A seguito di una aggressione da ricondurre al mondo degli adolescenti e che va condannata, nelle sue logiche ed esecrabili conseguenze, i soliti sciacalli si sono appropriati di un fatto di cronaca, per esercitare la loro propaganda e la loro pressione sulla società, per modificare costumi e modelli culturali.
Alla marcia dell'ipocrisia infatti - occorrerebbe indagare nel profondo se il ragazzo vittima dell'aggressione non servisse in realtà come strumento di propaganda - non solo ha partecipato il mondo degli adolescenti e quello di coloro che per ragioni diverse è sostanzialmente riconducibile alle problematiche relative al caso, no. Civitavecchia è capace di proporre numeri incredibili.
Aldilà della grossolana strumentalizzazione di un fatto di cronaca giudiziaria che non ha suscitato lo stesso sdegno come nei casi di maltrattamenti di anziani, donne, vecchi o bambini ma è stato amplificato dai media, si è dovuto assistere a fenomeni davvero unici.
Cartelli e striscioni di associazioni, pronti per l'occasione, partecipazione di soggetti capaci delle peggiori nefandezze per inezie, ancora di più la presenza di politicanti locali che per vetrina e due foto, sono stati capaci di compiere la via crucis del politically correct. Gente che per l'esempio che dà o ha dato nell'ambito della vita amministrativa di Civitavecchia sarebbe da prendere a calci in culo, gente di una immoralità imbarazzante, è stata capace di sfilare vicino a giovani che magari - inconsapevolmente - lo facevano anche in buona fede. Quegli sciacalli, mimetizzati tra le pecore li conosciamo bene. Sanno succhiare il sangue delle vittime, senza nemmeno doverle uccidere e chissà, magari alla loro vista qualcuno si è anche fatto sfuggire qualche applauso. Come a teatro, giù il sipario.
L'articolo di Civonline
http://www.civonline.it/articolo/strada-dire-no-allomofobia
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