Francia: iniziano
le censure-web, camuffate da contromisure al terrorismo. "Sicurezza è
schiavitù" si direbbe orwellianamente, e a farsi benedire la libertà di
poter attingere a fonti di informazione che non riportino altro che le menzogne
occidentali...
Il Governo
francese, con la scusa di imporre rigide leggi contro il terrorismo a motivo
degli attentati di Parigi, si sta procedendo alla chiusura dei siti web di
notizie alternative. La versione francese del sito web “We Are Change” risulta
già essere stata bloccata, in una offensiva senza precedenti contro i media
alternativi in Europa.
L’informativa di
Trueactivist.com dice:
“Le Blog De
Resistence” è un portale di informazioni alternative molto popolare
con più di 10 milioni di visite e migliaia di sottoscrittori regolari.
L’autore, che si fa chiamare Z, è stato chiamato a fare dichiarazioni dopo gli
attentati di Parigi.
Secondo quanto
riferisce il webmaster:
“Quanto tempo
ancora durerà questo blog aperto? Il peggio è che ai francesi non interessa,
sono totalmente ossessionati con più sicurezza a spese delle loro libertà. Il
mondo si burla dei terribili segreti rivelati da Snowden. Questa è la Francia,
la “terra della libertà”.
Oggi, una volta di
più lo ripeto, ho molta paura per la libertà di espressione e per i media
aternativi. Non so per quanto tempo ancora potrò scrivere e informare
liberamente. Temo per me stesso. La grande quantità di leggi approvate dall’inizio
dell’anno (legge antiterrorismo, intelligence….) è enorme. Risulta molto
difficile per noi scrivere sotto uno stato di emergenza. Lo stress e la
tensione sono da tutte le parti”.
Fonte: Selecta News
Nota: Lo avevamo
previsto. Il terrorismo gioca un ruolo decisivo nella politica repressiva
attuata dai governi del sistema globalista. Così è stato dall’11
Settembre con la conseguente “Guerra al Terrore” scatenata da George W. Bush ed
da Dick Cheney che, oltre alle guerre scatenate in Asia e Medio Oriente,
ha consentito la sospensione dei diritti negli USA, tramite l’emanazione
del “Patrioct Act” , che prevedeva ( naturalmente al fine di
combattere il terrorismo), una serie di strumenti straordinari tra i quali si
rileva – “la possibilità dell’Esecutivo di far giudicare i terroristi (o
sospetti tali) catturati da tribunali militari, a porte chiuse senza le
garanzie usuali dei procedimenti giurisdizionali”.
Il 13 novembre 2001
il Presidente Bush emette il Presidential Military Order sulla detenzione, il
trattamento e il procedimento nei confronti di alcuni non-cittadini nella
guerra al terrorismo in cui dichiara che «la situazione di emergenza determinata
dalla minaccia terrorista richiede che, per garantire la sicurezza nazionale,
siano adottate misure straordinarie nei confronti dei non-cittadini che il
Presidente ritenga appartenere ad Al Qaeda o che egli giudichi essere in
qualche modo collegati alla rete del terrore……”.
Queste misure sono
ancora vigenti e possiamo ricordare fra queste il carcere di Guantanamo, con le
torture inflitte ai detenuti da parte dei militari USA, la campagna
di assassinii mirati fatta attraverso i droni senza pilota che hanno causato
alcune migliaia di vittime civili innnocenti, come effetti collaterali. Una
campagna che viene svolta fuori dai riflettori dei media in paesi come il
Pakistan, lo Yemen, la Somalia, il Sudan o la Nigeria.
Non è difficile che
anche in Francia si adottino delle misure simili, visto che gli attentati di
Parigi sono considerati una sorta di 11 S. della nazione francese. Altrettanto
si può considerare prevedibile uno spostamento di opinione e di consensi nei
cittadini francesi per effetto degli attentati da cui si potrebbe
avvantaggiare il governo Hollande che cerca di presentarsi come un governo
energico che reagisce con durezza alla situazione di emergenza. Questo
considerando la forte caduta di consensi che lo stesso governo Hollande aveva
registrato nei mesi precedenti.
Naturalmente Hollande occulta la sua
politica di appoggio e di complicità con i gruppi terroristi di Al Qaeda
all’estero (in Siria) per le sue finalità di voler rovesciare un governo
legittimo (quello siriano) e per compiacere gli stretti legali con l’Arabia
Saudita e gli altri Stati del Golfo.
A breve scadenza
potremo vedere gli effetti di questa strategia che sicuramente non sarà
limitata alla sola Francia.
Traduzione e
commento: Luciano Lago
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