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lunedì 25 marzo 2013

Incontro con i Combattenti della RSI – Civitavecchia 24 Marzo 2013











“23 marzo | 1919 – 2013. Dopo più di 90 anni ai cialtroni democratici diamo ancora filo di torcere. Rifacendoci direttamente o indirettamente, attualizzandone il messaggio, alle origini della rivoluzione fascista. Nel mondo una cosa del genere non si è mai vista. Il nostro sorriso e' la vostra sconfitta, il nostro stesso esistere, il vostro terrore, avanti per la Rivoluzione!”

All'insegna di questo incipit, l’incontro di ieri con i combattenti della Repubblica Sociale Italiana si è dimostrato ancora una volta un momento imprescindibile per fare il “pieno” di quelle energie solari indispensabili per coloro che con audacia continuano ad essere impegnati nella guerra latente contro la sovversione. Appuntamenti di questo genere, non sono, come abbiamo già ripetutamente ribadito, commemorazioni passiste in salsa nostalgica, bensì virile affermazione di quei principi eterni che hanno caratterizzato il vivere di quella generazione di italiani che, di fronte al tradimento dell’8 settembre, ha risposto saldamente con la fedeltà e il sacrificio per l’Idea. Ore 11 di domenica mattina, quasi cinquanta persone, aria primaverile al solito “ultimo avamposto”: si tarda un po’ ad iniziare perché i Combattenti e l’ausiliaria Gina presenti, dispersi nella sala, si perdono piacevolmente e comprensibilmente in un lungo buongiorno e nello scambiarsi reciproci saluti. Dopo non molto, però ecco tutti accomodati sulle sedie,  dietro al tavolo, da “relatori” rimangono solamente tre persone, anche se lo spirito con la quale essi si sono rivolti ai presenti era quello, come solitamente avviene in occasione come queste, di una riflessione tranquilla e discorsiva, quasi una chiacchierata, ma con spunti e temi che toccano sempre l’essenziale, il semplice e il vero. Ovviamente il primo ringraziamento è andato a tutti coloro che hanno confermato la loro presenza e in special modo ai Combattenti: Pedrini, Dal Piaz, Lazzarotto, Cohen, Niglio ed all’Ausiliaria Romeo, agli ospiti di Roma e della Toscana, nonché ai molti ragazzi presenti.
Una piccola, ma come sempre, precisa e diretta introduzione di Massimiliano - come responsabile di Azione Punto Zero, ha ricordato l’importanza di questi momenti al fine della trasmissione della memoria storica e di quel sentire, fondato nel tempo dall’onore, la fedeltà, la fratellanza, di coloro che nel momento del dovere verso la Patria non si sono tirati indietro. Subito dopo i saluti di rito, a cura di Dario della comunità militante, è seguita invece, una breve presentazione della nostra azione (chi siamo e le attività che svolgiamo, dove operiamo, etc) a cui subito è seguito un appassionato intervento del Professor Mario Merlino, rigorosamente senza microfono.

Il Prof. Merlino ha ricordato la comunanza aristocratica nello spirito, di coloro che fanno propri i principi della Tradizione e che per tale natura non possono che essere una minoranza, elitaria, con il dovere di guidare i destini di un Popolo. Con quel modo tutto suo, canzonante e provocatorio all’apparenza, in realtà esaustivo ed essenziale il Prof. Merlino ha analizzato quella che è la vera storia, ripercorrendo attraverso citazioni e frequenti collegamenti a opere filosofiche e letterarie, quelli che sono i punti cardine di un fascismo capace di imporsi e dare, avendo alla radice determinati valori  e una determinata organicità complessiva dello Stato. Non solo, esso sa dare  un futuro ai giovani, esaltandone le peculiarità singole, a vantaggio di un bene comune. Patrimonio che, grazie a chi ha lottato e non ha ceduto alle lusinghe di un diabolico e camuffato mondo democratico, ha permesso la trasmissione generazionale e la continuità dell’Idea, e della fede in essa.

