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lunedì 23 novembre 2015

Cosa è Azione Punto Zero | Santa Severa - Santa Marinella | Civitavecchia

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mercoledì 23 ottobre 2013

Incontro con i Combattenti e le Ausiliarie della RSI – Colleverde 20 Ottobre 2013 Conferenza e incontro del Raggruppamento Combattenti e Reduci RSI – Recensione


È Casa d’Italia Colleverde ad ospitare questa volta, l’incontro della Federazione Romana RSI – Gruppo Laziale, svoltasi nella giornata di Domenica  con inizio alle ore 11.00.
Dopo una breve presentazione da parte di un rappresentate dei padroni di casa, l’intervento di un responsabile del Raggruppamento introduce la conferenza, ringraziando i numerosi gruppi che hanno deciso di aderire all’iniziativa. Casa d’Italia Colleverde, la Comunità militante di Raido, quella del Fascio Etrusco ed inoltre la Comunità militante di Azionepuntozero e Socialismo Nazionale. Presenti, oltre a moltissime persone intervenute – circa 80 in tutto - anche delegazioni de La Fenice di Firenze e di Rinnovazione di Rieti. L’intervento di Baldo si è incentrato sull’importanza che riveste il Raggruppamento stesso, la cui nascita rappresenta un passo importante. Un impegno doveroso che ogni comunità ed ogni singolo si prende, con lo scopo  di mantenere vivo il rapporto con i Combattenti e nel far sentire loro vicinanza attiva, militante e non un silenzioso affetto sentimentalmente confuso e materialmente amorfo. Non è concepibile infatti, che le realtà militanti che ad oggi portano avanti la lotta, si dimentichino di coloro che hanno reso possibile la continuità ideale nel primo, difficilissimo, periodo del dopoguerra. Da sottolineare poi, l’importanza del creare eventi che siano opportunità per le nuove generazioni di incontro con i Combattenti della Repubblica Sociale, opportunità di cui le generazioni precedenti hanno potuto ampiamente giovarsi, ma disconosciuta agli ancor più giovani. Si è sottolineato inoltre come sia importante anche la vicinanza pratica ai Combattenti ed alle Ausiliarie nella vita quotidiana, magari facendo dei servizi a domicilio, piuttosto che assistendoli nelle pratiche burocratiche. Sorgono quindi, non solo nel rapporto cameratesco ma anche attraverso riunioni e conferenze, importanti occasioni che sono utili per rinsaldare l’anello di collegamento che c’è tra il sentimento che arde nei giovani d’oggi  e quello che animò i Combattenti, nel non demordere nonostante la imminente sconfitta nel conflitto e nel loro rimaner fedeli ancora oggi, al vero ed unico Stato Italiano e al suo Duce, fino alla fine.

In qualità di rappresentante dei Combattenti nonché, di vicepresidente nazionale del Raggruppamento RSI, Stelvio Dal Piaz ha poi preso la parola. Attraverso un discorso memorabile, ha espresso tutta la sua gioia nel veder presenti rappresentanti di molte e diverse comunità, veri e propri nuclei di resistenza in una società allo sfascio totale; per Stelvio è “un sogno” il veder ancora oggi, in un mondo completamente svuotato, privo di sentimento e di amore del dono di sé, riunite così tante persone disposte a donarsi e sacrificarsi per un ideale. Ogni comunità portando avanti il proprio lavoro, ognuna secondo le proprie specificità relative a diversità logistiche e strutturali, svolge una funzione di antagonismo al sistema, risultando ad esso estraneo e non venendone contaminato (senza rinunciare ovviamente a cercar di avvicinare coloro che lascino trasparire la volontà di intraprendere la lotta).
L’esperimento già tentato di correggere il sistema dall’interno, accettandone le regole, è infatti fallito miseramente e Stelvio, avendo lui stesso provato la strada del compromesso democratico, lo chiarisce senza mezzi termini. La via che si percorre non deve ammettere “aperture” o “mezze misure”. La nostra è una visione del mondo chiara e netta, e come tale va seguita. Ciò in cui egli crede è la rinascita dei Valori della stirpe, gli stessi che Mussolini aveva saputo così bene risvegliare nel popolo Italiano, affamato e sfibrato dai governucoli liberali precedenti e subito seguenti alla prima guerra mondiale, valori eterni che affondano le radici nell’antica Roma e con i quali è possibile trovare un quasi magico punto di contatto in particolar modo nella Capitale, intrisa di storia e mito, del senso della lotta e della vittoria.
Proprio la Storia, insegna che quella forza spirituale in noi c’è sempre stata e che se ben risvegliata e canalizzata, può lasciare un’impronta  netta sul presente, sempre sulla scia degli esempi del passato. Tra questi ultimi vi sono senza dubbio coloro che aderirono all’RSI che gettarono il cuore oltre l’ostacolo, con il coraggio di chi sa che si può rischiare tutto, mettendo  in gioco sé stessi e  l’intera famiglia (con un motivo che ai più oggi appare egoistico, ma che invece è l’opposto), se la posta in gioco è la salvezza della Patria. A spingere a ciò, è il sentimento d’amore e dono che è il motore di ogni azione giusta e “verticale”, quella misteriosa energia che pulsa nel cuore dell’uomo che in sé porta il seme dell’origine spirituale e quindi del ricollegamento con l’Universale.
Ebbene quella forza è ciò che ci fa riconoscere con i simili e che rende possibile oggi il ritrovo di più realtà sulla stessa linea di combattimento, tutti pronti a far scudo contro la valanga di fuoco, fatta di menzogne e disordine della modernità, nell’attesa del momento propizio per il contrattacco.

