Visibilmente sorpresi da una zona concerto in stile
desertico, i simpatici sostenitori de La Vecchia Sezione in prima battuta non
hanno potuto che trascorrere dei bei momenti al chiosco a rinfrescarsi con
bibite “del 1922”
e birrette alternative. Vento d'estate al Castello? Sì, certo. Non sappiamo se
si trattasse “der ponentino/più malandrino che c'hai” di una nota canzone
popolare, della calunnia che è un noto venticello di un'altra “aria”, o se
invece addirittura dietro non si nascondesse il povero Bombolo dei Trush-movie
all'italiana. Fatto sta che l'unico vento a spirare forte e chiaro,
musicalmente parlando, è stato quello Maestro della Tradizione. Che non è certo
scesa a patti, anzi: sotto quel Castello ha teso un'imboscata ben riuscita, sgombrando
il campo (una volta di più) da equivoci e compromessi di sorta. Una linea
sottile ma non certo immaginaria divideva la Vecchia Sezione con la sua crew
dal resto del mondo. Una linea il cui solco veniva di volta in volta tracciato
con maggior profondità dalle canzoni, ben eseguite, sul palco: “Belfast”, “Sera
di giugno”, “Non scordo”, e ancora di più “Claretta & Ben”, “Non ho
tradito” e “Anche se tutti noi no”, magari anticipate da lapidarie
presentazioni, svolgevano la funzione dell'aratro insieme al rigore delle
esecuzioni e alla stessa impostazione fisica, figlia evidente e legittima di
quella morale. Un abisso in pochi centimetri. Nonostante l’intervento musicale
fosso sotto la costante minaccia della guardia costiera (!!!!!!) a causa dell’accensione
di simpatiche stelline natalizie, il concerto è proseguito speditamente.
Certo,
si sentiva tanta eco, forse dovuta più a determinati vuoti pneumatici
intra-paretiali che non a problemi di amplificazione, ma c'era anche chi quelle
canzoni le cantava, perché le conosceva a memoria e perché magari conosceva le
storie che ne sono alla base. In questo 29 luglio, allora, per rompere
l'imbarazzo si cantava “tanti auguri a te” e una bandiera dallo “strano”
tricolore sventolava sotto il vento d'estate. Segno che i tempi cambiano e c'è
chi non si vuole arrendere? Probabilmente sì, ma al contrario di quello che si
potrebbe intendere. Guardando la platea fatta di enormi vuoti, l'Italia giovane, quella migliore, è
da una parte, quella spenta dall'altra (dove?), con ben poco da dire, se non
imbarazzarsi (e imbarazzare). Le locali schiere dei giovani fantapolitici
locali? Coloro i quali dovrebbero indicarci le scelte per il futuro? Quelli che
dopo la briscola di Civitavecchia sono scomparsi? Nemmeno l’ombra! La Vecchia sezione ce l'ha messa tutta ed a loro va riconosciuto il merito di portare ovunque la nostra visione del mondo, i nostri valori, le straordinarie figure umane e gli esempi che ci onoriamo di trasmettere. Forse anche il tentativo degli organizzatori era pieno di buone intenzioni. L'impressione però è stata veramente triste ..... Hai voglia
ad accendere i fuochi: una volta avrebbero invocato ben altre guardie che non
quelle... costiere. Allora (chissà? Hai visto mai?) se i tempi cambiano per gli
altri, noi abbiamo solo da guadagnarci!
Il Calabrone
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