A seguire è intervenuto il combattente Stelvio Dal Piaz che è solito rivolgersi agli ascoltatori in piedi, accompagnando con il corpo il suo intervento, ma che  stavolta è rimasto per forza di cose, “legato” alla sedia. Non per questo le sue parole sono risultate meno incisive, anzi. Ha tenuto ad essere presente all’incontro e per questo gliene siamo grati.  Nel suo intervento, ha esposto con uno stile schietto le ragioni dell’attuale stato caotico dell’Italia partendo, questa volta, dalle contraddizioni giuridiche della stessa Costituzione del 1947, tra l’altro modificata più di sessanta volte nel corso degli anni a dimostrazione del suo effimero e limitato valore temporale. Preso come non mai da uno sconforto misto a rabbia per lo squallore e la miseria di una società finta,  costruita su un castello di carte e fondata sulla menzogna ed il ricatto, ha esposto attraverso un’analisi e una critica di alcuni articoli della costituzione le evidenti contraddizioni di un sistema liberal-democratico fondato sul falso.  E proprio il tentativo di un totale soffocamento e una eliminazione definitiva di tutto ciò che era il Fascismo o che solo lo ricordava , secondo Dal Piaz, ha generato  la scintilla di chi, sentendosi morire soffocato, ha “serrato i ranghi” e mantenuto fieramente la posizione, non cedendo di un millimetro al cataclisma democratico dei partiti destinato ad affievolire e intorpidire gli animi. Di contro ad un’analisi pessimistica della modernità, Stelvio contrappone la luce vivida della speranza riposta nei giovani appartenenti alle varie comunità sparse per l’Italia e nella consapevolezza che le sofferenze dei Combattenti, i loro patimenti sono serviti a passare il testimone della Verità. Essa a portata di mano ma è destinata solo a chi apre il cuore ed è in grado, attraverso il sacrificio, la fratellanza, la semplicità di far prevalere il giusto e l’ordine, di contro al falso e al caos oramai regnanti. Proprio la consapevolezza di stare dalla parte del Vero è la certezza che il giorno del giudizio in cui la maschera  democratica verrà giù, sarà il momento della vera Libertà. La conferenza si è conclusa con un intervento a sorpresa di un altro combattente della RSI, Mario Cohen, che ha proposto ulteriori argomenti di riflessione su quella che una volta era l’Italia della Repubblica Sociale.

Dopo i ringraziamenti finali del responsabile di Azione Punto Zero è seguito un pranzo legionario che ha consentito ai presenti di familiarizzare e di condividere in uno spirito comunitario questo importante momento di gioia. Tra chiacchiere, risate e brindisi, per concludere piacevolmente una domenica simbolo di congiunzione, comunione e continuità generazionale. La catena, nonostante gli svariati tentativi di rottura è ancora salda, la congiunzione tra coloro che hanno resistito e coloro che animano la speranza di una rivolta è sempre forte, e momenti di ritrovo come questi garantiscono che è possibile trovare una via forte e sicura per la battaglia contro la marea di fango montante. Siamo inoltre rimasti colpiti dal fatto che chi ha passato una vita senza mollare un centimetro, riponga fiducia e speranza in comunità come la nostra.. e quindi noi possiamo garantire che non molleremo e continueremo giorno dopo giorno, sacrificio dopo sacrificio a sottrarre energie alla macchina gigante e inarrestabile della modernità, per la riaffermazione della Verità e della Giustizia che possono essere espresse solo attraverso le nostre idee e i nostri simboli.

“La nostra forza nasce dall'essere la verità, la loro paura nasce dall'avere la menzogna”
Stelvio Dal Piaz

Hanno dato la vita per noi, per la nostra dignità, per poterci far camminare a testa alta. Probabilmente ci hanno immaginato nel loro ultimo sospiro prima di essere uccisi da un plotone di esecuzione. Abbiamo il dovere di essere all'altezza del compito. Mai con la democrazia liberal-capitalista, mai con il sistema dei partiti! Onoriamo i Combattenti con la presenza, con la gioia della militanza facciamo vedere loro, che c'è ancora chi ha voglia di restare in piedi in un mondo di rovine e che non hanno lottato invano … 
Azione Diretta > AzionePuntoZero

martedì 17 gennaio 2012

"Atmosfere in nero" a Civitavecchia [recensione]

