domenica 9 maggio 2010

Fascio-pagliacci, Carnevale a Predappio

“Fascio-trash”. Lo so, è un neologismo quasi idiota però, tradotto in italiano, suonava male ed offensivo: fascio-monnezza. Come voi, non ho mai sopportato gli inglesismi imposti alla nostra lingua (perfida Albione!) ma, di fatto, questa categoria, “a destra”, esiste: fascio-trash. Fatevene una ragione! E vi è sicuramente capitato di incontrarli, perché tutti - o quasi - almeno una volta nella loro vita, lo sono forse stati (…e mi riferisco soprattutto a chi è nato dopo il 1975-80).
Solitamente, nei casi che “si curano da sé”, fascio-trash è una fase, oserei direi fisiologica, di chi si avvicina ad un determinato mondo: quello della destra radicale. Questa fase, mi sembra di poter asserire con certezza, è “fisiologica” se ci riferiamo a soggetti adolescenti: ovvero a ragazzi che, avvicinandosi ad un determinato ambiente (fatto anche di simboli, slogan…) assumono la parte più esteriore, diciamo folkloristica, dell’appartenenza a questo mondo. Li vediamo perciò sfoggiare magliette di dubbio gusto (Snoopy non si sarà rotto i coglioni a reggere quel manganello?!), spille di dimensioni esagerate (forse era un piatto commemorativo, non una spilla!), e toppe dalle tonalità cromatiche più disparate (swastike che s’innestano su fiamme, circoscritte in rune rotanti…). Tutto questo è trash ma, diciamo, nel senso “buono” del termine.
Ovviamente c’è trash e trash, nonostante la comune matrice. Il trash “fisiologico”, solitamente, non supera mai una certa soglia, innanzitutto d’età, e poi, di buongusto. La spilla, la toppa, il cappellino col ricamo ad “hoc”…in fondo che male c’è?! Nessuno: esteriorizzare un simbolo, un’appartenenza, quando è frutto di un adesione reale, sincera ma, soprattutto forte ad un’Idea, diventa un qualcosa di accessorio, complementare alla fede che arde in noi, quindi un qualcosa a cui possiamo rinunciare…ma anche mostrare! Tutto questo è lecito se sappiamo che non è il cappellino, la maglia, la spilla, che fa qualcosa di noi: non è la “divisa”, cioè la forma, ma la sostanza a fare di noi quello che siamo.
Il soggetto trash più pericoloso - quello cioè non “fisiologico” - è invece quello a cui questo limite, naturale e generazionale, è totalmente sconosciuto. E’ il fenomeno che, contrapposto al fascio-trash “fisiologico” (a cui in fondo vogliamo bene, perché ci ricorda gli anni della gioventù!) potremmo definire “dell’albero di natale”, visto il sistematico “addobbo” che li contraddistingue. Tale fenomeno assume nelle sue manifestazioni più esasperate, estreme, delle connotazioni deviate, oserei dire pericolose…non per l’ordine costituito ma, per il buongusto!
Innanzitutto, partiamo dal dato generazionale. Stiamo parlando nel 90% dei casi, di persone adulte - grandi o addirittura quasi anziane - che nonostante l’età sfoggiano orpelli da “veterani” di una rivoluzione che, ahimè, non mi risulta abbiano mai realizzato!
In secondo luogo, occorre soffermarsi sul fatto che tali soggetti, nonostante l’appartenenza al genere umano, vanno in letargo. Sissignore. I veri campioni di questa categoria, infatti, sono soliti uscire dalle loro “tane” (ma dove cazzo abitano il resto dell’anno?!) in occasioni particolari: il 28 Ottobre su tutte. Pertanto, non è difficile notarli, muoversi freneticamente in occasioni “di massa” dove, facilitati dalla dispersione offerta dalla folla, si muovono coi loro gadget al seguito. Ma dove possiamo trovarli? La risposta è tristemente semplice, poiché sono soliti bazzicare soprattutto un luogo che rappresenta un po’ la loro base, il loro habitat naturale: Predappio. Questo luogo, anziché rimanere meta di silenzioso passaggio, di saluto e di testimonianza, è divenuto feudo del fascio-trash affetto da sindrome “dell’albero di natale”. Qui si ritrova con gli altri della sua specie, interagisce con essi, per poi altrettanto velocemente allontanarsi e tornare al proprio letargo (la vita borghese).
Il fascio-trash in questione - ovviamente - non fa militanza politica: è un “guardone”, per meglio dire, un voyeur della militanza, e della politica in generale. Per lui non ha importanza essere qualcosa, l’Azione, il sacrificio impersonale per l’Idea…bensì, apparire qualcosa, rimanere appiattito sul proprio essere borghese, lasciare agli altri l’onere (e l’onore!) della lotta ma, soprattutto non rischiare e sacrificare nulla per questa.
Il soggetto in esame, quando dotato di un grande “ego”, vanta solitamente dai 2 ai 6 mesi massimo di militanza politica effettiva ma, capita spesso loro d’essere smascherati da persone o situazioni che dovrebbero (realmente) conoscere: insomma vengono sistematicamente sputtanati al primo confronto serio. Per questo, sono soliti ammantare di mistero i propri ricordi, le proprie esperienze, facendo loro assumere contorni mitici, aulici, eroici!…ma anche e soprattutto falsi: racconti generalissimi, incerti, e più simili ad una puntata di Star Trek che alla quotidiana vita di sezione!
L’affetto da sindrome “dell’albero di natale”, non legge, non ha idee elaborate dalla lettura. La sua “militanza-trash” è l’innato frutto d’un richiamo indescrivibile, istintuale, quasi primitivo e non mediato da lettura alcuna. Infatti, messo a confronto in un dialogo semi-serio, non riesce ad elaborare concetti di natura politica che vadano oltre l’attitudine al cannibalismo dei bolscevichi, il rimpiangere Almirante o l’avere un indefessa passione per le navi di immigrati che affondano nel canale di Lampedusa. Il fascio-trash in questione non legge perché lui “quelle cose le ha fatte”, lui “c’era”, lui “ha visto” e “sentito”…cosa non si sa bene.
In fondo, anche a questa seconda categoria del fascio-trash vogliamo bene. Ci fa sorridere, ma anche un po’ pena. Ci fa incazzare, ma anche un po’ tenerezza. Insomma: ci fa capire come si può ridurre un uomo il cui slancio per la lotta, la cui passione, se mediata dall’ego, dall’istinto animale (e borghese!) di conservazione, possa diventare semplice, insulsa, apparenza fine a stessa.
Il goliardico
(da www.azionetradizionale.com)


