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venerdì 2 ottobre 2015

“Non morirò del tutto” – Recensione presentazione del libro postumo di R. Sermonti (Latina – 26.09.2015)

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Pubblichiamo di seguito la recensione della conferenza di sabato, più relativo video, in ricodo di Rutilio Sermonti.
26 settembre 2015, un sabato pomeriggio uggioso a Latina caratterizza questa nuova ‘trasferta’ dellaComunità Militante RAIDO a Latina. Qualcuno potrebbe pensare che questo tempo, quasi per la cosmica legge delle analogie, rifletta oggi il nostro stato d’animo, ma così non è. Quando un guerriero conquista la gloria è in realtà un tripudio festante, ed è così infatti che i nostri cuori, ardenti per la vita infuocata di Rutilio che è stata richiamata alla memoria, sono trasaliti, al risentire le sue parole, ad imprimere nei cuori il suo esempio, a proiettare nel futuro i suoi insegnamenti.

Tutto questo, ma non solo – perché di fronte a questi esempi le corde dell’anima vibrano melodie indescrivibili, inesprimibili, elevando le soggettività in una più elevata dimensione comunitaria, – sabato pomeriggio è stato “Radici e futuro”: l’evento ospitato dalla sede dell’Associazione Culturale Passepartout e organizzato da questa insieme alle comunità RaidoAriesNuove Sintesi, alla Fondazione Hispano-Latina ed all’Associazione Campo della Memoria.
Un evento che è anche stato “presentazione libraria”, seppur in assenza (fisica) dell’Autore, con la presentazione di “Non morirò del tutto”, libro postumo e testamento spirituale di Rutilio. Ad introdurci il libro è stato Mario Consoli, direttore responsabile de L’Uomo liberoseguito poi dall’intervento di alcune delle Comunità organizzatrici.
I rappresentanti di tutti questi gruppi ci hanno regalato testimonianze di vita di-e-con Rutilo, santificata dal  cristallino cameratismo, dal rapporto virile e schietto che con lui s’instaurava, grazie a quella capacità di penetrazione dell’anima che può brillare solo nello sguardo, caldo e vitreo allo stesso tempo, di un combattente della Repubblica Sociale Italiana e delle Waffen-SS.
 Lui era Rutilio, molto semplicemente il camerata che trascinava i cuori al fronte, che fosse quello dei campi di battaglia o ancora quello della cultura, dell’arte e delle idee. Perché anche in questo lui, già combattente e militante, ma anche pittore, scrittore e fine intellettuale, era in prima linea. Un modus vivendi che ha reso integrale la sua vita, alla stregua dell’uomo nuovo integrale paventato già dai fascismi. Il camerata, insomma, che continua a trascinare i nostri cuori anche oltre il suo trapasso. In questi casi non è di morte, infatti, che si può parlare.
A chiudere l’evento è stato un video commemorativo, curato dalla Comunità Militante RAIDO, in cui è stato possibile rivivere tutti i momenti della sua milizia: dalla partenza per il fronte imbracciando il fucile, alle riunioni informali con i ragazzi che lo andavano a trovare e per i quali la sua porta era sempre aperta, i momenti, questi, che lui preferiva, perché i più ricchi e gravidi. Non sarebbe onesto celare, a questo punto, l’emozione palpabile il tutto l’uditorio, la pelle d’oca all’udire la sua voce amorosa ma perentoria che ci sprona ancora alla battaglia.
Una cena comunitaria ha chiuso l’evento, tutti si sono ritrovati attorno ai tavoli, come quando lui era ancora fisicamente presente. Tutto questo perché, Rutilio, non sei morto del tutto. Perché noi non ci fermeremo mai… anzi, NIEMALS!
(Fonte: www.azionetradizionale.com)

lunedì 14 ottobre 2013

Ai confini del nero, presentazione editoriale [recensione]