“Alla faccia dei debolucci di spirito” è stato il motto provocatorio con il quale è stato lanciato questo incontro. Di certo non può dirsi dei combattenti della RSI che come al solito ci hanno onorato della loro presenza. Ma non “il solito” incontro: sia perché sono le loro parole a scaldarci gli animi e ad alimentare ogni volta il nostro cammino militante sia perché, domenica scorsa, a Civitavecchia è stata anche l’occasione per presentare il libro “Atmosfere in nero” edito da Settimo Sigillo con Roberta Di Casimirro, membro del comitato scientifico delle Biblioteche di Roma e il professore Mario Merlino, autore del libro. La presenza dei combattenti si vede e si sente: l’Avv. Niglio ironizzando sulla sua presenza ha chiesto cosa ne faranno di lui tutte le circa quaranta persone presenti, descrivendosi come un reperto archeologico, che, come gli è stato risposto prontamente, se così fosse, l’avremmo invitato ad un museo e non in un posto di combattimento quale è stato l’incontro di domenica. Linea di combattimento, trincea militante a cui naturalmente sono le loro parole e presenza a dare autorità. Come quelle di Stelvio Dal Piaz, che portando i saluti del camerata Antonio Pedrini, non potuto essere fisicamente tra noi per motivi di salute ma la cui presenza si è sentita ugualmente con forza (a lui mandiamo i nostri più cari auguri di una pronta guarigione), ha preso la parola per primo “aprendo il fuoco” e riscaldandoci gli animi. Sono bastati le presentazioni e i ringraziamenti iniziali di un militante di Azione Punto Zero per dare al combattente delle Brigate nere la possibilità di ricordarci gli sforzi continui a cui dobbiamo sottoporci: loro, “prodotto” dello Stato fascista, normalmente crebbero come fiori in un giardino rigoglioso; noi, nati nel fango moderno, con fatica cerchiamo di esserlo quotidianamente. Forse, come ha ripetuto lo stesso Stelvio, è questo il grande miracolo. Ma di fronte ai loro sguardi e alla loro presenza la sensazione è quella di essere su un cammino che forse non terminerà mai prima di raggiungere le vette che loro stessi hanno conquistato.

Il suo augurio che la Stirpe, dal suo percorso carsico, riemerga fuori lo facciamo nostro con fede e coraggio. È proprio di Stirpe e di aristocrazia spirituale che parla il libro che gli ospiti hanno presentato. Di esempi di umanità e virtù, come ci ha ricordato Roberta, che non si potranno mai leggere sui libri di storia, citanti solo trattati e grandi battaglie, ma che qui, nelle cinque storie scritte da Mario, vengono raccontati. La “piccola storia” di chi non si arrese e scelse la “strada sbagliata”. Questo libro, ricorda la giornalista, consegnerà insieme ad altri quella verità storica che da anni viene rifiutata. Un libro di racconti che ovviamente non si racconta, ha proseguito Mario, ma del quale si può spiegare la funzione: citando un passo di Platone, l’autore ha ricordato che agli dei è concesso tutto tranne che negare il passato. Gli uomini invece lo possono fare e la storia dimostra che l’hanno fatto. 

Noi invece che godiamo della loro presenza dobbiamo ricordare gli uomini del passato vissuti in quel giardino. Uomini che seppero restare in piedi anche di fronte al giardino che crollava. Sarà anche un miracolo, come ha ricordato Stelvio, che uomini nati nel mondo di oggi si ritrovino con loro e decidano di mettersi in marcia ma di fronte al loro esempio cosa possiamo essere noi che cadiamo anche per dei sassi nelle scarpe? Raccontandoci sue esperienze da professore e militante, Mario ci ha ricordato dello spartiacque tra la “levatura” morale di partigiani come Cossutta che, in un incontro in Parlamento con i suoi studenti, non esitò a dire che i fascisti non erano uomini, “al massimo i Tedeschi”, e che meritavano la fine che fecero; e la fede e il coraggio di chi come Giovanna Deiana, rimasta cieca in un bombardamento, aveva supplicato di essere accolta nel Servizio Ausiliario pur di difendere la Patria. Due tipi umani le cui differenze sono tanto profonde da non poter essere dimenticate dalla storia. Con  l’intervento di Mario si è conclusa la presentazione del libro ma non l’incontro, proseguito col pranzo comunitario con tutti gli ospiti e i presenti. Incontro che non può che proiettarci verso nuove conquiste e vittorie militanti, carichi dell’esperienza vissuta grazie ai combattenti seduti accanto a noi in una tavola imbandita.