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto questo vi è rimasto

puntozero ha detto...

La Differenza:
Si ha il coraggio di combattere anche contro le proprie manchevolezze

puntozero ha detto...

Nel rispetto della riservatezza dei tre personaggi fotografati abbiamo annerito il resto del volto perchè ci è stato comunicato che qualcuno è stato riconosciuto.Ce ne dispiace e ce ne scusiamo con gli interessati. Ciò, allo stesso tempo, non modifica di una virgola il nostro giudizio negativo su queste manifestazioni carnevalesche.

Anonimo ha detto...

Pasquale Contini
Non credo che in queste occasioni vi siano stati scontri, sassaiole contro la Polizia o roba del genere così come accade nelle vostre manifestazioni. Quest'anno hanno partecipato bambini insieme ai loro genitori che li educano al rispetto degli altri, all'amor di Patria ad essere fieri di essere Italiani. Voi vi attaccate alla questione dei gadget, alla manifestazione giocosa di qualche camerata, ma voi che criticate chi si avvicina a certi ideali, avete partecipato alla guerra civile? Sapete cosa significhi combattere fra Italiani? Avete avuto qualche parente internato a Coltano? Avete letto il libro del fascistissimo Giampaolo Pansa? Articoli come questi fanno solo male a chi cerca di capire, non rendete un servizio ma fate solo demagogia. Saluti

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo che purtroppo rispecchia la triste verità ....
Tuttavia non si può generalizzare...da anni la comunità di padre Giulio Tam organizza con non pochi sacrifici la commemorazione e,vi posso assicurare,vi sono anche veri camerati quel giorno...che purtroppo x un motivo o per un altro non possono fare militanza attiva....ricordiamoci che nel nostro bel paese fascista é purtroppo ancora un termine che fa paura ai meschini.....
Con rispetto....bomba sassuolo skinheads