mercoledì 30 settembre 2015

L’Idea di Stato - Il pensiero politico di Carlo Costamagna


Conferenza L’Idea di Stato- Il pensiero politico di Carlo Costamagna
Sabato 3 Ottobre, ore 17:30
Raido, via Scirè 21/23, Roma
Interviene: Rodolfo Sideri, autore di “L’umanesimo nazionale di Carlo Costamagna”

martedì 29 settembre 2015

San Michele Arcangelo



Oggi è San Michele Arcangelo,
Rivolgiamo una preghiera al Capo delle Milizie Celesti, difensore della fede divina dalle orde infere e dal caos.

domenica 27 settembre 2015

ALIENA TEMPORA CURRUNT

Sono tempi strani.

Mi sveglio, il televisore appena acceso (vecchia abitudine galeotta) manda canzoncine ridicole, sigle di cartoni animati  e già nell’alzarmi dal letto la giornata ha assunto i contorni della farsa mesta e tragica. Esco e mi sento già stanco, mi guardo intorno e dentro di me, e il Nemico è dappertutto.
Le persone oscillano tra una mesta docilità, una rabbia inespressa (Facebook è diventato la valvola di sfogo della nazione) ed il caratteristico vittimismo.
Gli sfoghi cominciano solitamente con le parole «dovrebbero» o «bisognerebbe». Chi sarebbe il salvatore, o i salvatori, non è dato saperlo. Forse Renzi, o Grillo o Savini, addirittura la Meloni (lei? salvare chi? al massimo le sue parassitarie prebende!), spesso è genericamente «la gente» che «vedrai tu quando…». Il «quando» fissa una prospettiva fosca - quando non ci sarà più da mangiare, quando staremo tutti per strada, quando avremo toccato il fondo, quando i clandestini ci avranno invaso - oppure un decisivo momento di rottura - quando ci sveglieremo, quando «avremo vinto». Allora li saremmo (chi?) «andati a prendere».
A questo si aggiunge il bombardamento mediatico che forgia le menti e le coscienze, riportando tutti sul giusto binario del «dialogo». È indispensabile essere «civili». Essere «pazienti». 

Qualsiasi cosa che escadagli steccati costruiti dai media viene liquidata (e condannata) come «violenza». Non so come, ma la dottrina del «politicamente corretto» si sposa perfettamente con gli eccidi virtuali del «quando».
«Vergogna» e «dignità» continuano ad essere i termini più apprezzati mentre guardo intontito le immagini delle esecuzioni dell’ISIS, delle rivolte in Ucraina scorrere sullo schermo del televisore.
I TG dicono tutto ed il contrario di tutto perché non sanno bene che posizione prendere – dilaniati tra la generica linea anti-russa e la presenza in piazza di nazionalisti. Così la rivolta è opera di «neonazisti». Poco dopo è di «cittadini che chiedono di entrare in Europa».
Così come per gli sbarchi e i naufragi sulle nostre coste. Un giorno accusiamo la Germania e la culona della cancelliera Merkel che ci dice di tenerceli, un giorno la esaltiamo perché li accoglie tutti (ma non i nostri, i siriani che vengono dall’Ungheria)
Intanto sempre i TG ci parlano di «giovani drogati» che per una dose sterminano i nonni, di padri disperati che uccidono figli tossici e si suicidano, di bimbi, di madri, di pensionati falciati sul marciapiede dai soliti «automobilisti ubriachi», mentre dilagano le baby adolescenti «di buona famiglia» che si prostituiscono per qualche capo «griffato» con professionisti, manager e rispettabili padri di famiglia. Nessuno ci fa caso. Manco la Mussolini, che si è subito ripresa il pedofilo e fedigrafo consorte…

Ci si suicida perché si è perso il lavoro o perché si deve chiudere l’azienda. Cala un sipario nero, come dimezzanotte, e compare il Nemico, il Calunniatore, il Seduttore… «Chi me lo fa fare, il lavoro, la famiglia…» è il mantra, l’autoassoluzione e scongiuro per tutto.
Ma ci sono «segnali di ripresa». Siamo ormai «fuori dalla recessione» e quasi «fuori dalla crisi» se fossimo stati civili, se fossimo stati responsabili… «Responsabilità» è in effetti una delle parole d’ordine da qualche anno: bisogna «lavorare» e «concentrarsi» sui «problemi reali del paese», perché solo così «ne saremmo usciti», ed ogni deviazione è una mancanza di «responsabilità», ce lo dicono Renzi e Berlusconi, e perfino Grillo. E soprattutto il neo presidente Mattarella, emerso dalle nebbie della prima repubblica e già santificato.
Quotidianamente ci spiegano come avevamo sbagliato tutto (millenni di civiltà) ed eravamo «inadeguati». Siamo in un momento storico (detto «il nostro tempo») in cui il mondo «è cambiato» e dobbiamo adattarci. A dimostrarlo, c’è il fatto che «all’estero» non sono come noi – «all’estero» è un «paese civile», un Eldorado dove il «progresso», Obama e la Merkel hanno risolto ogni problema. Da noi invece in concomitanza delle tornate elettorali vengono arrestati ex ministri, governatori, sindaci, banchieri e faccendieri: tutti, stupiti, al momento dell’arresto ci dicono che «non hanno fatto nulla di illegale, hanno preso, o dato, soldi, sì, ma non lo sapevano…»
«Ondate bibliche» di disperati – bimbi attratti nel paese dei balocchi - sbarcano a Lampedusa, o ce li andiamo a prendere con la Marina Militare a poche miglia dalle coste dell’Africa: le immagini commuovono e muovono politici, sacerdoti, intellettuali, giornalisti e tutti noi a parole di accoglienza e conforto – e solo parole rimangono, se non occasione di arricchimento e sfruttamento. E di aumento della criminalità, una criminalità feroce e disperata, opera di disperati che non hanno niente da perdere e da fare, .
Sullo schermo del televisore, gli onnipresenti appelli di «Onlus che chiedono soldi» per dei ragazzini africani.
Il «cyberbullismo» è la nuova piaga sociale. Adolescenti si suicidano quasi quotidianamente perché «su siti web dove si può scrivere di tutto» ricevono insulti da parte di «vigliacchi protetti dall’anonimato». L’eroina è ovunque e «gli esperti» (ci sono sempre esperti per ogni cosa) parlano di «ricorsi ventennali delle droghe». Twitter scandisce la dialettica (140 caratteri, hashtag) del dibattito del momento. Intanto, «tanto siamo tutti d’accordo», cominciamo a legalizzare la Cannabis – il nome latino dà un’aura di scientificità, e responsabilità. Giocatori, cantanti e show girl sembra facciano a gara a spacciare le loro «performances» a base di sesso e droga, ed è ritenuto originale e spiritoso che un noto maître à penser mimi in televisione un «tiro» di coca. E poi, togliere il soldi alle mafie, e con lo Stato che ci guadagna!
Tutti incollati al proprio tablet o al proprio smartphone, intenti a «whatsappare» e scattare «selfie». Ma «la rete» è presentata come una giungla inesplorata e pericolosa, dove si annidano pericoli (il più temuto: i «neonazisti» e i «pedofili», spesso associati).
La violenza domina l’Italia. E soprattutto le «curve delle opposte tifoserie», e questo è davvero grave. Ogni polemica si risolve in reciproche accuse di «squadrismo». La «democrazia» è costantemente in pericolo. Per fortuna la Roma dei Casamonica e di Mafia capitale, nelle parole del suo sindaco Marino: «ha saputo cacciare fascisti e nazisti». Ma siamo seri!
La «ludopatia» sta conducendo nell’abisso milioni di famiglie, ma lo stato ci guadagna. Lo spettro della Grecia e del «default» sempre presente. 
La «transofobia» serpeggia. I giovani continuano a morire per «il folle gioco alcolico dei social network». «L’ombra del satanismo» incombe e ci sono stati furti nelle chiese e profanazioni. Halloween ha ormai sostituito il Carnevale.«Gender» è la parola chiave, insieme a «genitore 1» e «genitore 2».