Al termine della conferenza il consueto pranzo legionario organizzato nel giardino della struttura ospitante, straordinariamente ricco, preparato con amore dalle sapienti mani dei militanti. Oltre ai consueti doni scambiati tra le comunità, si è poi preceduto con le riunioni pomeridiane, in cui i vari rappresentanti hanno segnalato le attività svolte e da svolgere, definito l’agenda, stabilendo i numerosi prossimi impegni. Un bell’appuntamento che il prossimo mese, con tutta probabilità, vedrà protagonista il Raggruppamento in una nuova provincia del Lazio, per allargare i propri confini operativi e far conoscere la sua attività.

Coloro che intendono aderire e sostenere il Raggruppamento Combattenti e Reduci R.S.I. – Continuità Ideale, possono farlo contattando la Federazione di Roma del Gruppo Laziale alla mail rsilazio@gmail.com, il profilo Facebook: Raggruppamento RSI - Delegazione Lazio, il blog (ancora in fase di costruzione) http://rsilazio.altervista.org .


lunedì 14 ottobre 2013

Ai confini del nero, presentazione editoriale [recensione]

Ieri si è svolta, in una splendida sala sul mare a Civitavecchia, la presentazione dell’ultima fatica di Mario Merlino, “ai confini del nero”. L’evento vedeva coinvolte nell’organizzazione più realtà militanti: oltre ad Azionepuntozero, hanno dato il loro apporto anche la Comunità militante Raido, Il Fascio Etrusco di Cerveteri, Casa d’Italia Colleverde e l’Associazione Culturale Leonidas. Un esperimento, inaugurato con la presentazione di ieri e che proseguirà in futuro. Esso nasce nel segno di una collaborazione per rendere più regolari i momenti di incontro, (importanti opportunità di dialogo e confronto) e che sottolinea come, seppur con diverse declinazioni, la maturità di confrontarsi lavorando per delle piccole iniziative consente la conoscenza e la coincidenza della disposizione d’animo, il cosiddetto “atteggiamento interno”, così caro a Rutilio Sermonti.
Dopo le parole del responsabile di Azionepuntozero, che ha introdotto la presentazione ringraziando i presenti e i relatori – in particolar modo i combattenti e l’Ausiliaria della RSI tra il pubblico - la parola è stata presa da Roberto Rosseti, giornalista rai, che ha introdotto il contenuto del testo.
Nel suo intervento, quest’ultimo ha tratto spunto da alcune parti del libro  per ricollegarsi attraverso anche alcuni aneddoti personali, alla lotta del singolo contro la sovversione del mondo moderno, ovvero il seguire sempre e comunque quella voce interna che guida le proprie scelte e che permette di non essere travolti nel decadimento costante ed irreversibile della società conformistica e livellatrice. Per fare ciò, sostiene il giornalista, occorre rimanere fermi ogni giorno, senza cedimenti e senza compromessi, seguendo sempre il sentiero anticamente segnato da quelle “pietre miliari” che immutabili, ferme e impassibili, fungono da punto di riferimento imprescindibile e che permettono di non perdere mai la direzione giusta, da seguire nel lungo cammino che porta ognuno al compimento del proprio destino. In conclusione Rosseti scandendo la citazione latina “ etiamsi omnes, ego non” (anche se tutti, io no) ricorda come di insidie, in un mondo come quello di oggi dove tutti vanno nella direzione opposta, ce ne sono molte, ed è per questo che si deve, sentendosi  forti della propria diversità, rimanere inflessibili e dritti in un mondo in rovina.

