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martedì 17 settembre 2013

Commemorazione dei Caduti di Rovetta - ROMA 15/09/2013

Leggere di un fiato, la lunga lista dei 43 giovani e giovanissimi, (tra i 15 e i 22 anni) trucidati barbaramente dai partigiani a Rovetta, mozza il fiato e fa salire un enorme nodo alla gola, assieme ad un sentimento di  rabbia indescrivibile. Azionepuntozero, finalmente insieme alla Delegazione del Raggruppamento Combattenti e Reduci RSI - Continuità Ideale del Lazio, non manca alla commemorazione, tenutasi domenica mattina al cimitero del Verano, di quei valorosi legionari che hanno sacrificato la propria vita per la Patria. Organizzata dall'Ass.ne Reduci 1^ Legione 'M' d'Assalto Tagliamento - Comitato Onoranze Caduti di Rovetta, la cerimonia si è tenuta alla Tomba dei Caduti dopo il corteo d'ingresso. Nei vari  interventi susseguitisi, da parte di numerosi Combattenti RSI (ha colpito in particolar modo quello di Stelvio Dal Piaz) è emerso un impietoso paragone dell’Italia d’oggi, inerme e sottomessa il cui prodotto sono le nuove generazioni disorientate e schiave delle mode, con l’Italia d’allora, un'altra Italia nella quale i giovani avevano davanti a sé degli obbiettivi, un futuro, e dentro di loro c’era l’orgoglio di esser nato in un Paese dalla secolare e illustre Tradizione. Essi erano pronti a vestire le divise militari già da giovanissimi, e non lo facevano perché obbligati, ma perché consapevolmente fieri di poter contribuire alla lotta per la vittoria della propria Nazione. Il sacrificio delle 43 valorose anime non è caduto nel vuoto, ma si staglia alto nel cielo, come monito e testimonianza di vita.
Un messaggio indelebile che la gioventù che non ha voluto piegarsi lascia a coloro che ancora, diversificandosi dagli altri, sono in grado di coglierlo nel baratro oscuro della società d’oggi. La lettura dell’elenco dei nomi, ognuno scandito dal “presente!” simboleggia che i ragazzi di Rovetta vivono e lottano ancora, al fianco di chi cerca ancora, oggigiorno, la sconfitta del regime democratico liberal-capitalista.
Di seguito la Santa Messa, il rancio legionario, presso un ristorante nella zona

Dopo la cerimonia ed i saluti, l’equipaggio di AzionePuntoZero ha voluto rendere onore anche ad altri camerati caduti, sepolti al Verano, lasciando fiori, rose e memoria ai loro sepolcri.

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martedì 4 giugno 2013

RSI - L’UNICA E VERA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA [recensione]

Domenica 2 giugno a Civitavecchia, in concomitanza con la fasulla festa della Repubblica fondata sull’usura, la comunità di Azione punto Zero ha voluto riconfermare la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, in difesa di Verità e Giustizia. Lo si è fatto incontrando le persone che la Repubblica Sociale l’hanno creata, vissuta e fino all’ultimo, difesa. Presenti molti combattenti, un caro saluto viene rivolto in special modo ad Antonio Pedrini, impossibilitato a raggiungere la sala. Molti, coloro che sono giunti da Roma, Santa Marinella, Cerveteri e Civitavecchia. Da ricordare la presenza dei camerati del Fascio Etrusco e di alcuni esponenti di Socialismo Nazionale. Simili appuntamenti, che anche questa volta ha avuto luogo come di consueto presso l’Ultimo Avamposto, rappresentano per noi delle occasioni uniche per rinsaldare il legame con i Combattenti e riaccendere il fuoco, che il mondo moderno tenta si spegnere ogni giorno, con le scintille che hanno alimentato questi uomini affinché l’onore dell’Italia non fosse andato perduto.

Dopo i saluti iniziali del responsabile di Azione punto zero e una breve introduzione per rinnovare l’importanza e la funzione dell’incontro - che non doveva essere inteso come una celebrazione sterile del passato, né come una discussione in cui perdersi in ciance - la parola è passata subito a Stelvio Dal Piaz che ha spinto a riflettere sui paradossi dell’attuale ordinamento costituzionale e sui fini ambigui di coloro che l’hanno creato. Infatti, molti sono coloro che ancora continuano a credere che l’Italia abbia vinto la guerra, nonostante il bombardamenti a tappeto del Paese e il Trattato di pace inizi per ogni  frase con “L’Italia rinuncia a…” . A ciò si aggiunge il fatto che la Costituente, istituita nel 1946, non poteva in alcun modo introdurre una normativa che non fosse vagliata dagli anglo-americani e che potesse scontrarsi con l’ideologia dei vincitori. Per concludere, Dal Piaz ha sottolineato di essere onorato in qualità di fautore della Delegazione del Lazio del Raggruppamento RSI (che svolge l’importante funzione di mantenere il contatto tra i militanti di oggi ed i Combattenti). Inoltre ha scandito, come lo scoprirsi uniti a combattere sullo stesso fronte sia ora più che mai di fondamentale importanza, visto che la crisi di una democrazia che ha palesemente fallito tenderà ad attuare un opera di sempre maggiore soppressione di quei movimenti che vorranno ribellarsi al sistema. Egli ha come sempre ribadito come i Combattenti si sentano tuttora “in trincea” perché durante tutti questi anni non hanno mai perso la fede nei Valori Sacri ed eterni, e con essi non hanno mai perso la speranza di un risveglio di quelle potenzialità che gli Italiani portano nel cuore, per la difesa della amata terra natia.