«Mala tempora currunt», si annunciano tempi bui, avrebbe detto Cierone. Io invece mi chiedo com’è che si sia potuto arrivare a questo, a questi tempi strani e che io sento estranei… Ma ormai ho smesso di pormi domande, di cercare quale può essere la verità in questo coacervo di inutili luoghi comuni, e procedo per inerzia, come il Governo. Le persone in strada hanno gli occhi bassi ed un’aura di rassegnazione. L’intero Paese sembra giunto al termine di una relazione – quando nessuno dei due ha il coraggio di lasciare l’altro e la storia va avanti per un po’ malgrado sia finita, e gli istanti in cui sembra funzionare di nuovo servono solo a ricordarti quello che hai perduto.
Lo stato sociale è in crisi, si sente parlare di famiglie, di anziani, di bimbi che hanno fame. Si cammina rasente ai muri, come in tempo di guerra. L’altro giorno ho visto una scena che, settantenne, mi ha riportato ai tempi della mia infanzia: due anziani, neanche malmessi, raccoglievano cicche per recuperarne un po’ di tabacco…
Intanto la depressione, il male oscuro, oscura le volontà e le coscienze…
E questa rassegnazione, troppo evidente per essere ignorata dei media, è presentata come il terreno fertile per la presa di potere dei «populisti». Conservare il «rispetto delle istituzioni» è il limite di critica superato il quale si sfocia nello «squadrismo». Ce lo dicono manager e politici dall’alto delle loro prebende milionarie.
Si annuncia uno strano autunno, senza gioia, senza vendemmie, senza frutti: a confondere ansia e desiderio, disincanto ed illusione.
Intanto ho visto in faccia il Nemico, l’ho riconosciuto: e siamo noi, noi in questo è tempo strano ed estraneo di irresponsabilità, di identità generiche al limite del dissolto! Siamo noi questa società, ed è da noi che deve partire il cambiamento! Una piccola comunità di gente che non si prefigge di cambiare il mondo a colpi di “male minore”, di compromessi e luoghi comuni, ma affermando qui e ora tutta la verità, pur sapendo che è ignorata dai media e dall’opinione pubblica. Nella speranza che il tempo la vedrà trionfare! 

La Verità svelata dal Tempo, forse l’opera più personale scolpita da Gian Lorenzo Bernini e ora nella Galleria Borghese di Roma, dovremmo eleggerla a simbolo del nostro impegno. Il fatto emblematico è che Bernini quella scultura non ha mai potuto terminarla. Proprio come accade spesso a ciascuno di noi, quando ci accorgiamo che non avremo abbastanza tempo per adempiere al nostro compito. Altri, però, continueranno il lavoro iniziato. E non taceranno
Caterpillar

sabato 26 settembre 2015

Azione Punto Zero - Notiziario di controinformazione e di lotta al sistema

E' uscito il nuovo giornale legionario di Azione Punto Zero, in formato più ridotto ma più ricco di articoli dottrinari e con una grafica migliore. Il nuovo notiziario militante ha come pubblico-obiettivo principalmente i ragazzi, troppo spesso disorientati e senza letture di formative di qualità. Senza pretesa alcuna, il giornale di Azione Punto Zero tende a innescare nel giovane che lo legge quella scintilla sufficiente per spingerlo verso un ulteriore approfondimento e avvicinamento al mondo della militanza.

In questo numero:
- La disciplina degli Spartani: una fonte eterna d'ispirazione
- Crisi greca, parola ad uno Spartano!
- "Le Porte di Fuoco": la battaglia delle Termopili come non l'avete mai sentita raccontare
- Niemals - Emporio Legionario

mercoledì 23 settembre 2015

Equinozio d'autunno 2015


In occasione dell'equinozio d'autunno che cade oggi, riproponiamo un passo della lettura "I quattro Pilastri dell'anno" Tratta da “Solstitium” Anno IV numero 3-4 del Dicembre 1979". 


"Facendo seguito al periodo estivo, l’Autunno avanza come un lento ripensamento. La fiamma della passione si riduce dando luogo ad un periodo di intensa riflessione, in cui il mondo esterno è filtrato attraverso lo schermo dei propri pensieri e si giudica quanto si è fatto. E’ il 23 settembre, data dell’Equinozio d’Autunno o discendente e quarto pilastro dell’anno. La notte è ora di nuovo uguale al giorno, ma in forma diversa che in Primavera. La vita ora si ritira lentamente in se stessa e medita sul passato. Astrologicamente il Sole entra nella Bilancia (segno d’Aria), seguita dallo Scorpione e dal Sagittario. Nel giorno corrisponde all’ora del Tramonto, l’egizio Tum, in cui la luce si bilancia con l’oscurità e tende lentamente verso la morte. E’ un’ora malinconica in cui i fantasmi passati risorgono e antiche e nuove idee affollano la mente, in cui si fa il bilancio sul proprio passato immediato e se ne tirano le somme. E’ il periodo in cui si raccolgono i frutti e si semina il grano che nascerà nel nuovo anno. Esotericamente la luce dell’Essere si ritrae dall’esterno e tende a coagularsi nella propria origine spirituale, dando l’impressione come di una lenta morte che prende la natura interna ed esterna. E’ in questo periodo che venivano praticati riti di astinenza e di purificazione, per liberarsi di tutto e iniziare il nuovo anno rinnovati interiormente. Di solito il periodo di astinenza precedeva immediatamente la data del Solstizio d’Inverno. La sera che va verso la notte è un’ora di purificazione in cui più forte deve splendere il Sole interno, ora non più oscurato dalla luce del giorno, e il crepuscolo fa da silenzioso ingresso. Ritualmente questo è il periodo dell’Aria: intelligenza e comprensione per quanto si è fatto e quanto si farà. La luce ora splende limpida nella propria mente e permette un giudizio obiettivo sui propri fatti e misfatti. Si può anche sorridere di sé, con paziente tolleranza, ma tutto ormai è dietro se stessi e va lasciato da parte."