Roberta Di Casimirro ha poi continuato elogiando lo scritto del professor Merlino, eleggendolo come sua opera migliore, in quanto in grado di offrire un notevole coinvolgimento emotivo che trascina il lettore, specialmente colui che è in grado di coglierne gli aspetti profondi. I vari episodi, sono fortemente collegati tra di loro, ed ognuno di essi porta un insegnamento prezioso, da apprendere e attualizzare nel nostro agire quotidiano. Roberta ha sottolineato come fondamentale sia, ancor prima di preoccuparsi di non tradire gli altri, stare ben attenti a non tradire sé stessi, e nell’essere sempre coerenti nel pensiero e nell’azione. Questa continua verifica di sé e rettificazione porta a intraprendere un percorso interiore volto a scavare, a cercare sé stessi. Un percorso che non si interrompe mai, senza pause. Per fare ciò occorre spogliarsi delle ideologie che sono solamente rifugi, ripieghi nel quale l’uomo tende a infilarsi dandosi in questo modo una giustificazione per il suo agire lascivo, vile, scorretto.  Occorre uscire dalla soffocante gabbia imposta dal conformismo ed affrontare la verità, iniziando a lottare contro il mondo esterno. Sempre mantenendosi fermi, dare sempre il meglio di sé in ogni cosa che si fa, contro tutto e contro tutti.
In conclusione, la parola è passata all’autore Mario Michele Merlino - in abbigliamento “alternativo” per l’occasione (con tanto di “sobria” cravatta) - come sempre eccentrico e scanzonato che ha alternato accenni ad alto contenuto dottrinario con qualche piacevole pausa ironica. Nel  suo intervento ha sottolineato come ogni episodio narrato nel libro parli di persone realmente esistite (tranne in un caso) o ancora esistenti, però rielaborate liberamente, secondo il suo stile che si abbandona volentieri al piacere dello scrivere in libertà. Ciò non toglie il grande insegnamento che ogni storia (cinque in tutto) contiene, tutte comunque legate da un filo conduttore che vede ogni protagonista seguire il proprio destino, rendendo grande il proprio animo compiendo le giuste scelte. Scelte dettate dalla stessa visione del mondo, quella Weltanschauung che non ammette compromessi, di abbassarsi al patteggio.  Il Prof. Merlino ha poi auspicato che il lettore debba cogliere nei personaggi descritti il comune sentire che ne determina le azioni di chi combatte l’estrema battaglia del sangue contro l’oro, della Tradizione contro la sovversione. Un sentimento di appartenenza, dunque, che nel cuore di coloro che si sono spogliati dalle zavorre delle ideologie moderne, alimenta il fuoco di un’azione  che esclude ogni forma di tornaconto o soddisfacimento personale, così come ogni sorta di auto giustificazione e debolezza.  Merlino ha poi sottolineato il proprio elogio a tutte le comunità per l’occasione concessagli, ribadendo che  occasioni come quelle di ieri sono la testimonianza che la speranza nel trionfo della Verità è ancora viva, e che come una fiaccola ardente continua a portare luce in un mondo sempre più immerso nell’oscurità.

Un pranzo legionario, come da consuetudine, ha infine chiuso la positiva giornata vissuta interamente … “ai confini del nero”!

