Ieri
si è svolta, in una splendida sala sul mare a Civitavecchia, la presentazione
dell’ultima fatica di Mario Merlino, “ai confini del nero”. L’evento vedeva
coinvolte nell’organizzazione più realtà militanti: oltre ad Azionepuntozero,
hanno dato il loro apporto anche la Comunità militante Raido, Il Fascio Etrusco
di Cerveteri, Casa d’Italia Colleverde e l’Associazione Culturale Leonidas. Un
esperimento, inaugurato con la presentazione di ieri e che proseguirà in
futuro. Esso nasce nel segno di una collaborazione per rendere più regolari i
momenti di incontro, (importanti opportunità di dialogo e confronto) e che sottolinea
come, seppur con diverse declinazioni, la maturità di confrontarsi lavorando
per delle piccole iniziative consente la conoscenza e la coincidenza della
disposizione d’animo, il cosiddetto “atteggiamento interno”, così caro a
Rutilio Sermonti.
Dopo
le parole del responsabile di Azionepuntozero, che ha introdotto la
presentazione ringraziando i presenti e i relatori – in particolar modo i
combattenti e l’Ausiliaria della RSI tra il pubblico - la parola è stata presa
da Roberto Rosseti, giornalista rai, che ha introdotto il contenuto del testo.
Nel
suo intervento, quest’ultimo ha tratto spunto da alcune parti del libro per ricollegarsi attraverso anche alcuni
aneddoti personali, alla lotta del singolo contro la sovversione del mondo
moderno, ovvero il seguire sempre e comunque quella voce interna che guida le
proprie scelte e che permette di non essere travolti nel decadimento costante
ed irreversibile della società conformistica e livellatrice. Per fare ciò,
sostiene il giornalista, occorre rimanere fermi ogni giorno, senza cedimenti e
senza compromessi, seguendo sempre il sentiero anticamente segnato da quelle
“pietre miliari” che immutabili, ferme e impassibili, fungono da punto di
riferimento imprescindibile e che permettono di non perdere mai la direzione
giusta, da seguire nel lungo cammino che porta ognuno al compimento del proprio
destino. In conclusione Rosseti scandendo la citazione latina “ etiamsi omnes,
ego non” (anche se tutti, io no) ricorda come di insidie, in un
mondo come quello di oggi dove tutti vanno nella direzione opposta, ce ne sono
molte, ed è per questo che si deve, sentendosi
forti della propria diversità, rimanere inflessibili e dritti in un
mondo in rovina.
Roberta
Di Casimirro ha poi continuato elogiando lo scritto del professor Merlino,
eleggendolo come sua opera migliore, in quanto in grado di offrire un notevole
coinvolgimento emotivo che trascina il lettore, specialmente colui che è in
grado di coglierne gli aspetti profondi. I vari episodi, sono fortemente
collegati tra di loro, ed ognuno di essi porta un insegnamento prezioso, da
apprendere e attualizzare nel nostro agire quotidiano. Roberta ha sottolineato
come fondamentale sia, ancor prima di preoccuparsi di non tradire gli altri,
stare ben attenti a non tradire sé stessi, e nell’essere sempre coerenti nel
pensiero e nell’azione. Questa continua verifica di sé e rettificazione porta a
intraprendere un percorso interiore volto a scavare, a cercare sé stessi. Un
percorso che non si interrompe mai, senza pause. Per fare ciò occorre
spogliarsi delle ideologie che sono solamente rifugi, ripieghi nel quale l’uomo
tende a infilarsi dandosi in questo modo una giustificazione per il suo agire
lascivo, vile, scorretto. Occorre uscire
dalla soffocante gabbia imposta dal conformismo ed affrontare la verità,
iniziando a lottare contro il mondo esterno. Sempre mantenendosi fermi, dare
sempre il meglio di sé in ogni cosa che si fa, contro tutto e contro tutti.
In
conclusione, la parola è passata all’autore Mario Michele Merlino - in
abbigliamento “alternativo” per l’occasione (con tanto di “sobria” cravatta) -
come sempre eccentrico e scanzonato che ha alternato accenni ad alto contenuto
dottrinario con qualche piacevole pausa ironica. Nel suo intervento ha sottolineato come ogni
episodio narrato nel libro parli di persone realmente esistite (tranne in un
caso) o ancora esistenti, però rielaborate liberamente, secondo il suo stile
che si abbandona volentieri al piacere dello scrivere in libertà. Ciò non
toglie il grande insegnamento che ogni storia (cinque in tutto) contiene, tutte
comunque legate da un filo conduttore che vede ogni protagonista seguire il
proprio destino, rendendo grande il proprio animo compiendo le giuste scelte.
Scelte dettate dalla stessa visione del mondo, quella Weltanschauung che non ammette compromessi, di abbassarsi al
patteggio. Il Prof. Merlino ha poi auspicato
che il lettore debba cogliere nei personaggi descritti il comune sentire che ne
determina le azioni di chi combatte l’estrema battaglia del sangue contro l’oro,
della Tradizione contro la sovversione. Un sentimento di appartenenza, dunque,
che nel cuore di coloro che si sono spogliati dalle zavorre delle ideologie
moderne, alimenta il fuoco di un’azione
che esclude ogni forma di tornaconto o soddisfacimento personale, così
come ogni sorta di auto giustificazione e debolezza. Merlino ha poi sottolineato il proprio elogio
a tutte le comunità per l’occasione concessagli, ribadendo che occasioni come quelle di ieri sono la
testimonianza che la speranza nel trionfo della Verità è ancora viva, e che
come una fiaccola ardente continua a portare luce in un mondo sempre più
immerso nell’oscurità.
Un pranzo legionario, come da consuetudine, ha
infine chiuso la positiva giornata vissuta interamente … “ai confini del nero”!
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