martedì 22 settembre 2015

USA, con Assad ora si tratta


(Fonte: www.maurizioblondet.it)
Dalla Reuters:
Dopo colloqui con il segretario britannico agli esteri Philip Hammond a Londra, John Kerry ha fatto appello alla Russia e all’Iran perché usino la loro influenza su Assad per convincerlo a negoziare una transizione politica.
Kerry ha detto che gli Stati Uniti danno il benvenuto al coinvolgimento della Russia nel contrastare lo Stato Islamico in Siria ma il peggiorare della crisi dei rifugiati sottolinea il bisogno di trovare un compromesso che possa anche portare a un cambiamento politico nel paese. “Abbiamo bisogno di ottenere un negoziato. E’ quel che cerchiamo, e noi speriamo che Russia ed Iran, ed ogni altro paese influente, aiuterà a portare a questo, perché è questo che impedisce alla crisi di finire”.
Sentite, cari lettori, il cambio di tono? Ancora una settimana fa’ Washington ordinava a Grecia, Bulgaria, Irak di vietare il loro spazio aereo agli aerei di Mosca diretti verso la Siria, per impedire il rafforzamento militare russo. Sembrava pronta a rischiare lo scontro diretto fra le sue forze e quelle russe, insomma la terza guerra mondiale. Adesso tale rafforzamento “è benvenuto”. Prima, tuonava: Assad deve sparire, Assad must go, e immediatamente, prima di ogni discussione sul futuro della Siria, perché Assad era peggio dell’IS, “ha massacrato il suo stesso popolo”, non si tratta con questo criminale internazionale. Adesso si pregano Mosca e Teheran di “esercitare la loro influenza” su Assad “per convincerlo” a negoziare la transizione. L’Occidente si preparava ad attaccare unilateralmente il regime siriano, come due anni fa. Hollande e Cameron avevano già scaldato i motori dei loro caccia per farla finita con il capo siriano una volta per tutte. Gli Usa, con la scusa di colpire l’IS, colpivano le infrastrutture.
Il povero Kerry ha aggiunto persino questo: “Sì, nell’ultimo anno e mezzo abbiamo detto che Assad deve andarsene, ma quando e con quale modalità, è decisione che va’ fatta nel contesto del negoziato di Ginevra…Non deve essere proprio un giorno o un mese…c’è un processo per cui tutte le parti devono mettersi insieme e raggiungere un’intesa su come si può meglio raggiungere questo scopo”. Incredibile o no? Prima era aggressività, minaccia, unilateralismo; gli Usa comandano e gli altri obbediscano; adesso “negoziato”, “intesa”, nel contesto di Ginevra (un negoziato fra le opposizioni siriane ed il regime, che gli Usa hanno liquidato con spregio).
Il ruggito è diventato un miagolio, l’ammissione di una sconfitta umiliante. Chissà se sono bastati i due giorni consecutivi di bombardamenti dell’aviazione siriana (ben guidata però) contro Rakka, Idlib e Palmyra, così efficaci da mostrare che lo Stato Islamico è ben lungi dall’essere invincibile, e se l’Occidente volesse applicarcisi, la crisi dei rifugiati sarebbe presto finita.
Quattro Sukhoi “Flanker” e otto elicotteri d’assalto russi, uniti al fatto che Mosca ha mostrato una chiara e fattiva volontà di eliminare l’IS;   l’astuto invito di  Putin agli  americani e occidentali ad unirsi a lui nell’operazione di cancellazione dello Stato Islamico (che stavano aiutando) ossia a “combattere il terrorismo come detta il diritto internazionale”, è bastato per obbligare gli americani ad abbandonare il loro bluff. Il capo del Pentagono Ashton Carter (gran minacciatore di armi tecnologicamente miracolose, capaci di dare “Il primo colpo nucleare” a Mosca) s’è affrettato a telefonare al suo collega russo Shoygu per coordinarsi, onde scongiurare un “incidente involontario” fra gli aerei Usa e quelli russi. Lo voglia o no, Washington dovrà combattere lo Stato Islamico a fianco della Russsia. Altri complici, Turchia, Arabia Saudita, Katar, hanno visto che le loro creature jihadiste si trovano oggi davanti a un Assad rafforzato in modo decisivo dall’appoggio tecnico, logistico e d’intelligence russo. La notizia fatta circolare che Mosca “può prendere in considerazione” anche un invio di truppe se lo chiede Assad, ha probabilmente completato il quadro.
Sicché
  1. Netanyahu s’è precipitato a Mosca per lamentarsi delle armi troppo efficaci che la Russia mette a disposizione della Siria, segno di paura.
  2. Nel Congresso Usa, per la prima volta dopo quattro anni e 250 mila morti si sono alzate voci che chiedono “una revisione delle nostre politiche anti-Assad. ” verso Assad. ( http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2015/09/congress-democrats-assad-regime-change-isis.html#ixzz3m4mHdgV9)
3) Persino la crisi dei rifugiati, con le ondate inviate dalla Turchia in Europa, ha prodotto un esito che gli ispiratori non avevano probabilmente previsto: i leader europei hanno dovuto volgere lo sguardo all’atroce conflitto in Siria, che hanno fatto finta di non vedere per quattro anni; ed ovviamente non potevano vendere alle loro opinioni pubbliche la colossale falsità di Washington, ossia che per far finire il conflitto bisognava far cadere Assad e, dunque, consegnare la popolazione siriana al potere dei jhadisti. Sicché persino nell’imbelle Europa si sono alzate voci come quella del nostro Gentiloni: “Noi come Italia siamo sempre stati scettici” sulla bontà dell’impostazione di “far fuori Assad” con la “consapevolezza che le forze di opposizione erano limitate, con il rischio di creare un vuoto, in cui il terrorismo avrebbe potuto trovare spazio”.
La grande opera di destabilizzazione di Assad, che sembrava prossima al successo solo pochi giorni fa, adesso ha mutato segno. Adesso è il processo di negoziato e pacificazione di Putin ad avere il sopravvento, su tutta la linea. Erdogan, Riyad e gli stati petroliferi del Golfo, che hanno creato Daesh, sono i perdenti – insieme ancora una volta ad Hollande e Cameron.
L’altro vincitore è  l’Iran. Dopotutto, la monarchia saudita aveva creato, e pagato, Daesh, allo scopo sì di far cadere Assad, ma perché la caduta avrebbe indebolito in modo irreparabile l’asse sciita, essendo la Siria alawita il collegamento necessario fra Teheran ed Hezbollah.
La durata molto probabile  di Assad, fa’ notare Zero Hedge, impedisce la nascita del gasdotto Katar-Turchia, un sogno americano e saudita ché sarebbe servito a sostituire le forniture di Gazprom ai consumatori europei. La tubatura avrebbe dovuto necessariamente passare per la Siria. E secondo il Guardian, “nel 2009 Assad rifiutò di firmare un accordo proposto dal Katar” per simile gasdotto, “e diede come motivazione di ‘proteggere gli interessi del suo alleato russo, che è il massimo fornitore di gas naturale all’Europa”.
Una risposta di grande dignità e lealtà. E’ dopo quella risposta che, come ha rivelato l’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas, “i britannici han cominciato a preparare le operazioni in Siria”. E’ per questo che Usa, Francia, Londra e Sauditi e Turchi hanno provocato morte e distruzione nel paese.