martedì 17 settembre 2013

Commemorazione dei Caduti di Rovetta - ROMA 15/09/2013

Leggere di un fiato, la lunga lista dei 43 giovani e giovanissimi, (tra i 15 e i 22 anni) trucidati barbaramente dai partigiani a Rovetta, mozza il fiato e fa salire un enorme nodo alla gola, assieme ad un sentimento di  rabbia indescrivibile. Azionepuntozero, finalmente insieme alla Delegazione del Raggruppamento Combattenti e Reduci RSI - Continuità Ideale del Lazio, non manca alla commemorazione, tenutasi domenica mattina al cimitero del Verano, di quei valorosi legionari che hanno sacrificato la propria vita per la Patria. Organizzata dall'Ass.ne Reduci 1^ Legione 'M' d'Assalto Tagliamento - Comitato Onoranze Caduti di Rovetta, la cerimonia si è tenuta alla Tomba dei Caduti dopo il corteo d'ingresso. Nei vari  interventi susseguitisi, da parte di numerosi Combattenti RSI (ha colpito in particolar modo quello di Stelvio Dal Piaz) è emerso un impietoso paragone dell’Italia d’oggi, inerme e sottomessa il cui prodotto sono le nuove generazioni disorientate e schiave delle mode, con l’Italia d’allora, un'altra Italia nella quale i giovani avevano davanti a sé degli obbiettivi, un futuro, e dentro di loro c’era l’orgoglio di esser nato in un Paese dalla secolare e illustre Tradizione. Essi erano pronti a vestire le divise militari già da giovanissimi, e non lo facevano perché obbligati, ma perché consapevolmente fieri di poter contribuire alla lotta per la vittoria della propria Nazione. Il sacrificio delle 43 valorose anime non è caduto nel vuoto, ma si staglia alto nel cielo, come monito e testimonianza di vita.
Un messaggio indelebile che la gioventù che non ha voluto piegarsi lascia a coloro che ancora, diversificandosi dagli altri, sono in grado di coglierlo nel baratro oscuro della società d’oggi. La lettura dell’elenco dei nomi, ognuno scandito dal “presente!” simboleggia che i ragazzi di Rovetta vivono e lottano ancora, al fianco di chi cerca ancora, oggigiorno, la sconfitta del regime democratico liberal-capitalista.
Di seguito la Santa Messa, il rancio legionario, presso un ristorante nella zona

Dopo la cerimonia ed i saluti, l’equipaggio di AzionePuntoZero ha voluto rendere onore anche ad altri camerati caduti, sepolti al Verano, lasciando fiori, rose e memoria ai loro sepolcri.

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lunedì 8 luglio 2013

Adriano Romualdi. L’uomo, l’opera e il suo tempo - [Recensione]

06/07/2013, Colli del Tronto – Ascoli Piceno
Presentazione del libro





In un’occasione importante come quella di sabato non poteva mancare la presenza di Azionepuntozero. Nello scorso fine settimana infatti, la fondazione Hispano Latina in collaborazione con le associazioni PASSEPARTOUT, RAIDO, NUOVE SINTESI e ARIES, hanno organizzato la presentazione del libro "Adriano Romualdi. L'uomo, l'opera e il suo tempo" di Rodolfo Sideri, con l'intervento di Mario Michele Merlino. A seguire, una buona cena tra camerati.
Nonostante i chilometri di distanza, per le occasioni importanti, il farsi trovare pronti e disponibili per lunghe trasferte sta a significare che la militanza non si fa nel salotto di casa, né attraverso il monitor di un computer. Lo spostamento “fisico” permette, oltre che di godere dei paesaggi unici che il nostro bel paese offre, anche l’opportunità di scambio opinioni e saluti diretti e veri, segno di condivisione ed espressione di quel legame comunitario che unisce indissolubilmente le varie realtà che lottano per la stessa Idea, attraverso valori, secondo dati Principi.
Adriano Romualdi: l’uomo l’opera e il suo tempo” il titolo della conferenza e del libro presentato per l’occasione: gli interventi di Mario Michele Merlino e di Rodolfo Sideri (autore del libro) hanno fornito, attraverso due differenti forme di espressione e di relazione col pubblico, una ben delineata visione di Romualdi e un interpretazione valida ed efficace del suo pensiero, inducendo gli ascoltatori a delle riflessioni ora più che mai necessarie ed attuali. Prima dei loro interventi, Lorella e Celsio Ascenzi, infaticabile organizzatore delle attività della Fondazione Hispano Latina, nonchè padrone di casa e della bella sala realizzata con le sue fatiche, hanno introdotto il tema e parlato dell'importanza dell'appuntamento.

