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venerdì 24 luglio 2015

Il Comune di Santa Marinella trascura il Monumento ai Caduti nel Centenario della Prima Guerra Mondiale


Riproponiamo una importante riflessione ai margini del Centenario della Prima Guerra Mondiale, che vede l'amministrazione di centro-destra santamarinellese trascurare il monumento ai Caduti per la Patria, giacente in una zona già  da tempo caduta in degrado, per concentrarsi piuttosto su improbabili "Notti in rosa" con bambine miss, e spendendo ingiustificatamente migliaia di euro di fondi pubblici per eventi che di culturale hanno ben poco.

Non poteva essere altrimenti, in un Comune nel quale sono più importanti le paillettes delle Miss e i raggi laser delle passerelle. Non poteva essere altrimenti, per una amministrazione con uno scarsissismo senso della cultura, della Storia e della memoria.

Nel Centenario dell’inizio della Grande Guerra, non solo il monumento ma tutta l’area che insiste intorno allo stesso, è in uno stato di profondo degrado. Tra l’altro in questa stagione che vede numerosi turisti e villeggianti, visitare la nostra incantevole Perla del Tirreno.

Il Monumento con i nomi dei martiri della Prima e della Seconda guerra mondiale è in uno stato di totale abbandono. Corone rinsecchite, colonnine divelte, sporcizia, cancello dell’area riservata sempre aperto, il piccolo  parco e le panchine distrutte, completamente abbandonate a loro stesse.

Quello che dovrebbe essere un recinto sacro, magari accompagnato in questo periodo da iniziative degne di nota per la doverosa rievocazione dell’immenso eroismo dei combattenti italiani ed europei, viene lasciato a se stesso.

Non ci meraviglia, in effetti questa distrazione fa il paio con la volontà ventilata, di vendere qualche immobile di proprietà del Comune, come se qualcuno gliene avesse dato mandato, per operazioni di triangolazione immobiliare.

Noi non crediamo che i nostri antenati meritino tutto questo, noi non crediamo che i nostri nonni e bisnonni si siano sacrificati per vedere questo scempio.

Noi crediamo e onoriamo il loro sacrificio. Per questo intimiamo all’amministrazione e in particolare al Sindaco Bacheca, di trovare i fondi opportuni, di risanare immediatamente l’area e rendere il doveroso omaggio ai martiri della nostra nazione.

Fonte: aurhelio.it

domenica 28 luglio 2013

Il Prof. Luciano Pranzetti, scrive al Sindaco Bacheca

Più di una volta abbiamo stigmatizzato come i media locali, poco prima ed ancor di più a seguito della vittoria del Sindaco Bacheca alle elezioni comunali, si siano appecoronati con una cupidigia di servilismo che fa tremare i polsi.
Questi paladini del pluralismo dell'informazione e della libertà di stampa, ripropongono - con la lettera del Prof. Pranzetti - lo stesso schema. IL SILENZIO. Il loro guaio è che ormai, con i social media, questa cortina di ferro mostra delle fessure ed è ormai incrinata. Bene così, i nostri assidui lettori con questo articolo apprezzeranno le tesi del Prof. Pranzetti e al tempo stesso troveranno confermate le idee che spesso riserviamo alla nuova amministrazione di Centrodestra.

Lettera aperta al Sindaco Bacheca

Sig. Sindaco: mi permetto, quale cittadino e suo elettore, di esporle una mia cortese ma franca riflessione, con susseguente relativa domanda, in merito ad alcune deleghe in questi giorni da lei distribuite. Va da sé che le considerazioni che seguiranno non  intendono minimamente – sia chiaro – qualificarsi come giudizio etico sulle persone che, per necessità, saranno nominate. Ciò sia perentoria premessa. Il significato che riveste questa mia sta collocato nelle categorie della trasparenza e della corretta informazione. E dunque: nei giorni precedenti il primo turno elettorale,  così come prima del ballottaggio, in quei magnifici ed affollati incontri preelettorali tenutisi allo Sporting Club, lei, sollecitato da talune indiscrezioni di stampa e da alcuni sostenitori colà presenti, pubblicamente e nettamente affermò che, al di là dei normali, doverosi ed istituzionali rapporti, non erano in agenda né in programma futuri incarichi o deleghe o concessioni a chi, da molto tempo prima o da qualche settimana, defilandosi dalla sua maggioranza, le aveva manifestato aperto dissenso tanto da costituire, essi, liste personali o escludendosi in proprio. Nella fattispecie, ella affermò che né per l’ex vicesindaco  Sig. Eugenio Fratturato né per l’ex delegato alla cultura Sig. Pino Galletti, erano da ipotizzare cariche alcune. Giammai. Ne seguirono applausi ed approvazioni. Ma si sa, il tempo è un gran medico e, lentamente lenisce piaghe, ferite e malori. Sorprende, però, che in così brevissimo lasso, sanatesi le asperità, lei abbia creduto opportuno ribaltare il suo convincimento al punto da conferire la  vicepresidenza del Consiglio al Sig. Eugenio Fratturato e il reincarico alla cultura al Sig. Pino Galletti. Non mi è difficile pensare che la nomina del Sig. Fratturato sia, peraltro, da considerare come equa distribuzione di quote spettanti alla minoranza, e Fratturato, infatti, è sito nella minoranza, ma mi è assai arduo collocare quella di Galletti in analoga posizione. La direttiva europea 95/46/CE, relativa alla riservatezza personale non vieta che lei voglia, possa e debba rendere note le motivazioni che stanno alla base del suo ripensamento. 

I personaggi citati sono pubblici in termini politici e, perciò, soggetti a rendere conto soprattutto a chi non li ha votati ma che se li trova, con il chiarimento sopra espresso, sui banchi dell’Amministrazione a cui erano stati ostili. Ne gioverà la fiducia dei cittadini verso il suo operato, Sig. Sindaco, e l’incitamento per i nuovi – si fa per dire – collaboratori ai quali, nell’augurare buon lavoro per il bene comune, chiediamo, con la stessa cortesìa, di rappresentare gli scenarii, che non dubitiamo essere validi e serii, entro i quali si è potuto rinsaldare la fiducia tra essi e il Sindaco.

Cordialmente
Prof. Luciano Pranzetti