Da una tale risposta di Assad, si capisce meglio quanto sia profondo il legame che lo unisce a Mosca – e come fosse vuoto e stupido il calcolo che Putin avrebbe”lasciato cadere” un simile amico. “Noi non siamo come gli americani, noi non abbandoniamo i nostri amici”, come ha detto il generale Kasem Soleimani, delle forze iraniane Quds, corpi speciali fortemente presenti in Siria e in Irak.
Invece di firmare il contratto col Katar, Assad ha condotto negoziati per una pipeline alternativa, con l’Iran, che passando per l’Irak e la Siria avrebbe potuto fornire all’Europa gas iraniano. Un progetto da 10 miliardi di dollari, che spaventò tanto la corte wahabita che il principe Bandar bin Sultan volle un colloquio a quattr’occhi con Putin in cui gli propose il controllo congiunto del mercato globale del petrolio, se avesse lasciato Assad al suo destino; altrimenti, avrebbe scatenato contro Mosca i terroristi, “che noi controlliamo”. Putin gli mostrò la porta. Il prezzo del barile cominciò da allora a cadere.
Putin ebbe ancora più chiaro che qualunque regime si insediasse al posto di Assad, sarebbe stato un fantoccio nelle mani saudite. E gli avrebbe sottratto il mercato europeo.
A questo punto, invece, l’Iran – liberato dalle sanzioni –  prende il sopravvento nell’area. A Netanyahu, troppo occupato a mobilitare sayan e complici in Usa contro l’accordo iraniano, è sfuggita una parte del quadro più importante.
Le temutissime forze speciali iraniane combattono in Siria in evidente alleanza con Mosca. Il 21 settembre è stato annunciato un incontro russo-iraniano “per discutere il piano in quattro punti sulla Siria”; un piano iraniano che somiglierà molto, giureremmo, a quello putiniano: eliminare Daesh, aprire un negoziato sul mantenimento di Assad (o della componente alawita) nel governo futuro della Siria, in ogni caso sbattere fuori i sauditi dall’affare.

Onu: Arabia Saudita garante dei diritti dell’uomo

Ma questi possono consolarsi: con l’appoggio americano, israeliano ed europeo, sono stati elevati a dirigere il Comitato per i Diritti dell’Uomo alle Nazioni Unite. Da quel seggio, detterà agli altri paesi gli standard internazionali in materia di civiltà giuridica l’illuminata monarchia coranica che pratica la pena di morte per decapitazione (dall’inizio dell’anno la “giustizia” wahabita ha già decapitato più gente di Daesh), il taglio della mano per i ladri, che ha comminato mille frustate allo scrittore e dissidente politico Saif Badawi che tiene in prigione senza capo d’accusa, e che è famoso nel mondo per come rispetti “i diritti delle donne”. Quanto ai diritti dei gay, al matrimonio omosessuale e all’adozione da parte di coppie di pervertiti, siamo sicuri che la legislazione saudita ha ormai superato le più avanzate dell’Occidente. Lo sappiamo dal fatto che Elton John non ha inscenato nemmeno una delle sue isteriche manifestazioni di odio che ha esercitato contro Putin, contro Dolce & Gabbana e contro il sindaco di Venezia.
La ossessa Regina delle Kulandre globali tace, vuol dire che acconsente. E così l’intero movimento LGBT, la sinistra intelligente,le femministe militanti, le Femen, non trovano niente da dire sulla scelta dell’Onu.
Cosa volete, i valori dell’Occidente sono in buone mani.

 (Frattanto Hollande, quello che ha rifiutato di consegnare a Mosca la nave Mistral, che tuttora si prepara a far sparire Assad a forza di bombardamenti, che ha sostenuto le sanzioni contro la Russia colpevole di combattere il regime di Kiev, ha mandato il suo ministro dell’agricoltura a pregare Putin di…togliere le contro-sanzioni contro i generi alimentari francesi, che la Russia non acquista più. Glie l’hanno chiesto i coltivatori di Francia, categoria molto potente ed irritabile)

La Cina si unisce all’asse Siria-Iran-Russia.

L’inviato di Pechino in Medio Oriente ha incontrato il premier iracheno (sciita) Al Maliki; ed ha dichiarato che “la Cina si porrà risolutamente a fianco degli iracheni nel loro sforzo di preservare la propria sovranità e ed indipendenza e combattero il terrorismo”. Il governo sciita iracheno sta combattendo contro lo Stato Islamico. I cinesi si stanno schierando sempre più apertamente ed efficacemente nel conflitto.
Maurizio Blondet

lunedì 21 settembre 2015

Appuntamenti di Settembre 2015 Raggruppamento combattenti e reduci R.S.I. Continuità Ideale

I prossimi appuntamenti della delegazione laziale del Raggruppamento combattenti e reduci della R.S.I. in collaborazione con le associazioni Campo della Memoria e Ass.ne Nazionale Volontari di Guerra



Blog del Raggruppamento:



domenica 20 settembre 2015

ENTRA IN AZIONE! Il vero ribelle non dibatte...combatte!

