Visualizzazione post con etichetta camerati. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta camerati. Mostra tutti i post

mercoledì 6 marzo 2013

Acca Larentia, non è una lapide.....


Il 4 marzo rassegne stampa diffondevano la notizia della riapertura delle indagini su un fatto di sangue risalente agli anni ’70, in particolare l’articolo alla pagina 147 di televideo RAI recitava: “Riaperte le indagini su strage di Acca Larentia”. Nulla di strano, se non per alcune perversioni giornalistiche.  Infatti, la mistificazione di fatti e parole, propinata a dosaggio controllato e a “disco continuo” da parte degli organi di dis-informazione, obbliga ad una piccola analisi del testo, per dimostrare il genuflettismo, la pecoroneria, la sciatteria etica e l’assoluta assenza di spina dorsale di certi scribacchini da trenta denari. Nell’articolo breve e scarno è descritto un “fattaccio” di strage, proprio di omicidi plurimi, alla ribalta alla fine degli anni ’70, mai dimenticato, ma sempre diminuito, vituperato, confrontato “con ragioni, sì, giuste”, come se un accaduto simile fosse da dover essere assurto, per forza, per “carità pacifista”, a mera targa commemorativa da affiggere.
Purtroppo, le menzogne hanno le gambe corte ed hanno la proprietà di stimolare la ricerca del vero, la realtà delle parole e dei fatti e, mostrano la faccia e le terga di coloro che, senza vergogna e senza onore, si autocollocano nel serraglio a loro confacente, quello della piccineria e dell’ignavia che, da lungo tempo, ammorba l’Italia e l’Europa “democraticizzata”. Dunque, si osservi la frase: “…un terzo attivista Stefano Recchioni morì alcune ore più tardi negli scontri che seguirono i delitti, forse per mano di un carabiniere”.  In effetti, fu a sparare il capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori, ora generale e fondatore del Partito delle Aziende – Piccole e Medie Imprese, non un carabiniere, uno qualsiasi, che uscì anche indenne dal processo, nonostante le prove fossero state a suo sfavore.
Si osservi ora la frase finale dell’articolo: “Il pm ha riaperto anche l'inchiesta sulla morte del giovane di sinistra Valerio Verbano”. Un “politically correct” in chiusura, una menzione ed un confronto “con le ragioni, sì giuste”. Oggi si è riaperta un’indagine del genere? Stiamo con le antenne dritte ..... 

Il Corsaro Nero



03/03/2013 19:49
RIAPERTE INDAGINI SU STRAGE ACCA LARENTIA
Rai          RIAPERTE INDAGINI SU  STRAGE ACCA LARENTIA 

Sono state riaperte a Roma le indagini sulla strage di Acca Larentia in cui il 7 gennaio 1978 furono uccisi due militanti del Fronte della Gioventù,Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, 19 e 18 anni. Un terzo attivista, Stefano Recchioni, morì alcune ore più tardi negli scontri che seguirono i delitti, forse per mano di un carabiniere. Il fascicolo aperto dal pm Amelio è al momento contro ignoti. Si valuterà se con più sviluppate teniche investigative è possibile sviluppare nuovi accertamenti. Il pm ha riaperto anche l'inchiesta sulla morte del giovane di sinistra Valerio Verbano.

giovedì 10 gennaio 2013

ALBERTO GIAQUINTO: NON ABBIAMO DIMENTICATO!


Da "Ritorno alla Tradizione"

Qualche giorno fa scrissi per ricordare i caduti di Acca Larentia. Oggi, 10 gennaio, bisogna rendere omaggio alla memoria di un altro ragazzo morto tragicamente:Alberto Giaquinto, nato a Roma il 5 ottobre 1962; spirato a Roma il 10 gennaio 1979.


In quel giorno maledetto si teneva un corteo di protesta dei ragazzi del Fronte della Gioventù. Gridavano la proprio insoddisfazione contro lo Stato che non aveva ancora trovato i responsabili della Strage di Acca Larentia e che, al tempo stesso, tesseva le proprie trame sulla pelle di quei ragazzi e di tanti altri. Sfilavano anche contro l'orda di compagni, riversatisi per le strade per devastare tutte le sedi del Movimento Sociale Italiano a seguito di un drammatico fatto di sangue che aveva visto per protagonisti i N.A.R.



I giovani missini volevano prendere le distanze da quanto avvenuto in precedenza e dire "basta" una volta per tutte al sangue nelle strade, alla logica degli opposti estremismi, all'incitamento all'odio politico, alla caccia all'uomo. Marciavano, forti delle loro idee e di niente altro. Ciò malgrado due poliziotti accorsero sul posto. Uno di loro, sceso dall'auto, estrasse la pistola dalla fondina e sparò ad altezza d'uomo. Il colpo raggiunse la nuca del diciottenne Alberto Giaquinto, che cadde a terra in un lago di sangue. Si spense poche ore dopo in ospedale. Gli agenti dissero che era armato di P38. Legittima difesa, insomma. Peccato che nessuna arma venne mai rinvenuta addosso al giovane, né proiettili, né altro. Niente di niente.L'autopsia, per giunta, stabilì che Alberto era morto a causa di un proiettile entrato dalla regione occipitale ed uscita da quella frontale a distanza ravvicinata. Tradotto: scappava, anziché affrontare i poliziotti armi in pugno. In questo senso anche le testimonianze dei presenti. Questo, signori miei, è omicidio.



Eppure, la Cassazione nel 1988 condannò l'agente di pubblica sicurezza, tale Aldo Speranza, per "eccesso di legittima difesa". Come la Suprema Corte sia addivenuta ad un simile conclusione resta un mistero, dato che, essendo Alberto Giaquinto disarmato e pure in fuga, non si capisce quale possa essere stata l'offesa nei confronti dei poliziotti. In altre parole, rimane il dubbio che si sia trattato di una sentenza di comodo, buona per mettere a tacere l'opinione pubblica e lavare le coscienze degli interessati.



Francamente,  in questo caso me ne frego delle decisioni dei tribunali. Alberto è un altro ragazzo che se ne è andato troppo presto, un'altra vittima innocente di quegli anni maledetti, dominati dall'antagonismo politico. Voglio ricordarlo così: ancora giovane, coi suoi capelli biondi ribelli, ancora in giro per Roma a fare attivismo politico, in compagnia dei suoi camerati. Sono ancora tutti insieme loro. Ridono, scherzano, discutono. Pensano al futuro: lo immaginano più bello, più giusto, più razionale. Combattono, insomma, proprio come noi e insieme a noi. Per sempre. Non dimentichiamoli, almeno noi.



Roberto Marzola.






Il tuo potere Italia, non ci fa paura ......
Alberto vive e combatte insieme a noi!

Azione Punto Zero