Ci siamo espressi più di una
volta, sul fatto che il pericolo più grande è rappresentato da “quelli di
destra”, “dai fascisti a chiacchiere”, “da quelli che tunonsaiquellochehofattoio",
da quelli che parlano senza produrre uno straccio di partecipazione attiva. Non
sostengono le iniziative militanti – qualunque esse siano; sono estremisti ma
al massimo, tengono le chiappe al caldo nei partiti istituzionali; non versano
un contributo – a qualsiasi organizzazione; non acquistano i prodotti delle
rivendite legionarie – qualunque esse siano; non condividono informazioni di
eventi, iniziative, incontri delle unità militanti, non partecipano mai, non
alzano mai il culo, ma non solo. Sono quelli che amano il Duce ma stanno con il
Sindaco, quelli dei tempi belli, quelli del 28 Ottobre, quelli che vanno a cena
e si fanno le foto con i politici famosi, quelli che gli parli di Codreanu e ti
dicono “ancora co sti cazzo de rumeni”, quelli che “se scoppia la rivoluzione
sono il primo a partì”. Vogliamo sottolinearlo in special modo, per quel che ci
riguarda direttamente a Santa Marinella in questo periodo ed a Civitavecchia lo scorso anno. Il discorso è
per quelli ai quali dopo trent’anni di deserto sul loro territorio, gli si
presenta il lavoro di una iniziativa militante che ha edificato una sede e
posto sulla linea di combattimento uomini disposti a battersi per una visione
della vita e del mondo, per un progetto che guarda al futuro e non alle
prossime elezioni. Non si agitano per un partito o un programma politico, perchè quest’ultimi sono sempre disponibili ad un compromesso, no. Militano per una
weltanschaung, che per sua natura non si baratta, non se ne fa commercio. Per una
idea di civiltà per la quale si combatte e se necessario si muore, ma non si mercanteggia.
Non solo, si è creato un luogo fisico, dove coloro che non intendono arrendersi
al liberalismo, alla destra, ai parolai della politica, alle solite
conventicole paesane, possono trovarsi a casa. Con una rivendita militante legionaria
– non a scopo di lucro, dove si possono trovare tutti i materiali necessari
alla formazione, discriminante fondamentale per evitare di illudersi con
velleitarismi politici di bassa lega, se non, per tornaconto personali.
Chi fa della militanza uno stile
di vita, conosce perfettamente, quello di cui scriviamo e vale per tutti. Quando
le elezioni mettono in moto le pavide animelle dei rivoluzionari da cabina
elettorale e i supercammeratoni da tre mesi prima e tre mesi dopo le elezioni,
è bene marcare le distanze, è bene segnare confini netti, da ambienti con i
quali non si ha e non si vuole avere nulla a che spartire.
Cene e pranzi, portachiavi,
camicie nere ben stirate, retorica folcloristica, gite a Predappio, sprizzando
veleno a destra e a manca, questa gente ha una parola cattiva per tutti. Parlano,
parlano e straparlano male di coloro che continuano a sacrificarsi sul sentiero
dell’onore, con la schiena dritta, senza concedere nulla al sistema democratico
parlamentare. Nonostante il fatto che tutto il mondo della politica, del potere
amministrativo e tecnoburocratico, dei media, della cultura e della economia ci
contrasta sistematicamente, noi continuiamo a rimanere sulla linea di
combattimento. Cosa dovrebbe farci
credere che dei ciarlatani, avendo abbandonato la lotta ed avendola sostituita
con il comodo mondo di una vita borghese fatta di enogastronomia e film su
skycinema, spalmati sul divano come dei bradipi insensati, debbano essere
considerati diversamente?
Al contrario i militanti delle
comunità antagoniste al sistema egemonico – qualunque esse siano, ogni giorno
si spendono in impegni, riunioni, viaggi, versano
soldi e li tolgono ai propri bilanci familiari, tolgono tempo ai propri cari,
lasciano far carriera ad altri, si insozzano di colle, inchiostri, vernici,
grassi per serrande. Camminano in montagna, organizzano presidi, affissioni,
combattono il nemico. Tutto questo con la gioia rivoluzionaria di coloro che
sanno che “quella è la loro via, quello è il loro essere e non possono fare
altrimenti”. Questa per noi è la discriminante,
molte trincee, stesso fronte. Non pretendiamo che tutti coltivino pomodori,
ognuno coltivi il proprio orto, ma lo faccia. Chi nulla fa, nulla vale. E’ proprio vero, occorre stare
più attenti a quelli che sembrano i tuoi amici, “agli pseudocamerati della
porta accanto” che ai nemici. Almeno quest’ultimi ti combattono apertamente,
sai a chi sparano veramente.
E’ per tale motivo che ci ritornano in mente le
parole che pronunciò il Duce il 22 Aprile del 1945: "Noi siamo i proletari
in lotta, per la vita e per la morte. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un
ordine nuovo… Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro
cui lottiamo senza sosta viene da destra”. Noi la lezione l’abbiamo imparata e
adesso se volete continuare a raccontarvi e a raccontarci favole, dalla comoda
poltroncina sulla quale state, fatelo pure, ma non spacciatevi per quello che
non siete.
Azione Punto Zero
1 commento:
Riportiamo un commento particolarmente significativo, che ci è giunto tramite mail a seguito della pubblicazione di questo articolo.
“Vedo questi pseudocamerati da divano, fascisti pazzi per il 28 ottobre o in genere la gente di destra guadagnofacileinpolitica, come i partigiani di una volta che depredavano la povera gente. La lotta non può avere un espressione di questo genere, senza che sia efficacemente ancorata ad un ideale fermo, nobile e deciso, che sia essa lotta politica o metapolitica, non può che distinguersi dai politicanti che credono di “fare politica” e che ad essa hanno fatto veramente toccare il fondo.
Però, l'assenza di questi camerati “da pausa caffè” in realtàè grave. Mi chiedo: “che fate tutto il giorno per definirvi camerati? Dove siete? Se aspettate la rivoluzione allora vi consiglio di rinnovare l'abbonamento a Sky. E' il progresso che uccide l'uomo, il continuo produrre per crescere e per acquistare l'inutile e il superfluo, ingannare il proprio aspetto, il proprio stile, il non far niente. Malcostume che, tra l'altro, ha lasciato uno spazio enorme ai lavori ed ai lavoratori in nero non solo nelle campagne ma in tanti altri settori che i nostri nonni ci hanno consegnato. Il 28 ottobre e' il capodanno virtuale che vi appartiene, per poi tornare nei vostri angoli più scuri scuri e rimanere cani sciolti aspettando il ritorno del nuovo Duce. Non è che non servite a niente, purtroppo siete dannosi.”
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