Inizia oggi il nuovo anno militante di AZIONE PUNTO ZERO, gruppo politico lontano dai partiti e dalle arene elettorali e mirante alla formazione di UOMINI dediti all’amore per la propria terra, immuni alle lusinghe della società dell’apparire e che sappiano affermare la luce della Tradizione.
A chi ci chiede se c’è ne fosse veramente bisogno di una comunità militante quale APZ, noi rispondiamo CERTAMENTE. Lontani dal richiamo e dalla logica elettorale, APZ si pone come una alternativa valida, e verificata nel tempo, alla cialtroneria vigente nel comprensorio che per un gruzzolo di voti tutto ha desertificato.
AZIONE PUNTO ZERO ha l’ambizione di essere una scuola di milizia per uomini e donne che vogliono abbattere il sistema vigente in cui impera il denaro, l’interesse individuale e l’egoismo per riaffermare un’esistenza solare in linea con i valori dei nostri padri.


 

Breve Invito a Rinviare il suicidio


(Fonte: Aurhelio.it)
Guardando un Tg o leggendo un giornale ci imbattiamo spesso in notizie legate ai suicidi a causa della crisi. Il martellamento tipico del mondo giornalistico ha effetti soporiferi per la ragione umana e succede così che al bar, a scuola, al lavoro, o in qualunque altro luogo preferite sentiamo affermazioni che sembrano lezioni apprese, tra un commento all’ultimo goal di Totti e una lacrimuccia ipocrita per gli sbarchi a Lampedusa emerge il “hanno detto in tv che si è ammazzato per la crisi”.
I media hanno creato un mostro: “la crisi”, e l’hanno nutrito fino al punto di farlo diventare, nella testa delle persone, un mostro sconosciuto, incorporeo, che rapisce le persone, una sorta di orco del terzo millennio, uno spauracchio che nessuno sa bene esattamente cosa sia, ma allo stesso tempo tutti ne parlano come se ne conoscessero ogni dettaglio, commentano, si adirano, provano a dargli una connotazione. Come tutti i mostri ed orchi che si rispettino però, per chi abbia una concezione della fiaba come metafora, il mostro è tutt’altro che fuori di noi, bensì nei recessi della mente, e non qualcosa che dobbiamo affrontare al di fuori di noi stessi. Per arrivare al punto centrale di questo articolo, non è certo la crisi la causa dei suicidi, ma una visione di noi stessi e del mondo in cui viviamo completamente errata, capovolta.
Le radici delle motivazioni che stanno alla base di questi gesti insani sono da ricercare nella scala di valori che ha l’uomo moderno, ovvero una preminenza del fattore economico su ogni altro aspetto della vita. Sembra che un uomo in questa società sia funzionale esclusivamente se crei profitto, se risponda a criteri di produttività, di adattabilità al mondo del lavoro che cambia, e tutta una serie di buffonate coniate dai soliti parrucconi ed economisti da poltrona.
Il lavoro dell’uomo è nobile solo se produce frutti a tutti i livelli, partendo da quello spirituale per arrivare fino a quello materiale, quest’ultimo importante si, ma sempre subordinato ai piani più alti. Si torna a ripetere: non è l’entità astratta “crisi” che uccide, ma l’assenza di valori. I suicidi sono il risultato di un potere che ci vuole deboli e usa ogni mezzo per farlo, dalla tv, agli smartphone, all’alimentazione, alla distruzione sistematica delle famiglie e della vita in comunità solidali. Un uomo protetto dalla sua famiglia e dalla sua comunità, con un sano modo di sostentarsi e libero da attrazioni virtuali malsane che lo isolano dal creato non penserebbe mai al suicidio. Per l’uomo moderno, che ha creato una società basata sul denaro, è una logica conseguenza l’identificarsi con i propri averi, anziché sul proprio essere, e quando questi averi sono carenti, assenti, o peggio ancora si è immersi nei debiti, si diventa inutili. Ciò che si credeva di essere, sparisce insieme ai soldi, alla casa, alle rate del mutuo non pagate e, si affaccia la vergogna di essere povero. Senza la protezione di quelli che si credevano amici, senza una famiglia degna di tal nome che si possa stringere attorno, senza la presenza dello Stato, della nazione, senza un legame spirituale che unisca ai propri simili e a qualcosa di infinito che risiede in se stessi ma che si è profondamente e miseramente tradito. Senza soldi si è niente e a quel punto, si ritrova la strada di Casa o ci si perde nel bosco per sempre.
Se gettiamo uno sguardo nel passato, seppur esistente, la pratica del suicidio o più in generale della morte volontaria, era di tutt’altro tenore e valenza. Era intimamente un desiderio, al presentarsi di alcune circostanze, non di morire, ma al contrario di diventare immortali, diventare più-che-vita, accettare la caducità dell’essere umano e legarla all’infinito, a qualcosa di sovraterreno, per scelta virile, per lasciare ai posteri l’esempio e tracciare la Via. La cultura giapponese era intrisa di questo concetto prima che la decadenza spirituale colpisse anche il Sol Levante, e condurre un’esistenza senza onore, cosa percepita come ben più grave che vivere senza soldi, era riprovevole. Anche figure come Socrate ci danno l’esempio di rinuncia alla vita come passo verso qualcosa di più grande. Mai, nel mondo della Tradizione, le cause di una scelta così drastica e risolutiva furono da attribuirsi a meri problemi economici, o di solitudine o di depressione, malessere sempre esistito tra gli uomini, ma che figure come Omero o Plutarco attribuivano all’essere abbandonati dagli dei, quindi riferendosi sempre a principi divini. In questo senso l’uomo moderno è un depresso cronico.
La vita ha valore solo se analizzata in funzione della morte e della finitezza della condizione umana, e un uomo che si attacchi spasmodicamente alla vita materiale come oggi accade manca proprio il senso ultimo della sua esistenza, perdendola poi per sua mano in modo ancor peggiore. Le figure e gli insegnamenti spirituali in questo senso non mancano, a partire da Gesù Cristo, che rimette la propria vita terrena nelle mani del Padre o a Krishna che insegna ad Arjuna con le seguenti parole:
Gli esseri sono non manifesti all’origine, sono manifesti nello stadio intermedio e di nuovo non manifesti dopo la dissoluzione. Perchè dunque, affliggerti?”
Nel buddismo, in particolare nella corrente zen, i maestri erano famosi per la capacità di saper predire la loro morte e addirittura fare ironia intorno a questo fatto naturale, deridendo la volontà del falso ego di aggrapparsi alla vita materiale anche oltre il tempo che ci è concesso dall’Esistenza Suprema. Lo stesso Gautama Buddha quando un monaco lo pregò di prolungare ancora la sua vita terrena rispose così:
Come le case degli uomini, col lungo andare del tempo, rovinano, ma il suolo dove erano resta; così resta la mente del Buddha, e il suo corpo rovina come una vecchia casa.
In conclusione ci troviamo di fronte ad enormi paradossi. L’uomo moderno così preso dalla materia e dalla vita animale, staccato da ogni principio di natura superiore si trova a rinunciare alla propria esistenza nella solitudine, nella depressione, per cause inerenti proprio a quella materialità che si appresta ad uccidere, mentre l’uomo spirituale che vive secondo principi superiori si appresta alla morte con serenità, anzi la ricerca con la gioia e la consapevolezza di avere legato dei principi immortali alla sua fine corporea, che gli sopravviveranno ben oltre la sua morte fisica e quindi per nulla turbato da questo evento. La vita e la morte come facce di una stessa medaglia, l’una vera grazie all’esistenza dell’altra. Non una rinuncia passiva, svuotata, nichilista, ma anzi un’affermazione, la morte fisica è la fine solo per il nostro ego. Il suicidio economico è il risultato di una morte spirituale.
DiEmme

