Orientamenti
Orientamenti – Julius
Evola, edizione Il Cinabro
Una lettura d'obbligo
per qualsiasi militante, che desidera darsi una formazione tradizionale all'altezza
della sfida che il mondo moderno con le sue insidie latenti rappresenta,
sopratutto per l'animo umano, è senza orma di dubbio "Orientamenti".
In questo quaderno, tascabile, quasi una guida da trincea, sul Fronte della
Tradizione, sono radunate con uno stile schietto e incisivo gli insegnamenti trasmessi
da Julius Evola su come orientarsi, per l'appunto, nel caos sociale del mondo
odierno. Partendo dalla premessa disillusa che ci si trova a vivere in un'epoca
decadente in cui l'anormale è ormai diventato normale, mediante un continuo
processo di sovversione di ogni più alta concezione di vita e del mondo, Evola
invita l'aspirante Uomo Nuovo a prendere distanza dal dogma ufficiale del
politicantismo democratico "che pensa solo in termini di programmi, di
ricette sociali ed economiche". Per liberarsi dal pantano della modernità,
il militante ha solo una strada da imboccare ed è quella di concentrarsi,
innanzitutto, sulla propria sostanza umana incarnando in se stesso lo spirito
legionario in grado di creare nel proprio animo un ordine e una drittura
seguendo sempre la strada dell'Onore, la più dura, rispetto a quella più
comoda, verso cui ci ha abituato il Progresso e il benessere con il ventaglio
di opportunità fatto di vantaggi materiali immediati. Diversamente dai testi di
Diritto e di Economia che, tramite uno sguazzare in un mare di formule ed
enunciati giuridici ed economici pretendono di risolvere i problemi della
Comunità e dell’individuo nell'instaurazione per l'appunto di uno Stato di
Diritto, Orientamenti è un lettura semplice frutto di una complessità risolta
il cui fine non desidera essere un filosofeggiare fine a se stesso ma un
incitamento concreto all'azione, a darsi una forma, un ordine una disciplina finchè
il magma – sostanza umana ancora di là dall’essere formata - è ancora caldo e fluido,
mostrando al tempo stesso la via da imboccare per il rinnovamento.
Orientamenti è suddiviso in undici punti, in sintesi i principali riferimenti.
I primi tre delineano i tratti che devono caratterizzare l'uomo della
Tradizione, colui che aspira ad un Ordine e ad una Legge, in opposizione all'uomo
moderno, relativista che tende a vivere alla giornata secondo proprio gusto. Nel
quarto punto l'Autore desidera mettere in guardia il lettore di fronte alle
varie ideologie che assurgono a rango di Verità ma che di fatto non sono altro
che frutto delle contingenze socio-economiche con l'unico obiettivo di
alimentare conflitti all'interno delle Comunità, su base di classe o tra i
sessi (come nel caso del femminismo) ed altri antagonismi ad essi relativi, che
"accordano a confusi valori sociali il primato su quelli eroici e
spirituali", quest'ultimi solo potendo definire l'uomo nuovo. Il
quinto punto desidera offrire al lettore la chiave di lettura tradizionale
della Storia per comprendere, al fine di un effettivo orientamento dottrinario
ma anche per una azione concreta, le cause e gli effetti nonché il
legame profondo tra le varie forme politiche susseguitesi nel corso dei
secoli, tutte con radici nella Rivoluzione francese, fino ad approdare
all'attuale "caos dei partiti". Nel sesto punto Evola critica l'importanza
e il carattere decisivo attribuito al fattore economico, "circolo chiuso e
buio nel quale restano chiusi sia il capitalismo che il marxismo". Senza
negare l'importanza della materia che viene subordinata alla natura spirituale
dell'uomo, l'Autore afferma con decisione l'esigenza di
una re-instaurazione di un ordine di valori superiori che tenda
all'elevazione dell'individuo e della comunità in contrapposizione alle
"ricette" ideologiche che condizionano ad un particolare sistema di
distribuzione della ricchezza e dei beni la soluzione a tutti i problemi. Nel
settimo punto viene proposta una riflessione sulle derive totalitarie
dell'ideale di unità politica virile ed organica del secolo scorso. Evola
precisa che Gerarchia non significa gerarchismo mentre la concezione organica
della comunità non ha nulla in comune con la sclerosi statolatrica e con la
centralizzazione livellatrice. Nell'ottavo punto si discute della posizione da
assumere di fronte al nazionalismo e all'idea generica di patria, spesso
dettate dal sentimentalismo e da una concezione naturistica della nazione che
poco si conciliano con la Tradizione. Il nono punto riguarda il problema della
cultura sottoposta all'attacco di diverse correnti di pensiero di natura
sovversiva, dal materialismo storico al darwinismo passando per la psicanalisi
di Freud, dalle quali il militante deve difendersi opponendo la sua visione
tradizionale della vita e del mondo. Visione, quest’ultima, che non si basa sui
libri ma che deriva da un orizzonte spirituale conforme ad uno stile di
drittura e di tenuta interna. Il decimo punto tratta dell'atteggiamento che
bisogna adottare contro il decadentismo borghese e capitalista, per innalzarsi
al di sopra di esso. Si è veri antiborghesi solo attraverso una superiore
concezione della vita: sdegnando i vantaggi materiali ed esigendo tutto da se
stessi, amando una unione essenziale fra vita e rischio e rifiutando la
preoccupazione per la sicurezza. L'undicesimo punto analizza la questione della
laicità dello Stato e l'importanza dell'elemento religioso per una vera
concezione eroica della vita. Il testo, proposta dalla edizione della casa
editrice “Il Cinabro – che consigliamo, si conclude con una intervista rilasciata
da Julius Evola nel 1971. Essa offre al lettore molti spunti e gli indirizzi
necessari, per interpretare la funzione da svolgere oggi per il giovane
militante e per un accostamento alla
lettura degli scritti dell'Autore.
Nico Di Ferro
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