiamento offrono preziose opportunità da non sottovalutare.
Il mito di Sparta
Il mito di Sparta vive nei secoli e fu creato proprio da coloro che nella Grecia rappresentavano il modello antagonista: Atene. Già da allora, seppur in maniera meno accentuata, si manifestava il conflitto tra due modi diversi di intendere lo Stato, l’uno improntato sull’autarchia e su di un’educazione essenziale, l’altro sugli scambi commerciali e su una formazione che in alcuni periodi è sfociata in una decadente speculazione filosofica.
A distanza di secoli, dalla battaglia delle Termopili, durante il Terzo Reich si manifestò una chiara volontà di riprendere e far rivivere, anche attraverso studi approfonditi, il mito di Sparta, che in tal modo passava per l’ennesima volta da una dimensione temporale e storica ad una mitologica: cosa è infatti il mito se non la fissazione nel dominio nell’eterno di un evento eroico intorno a cui ordinare la propria esistenza o quella di un intero popolo?
Ma quale era la profonda ricchezza di Sparta che il popolo tedesco volle far propria? Semplice, la trasformazione dell’uomo in eroe, la creazione dell’uomo nuovo.
Il leggendario lancio del giavellotto infatti, con cui si ama rappresentare il guerriero Spartano, era l’atto conclusivo di una vita, la conseguenza di uno stile e di un carattere - acquisiti attraverso una precisa formazione – specchio di una trasmutazione ontologica dell’essere.
L’educazione e l’esempio
I bambini, come ben sappiamo dai vari testi antichi, venivano fatti vivere sin da piccoli lontano dalle famiglie, tra i loro coetanei, il più possibile all’aria aperta ed in mezzo alla natura in cui la battaglia era presentata come un gioco esaltandone l’aspetto ludico.
Un altro importante tassello della formazione in Sparta risiedeva nel rispetto che veniva riservato agli adulti ed ai Padri in cui i giovani vedevano degli esseri nettamente superiori, figli di una discendenza eroica e dunque divina che un giorno anche loro avrebbero dovuto onorare; vi era realmente la consapevolezza di possedere sangue divino. In virtù di ciò il modello umano che i bambini avevano dinanzi a loro come obiettivo da conseguire era l’eroe.
L’eroismo
Oggi la comprensione dell’eroismo è limitata, mancando le istituzioni e le strutture sociali adatte alla formazione; per l’uomo l’eroe è il simbolo della direzione di sviluppo del proprio essere, non a caso gli eroi sono raffigurati per metà divini per evidenziarne la valenza di ponte tra la terra ed il cielo, un ponte da cavalcare solo dopo aver compiuto un lungo e continuo lavoro su di sé. L’eroismo è vivere e morire per la Patria, una patria non geografica ma una Idea, un modo d’essere ed un  interiore sentire che lega uomo a uomo, lo stesso valore che ha condotto ragazzi francesi e spagnoli a difendere Berlino sino all’ultimo uomo, dando al mondo un chiaro esempio di ciò che significa Patriottismo.
Le Termopili
Come noto nella battaglia delle Termopili, nell’intento di arrestare l’avanzata dell’esercito persiano dei 300 guerrieri, accuratamente selezionati, morirono tutti, compreso il Re Leonida; la luce immensa emanata da quel evento conclusivo (che durò ben 3 giorni di lotta continua!) non deve lasciare nell’ombra  tutta la preparazione e la costruzione della personalità che lo hanno prodotto.
Superamento di sé
L’obiettivo dell’organizzazione Spartana era quella di trarre tutto il possibile dall’uomo, far emergere le capacità nascoste ed esaltare quelle evidenti. Anche presso altri popoli come le tribù degli Indiani D’America troviamo la stessa concezione della formazione, si pensi al fatto che presso i Sioux i giovani che aspiravano a diventare guerrieri si infliggevano, durante una danza detta del Sole, delle sofferenze inimmaginabili solo per vincere il dolore e trionfare sulla parte più bassa di sé. Gli Apache imponevano di correre 30km  con dell’acqua in bocca da espellere solo all’arrivo. Questo principio di porre l’uomo dinanzi a prove estreme per esigere il massimo da sé, è legato alla sua stessa natura.
Il sacrificio ed il riscatto per la restaurazione finale
C’è un aspetto però che non dobbiamo dimenticare. La Tradizione e la storia, che ne è una manifestazione, ci insegnano che ad ogni sacrificio segue un riscatto, perché tutto quello che si fa porta la sua conseguenza, basti pensare che il sacrificio di un solo uomo (Cristo) ha determinato la nascita di una religione ed un potere politico che ha dominato l’Europa e conquistato gran parte del mondo, trionfando su realtà preesistenti; la stessa battaglia delle Termopili è da vedere sotto questa ottica, il sacrificio dei 300 come un vero e proprio rito sacro ha attirato le forze dal cielo e determinato poi la vittoria del mondo Greco nelle battaglie seguenti di Maratona e Salamina.
Ma quando verrà la nostra Maratona? Non bisogna disperare nel futuro anche perché diversi elementi lasciano presagire un risveglio generale delle coscienze che è dettato da una reazione interna dell’uomo e dalla sua più profonda natura anche perché come ci insegnano i nostri avi “Naturam expellas furca, tamen usque recurret” cioè, puoi espellere la natura con un forcone, essa tornerà sempre ad affermarsi. I tempi non si possono determinare con precisione anche perché l’avversario ha dalla sua potenti mezzi quali i media che continuano a condurre il lavaggio delle menti attraverso tecniche basate su saldi studi scientifici.
L’esempio di Sparta nel percorso militante
Il compito del militante, sulla scia dell’esempio dei guerrieri spartani alle Termopili, è quello di coltivare sé stesso e allinearsi al Cosmo, in modo tale da essere pronto ad ogni evenienza, nella convinzione e nel pensiero che il sacrificio di 3 milioni di fratelli non è stato vano.
Ma come poter attualizzare oggi la formazione Spartana? Il problema non  è di facile risoluzione poiché dobbiamo considerare che, non avendo una struttura che incanali l’essere nella giusta direzione, tutto dipende dalla propria volontà e dalla propria libertà di scelta; tuttavia possiamo comunque considerare dei principi intorno a cui organizzare la propria esistenza:
  • Superamento dell’individualismo.
  • Ricerca di ciò che è faticoso, rifiuto delle comodità.
  • Preferenza per l’inquietudine piuttosto che per la tranquillità.
  • Conoscenza e superamento dei propri limiti.
In definitiva, bisogna trasformare la propria vita in un cammino che porti ad integrarsi in strutture più ampie, non bisogna infatti dimenticare la centralità - anche in Sparta - dell’aspetto comunitario, attraverso cui il giovane trovava stimoli e sostegni per la propria formazione partendo sempre dal presupposto che è molto difficile essere un severo giudice di sé stessi, mentre il lavoro in una realtà comunitaria forte agevola la comprensione di sé ed il superamento dei propri limiti

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