Anniversario della breccia di Porta Pia


20 Settembre 1870 - le forze della sovversione massonica fanno breccia nella Porta Pia continuando la rivolta, già iniziata dai Comuni all'indirizzo dell'Impero, contro lo spirito romano e religioso, rivolta in atto ancora oggi.
 

sabato 19 settembre 2015

Proposta di legge che equipara i disertori agli eroi della Prima Guerra Mondiale?

L’associazione culturale “Comitato 10 Febbraio” ha lanciato oggi una petizione online per chiedere al Senato il ritiro del Disegno di Legge S.1935, intitolato “Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale”.
Il disegno di legge prevede la completa riabilitazione militare di tutti i soldati italiani fucilati, nel corso della Prima Guerra Mondiale, dai tribunali militari con l'accusa di diserzione, fuga di fronte al nemico, rivolta e ammutinamento. In caso di approvazione tutti i soldati italiani fucilati per aver disertato saranno equiparati agli eroi caduti per l'Italia.
L'articolo 2, in particolare, prevede l'affissione, in un'ala del Vittoriano in Roma, di una targa nella quale la Repubblica "rende evidente la sua volontà di chiedere il perdono di questi nostri caduti".
La proposta è stata approvata alla Camera dei Deputati con un incredibile voto unanime (un solo astenuto).
Il Comitato 10 Febbraio condivide la doverosa pietà umana nei confronti di questi nostri compatrioti, ma chiede il ritiro della proposta di legge in quanto il riconoscimento militare di quanti fuggirono dal campo di battaglia rappresenterebbe un definitivo discredito nei confronti della memoria di Cesare Battisti, Nazario Sauro, Enrico Toti e dei tanti eroi che affrontarono la morte pur di difendere la Patria e la libertà.
La questione è già stata notata dal prof. Pier Franco Quaglieni e da Angelo Panebianco che, in un articolo, si è domandato: «Se chi diserta ha la stessa dignità di chi combatte, cosa diventa lecito pensare di quelli che, nonostante tutto, scelgono di obbedire agli ordini? E che cosa pensare, poi, di quelli che, rispettando gli ordini, addirittura muoiono in combattimento?».
È con questa domanda che chiediamo a tutti i partiti politici di votare contro la proposta di legge e di tributare i doverosi onori a quanti hanno sacrificato la propria vita per la difesa della nostra libertà.

Per firmare la petizione è sufficiente visitare il sito:
http://www.thepetitionsite.com/it-it/947/446/944/ritirare-la-legge-che-equipara-i-disertori-agli-eroi-della-prima-guerra-mondiale./
​(copiare ​e incollare l'indirizzo enl browser)

"Radici e futuro", serata in memoria di Rutilio Sermonti - 26 Settembre a Latina


martedì 15 settembre 2015

Lavori di ristrutturazione alla sede dell'Associazione Volontari di Guerra Raggruppamento R.S.I. - Continuità Ideale -


E' terminata la prima fase dei lavori presso la sede di Roma dell'Associazione Volontari di Guerra, curati completamente dai militanti del Raggruppamento Rsi Delegazione Lazio.
Le due principali stanze sono diventate un unico spazio, che sarà dedicato ad eventi, mostre, conferenze, presentazioni di libri, cineforum, etc...





Pagina ufficiale:

Le verità che non dovete sapere



(Fonte: www.rischiocalcolato.it) Posto in evidenza questo video per mostrare i veri comportamenti dei “poveri migranti siriani” che dobbiamo “accogliere” senza limiti, e la pazienza inerme della polizia ungherese da loro insultata ed umiliata.
Quando gli ungheresi gettano loro cibo da oltre un reticolato, i media occidentali – tutti ad imitare la BBC – han commentato che gli ungheresi li trattano come animali, e come i nazisti facevano ai poveri ebrei. Qui, subito dopo, potete vedere come i poveri migranti trattano un giovane volontario ungherese che è sceso fra loro con generi di soccorso: guardate come gli strappano la borsa, guardate come lo lasciano inerme. Guardate, in Francia, come assaltano il camioncino della volontaria Claudine, la spaventano e costringono alla fuga…per poi gettare il cibo che hanno rapinato con spregio, per terra. Guardate come lanciano pietre ai macchinisti di un treno a Budapest.
E’ per forza che si deve nutrirli da dietro un reticolato.Sennò, ecco cosa succede:
Guardate come insultano e minacciano la polizia ungherese che, sottomessa, cerca di dar loro tanichette d’acqua potabile; guardate con che arroganza gettano via l’acqua sui binari, e insultano i poliziotti che se ne vanno, inermi. E’ una torma di trattare coi manganelli, ma ci sono le telecamere e i fotoreporter Quelle telecamere che falsificano gli eventi per farvi odiare gli ungheresi, e commuovere per i poveri innocenti “siriani” cui la Merkel offre lavoro ed asilo in Germania, e la cattiva Ungheria respinge.
Questa foto vi ha fatto commuovere:
foto binario ungheria
Mostra, vero o no?, una povera famigliola che gli agenti magiari brutalizzano sui binari. Ma guardate al minuto 2.30, come sono andate veramente le cose: il tizio “siriano” ha gettato lui moglie e figlioletto sui binari, e gli agenti ungheresi stanno cercando di soccorrere donna e bambino  per sottrarli alla furia dell’uomo.
E’ una replica del trucco cinico che vi hanno assestato col piccolo Aylan, che tanto vi ha fatto commuovere col suo cadaverino sulla spiaggia di Bodrum; ebbene, il papà è uno scafista che ha guadagnato almeno 10 mila dollari organizzando il passaggio, ed è il vero colpevole della morte della sua intera famiglia, moglie e due bambini.
Ma non vedrete mai foto e video sui nostri media mainstream.   Come, mentre vi mostrano l’orribile “Muro ungherese”, ma  non vi mostrano mai il  muro israeliano,  una orribile  fortezza di cemento con torrette e mitragliatrici  e camere-spia,   e come i palestinesi – quelli sì – sono trattati come bestie e messi  in fila  nelle gabbie
E’ una verità che non dovete sapere, perché dovete bervi la versione ufficiale: in Europa ci sono nazioni caritatevoli e nazioni razziste. I “siriani” sono agnelli che bussano alle nostre porte desiderosi solo di lavorare e farsi europei. Naturalmente il termine “siriani” va’ messo fra virgolette, perché la maggior parte di questi pretende di entrare in Europa senza dare alcuna generalità, rifiutano di farsi prendere le impronte digitali; nella massa si sono visti molti pakistani strappare i loro documenti per farsi passare per “siriani”. E sì che ce ne sono molti di questi video. Ve ne diamo uno solo, dove i poveri “siriani” che vogliono solo integrarsi urlano – un orlo scandito – alla polizia magiara, a Budapest, “vaffanculo” (fuck you) e “Allahu Akbar!”, il grido di guerra islamico.