lunedì 10 gennaio 2011

Nessun Futuro Senza Memoria [recensione]

Civitavecchia 9 Gennaio 2011 
 
Aria pura al SOLITO POSTO.
Incontri i camerati di vecchia data, come immagini di fiori dai balconi la domenica mattina e sorrisi a ricordare i tempi andati. Ma no, non solo quello: d’altronde la nostra comunità è particolarmente allergica ai “nostalgismi”. C’era di più: innanzitutto quel piacevolissimo dovere che risponde al nome di testimonianza. Poi la continuità ideale, la torcia che passa di mano in mano attraverso le generazioni rischiarando la notte funebre della modernità. Infine la visione organica del mondo, che si riafferma senza posa né timore, capace di leggere le cose del mondo all’istante, perché ogni fenomeno è riportato per il giudizio che gli compete alla scala di valori che non sono scambiabili, negoziabili e commerciabili, alla faccia delle mani invisibili dei mercati di ieri, di oggi e di domani.
LE GENERAZIONI: sì, ce n’erano tante presenti, praticamente tutte quelle pensabili. Tutti intorno ad un’ideale focolare, ad ascoltare chi ne ha di più da raccontare. “Non interromperemo l’anello tra le generazioni”, avverte in apertura Azione Punto Zero “perché i nostri veterani sono come le costellazioni nel cielo, l’orientamento per rimanere in piedi tra le rovine", e qui ne abbiamo la manifestazione fisica.
IL DRAPPO – Rifuggiamo i nostalgismi. E scansiamo ostentazioni e pose. Se però c’è un tempo per vedere un’aquila spiegare le sue ali per portare il suo simbolo nel verde, nel bianco e nel rosso, domenica mattina era quel tempo.
IL BENVENUTO DI TONINO – Particolarmente significativo che il primo intervento, dopo l’introduzione di Azione Punto Zero, sia giunto da Antonio Pedrini. Padre politico per chi è cresciuto su questa sponda di Tirreno, quindi padrone di casa parso piacevolmente sorpreso delle visite di vecchi amici. “I giovani che sono presenti oggi – dice rivolto proprio agli amici – sono la testimonianza che abbiamo lasciato il segno”.
L’ESTETICA DI NADIA – Nadia Sala, Ausiliaria Rsi ed animatrice e sostenitrice del’Associazione che le rappresenta tuttora, dedica all’amore la prima parte del suo intervento. “Amore per la nostra Terra, il nostro passato e la nostra gente. Perché la nostra è bella gente e se c’è qualcosa che non ci perdonano è proprio questo, e l’aver saputo affrontare i nostri guai a testa alta. Ma come fanno a capire, non gli è dato: son dei poveri scemi”.
LA GIUSTIZIA DI MARIO – Non solo moschetto. C’è chi il suo essere combattente Rsi in territorio nemico lo ha speso nei tribunali. “Non potendola più svolgere sul piano politico – rammenta l’Avvocato Mario Niglio – ho preferito astenermi negli ultimi anni. Ma la mia esistenza è stata giustificata facendo da avvocato ciò che da politico non potevo più fare, inseguendo la sete di Giustizia e smascherando le menzogne di questo Stato, in Italia e all’estero che perseguitava i nostri giovani. Io li ho difesi fin dove ho potuto, pagando a testa alta anche la mia carcerazione”.
I RIMPIANTI DI MARIO – Mario Cohen, graditissimo ospite a sorpresa portato da Pedrini, ne avrebbe di motivi per avere la coscienza più che a posto. Anzi, semplicemente ne ha talmente tanti da rappresentare un faro fermissimo nel panorama degli esempi da seguire. Eppure cita gli esponenti della sua generazione come “involontari sopravvissuti”; eppure si rammarica perché “nel Dopoguerra, quando ci avevano rinchiuso nel ghetto, dovevamo studiare la situazione, studiarla meglio nonostante l’odio nei nostri confronti. E” anche oggi dobbiamo studiare! studiare! studiare!. Anche perché “è un miracolo che ci siano dei giovani che, nonostante l’informazione contraria di stampa e mezzi d’informazione, a pelle hanno compreso certi valori”.
LA FORZA DI STELVIO – A chiudere Stelvio Del Piaz, Fiamma Bianca e Combattente Rsi, lucidissimo nel disporre esperienze personali, ricordi e analisi attuali in un mosaico che disegna fin troppo bene l’Italia di ieri e quella di oggi. “La nostra Nazione ha il destino di cadere, ma sa sempre come risorgere. La speranza dell’Italia è nella sua stirpe e nella sua storia. Ad ognuno di noi resta il compito di misurarsi con se stessi e rendere sempre conto del proprio agire verso i Camerati, in un legame che è sacro perché nasce in trincea. Tanti di noi, come Tonino, portano le cicatrici dei tradimenti subiti: questo accade perché purtroppo molte persone con le quali abbiamo condiviso un cammino avevano un “punto di fusione” basso: all’innalzarsi di certe temperature, si sono sciolti”. Ma occhio, avverte il professore. “Oggi c’è una rivoluzione in corso e nessuno se n’è accorto. Il rivoluzionario è Marchionne, strumento della finanza apolide: ha demolito l’ultimo baluardo costruito dal fascismo, il contratto nazionale di lavoro erga omnes”.
I PRESENTI – Un saluto a fine incontro è stato dedicato ai tutti i Camerati caduti sul campo dell’onore, in particolare ai 22 martiri della RSI di Civitavecchia, assai raramente ricordati. Il successivo pranzo ha consentito di familiarizzare tra diverse generazioni. Tutto, sempre, con il sorriso, anche davanti ad inevitabili e benedetti momenti di commozione. La schiena dritta, la fronte spianata, c’è ancora chi continua a marciare.