Ieri si è svolta, in una splendida sala sul mare a Civitavecchia, la presentazione dell’ultima fatica di Mario Merlino, “ai confini del nero”. L’evento vedeva coinvolte nell’organizzazione più realtà militanti: oltre ad Azionepuntozero, hanno dato il loro apporto anche la Comunità militante Raido, Il Fascio Etrusco di Cerveteri, Casa d’Italia Colleverde e l’Associazione Culturale Leonidas. Un esperimento, inaugurato con la presentazione di ieri e che proseguirà in futuro. Esso nasce nel segno di una collaborazione per rendere più regolari i momenti di incontro, (importanti opportunità di dialogo e confronto) e che sottolinea come, seppur con diverse declinazioni, la maturità di confrontarsi lavorando per delle piccole iniziative consente la conoscenza e la coincidenza della disposizione d’animo, il cosiddetto “atteggiamento interno”, così caro a Rutilio Sermonti.
Dopo le parole del responsabile di Azionepuntozero, che ha introdotto la presentazione ringraziando i presenti e i relatori – in particolar modo i combattenti e l’Ausiliaria della RSI tra il pubblico - la parola è stata presa da Roberto Rosseti, giornalista rai, che ha introdotto il contenuto del testo.
Nel suo intervento, quest’ultimo ha tratto spunto da alcune parti del libro  per ricollegarsi attraverso anche alcuni aneddoti personali, alla lotta del singolo contro la sovversione del mondo moderno, ovvero il seguire sempre e comunque quella voce interna che guida le proprie scelte e che permette di non essere travolti nel decadimento costante ed irreversibile della società conformistica e livellatrice. Per fare ciò, sostiene il giornalista, occorre rimanere fermi ogni giorno, senza cedimenti e senza compromessi, seguendo sempre il sentiero anticamente segnato da quelle “pietre miliari” che immutabili, ferme e impassibili, fungono da punto di riferimento imprescindibile e che permettono di non perdere mai la direzione giusta, da seguire nel lungo cammino che porta ognuno al compimento del proprio destino. In conclusione Rosseti scandendo la citazione latina “ etiamsi omnes, ego non” (anche se tutti, io no) ricorda come di insidie, in un mondo come quello di oggi dove tutti vanno nella direzione opposta, ce ne sono molte, ed è per questo che si deve, sentendosi  forti della propria diversità, rimanere inflessibili e dritti in un mondo in rovina.

Roberta Di Casimirro ha poi continuato elogiando lo scritto del professor Merlino, eleggendolo come sua opera migliore, in quanto in grado di offrire un notevole coinvolgimento emotivo che trascina il lettore, specialmente colui che è in grado di coglierne gli aspetti profondi. I vari episodi, sono fortemente collegati tra di loro, ed ognuno di essi porta un insegnamento prezioso, da apprendere e attualizzare nel nostro agire quotidiano. Roberta ha sottolineato come fondamentale sia, ancor prima di preoccuparsi di non tradire gli altri, stare ben attenti a non tradire sé stessi, e nell’essere sempre coerenti nel pensiero e nell’azione. Questa continua verifica di sé e rettificazione porta a intraprendere un percorso interiore volto a scavare, a cercare sé stessi. Un percorso che non si interrompe mai, senza pause. Per fare ciò occorre spogliarsi delle ideologie che sono solamente rifugi, ripieghi nel quale l’uomo tende a infilarsi dandosi in questo modo una giustificazione per il suo agire lascivo, vile, scorretto.  Occorre uscire dalla soffocante gabbia imposta dal conformismo ed affrontare la verità, iniziando a lottare contro il mondo esterno. Sempre mantenendosi fermi, dare sempre il meglio di sé in ogni cosa che si fa, contro tutto e contro tutti.
In conclusione, la parola è passata all’autore Mario Michele Merlino - in abbigliamento “alternativo” per l’occasione (con tanto di “sobria” cravatta) - come sempre eccentrico e scanzonato che ha alternato accenni ad alto contenuto dottrinario con qualche piacevole pausa ironica. Nel  suo intervento ha sottolineato come ogni episodio narrato nel libro parli di persone realmente esistite (tranne in un caso) o ancora esistenti, però rielaborate liberamente, secondo il suo stile che si abbandona volentieri al piacere dello scrivere in libertà. Ciò non toglie il grande insegnamento che ogni storia (cinque in tutto) contiene, tutte comunque legate da un filo conduttore che vede ogni protagonista seguire il proprio destino, rendendo grande il proprio animo compiendo le giuste scelte. Scelte dettate dalla stessa visione del mondo, quella Weltanschauung che non ammette compromessi, di abbassarsi al patteggio.  Il Prof. Merlino ha poi auspicato che il lettore debba cogliere nei personaggi descritti il comune sentire che ne determina le azioni di chi combatte l’estrema battaglia del sangue contro l’oro, della Tradizione contro la sovversione. Un sentimento di appartenenza, dunque, che nel cuore di coloro che si sono spogliati dalle zavorre delle ideologie moderne, alimenta il fuoco di un’azione  che esclude ogni forma di tornaconto o soddisfacimento personale, così come ogni sorta di auto giustificazione e debolezza.  Merlino ha poi sottolineato il proprio elogio a tutte le comunità per l’occasione concessagli, ribadendo che  occasioni come quelle di ieri sono la testimonianza che la speranza nel trionfo della Verità è ancora viva, e che come una fiaccola ardente continua a portare luce in un mondo sempre più immerso nell’oscurità.