Maurizio Blondet








lunedì 14 settembre 2015

Dante Alighieri [ in memoriam ]




“… libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” 

Dante Alighieri, 14/09/1321 - 14/09/2015

domenica 13 settembre 2015

Corneliu Zelea Codreanu 13/09/1899 - 13/09/2015

La Legione è contro coloro che si agitano e si danno da fare per ottenere vittorie senza rischi e senza sacrificio - poiché costoro sono uomini meschini, mentre le loro eventuali vittorie si rivelano passeggere come la spuma del mare. Dove non c'è rischio, non c'è gloria. (Punto 61. Il Capo di Cuib)


sabato 12 settembre 2015

Crisi dei "migranti", qualche chiarificazione


(ildiscrimine.com) – Per comprendere le cause e gli effetti del fenomeno migratorio che in questa estate del 2015 sta creando seri problemi in Europa, e specialmente nelle sue regioni mediterranee sudorientali, non si può prescindere dal considerare il problema dei problemi di questa Unione Europea. Vale a dire l’assenza di qualsivoglia sovranità politica.
Che questa creatura finanziaria ed amministrativa nella quale Stati come l’Italia e la Grecia contano davvero poco (per non parlare delle relative popolazioni espropriate d’ogni rappresentanza), non lo si scopre certo da oggi.
Ma quest’ondata di “migranti” che nel 2015 ha superato, nel solo Mediterraneo, le 300.000 unità (stime Onu) – alle quali vanno ad aggiungersi quelle della cosiddetta “rotta balcanica” assurta agli onori delle cronache negli ultimi giorni –; quest’afflusso oramai incontrollabile ha posto in rilievo, con modalità diverse ma parimenti drammatiche rispetto alla “crisi greca”, il mostruoso deficit di sovranità nella quale versa questa Europa e, in special modo, la cintura di Stati mediterranei spregiativamente definiti, ai tempi della prima grossa “crisi finanziaria”, con l’acronimo di PIGS.
“Povera patria… nel fango affonda lo stivale dei maiali”, cantava una ventina d’anni fa Franco Battiato. Ora, se l’italico stivale non affonderà nel fango ma verrà invaso da allogeni il risultato non cambierà: saranno – e sono già – dolori per tutti noi.
Perché quando in una nazione la cui produzione è al palo e la “crisi” è diventata uno stato d’animo (checché ne dicano gli zerbini mediatici in servizio permanente effettivo che riprendono certe “proiezioni” ottimistiche cinguettate da qualche politicante alla moda) rovesci una valanga di “rifugiati economici” il risultato non può che essere negativo. Ovviamente per la gran massa che non ne ricava un profitto, ché al contempo esiste una nutrita schiera di “professionisti” che con queste “migrazioni” hanno messo su l’Albero della Cuccagna.
Già l’esistenza dei succitati profittatori è specchio di una situazione anomala che, in presenza di quel requisito essenziale che è la sovranità, non solo non si verificherebbe, ma al suo solo appalesarsi anche come intenzione verrebbe preventivamente bloccata, dato che solo dei completi sadomasochisti possono rallegrarsi per un’invasione della loro terra che a tutti gli effetti si presenta senza alcuna limitazione, né d’ordine temporale né, tantomeno, numerico.
D’altra parte, chi adesso grida all’emergenza ed impone il ricatto morale dell’accoglienza a tutti i costi, sfruttando tra l’altro la buona fede di parecchi volonterosi collaboratori (o “collaborazionisti”), sa bene che cosa ha messo in moto quando da una ventina d’anni a questa parte ha devastato, uno dopo l’altro, il tessuto politico e sociale di Stati quali la Somalia, l’Iraq, la Libia, la Siria eccetera.
Tutte realtà che se non erano il Paese di Bengodi erano tuttavia migliori dell’inferno in cui si sono trasformate dopo le distruzioni targate Usa-Nato-Onu, con l’ordinario contorno di “alleati”.
Chiunque ormai – anche il famoso “uomo della strada” – è in grado di valutare la correlazione tra la distruzione di una Libia “dittatoriale” e tuttavia florida, o di una Siria anch’essa poco incline alla “democrazia” (questo feticcio!) ma accogliente verso tutte le etnie e le religioni, e l’incalcolabile valanga umana che si sta abbattendo contro l’Europa.
Si noti bene: contro l’Europa, non contro gli Stati Uniti.
Ricapitoliamo: gli Stati Uniti, che come centro decisionale e braccio armato sono i principali responsabili di questi flussi migratori che si abbattono sull’Europa, non subiscono in alcun modo questa tragica conseguenza delle loro azioni criminali, mentre siamo noi europei, ed in prima fila i mediterranei, a dover sopportare tutto il disagio di un’operazione che si è rivelata (ci voleva poco a capirlo) assolutamente controproducente benché sia stata avallata da tutti i “governi” sin qui succedutisi alla guida dell’italico stivale dei maiali.
Adesso che la situazione è fuori controllo, e tutti si aggrappano a qualche “miracolo” dell’Onu, ad un “mandato internazionale” anche solo per soffiarsi il naso, o addirittura si rimettono a qualche santo che dovrebbe muoversi a compassione per gente senza cervello e amor patrio, è suonata la proverbiale campana (a morto) per pensare di uscirne vivi e senza troppi scossoni.
Da questa situazione, in un’Europa (e un’Italia) che esiste solo virtualmente per imporre i suoi diktat monetaristi assurdi ed è nient’altro che il cortile di casa dell’America, se ne può uscire solo in un modo: riappropriandosi della sovranità.
Solo un’entità sovrana può governare un problema immane come quello delle attuali “migrazioni”, decidendo senza dover subire alcun ricatto o minaccia chi può entrare o meno e chiamando per nome e cognome i responsabili di un disastro che se a questo punto è irreparabile poco ci manca.

martedì 8 settembre 2015

8 Settembre



L'8 settembre, come ogni anno, rappresenta per tutti una data “storica” , degna di essere ricordata. Anche per noi vale la stessa consuetudine, ma a differenza della massa democratica, conformista e indottrinata, questa data per noi rappresenta un grave marchio di infamia,vigliaccheria e tradimento. La data dell'Armistizio dell'8 settembre del 1943 è arrivata anche quest'anno.

