domenica 12 agosto 2012

Lontani dalla sede, vicini nella lotta ….

Quanto sia dura la lotta affrontata quotidianamente, lo sappiamo. Forse non tutti, invece, sanno cosa sia il combattere distanti dalla propria sede, dagli altri militanti che credono agli stessi valori ed hanno gli stessi punti di riferimento. Per chi poi, è anche molto giovane, allora questa mancanza assume le dimensioni di un enorme buco, costantemente presente. Diversi ovviamente i motivi, alcuni semplici ed evidenti, ma non per questo banali.
La distanza fisica dalla sede costituisce, ovviamente, un notevole fattore di ostacolo e la più diretta conseguenza è un’impossibilità a poter dare l’aiuto fisico e il contributo che normalmente si offre settimana dopo settimana alla comunità militante. Azioni come riordinare la biblioteca, produrre una maglietta, preparare la pubblicità per un evento imminente, sono una porzione di quei passettini singoli che se tutti nella comunità svolgono, fanno funzionare le cose. Dato che la fedeltà alle piccole cose e ai compiti che possono sembrare anche insignificanti (per le dimensioni che assume la nostra lotta e il raggiungimento nella nostra vittoria) è un punto fondamentale della vita militante, qualcosa dentro.. sgomita. Il contributo, in altri modi, lo si dà lo stesso ma manca quel fattore di “presenza fisica” e dei compiti che materialmente e manualmente si possono dare in quella sede che diventa più che una semplice sala riunioni.
Ecco, si passa direttamente ad un altro fondamentale punto: le riunioni o meglio, quei momenti di ritrovo in cui, settimanalmente, ci si confronta, si discute, si legge.. insomma si condivide quei punti in comune che ci fanno combattere per i valori che rappresentano la Tradizione e le forme in cui essa si è manifestata nei vari periodi storici. Questi momenti sono come un mantice, che attraverso due o tre energiche soffiate alimenta e rinvigorisce il fuoco, ovvero dà la spinta (attraverso la condivisione e il confronto) a non mollare e andare sempre avanti per l’unica via degna di essere percorsa. Ciò non riguarda solo quel che è la parte della vita che si dedica alla militanza, ma investe l’intera sfera dell’essere, nelle relazioni con la famiglia, con gli amici, con lo studio. Senza questi momenti, si rischia di impantanarsi, la vista ti si annebbia. L’impressione di combattere (non avendo al tuo fianco uomini che, come te, seguono un ideale e una visione di mondo ben precisa) per un obbiettivo irraggiungibile fa capolino e lo sconforto come un accumulo di nubi nere, sopraggiunge, coprendo il sole.  Da non sottovalutare poi, che le “storiche amicizie” ovvero le persone con cui più leghi molto prima di, diciamo, “aprire gli occhi”, sembrano non capire. E’ un contesto più personale, più intimo. Lo scoraggiamento che si prova nel vedere che, cercando di condividere e diffondere quello che indubbiamente è vero e giusto, nessuno sembra starti a sentire o provare per lo meno a capire, si palesa pienamente. Il libro che a te cambia la vita, nemmeno lo aprono, l’articolo che ti colpisce, a loro non dice nulla. Il più delle volte, poi, una formazione non completa non ti permette di sostenere le tonnellate di fango che, in un confronto, ti scagliano contro attraverso il loro schema mentale manipolato dall’indottrinamento democratico abilmente attuato attraverso libri e mass-media. Questa piccola parentesi, legata alle difficoltà della vita di un militante “distante”, collega l’ultimo e fondamentale punto. L’avvertire la mancanza di coloro che sono in grado, attraverso una solida formazione ed anni di esperienza militante, contrastare sempre e comunque gli assalti del mondo esterno. Avere accanto persone che non cedono, non cadono mai, e che sanno fondamentalmente essere esempio, è come avere una spalla su cui sai che puoi sempre appoggiarti in ogni decisione e in ogni scelta. Perché la via giusta è sempre una e la luce per percorrerla c’è sempre. Difficile però, a chilometri di distanza, poterla vedere sempre senza qualcuno che te la indichi.

Elio Carnico

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Il libro che a te cambia la vita, nemmeno lo aprono, l’articolo che ti colpisce, a loro non dice nulla."

Com'è vero!

Anonimo ha detto...

Gli studiosi di scienze tradizionali sono concordi nel dire che all'Uomo di quest'epoca è affidato il ruolo della Testimonianza. Non sottovalutiamolo. Un caro e forte abbraccio ad Elio.
Il Calabrone