A seguire, Roberta Di Casimirro ci ha ricordato come nell’armistizio firmato da Badoglio non ci fosse alcun riferimento ad una ipotetica liberazione ma che la motivazione di fondo del vile atto, fosse solo ed esclusivamente quello di sottrarsi dalla guerra scendendo a patti col nemico. La Dottoressa Di Casmirro ha poi affermato (partendo da dichiarazioni di persone che giungono persino a negare l’esistenza delle Foibe) come nell’Italia spaccata in due, la parte traditrice attaccasse, e attacchi tutt’oggi, la propria Patria senza alcun appello a Valori autentici ma utilizzando falsità e ipocrisia come mezzo per infangare la propria gente. Solo più tardi, la macchina propagandistica degli alleati trasformò la guerra contro l’Italia in una guerra di liberazione, sì, ma da se stessa! Il Prof. Mario Michele Merlino e il Combattente Mario Cohen, hanno infine chiuso la serie di interventi di riflessione invitandoci a uno studio approfondito di quella che è la nostra storia e sulle nuove sembianze assunte dalla sovversione nell’attuale mondo moderno. Il movimento che caratterizzò la RSI fu infatti avanguardia che seppe sempre analizzare il mondo circostante e agire di conseguenza facendosi trovare sempre pronto senza rimanere radicato in forme ormai superate, ancorate al passato e nostalgiche. Il professor Merlino ha posto l’accento sul fatto che sui libri di storia d’oggi, tutto è falsato e mistificato e le porte per approcciarsi alla Verità sono oramai poche, in un’informazione totalmente manipolata dalla Sovversione ed inquinata dalla falsità dei vincitori. Il combattente Cohen in un intervento molto appassionato, dopo essersi immerso nel ricordo del momento dell’annuncio della resa, non ha esitato ad esaltare questi incontri. Essi, sono simbolo di quella lotta di cui loro si sono presi carico, attraversando sofferenze immense. Grazie a loro, ancor oggi la lotta vive nel cuore di giovani che non vogliono vedere un’Italia schiava e succube delle infami e assassine democrazie. Fondamentale quindi, per Mario Cohen, è il lavoro che svolgono i militanti. Con lo sforzo quotidiano, attuando per mezzo di saldi valori, quei Principi in grado di contrastare e arginare la marea montante del mondo moderno

In conclusione, il momento più importante della giornata. Ha avuto luogo la trasmissione del testimone e il riconoscimento simbolico da parte di Stelvio Dal Piaz - a nome di tutti i Combattenti R.S.I. -  al responsabile di Azione Punto Zero –  in rappresentanza di tutti i militanti della Continuità Ideale - affinchè la neonata Delegazione del Lazio possa operare con legittimità a difesa dei 18 punti di Verona e per l’affermazione degli ideali della Repubblica Sociale Italiana. Questo simbolico gesto, non solo onora ma fa sentire ancora di più la responsabilità donataci: è attraverso la tenuta nel tempo della nostra militanza, che si sente il dovere di continuare l’azione di trasmissione dell’immensa eredità del fascismo repubblicano. Seguendo il solco di quei sacri valori, marciamo compatti  per l’onore dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana.

Dopo i ringraziamenti e i saluti finali è seguito il pranzo legionario, occasione per parlare e conoscersi meglio anche con chi è arrivato da lontano o magari è venuto per la prima volta ad un simile appuntamento, familiarizzando in uno spirito comunitario e condividendo questo momento di gioia.

La Delegazione Laziale del Raggruppamento può essere raggiunta alla mail: rsilazio@gmail.com, a breve realizzeremo una pagina su facebook e creeremo un blog e una mailing list per tenere aggiornati tutti i sostenitori.


giovedì 28 aprile 2011

Campo di Formazione- Fondazione RSI

Il Significato della Presenza  
 
Come ogni anno la delegazione romana della Fondazione RSI, per mantenere stabile il legame generazionale con i combattenti e far conoscere la Repubblica Sociale Italiana, organizza il campo di formazione. Senso profondo del...l'iniziativa è mantenere il COLLEGAMENTO MISTICO con coloro - i combattenti, che sono gli unici a scanso di ogni equivoco, ad esser rimasti in piedi in un mondo che si sgretolava sotto i loro occhi.   Se non si ha chiaro questo elemento, poco si ha chiara la legittimità di rivendicare a se stessi idee e azioni in nome di un'adesione a principi riconducibili alla RSI, senza poi necessariamente riconoscere agli eredi legittimi di quella esperienza il dovuto onore, sostegno, assistenza. E' per questo motivo che facciamo riferimento per gli inviti, ai gruppi (ma anche ai singoli) che al loro interno ospitano dei ragazzi che probabilmente tra qualche anno, non avranno più la possibilità di incontrare i combattenti.   E' per questo motivo che invitiamo sempre a inviare una piccola rappresentanza, anche due persone a questi campi. Quest'anno l'evidenza delle adesioni dovrà necessariamente imporci una riflessione circa l'opportunità di riconfermare l'impegno anche per il prossimo anno. Per tale ragione ricordiamo di dare conferma della presenza, solo ed esclusivamente se si ha effettiva intenzione di esserci. La limitatezza dei posti impone correttezza e serietà nei confronti degli altri camerati che intendono partecipare.  
 
Grazie per la collaborazione