Ogni considerazione personale riguardo ciò che fu e rappresentò l'8 settembre sarebbe superflua, perciò ci limiteremo a descriverlo prendendo in prestito le parole di un uomo che visse in prima persona quella vicenda e che nell'opera “L'Italia nel XX secolo” seppe renderne al meglio la dimensione e le caratteristiche.

“[...] accomiatatosi dal suo Primo Ministro con una stretta di mano, alla fine del colloquio (il re) lo fece infatti arrestare da alcuni carabinieri, caricare su un'ambulanza (beninteso per proteggerlo) e rinchiudere in tutta fretta in Prati, nella caserma degli allievi Carabinieri. Incaricato di formare il nuovo governo di tecnici fu nientemeno che il sinistro Pietro Badoglio, ed ebbero inizio quei quarantacinque giorni di cui occorreranno secoli, per quanto si faccia, a cancellare la macchia dal tricolore italiano. Tutti i più sublimi vertici del disonore,della viltà e dell'idiozia mirabilmente fuse e amalgamate furono alacremente toccati e superati nel volgere di otto settimane scarse. Primo atto del nuovo governo fu quello di rassicurare l'alleato tedesco sul fermo intendimento di tener fede al patto e di continuare la guerra al suo fianco. Il Badoglio fece un tale continuo uso del suo “onore di soldato” che ci fu tra i tedeschi persino qualche ingenuo che pensò che quell'onore esistesse davvero. […]
Mentre però giurava agli alleati tedeschi “l' Italia non capitolerà mai” il Savoia faceva prendere contatti fin dal 15 agosto, attraverso l'ambasciata inglese a Madrid, con il nemico, per negoziare la resa.  Non vi è spazio, in questa breve rievocazione, per esporre minuziosamente i comportamenti incredibili per stolidità,dilettantismo e servilismo, con cui Badoglio e complici giunsero, in 17 giorni -guadagnandosi tutto il disprezzo anche da parte degli angloamericani- alla firma dell'armistizio breve, seguito dopo pochi giorni dall'armistizio lungo, in ambedue i quali i negoziatori italiani si limitarono ad accettare illimitatamente ed incondizionatamente tutte -non una esclusa- le imposizioni nemiche. Non si curarono nemmeno di accennare al desiderio che nel corso delle brevissime trattative -se così possono essere definite- cessassero almeno i feroci bombardamenti terroristici, sicché altre migliaia di trascurabili civili indifesi trovarono la morte, mentre una congrega di alti miserabili faceva a gara nell'accattare benemerenze davanti agli invasori.
Ma non basta: anche senza pretendere che gente di una tale levatura morale sentisse l'elementare obbligo di chi improvvisamente defeziona una lotta comune di fare il possibile per limitare il danno che simile defezione arreca a chi quella lotta la continua, avrebbero potuto quanto meno astenersi dal pugnalare alle spalle i combattenti, almeno finchè si continuava con le professioni sviscerate di lealtà e solidarietà. Invece tutto il badogliume si prodigò nel fornire al nemico tutte le informazioni sullo schieramento tedesco  in loro possesso in qualità di alleati.
[…] Comunicato l'armistizio alla radio la sera dell'8 settembre, quello che avrebbe dovuto essere il Re d'Italia e il suo maresciallo e capo del governo ebbero una sola preoccupazione: salvare la pelle, scappando come ladri colti sul fatto a mettersi sotto l'ala protettiva e sprezzante degli invasori della loro Patria a Brindisi. Roma fu abbandonata, senza programmi ne ordini, alla prevedibile reazione tedesca, le Forze Armate presenti in Italia come oltre i confini (compresi ben 300.000 uomini nei Balcani) lasciate senza direttive, e persino le carte più riservate furono dimenticate nella fretta spasmodica della fuga,sui tavoli del Ministero della Guerra, nella stanze dove la real famiglia e i suoi guerrieri erano corsi a nascondersi appena fatto il colpo.”

Rutilio Sermonti, L'Italia nel XX secolo,

                                                                                                          Edizoni all'insegna del Veltro

domenica 6 settembre 2015

La Dichiarazione dei diritti di Dio contro i massonici ”diritti dell’uomo”



Nell’anniversario delle stragi dell’inizio Settembre 1792, pubblichiamo il discorso del visconte Charette de La Contrie quando, nella Francia barbarizzata dalla Rivoluzione, vennero massacrati prigionieri politici invisi al Regime rivoluzionario, tra i quali tre vescovi, numerosi religiosi e religiose refrattari al Nuovo ordine e tanti uomini e donne poi beatificati da Papa Pio XI nel 1926. Anche visibilmente, contro i “diritti degli uomini”, falsi e bugiardi (raffigurati nell’impressionante allegoria massonico-rivoluzionaria che correda questo articolo), il visconte Francois Athanase de Charette de La Contrie ribadisce i diritti imperscrittibili di Dio e della Verità che nessuna legge umana, nessun sofisma costituzionale, nessun parto delle ideologie vecchie o nuove, può menomare o manomettere. 
 
“La nostra patria sono i nostri villaggi, i nostri altari, le nostre tombe, tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi.
La nostra Patria è la nostra Fede, la nostra terra, il nostro Re.
Ma la loro patria, che cos’è? Lo capite voi? Vogliono distruggere i costumi, l’ordine, la Tradizione. Allora, che cos’è questa patria che sfida il passato, senza fedeltà, senz’amore? Questa patria di disordine e irreligione?
Per loro sembra che la patria non sia che un’idea; per noi è una terra. Loro ce l’hanno nel cervello; noi la sentiamo sotto i nostri piedi, è più solida.
E’ vecchio come il diavolo il loro mondo che dicono nuovo e che vogliono fondare sull’assenza di Dio.…
Si dice che siamo i fautori delle vecchie superstizioni. Fanno ridere! Ma di fronte a questi demoni che rinascono di secolo in secolo, noi siamo la gioventù, signori! Siamo la gioventù di Dio. La gioventù della fedeltà.”
Manifesto Vandeano, di François-Athanase de Charette de La Contrie