Pubblichiamo di seguito la recensione della conferenza di sabato, più relativo video, in ricodo di Rutilio Sermonti.
26 settembre 2015, un sabato pomeriggio uggioso a Latina caratterizza questa nuova ‘trasferta’ dellaComunità Militante RAIDO a Latina. Qualcuno potrebbe pensare che questo tempo, quasi per la cosmica legge delle analogie, rifletta oggi il nostro stato d’animo, ma così non è. Quando un guerriero conquista la gloria è in realtà un tripudio festante, ed è così infatti che i nostri cuori, ardenti per la vita infuocata di Rutilio che è stata richiamata alla memoria, sono trasaliti, al risentire le sue parole, ad imprimere nei cuori il suo esempio, a proiettare nel futuro i suoi insegnamenti.
Tutto questo, ma non solo – perché di fronte a questi esempi le corde dell’anima vibrano melodie indescrivibili, inesprimibili, elevando le soggettività in una più elevata dimensione comunitaria, – sabato pomeriggio è stato “Radici e futuro”: l’evento ospitato dalla sede dell’Associazione Culturale Passepartout e organizzato da questa insieme alle comunità Raido, Aries, Nuove Sintesi, alla Fondazione Hispano-Latina ed all’Associazione Campo della Memoria.
Un evento che è anche stato “presentazione libraria”, seppur in assenza (fisica) dell’Autore, con la presentazione di “Non morirò del tutto”, libro postumo e testamento spirituale di Rutilio. Ad introdurci il libro è stato Mario Consoli, direttore responsabile de L’Uomo liberoseguito poi dall’intervento di alcune delle Comunità organizzatrici.
I rappresentanti di tutti questi gruppi ci hanno regalato testimonianze di vita di-e-con Rutilo, santificata dal cristallino cameratismo, dal rapporto virile e schietto che con lui s’instaurava, grazie a quella capacità di penetrazione dell’anima che può brillare solo nello sguardo, caldo e vitreo allo stesso tempo, di un combattente della Repubblica Sociale Italiana e delle Waffen-SS.
Lui era Rutilio, molto semplicemente il camerata che trascinava i cuori al fronte, che fosse quello dei campi di battaglia o ancora quello della cultura, dell’arte e delle idee. Perché anche in questo lui, già combattente e militante, ma anche pittore, scrittore e fine intellettuale, era in prima linea. Un modus vivendi che ha reso integrale la sua vita, alla stregua dell’uomo nuovo integrale paventato già dai fascismi. Il camerata, insomma, che continua a trascinare i nostri cuori anche oltre il suo trapasso. In questi casi non è di morte, infatti, che si può parlare.
A chiudere l’evento è stato un video commemorativo, curato dalla Comunità Militante RAIDO, in cui è stato possibile rivivere tutti i momenti della sua milizia: dalla partenza per il fronte imbracciando il fucile, alle riunioni informali con i ragazzi che lo andavano a trovare e per i quali la sua porta era sempre aperta, i momenti, questi, che lui preferiva, perché i più ricchi e gravidi. Non sarebbe onesto celare, a questo punto, l’emozione palpabile il tutto l’uditorio, la pelle d’oca all’udire la sua voce amorosa ma perentoria che ci sprona ancora alla battaglia.
Una cena comunitaria ha chiuso l’evento, tutti si sono ritrovati attorno ai tavoli, come quando lui era ancora fisicamente presente. Tutto questo perché, Rutilio, non sei morto del tutto. Perché noi non ci fermeremo mai… anzi, NIEMALS!
(Fonte: www.azionetradizionale.com)
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