Gender e Ddl Cirinnà: come distruggere la famiglia naturale
I giornali italiani, con
l'arrivo della nuova discussione del ddl Cirinnà a settembre, guarda caso
bombardano i lettori con articoli "gay friendly".È di questi giorni anche
l'attacco di Elton John sui social network contro il sindaco di Venezia
Brugnaro, che ha tolto due libri gender dalle scuole della sua città. Se tra i
libri tolti dal sindaco c'è anche quello preferito dal cantante inglese e suo marito
da leggere al bambino da loro adottato, ciò non significa però che possa essere
utilizzato nelle scuole.Il duro attacco di John arriva
poi da un Paese, l'Inghilterra, dove un sondaggio effettuato da Yougov,
importante società di statistiche, mostra come il 43% dei giovani britannici no
sa se definirsi gay o eterosessuale.Sputnik Italia ha raggiunto per
una riflessione in merito Filippo Savarese, portavoce di "Manif pour
tous Italia".
— Qual è la vostra posizione
sul Ddl Cirinnà e secondo te in Italia si arriverà alla legalizzazione dei
matrimoni gay come in Francia?
— Noi siamo
categoricamente contrari al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili,
perché si tratta di rottamare il matrimonio dicendo che non serve più alla
società. Questo disegno di legge parifica la disciplina giuridica che la
Costituzione italiana riserva alla famiglia fondata sull'unione tra un uomo e
una donna, sulla sua potenzialità procreativa alle coppie di persone dello
stesso sesso.Questo significa che lo Stato
perde l'interesse nel matrimonio, nel tutelare e promuovere la famiglia che
genera vita. Si abolirebbe totalmente così un istituto giuridico, antropologico
e laico, che per secoli se non millenni ha fatto il bene della civiltà e
della società. Crediamo che se tutte le associazioni e le parti in Italia
contrarie a questo ddl ideologico, si metteranno insieme con determinazione,
potremo evitare all'Italia il destino di altri Paesi come la Francia,
l'Inghilterra o la Spagna.
— In Italia esprimersi a
favore della famiglia tradizionale viene etichettato come omofobo, perché? Che
cosa si rischia perdendo la famiglia naturale come punto di riferimento nella
società?
— In Italia c'è un clima
piuttosto paradossale che in realtà è tipico nei regimi dove non c'è una
vera libertà di espressione. Tutti i sondaggi dicono che la maggior parte degli
italiani è assolutamente contraria alla rottamazione del matrimonio e
credono che quest'ultimo sia l'unione di un uomo e una donna, così come la
quasi totalità degli italiani crede che ogni bambino abbia diritto ad avere un
papà e una mamma.Quando si tratta di esprimere
pubblicamente queste opinioni sui giornali partono subito gli attacchi di
omofobia e intolleranza. Bisogna continuare a rappresentare la maggioranza
degli italiani nello spazio pubblico e nei media, così eviteremo che gli
italiani abbiano timore ad esprimere le proprie idee. Il discorso non è di
perdere il concetto di famiglia, perché la famiglia è un bene pratico, genera
figli. Non ci preoccupa che venga persa l'idea di famiglia, bensì la famiglia
stessa.
— Perché nei media
italiani avviene un bombardamento a favore delle coppie gay e si parla così
poco di famiglia tradizionale?
— Oramai è chiaro che ci
sono tantissimi interessi economici e commerciali dietro alla distruzione della
famiglia che passa attraverso l'abolizione del matrimonio. La famiglia è una
cellula naturale che per sua natura non sta alle regole del mercato, in cui
tutto deve essere comprato, consumato ed ha un prezzo.Anche qui gli interessi
economici sono collegati alla grande stampa, parte integrante di un sistema di
potere economico. In Italia abbiamo articoli sempre a senso unico anche perché
è in corso il tentativo di approvare il ddl Cirinnà, che poi è il ddl dei
matrimoni e le adozioni gay.— Noi come "Manif
pour tous Italia" insieme ad altre associazioni guidate dal comitato
"Difendiamo i nostri figli" abbiamo partecipato il 20 giugno a Roma
alla manifestazione con quasi un milione di persone. E' stato un successo che
ha portato sulle prime pagine questo tema. Parlando di educazione di genere si
tratta di un argomento non scientificamente supportato. Sono questioni
culturali, sociologiche e psicologiche che non hanno una verità scientifica che
si può trasmettere ai ragazzi, tanto meno ai bambini.
— A scuola circolano libri sul
cosiddetto "gender". Alcuni insegnanti e sindaci reagiscono, è
recente lo scandalo sollevato dal sindaco di Venezia. Qual è il vostro punto di
vista sul gender?
Le famiglie che vogliono
educare i propri figli sulla base del fatto che si possono avere 56, 60 o 200
identità di genere differenti, anche nello stesso individuo, lo facciano pure,
ma a rischio e pericolo dell'identità dei loro figli. Questi argomenti che non
sono scientifici non devono entrare nelle scuole.Il sindaco di Venezia Luigi
Brugnaro è un eroe per aver tolto dagli asili e le scuole di infanzia, con
bambini dai 3 i 6 anni, questi libri che vogliono far credere che si possano
avere due papà o due mamme naturalmente. Non è così! Va detto che questo è
possibile solo attraverso un sistema di commercio. Noi continueremo a
contrastare il gender nelle scuole, stiamo organizzando circoli, comitati,
stiamo diffondendo vademecum per i genitori. C'è una risposta straordinaria,
chiunque in Italia vorrà introdurre questi libri a scuola, avrà nel
prossimo anno grandi problemi.
— Più in generale il
tema della sessualità andrebbe affrontato anche a scuola secondo te o spetta
solo alla famiglia?
— La famiglia, come
riconosce la Convenzione europea dei diritti umani, ha il diritto di priorità
sull'educazione dei figli per quanto riguarda la sfera più personale ed intima.
Il problema in realtà è l'approccio classista, noi non possiamo pensare di
insegnare educazione sessuale ad una classe intera. Solo i genitori conoscono
la vita emotiva e intima dei figli.
— Secondo un sondaggio
effettuato in Inghilterra quasi la metà (43%) dei giovani non si definisce
né gay né eterosessuale. Come spiegheresti questa confusione?
— Ho letto che hanno
proposto ai cittadini che hanno preso parte al sondaggio, di scegliere la
propria sessualità sulla base della scala di Kinsey, uno sessuologo americano,
pioniere degli studi sulla nuova sessualità legata al genere. Bisogna prendere
atto del fatto che metà dei giovani si definisce di sessualità fluida. Queste
definizioni fluide nascondono un enorme danno alla sessualità della persona.
Questo sondaggio deve interrogare la società inglese ma anche le altre su come
poter aiutare i giovani a trovare un'armonia con la propria sessualità che
evidentemente stanno perdendo.I giovani subiscono il fenomeno di distruzione della
famiglia, in corso questi ultimi decenni, e questo è ricaduto sulla loro
sessualità. Probabilmente quei giovani avranno gravi problemi a formare una
famiglia solida. Il futuro della società inglese è confuso come il risultato
del sondaggio.
Nessun commento:
Posta un commento