Noi siamo rivoluzionari, nè di destra o di sinistra e sappiamo da che parte stare.
In questi giorni stiamo assistendo a scene tra il penoso e il comico.
A fronte della ventilata ipotesi dell’arrivo di circa 80 immigrati presso l’albergo miramare al centro della città, finalmente sono emerse le appartenenze sceme di sempre. Senza avere la minima concezione – oltre ad idee per come affrontarlo – di ciò che è effettivamente è il fenomeno migratorio, di come si determini, cosa provochi nei paesi di origine, in quelli di passaggio e in quelli di arrivo, la canea si agita. Come da copione fantarazzisti e fantantirazzisti si comportano come giocattolini a molla. Basta dargli la carica e vanno in automatico. Da una parte i cani da guardia della borghesia, la destra bigotta, ignorante e filogovernativa che, ancora sporca di sugo delle mangiate filo governative, si è improvvisata razzista (magari solo perché gli immigrati non passano dai servizi sociali del comune). Gente a cui l’idea dell’immigrazione – la cui componente culturale, religiosa, antropologica e politico-economica non esiste- compare esclusivamente perché si manifesta nel proprio comune. Prima non esisteva il problema, era fuori dai cazzi loro. Un raggruppamento articolato quello degli anti immigrati. Imprenditori, politici allo sbaraglio, politici riciclati, gente in cerca di ribalta.
Dall’altra gli umanitaristi al rovescio, i teorici dell’accoglienza illimitata. Quelli, per fare un esempio, che in questi anni si sono completamente disinteressati dei problemi del quarto di popolazione santamarinellese che vive nell’indigenza e per la quale non ha mosso una paglia, mentre invece per 80 presunti immigrati già scalda motori e bandiere (con i dovuti appelli ai compagni del comprensorio per portare forza d’urto in caso di scontri). Per loro e per le anime belle radical chic, occorre accogliere tutti – sempre e rigorosamente non a casa propria – a spese di chi da questo Stato non vede garantiti i livelli minimi di assistenza. Uno strano umanitarismo pret-a-porter, cambia in ragione della provenienza e del colore della pelle di chi ha davanti. Secondo questi ultimi, il problema della convivenza, della sicurezza, della gestione sanitaria e di tanto altro non si pone. Vanno accolti, punto. Per noi invece, vengono prima gli italiani, è un problema? Affari vostri.
Tutto il resto è marginale, periferico, privo di importanza.
Si campa alla giornata, senza un reale programma concreto, un progetto realistico, idee elevate a riguardo. Come si poteva seriamente pensare che un fenomeno di tale portata non potesse investire anche la nostra città, come si poteva credere che gli avvoltoi della solidarietà si facessero scappare anche questa opportunità? A differenza di amministrazioni ben più intelligenti, tutto si sarebbe potuto prevedere, progettare, governare. Così come per quei trenta rifugiati che passano sotto l’ala dell’assessore ai servizi sociali, dei quali nulla si sa, non un progetto di lavoro, di integrazione, di scambio culturale, niente di niente, se non il fatto che proprio perché passano da lá, per l’amministrazione non sono un problema.
A fronte di un declino totale del turismo e della villeggiatura nel paesello, la terza forza, quella del business, cerca nuovi affari e come insegna Buzzi, gli immigrati sono il business del momento. È per quello che la Croce Rossa locale, presenta proposte che gli vengono accolte. Allora gli amici dei crocerossati si ribellano, li hanno aiutati tanto e adesso che fanno? Gli allievi saltano il maestro e si raccattano la biada da soli?
La verità è una sòla, le marionette recitano a soggetto, questa amministrazione comunale è totalmente impreparata a un fenomeno del genere ed è in balia degli eventi, i santamarinellesi che si trovano davanti a questo evento rispondono come da copione. Schierandosi in ragione dei loro interessi. Economici o sentimentali poco importa, la colpa è loro.
In tutto questo, in mezzo rimangono “loro”. I migrati, coloro che clandestini, rifugiati, regolari, uomini donne e bambini – poco importa, sono l’oggetto delle migrazioni. Un fenomeno frutto del capitalismo bieco che genera danni, povertà e privazioni nei paesi di origine e in quelli di arrivo. Che non si ferma davanti a niente e a nessuno. Del resto, come potrebbero comprendere i burattini di destra e sinistra che le migrazioni sono un fenomeno iper capitalistico è che non si può essere contro l’immigrazione se si è accondiscendenti con la democrazia liberal capitalistica oppure, non si può essere contro il capitalismo senza essere necessariamente anche contro l’immigrazione?
Misteri e miserie del becerume progressista e moderato indigeno.
Noi siamo per l’assoluto rigore e la assoluta solidarietà, non è il colore della pelle o la lingua che distingue gli uomini ma la loro qualità, a prescindere da dove arrivano e perché. In questo, il modello della universalità di Roma e del fascismo, rappresentano il cardine di riferimento. Di molte genti, ne fecero una. Non possono farlo le democrazie capitalistiche borghesi, non possono farlo questi quattro cialtroni che governano la nostra nazione, i nostri territori. Se non si mettono in discussione i capisaldi di questo Stato – democrazia, liberalismo, parlamentarismo partitico e capitalismo – per noi rimanete nemici della nostra gente, nemici del nostro popolo, ancor prima di chi viene da fuori, voi siete i nemici interni, complici dei vostri stessi aguzzini.
A ragione valgono oggi più che mai le profetiche parole del Capitano Thomas Sankara, Presidente del Burkina Faso, barbaramente ucciso perché aveva intuito la soluzione del problema migratorio africano: “Del resto le masse popolari in Europa non sono contro le masse popolari in Africa. Ma quelli che vogliono sfruttare l’Africa sono gli stessi che sfruttano l’Europa. Abbiamo un nemico comune.” Azionepuntozero, lo conosce bene.
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