Un pranzo legionario, come da consuetudine, ha infine chiuso la positiva giornata vissuta interamente … “ai confini del nero”!

domenica 6 ottobre 2013

Ai confini del nero - presentazione editoriale

Azione Punto Zero, in collaborazione con

Centro Studi Raido - Roma, Il Fascio Etrusco – Cerveteri,
Casa D’Italia - Colleverde, Roma



Domenica 13 Gennaio alle ore 11
Presso la Sala della Repubblica dei Ragazzi
In Via Aurelia sud, 84 a Civitavecchia Roma



Organizzano
la presentazione editoriale dell'ultima opera letteraria del Prof. Mario Merlino,



“Ai confini del Nero”



Oltre alla presenza dell’autore saranno presenti
La Dott.ssa Roberta Di Casimirro, regista Rai
Roberto Rosseti, giornalista Rai 



La giornata si concluderà con un pranzo per il quale è necessaria la prenotazione


Mario M. Merlino: ‘Ai confini del nero’

Ho davanti a me, su questa scrivania, dove arrangio anche questo ‘pezzo’, l’ultimo dei miei figli (forse, più esattamente, un ennesimo me stesso ove contemplarmi e compiacermi)… Ai confini del nero, il suo titolo con la copertina grigio-scura e la fotografia realizzata da Simone e ridefinita da Marco. Copertina nata mentre si percorreva la via Tiburtina, poco dopo il complesso carcerario di Rebibbia. Ad altro era rivolta la nostra attenzione, poi questo edificio alto scheletro dismesso senso di abbandono fine di un mondo desolazione (Bakunin rilevava che nello spirito della distruzione si annidano già le premesse dell’edificazione; Nietzsche, filosofo e poeta dal linguaggio asciutto ed abissale ammoniva che ‘là dove ci sono sepolcri, là vi sono resurrezioni’).

Ora del tramonto, tripudio e incendio di luci gioco di ombre… L’ora in cui per il filosofo Platone si addensano i pensieri e Giulio Cesare invita, nel silenzio della tenda, di prendere tavoletta e stilo e misurare quanto e come si è vissuto il giorno. Poi Martin Heidegger annota, dopo aver trascorso la notte ospite di un suo ex allievo, mentre, su Friburgo, le bombe alleate si divertono a devastare, annientare, radere al suolo quanto di cultura tedesca ed europea aveva sfidato per secoli il mondo: ‘Il tramontare è diverso dal perire. Ogni tramonto resta al sicuro nel sorgere’.

