Sintesi del primo appuntamento formativo di maggio
La Tradizione
La nostra idea di lavoro si fonda sulla Tradizione, cioè il primo fattore di educazione, di ricchezza e di conoscenza, perché essa è eredità, cioè un insieme di valori, comportamenti, stile e carattere che danno senso e significato alla nostra vita. Lealtà, fedeltà, rigore, sobrietà, puntualità, educazione, disciplina, responsabilità, senso per la gerarchia. Per l’uomo che abbiamo in vista questi valori non assumono un profilo politico ma pre-politico, sono autentici punti cardinali.
Stanno prima di tutto perché abbiamo colto che se così non fosse, di fronte ad ogni evento si starebbe al punto di partenza, sarebbe un esistenza nella pura reattività. Mondo moderno: vivere con il criterio del mi piace/non mi piace, il continuo sostegno all’idea folle e priva di senso di non trasmettere a chi ci succede ciò che è stata l’esperienza di chi ci ha preceduto (per una precisa scelta di una oscura intelligenza). Il volto marcio del potere vuole che tra le generazioni ci sia un intercapedine, in modo da non farle avere un passato. Gli uomini tentano di fuggire dal buio interno e dall’oblio esterno tentando di costruire sistemi perfetti in cui nessuno debba avere bisogno di migliorarsi. Eccolo quindi il compimento del regno, il miraggio di una struttura che abolisce la responsabilità della persona. Tutto collabora affinché la valanga di fuoco quotidiana, dalla culla alla tomba - dalla scuola al lavoro, dalla tv ai giornali a tutti i media, l’intrattenimento - alimenti queste concezioni infette, malsane, diaboliche. Il risultato finale dovrebbe essere quello che stiamo ravvisando sotto i nostri occhi, un frullato di bastardi, senza Dio, una patria, una storia, una legge che - sia chiaro - non può rappresentare il nostro destino.
Noi non abbiamo paura delle rovine, il nostro presente ha un senso perché ha una eredità: la Tradizione.
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