Nella formazione del carattere di un giovane, destinato a divenire uomo, l’educazione che si riceve durante l’età infantile ed adolescenziale è la colonna portante, meglio ancora le fondamenta sulle quali l’individuo baserà la propria vita. Se esse sono solide, ben strutturate, costruite con amore, allora il risultato non potrà che essere positivo, il ragazzo nel suo processo di maturazione non potrà che prendere coscienza di sé stesso e diventare un elemento solido e ben piantato, con principi sani, valori veri. In quella educazione rientra un numero considerevole di fattori di cui i principali sono: la famiglia, la scuola, la televisione (o mass-media in generale). Della concezione famigliare vera e soprattutto naturale, ormai al giorno d’oggi è rimasto ben poco. Un nucleo famigliare sano è infatti composto da un padre con una solida stabilità psicologica e valoriale, con un lavoro buono e sicuro (che però non vuol dire garantito); una madre, sì disposta a lavorare per poter aiutare la famiglia, senza però dimenticare il ruolo di educatrice e custode del “focolare” famigliare; e un numero di figli tanti quanti la coppia si sente in grado di poter sostenere e crescere in serenità. Devono essere quindi date regole ferme, il figlio non deve fare ciò che vuole e deve imparare il senso del rispetto e del dovere. Ebbene, al giorno d’oggi assistiamo oltre che ad una perdita totale di questa concezione, addirittura ad una spinta verso tutto ciò che è sovversivo e contro natura. Da qui si potrebbe aprire un lungo dibattito, ma lo scopo è solo far capire in che condizioni cresce un ragazzo, non analizzare le cause dello sfaldamento della famiglia tradizionale. Dal nucleo o “nido” famigliare avviene quindi il primo passo, ovvero l’apprendere l’importanza di mantenere sempre e comunque un comportamento corretto, serio, rispettoso, giusto. Per tutto quello che riguarda la formazione invece il dito va puntato sulla scuola e sui mass-media (in cui la televisione fa la parte del leone). Manipolati spietatamente da invisibili forze sovversive (da molti definite come plutocrati internazionali) il cui unico scopo è creare una nazione di persone che crescono per consumare ed “avere”, il “sistema” inculca nelle giovani menti, toccandole al cuore con le giuste immagini e le giuste parole, determinati schemi mentali e concezioni standard che tutti devono avere. Ci fanno studiare libri su cui scrivono falsità, ci propinano tonnellate di programmi in cui imperversano la futilità e la superficialità. Sottolinea Rutilio Sermonti in Italia del XX secolo: “Il cosiddetto individuo, l’atomo del villaggio globale dominato da Mammona, deve essere fatto secondo un unico stampo, deve adottare certi schemi mentali, ambire e disprezzare le stesse cose sotto tutti i cieli, senza distinzione di razza, di sesso, di religione, di tradizioni, quasi fosse prodotto in serie come i prodotti che consuma. E se gli uomini reali non sono fatti in quel modo, ebbene li si amputa, li si distorce, li si programma, li si aggiusta affinché lo diventino. Il controllo meticoloso dei mass-media, cui si aggiungono il cinema, l’editoria e persino la pubblica istruzione, oramai lo permettono, per la prima volta dalla comparsa dell’uomo sulla terra. È concretamente possibile, insomma, condizionare l’umanità intera in un unico modo, fabbricandole un mondo artificiale, standardizzato, ipnotico, e indurla ad accettarlo come vero, perdendo persino qualsiasi facoltà di guardarsi intorno.” Non è da sottovalutare, dunque, che il giovane d’oggi, sommando tutto ciò che è stato elencato, cresca improntato, con determinate componenti sovversive che lo orientano in direzioni sbagliate. Le voci che ancora sostengono valori autentici, verticali e qualificanti, sono sempre meno, sempre meno le possibilità di entrare in contatto con le persone che possono “ridestare” le menti dal torpore. La verità non si conosce più ed è messa in discussione, la giustizia è dispersa, negata, vengono sprangate le porte, sbarrate le strade. Diventa per questo, sempre più difficile lottare con sé stessi per uscire dalla fanghiglia e dal pantano dentro il quale ci hanno fatto crescere. Il disorientamento che si prova apprendendo determinate conoscenze - esperienza personale - è come quando ci si sveglia da un sogno. Comprendere e sperimentare su di sé queste esperienze il più possibile è essenziale. Provare ad essere uomini veri che seguono certi ideali e che rimangono fedeli alla parola data richiede un brusco cambiamento di rotta, la cosiddetta scalata della montagna. Più andiamo avanti e più la montagna da scalare si fa alta e ripida, la lotta sempre più dura.. ma la gioia rivoluzionaria è un privilegio per pochi …
Elio Carnico
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