Una copertina che può apparire decadente, con la mia immagine da hippie che non favorisce i colori dell’arcobaleno le api che succhiano il polline le formichine laboriose i bambini che saltellano sul marciapiede… Forse una provocazione, non so. Però non è così: ho sempre a mente il testimone che Robert Brasillach ci ha lasciato, poco prima di essere portato davanti al plotone d’esecuzione, a conclusione di Lettera a un soldato della classe ’40 quella fierezza e quella speranza a cui abbiamo tentato di tenere fede. E la gioia di vivere, senza la quale non vi sarebbe premio, la fierezza finirebbe in testardaggine e la speranza in illusione…

Dunque la copertina si offre al mio sguardo e, se fossi capace di usare lo skanner (?), l’avreste anche voi… beh, magari venite a qualche prossima presentazione o l’ordinate in libreria… mi darete ragione. La luce che filtra e colora d’una calda aurea atmosfera il luogo abbandonato alla nientità non può evocare funerei pensieri, lande desolate, malevoli storie. E la luce del sole, pur nel volgersi alle ore della sera, ben corrisponde a quella luce che pervade le storie che compongono il contenuto del libro. Cinque in tutto, come furono in Atmosfere in nero, con qui delle dediche più lunghe e un fuori programma tutto personale.

Chi sono i protagonisti di questa raccolta se non, salvo in un caso, persone esistite o ancora esistenti, pur nell’arbitraria rielaborazione di un momento della propria esistenza. Il vero il verosimile la libertà dello scrittore. E ci insegnano che si può avere un animo grande. Si può scegliere, comunque e nonostante tutto, con uno scatto di reni, un attimo di follia, per un sì o per un no e magari senza sapere cosa si cela dietro l’uno o l’altro. Intensità o durata… Negli ultimi anni dietro la cattedra avvertivo l’astrattezza delle idee dei concetti delle teorizzazioni delle visioni sistematiche protese ad essere onnicomprensive e finire per essere divoratrici dell’esistente. E, al contrario, la vecchia storia piena di aneddoti, di uomini e di donne, e dei filosofi che abbracciano i ronzini percorrono le vie di Koenigsberg con il medesimo passo e alla medesima ora cercano l’immortalità bevendo la polvere del ferro limato…

Abbandoniamo il mio libro al suo destino… Ogni lettore lo renderà a se stesso con la propria sensibilità attenzione interesse oppure lo respingerà fuori dal proprio mondo. Era forse per questo che Socrate non volle avere nulla a che fare con la parola scritta e Platone rimprovera il dio egizio Toth per aver insegnato agli uomini l’uso della scrittura. Avremmo trovato la nostra strada anche su un libro dalle pagine bianche… Eppure, eccomi qui a scrivere, scrivere per vincere la morte, scrivere per sentirmi meno solo, scrivere per lanciare ponti verso gli altri la natura e, chissà, qualche oscura divinità, scrivere per vanità per dispetto per riderci sopra o per rabbia, per essere fedele ai ‘confini del nero’ dove ho collocato ‘la torre del nostro orgoglio e della nostra disperazione’.

Mario M. Merlino
fonte: http://www.ereticamente.net

martedì 17 gennaio 2012

"Atmosfere in nero" a Civitavecchia [recensione]

“Alla faccia dei debolucci di spirito” è stato il motto provocatorio con il quale è stato lanciato questo incontro. Di certo non può dirsi dei combattenti della RSI che come al solito ci hanno onorato della loro presenza. Ma non “il solito” incontro: sia perché sono le loro parole a scaldarci gli animi e ad alimentare ogni volta il nostro cammino militante sia perché, domenica scorsa, a Civitavecchia è stata anche l’occasione per presentare il libro “Atmosfere in nero” edito da Settimo Sigillo con Roberta Di Casimirro, membro del comitato scientifico delle Biblioteche di Roma e il professore Mario Merlino, autore del libro. La presenza dei combattenti si vede e si sente: l’Avv. Niglio ironizzando sulla sua presenza ha chiesto cosa ne faranno di lui tutte le circa quaranta persone presenti, descrivendosi come un reperto archeologico, che, come gli è stato risposto prontamente, se così fosse, l’avremmo invitato ad un museo e non in un posto di combattimento quale è stato l’incontro di domenica. Linea di combattimento, trincea militante a cui naturalmente sono le loro parole e presenza a dare autorità. Come quelle di Stelvio Dal Piaz, che portando i saluti del camerata Antonio Pedrini, non potuto essere fisicamente tra noi per motivi di salute ma la cui presenza si è sentita ugualmente con forza (a lui mandiamo i nostri più cari auguri di una pronta guarigione), ha preso la parola per primo “aprendo il fuoco” e riscaldandoci gli animi. Sono bastati le presentazioni e i ringraziamenti iniziali di un militante di Azione Punto Zero per dare al combattente delle Brigate nere la possibilità di ricordarci gli sforzi continui a cui dobbiamo sottoporci: loro, “prodotto” dello Stato fascista, normalmente crebbero come fiori in un giardino rigoglioso; noi, nati nel fango moderno, con fatica cerchiamo di esserlo quotidianamente. Forse, come ha ripetuto lo stesso Stelvio, è questo il grande miracolo. Ma di fronte ai loro sguardi e alla loro presenza la sensazione è quella di essere su un cammino che forse non terminerà mai prima di raggiungere le vette che loro stessi hanno conquistato.

