giovedì 22 settembre 2011

Enzo Erra [in memoriam]

Apprendiamo della scomparsa di Enzo Erra avvenuta il 21 settembre 2011, secondo i principi tradizionali ne ricordiamo la figura attraverso il suo pensiero, la sua azione.

Brani estratti da Perché Imperium primo editoriale della rivista Imperium”

Una concezione rivoluzionaria nei confronti della civiltà contemporanea, deve innanzi tutto partire da una concezione della vita e del mondo che sia l’opposto di quella propria al mondo moderno.
Al centro di questa concezione deve essere l’uomo, quale realmente esso è, in tutta la sua pienezza di vita. L’uomo è un essere spirituale la cui realtà permanente è nello spirito e non nella materia che ne è veste transitoria. La sua vita non è fine a se stessa, ma mezzo per raggiungere un fine, per svolgere una missione.
Esso non deve tendere a raggiungere il benessere per il suo corpo, ma la perfezione per il suo spirito. A tale posizione sul piano metafisico, fa riscontro una serie di determinazioni sui vari piani dell’esistenza.

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Alla costituzione di una nuova aristocrazia, fondata sui valori dello spirito è legata la soluzione del problema politico odierno. Alla stessa condizione è legata la soluzione del problema sociale dei nostri giorni, che è quello della lotta di classe.
La lotta di classe cesserà solo quando tornerà l’armonia, e cioè quando si ricostituirà uno strato sociale superiore che assegni a ciascuno il proprio compito ed al quale ciascuno sia subordinato..

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Una concezione rivoluzionaria dovrà in queste condizioni dar vita ad un proprio mondo di idee, di pensieri, di leggi, e trarre elementi soltanto da questo suo mondo. Tutto quanto proviene dal campo avverso dovrà essere respinto senza esitazione. Bisogna che si crei, salda e radicata, la convinzione che ad un mondo deve opporsi un altro mondo, ad un complesso che va dalla metafisica alla morale alla politica, all’economia, deve opporsi un altro complesso altrettanto organico ed altrettanto completo. E soprattutto ci si deve convincere che nel campo avverso non ci sono parentele, non ci sono affinità, non ci sono posizioni da assorbire.
L’opera è difficile perché il veleno del mondo moderno è ormai in tutti, in forme di una sottigliezza tale che è difficilissimo da distinguersi. Ma se una tale estrema radicalità non viene attuata fin dagli inizi e fin dalle fondamenta ogni opera sarà inutile. O si fa questo o non si fa niente. L’opera va dunque iniziata dall’interno di ciascuno di noi. Approfondire la propria vita interiore, studiare se stessi, perfezionarsi e potenziare la propria spiritualità. È il lavoro interiore quello che conta, perché senza saldi presupposti interiori l’azione esteriore risulterà falsata, e finirà per risolversi in vantaggio per il campo avverso. La causa ha bisogno di buoni combattenti. Ciascuno cominci a prepararne uno: se stesso. È in questa linea e con questi intendimenti che innalziamo oggi il simbolo dell’ Imperium”.

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Contro la barbarie, contro la decadenza, contro il frazionamento e la disarmonia, l’ Imperium è stato nei millenni simbolo di unità, di forza, di luce. In esso era il segno della sovranità regale e divina, la testimonianza dell’intervento diretto delle forze trascendenti dello spirito nella guida degli uomini e delle razze. Tutte le grandi sintesi civili, le creazioni supreme delle stirpi dominanti, hanno avuto vita nel segno dell’ Imperium”. Ad esso gli uomini hanno sempre guardato, come ad un centro di spiritualità solare, ad un tempo mistica e guerriera, portatrice di armonia, di ordine e di potenza, segno di alta, piena e vibrante spiritualità. Intorno ad esso ipopoli hanno trovato assetto civile, stabilità di vita, sicurezza di guida.
Lanciamo questo segno di gloria contro le tenebre del materialismo moderno.
Che la luce ci sia di aiuto e di guida nella dura battaglia che abbiamo intrapreso..
In noi è una sola ambizione: quella di rendercene degni.

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