Il Prof. Merlino ha ribadito attraverso un aneddoto, come quello spirito vero che ritroviamo nella natura, nel cibo e nei volti che riconosciamo e sentiamo nostri, rappresenti una semplicità e un amore per l’essenziale che è un punto cardine di quell’Europa che Adriano sognava e che credeva possibile, tramite un risveglio delle coscienze. Per Adriano, quest’ultime, intrinsecamente possiedono quella visione della vita che è comune a tutti i popoli europei. In questo senso, ribadisce Mario, egli ha visto nel fascismo un fenomeno europeo, ovvero un ridestarsi dei principi che, opponendosi alla sovversione della globalizzazione e della massificazione imposta da democrazia e comunismo, esprimevano quel sentire comune proprio dell’Europa che legava le comunità a percorrere un unico sentiero, seguendo una visione verticale e trascendente della vita. Nel ricordo personale del professore, emerge una figura che, seppur molto giovane, era già in grado di coinvolgere un gran numero di persone, catturandole attraverso la sua notevole capacità di dialogo e l’espressione di una profonda cultura, sempre atta alla trasmissione e mai fondata sullo sterile studio fine a sé stesso;  Romualdi non mancava, inoltre, di un coraggio encomiabile, essendo sempre pronto, al momento del bisogno, a scendere in piazza e a combattere fianco a fianco coi propri fratelli, pur se non dotato di una vista aquilina, mai giungendo al rifiuto e al rinnego di una politica attiva.
E’ proprio su quest’ultimo punto che Rodolfo Sideri insiste nel suo successivo intervento. Il grandissimo apporto che la figura di Adriano ha portato attraverso il suo pensiero nel nostro ambiente, è principalmente quella di ribadire l’importanza di una Destra – con la D maiuscola - che puntando sulle qualità e le virtù di chi sceglie di percorrere un determinato cammino, sappia agire all’interno della società con una politica d’avanguardia basata sull’azione diretta simbolo di una Weltanschauung propria alla nostra Tradizione. Una elite che possa trascinare con l’esempio, il popolo, ad un rigetto del materialismo sovversivo oramai dilagante. Come logica conseguenza dunque, si ha un marginale distacco dal pensiero evoliano e propriamente relativo alla apolitìa. In essa trova posto al contrario, la sovranità del dominio assoluto di sé stessi, cosa che in molti ha confusamente ingenerato un rifiuto di tutto ciò che è esterno a sé. Cionondimeno, giustamente stigmatizzando quella destra figlia del sessantotto e contaminata da logiche anarchiche che emarginavano il singolo da un azione incisiva sulla società. Uno studio e una formazione, dunque, che deve partire  da una profonda e radicale azione su sé stessi ma che deve poi trovare nella trasmissione dei principi e dei Valori il compimento di un percorso, che non rinneghi l’azione politica, sempre che essa sia esercitata secondo regole ferree e rigide, che permettano un rifiuto totale verso ogni contaminazione e il rigetto di ogni compromesso con il mondo borghese e democratico. 

Ad una ulteriore riflessione, nel viaggio di ritorno, tra i militnati di APZ sono emersi tre elementi che hanno fatto di Adriano Romualdi una fonte inesauribile da cui abbeverarsi. Il primo, la totale rimozione di ogni senso di colpa o di vittimismo per le grandi esperienze nazional-rivoluzionarie che si sono espresse in Europa tra le due guerre, chiamate per convenzione i fascismi europei. La seconda, l’importanza imprescindibile dello studio e della formazione culturale e dottrinaria su cui deve incentrarsi l’azione politica e meta politica del militante. La terza, essere avanguardia e non vivere con il collo girato all’indietro, nutrendosi di ammennicoli e soprammobili da rigattieri del Fascismo. Il senso straordinario di Adriano è stato dunque quello di rendere attuale il sacrificio dei combattenti europei, in nome di quei miti, di quei valori, di quei simboli sotto cui si sono raccolti e che ancora oggi rappresentano delle salde radici contro lo smarrimento della società contemporanea. Ora che il nemico è così radicato nella nostra società, occorre dunque riscoprire, seguendo il suo esempio, la nostra storia e, rifiutando il progressismo abulico, riscoprirci protagonisti nella realtà, avendo negli occhi la realizzazione di un destino del quale vogliono privarci.

Lo spirito europeo, i  valori europei  sono  sempre presenti e guardando al nostro passato possiamo renderci conto che, se vogliamo, possiamo farli rivivere e renderli attuali. Una lotta che ci deve vedere, anziché divisi sulla strada di un anarchismo dissolutivo, uniti in una lotta fianco a fianco seguendo un sentiero unico. Oggi è ancora possibile grazie al messaggio scolpito nella pietra da Adriano, durante l’arco della sua troppo breve esistenza, vissuta nella pienezza della luce della Tradizione.

venerdì 14 giugno 2013

COMUNITARIA 2013



Ultim'ora, presenti in acustico anche Junker e Ellepienne ... a questo punto se rimani a casa sei un divanista!