Il suo augurio che la Stirpe, dal suo percorso carsico, riemerga fuori lo facciamo nostro con fede e coraggio. È proprio di Stirpe e di aristocrazia spirituale che parla il libro che gli ospiti hanno presentato. Di esempi di umanità e virtù, come ci ha ricordato Roberta, che non si potranno mai leggere sui libri di storia, citanti solo trattati e grandi battaglie, ma che qui, nelle cinque storie scritte da Mario, vengono raccontati. La “piccola storia” di chi non si arrese e scelse la “strada sbagliata”. Questo libro, ricorda la giornalista, consegnerà insieme ad altri quella verità storica che da anni viene rifiutata. Un libro di racconti che ovviamente non si racconta, ha proseguito Mario, ma del quale si può spiegare la funzione: citando un passo di Platone, l’autore ha ricordato che agli dei è concesso tutto tranne che negare il passato. Gli uomini invece lo possono fare e la storia dimostra che l’hanno fatto. 

Noi invece che godiamo della loro presenza dobbiamo ricordare gli uomini del passato vissuti in quel giardino. Uomini che seppero restare in piedi anche di fronte al giardino che crollava. Sarà anche un miracolo, come ha ricordato Stelvio, che uomini nati nel mondo di oggi si ritrovino con loro e decidano di mettersi in marcia ma di fronte al loro esempio cosa possiamo essere noi che cadiamo anche per dei sassi nelle scarpe? Raccontandoci sue esperienze da professore e militante, Mario ci ha ricordato dello spartiacque tra la “levatura” morale di partigiani come Cossutta che, in un incontro in Parlamento con i suoi studenti, non esitò a dire che i fascisti non erano uomini, “al massimo i Tedeschi”, e che meritavano la fine che fecero; e la fede e il coraggio di chi come Giovanna Deiana, rimasta cieca in un bombardamento, aveva supplicato di essere accolta nel Servizio Ausiliario pur di difendere la Patria. Due tipi umani le cui differenze sono tanto profonde da non poter essere dimenticate dalla storia. Con  l’intervento di Mario si è conclusa la presentazione del libro ma non l’incontro, proseguito col pranzo comunitario con tutti gli ospiti e i presenti. Incontro che non può che proiettarci verso nuove conquiste e vittorie militanti, carichi dell’esperienza vissuta grazie ai combattenti seduti accanto a noi in una tavola imbandita.

mercoledì 11 gennaio 2012

Atmosfere in Nero a Civitavecchia


Domenica 15 Gennaio alle ore 11.30 presso l'ultimo avamposto a Civitavecchia, presentazione del libro del Professor Mario Merlino: Atmosfere in Nero, alla presenza dell'autore e con la partecipazione della giornalista Roberta Di Casimirro. Come sempre ospiti, i nostri combattenti della RSI, militanti e sostenitori. A seguire pranzo legionario a prezzo solidale.

Recensione del libro, a cura di Emmanuel Raffaele per "Il Borghese"
http://www.facebook.com/note.php?note_id=140574366054818

Stand librario a cura del Centro Studi Raido.

Alla faccia dei debolucci di spirito! APZ