domenica 4 luglio 2010

Sabato 03 Luglio - In compagnia con l'Avv. Niglio

Sabato 03 Luglio, in conformità con l'impegno preso di assistere il nostro "argento vivo", quindi di non dare rispetto ai combattenti RSI solo a parole, abbiamo avuto il piacere di accompagnare l'Avv. Niglio alla presentazione del Libro "Amor Fati" di Marcello Veneziani al Castello di Santa Severa. 

Ci piace ricordare che "non c'è lama che possa recidere la languida catena, generazione su generazione"




Non abbiamo niente di che scusarci, niente di che vergognarci. 
Il nostro onore si chiama fedeltà!

lunedì 19 aprile 2010

Giuda è in mezzo a noi


Con estremo piacere, pubblichiamo una lettera dell'Avv. Mario Niglio - combattente RSI, inviata al Direttore de "Il Giornale". Dubitiamo che possa suscitare qualche moto di vergogna nei simpatici Urso e Bocchino, ma la chiarezza non fa mai male!


A direttoreweb@ilgiornale.it


Durante la trasmissione televisiva “L'ultima Parola” del giornalista Pierluigi Paragone andata in onda venerdì 16 us su Rai 2 ho assistito alla ignobile aggressione di due parlamentari nei confronti di due colleghi della stessa coalizione di governo, mi riferisco a Urso e Bocchino nei confronti di Lupi e Santancè.

Poiché l'On. Bocchino ha dato ripetutamente del fascista all'On. Lupi con tono oltreché violento chiaramente spregiativo, ritengo opportuno ricordare agli ex camerati dell'MSI due condizioni di incompatibilità poste dai costituenti ai candidati: non rinnovare, non rinnegare.

Questa condizione fu resa necessaria per legittimare il nuovo movimento politico chiaramente erede della R.S.I. Che oggi proprio l'On. Bocchino di provenienza missina dia del fascista all'On. Lupi proveniente da comunione e liberazione è sciocco e ridicolo. Comunque non c'è da stupirsi se oggi i cosidetti “finiani” seguono la scia del loro maestro. Ieri, Fini fedele seguace di Giorgio Almirante affermava platealmente che Mussolini è stato il più grande statista dei nostri tempi. Oggi, scomparso Almirante, Mussolini e il fascismo sono per Fini il male assoluto dell'Italia. Forse l'On. Bocchino ha esagerato per dimostrare quanto sia vicino al suo maestro.

Questi sono gli uomini politici piu deleteri per il nostro paese. Sono quei voltagabbana che mi fanno ricordare il 25 luglio 1943.


Distinti Saluti

Avv. Mario Niglio