Visualizzazione post con etichetta comunisti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta comunisti. Mostra tutti i post

giovedì 17 marzo 2011

Santa Marinella - Sinistri Tricolori Festeggianti

Qualche giorno fa, a seguito di una premonizione sciamanica scrivevamo "A questo punto, non volendo profetizzare strane alchimie, ci mancano solo centrosinistri, progressisti, ambientalisti e neocomunisti che festeggiano il 17 Marzo "sventolando il tricolor..." .... rimanete connessi!"


La lista civica "Un'Altra Città è Possibile", l'associazione degli ex combattenti e reduci, il Circolo del PRC/Federazione della Sinistra danno appuntamento a tutti i cittadini, i partiti politici, le associazioni, il 17 marzo 2011, alle ore 10.00, presso il Monumento ai Caduti in piazza Unità d'Italia, per ricordare il grande significato di questa ricorrenza e per deporre una corona di fiori, in onore di tutti coloro che hanno combattuto per regalarci un paese unito e democratico.
Intervenite numerosi!


 
Guardacaso stamattina che succede? Il centro città tempestato di palloncini tricolori a firma Pd, manifesti affissi da Rifognazione con Bandiera tricolore e sinistrorsi misti in corteo con bandiere sulle quali fino a 10 anni fa sputavano. A questo punto ci chiediamo... un infame pentimento o vile opportunismo? Come può essere che per decenni (solo un mese fa sugli spalti di qualche stadio)  il solo mostrare il tricolore era sinonimo di fascismo, ed invece ora no? Allora....... alle acque della salvazione..... a li lavacri!



Riprendiamo da Internet


C'era un tempo in cui,coloro che oggi fanno i "patriottici" i Tricolori li bruciavano in piazza.Sentirsi Italiani era una vergogna,un insulto.

C'era un tempo in cui,i poliziotti impedivano ai giovani missini di portare la Bandiera in piazza,era ritenuta una "provocazione".

C'era un tempo in cui,un giovane 16enne missino foggiano salì sul pennone del Comune di Trieste, allora sotto amministrazione britannica, per appendere il Tricolore.Gli  spararono, lo uccisero. Nessuno si sdegnò.

C'era un tempo in cui un simpatico signore cattolico,si vantava di NON essere italiano, essendo egli nato a Trento.Vendette gli italiani agli Stati Uniti. La chiamarono "Liberazione".

C'era un tempo in cui il suo partito,col Trattato di Osimo,svendè parte del territorio nazionale alla Yugoslavia.Il 90% della Provincia di Gorizia,per esempio.La stessa città fu amputata di una sua porzione,divenne Nova Gorica,Yugoslavia.

C'era un altro signore molto pacioso e sorridente,che sognava un Repubblica Socialista Sovietica sotto il dominio dell'Urss. Scatenò una guerra civile. Il sangue del fratello contro il sangue del fratello.

Il partito di questo signore combattè armi alla mano per rafforzare le mire dello Yugoslavo. Politicamente e militarmente, servirono altri paesi, in nome della loro ideologia internazionalista.

C'era un tempo in cui questi due signori fecero la Costituzione. Scoppiazzando il meglio del periodo che avevano condannato e combattuto, ma vedendosi bene dall'applicarlo...

C'era un tempo in cui i sindacalisti CGIL gettarono a Bologna sui binari il latte destinato a donne e bambini esuli da Istria e Dalmazia. E ad Ancona, vennero accolti dai Giovani Comunisti a pietrate, increduli.

Oggi i loro eredi sventolano la "Retorica" dell'Unità d'Italia, mentre l'hanno sempre disprezzata e umiliata.

Erano gli stessi che sputavano addosso ai Reduci al ritorno dalla Grande Guerra.

NON sono la NOSTRA Italia, in verità per noi NON sono neanche l'Italia.

L'Italia NON si serve con le parole, ma nei fatti.

PuntoZero, si è approssimato a questo evento con la sobrietà che da sempre lo contraddistingue. Con la visione di film non conformi, letture, studio. Martedì scorso siamo andati ad assistere ad un recital sulle ragioni del Regno del Sud e confrontandoci abbiamo cercato le ragioni, le cause, abbiamo imparato molte cose, le date, il sacrificio e gli eroismi di tutte le aprti in causa. Siamo giunti ad una conclusione molto amara.

"Il patriottismo di questi giorni è una roboante parata di cartapesta. Scartata la confezione retorica, resta in mano ben poco, e questo poco è insufficiente a far parlare dell’Italia come di un’esperienza riuscita di cui andare fieri. 17 marzo 2011: il patriottismo senza patria. "
Destrorsi indifferenti, clericali cerchiobbotisti, sinistrorsi pentiti. Alla fiera dell'opportunismo mancano solo le lacrime .....  In compenso questa sera vi paghiamo un'altra cenetta. Bella Festa. 

lunedì 3 maggio 2010

Ah, già: i "migliori"...

“Siamo tornati e saremo i migliori”. Lo scrivono sui manifesti, e forse ci credono anche quelli di Rifondazione Comunista. Potrebbero però stare attenti a cosa “incartano”: ad esempio, in zona industriale, sono andati a fare la cornice alla teca che ricorda Valentino e William, due giovanissimi fratelli civitavecchiesi che, come molti ricorderanno, sono morti in un tragico incidente stradale in quel punto della strada. Non contenti di questo, hanno anche tappato le uniche scritte sui muri che forse hanno un senso tra le migliaia che deturpano Civitavecchia, e cioè quelle che ricordano proprio questi due fratelli. Per la verità, i rifondaroli erano anche stati preceduti da un carneade presentatosi con non si sa quale lista ecologista alle ultime regionali, ma ne hanno preso volentieri il posto. Loro, d’altronde, vogliono essere i migliori soprattutto nelle cose peggiori…

giovedì 11 febbraio 2010

Comunisti, Giorno del Ricordo, Salò


Ci è stato inviato da un nostro lettore, un articolo e il suo commento estrapolato da un blog di santa marinella, precisamente dal blog dei comunisti rivieraschi http://perlacomunista.blogspot.com/. Come al solito danno prova di stile ed eleganza proprio in prossimità del "Giorno del Ricordo" . Ci fa piacere segnalarlo, per far prendere coscienza del livello di bassezza. Al tempo stesso, non possiamo non rilevare come il commento del lettore sia estremamente incisivo. Bene, stiamo mantenendo il timone dritto. Non lo lasceremo mica solo?

lunedì 8 febbraio 2010

Salò bussa al parlamento

Liberamente tratto da “L’oca al passo” di Antonio Tabucchi (Feltrinelli)

Se i saloini erano bravi ragazzi, i campi fascisti per le minoranze slave della Venezia Giulia erano dunque colonie di vacanza?I cantastorie italiani sono molto bravi, e sanno come preparare piatti deliziosi a partire dai magri ingredienti della storia patria…

Nei primi giorni del 2006, per fare gli auguri all’Italia, è approdata in Senato una proposta di legge voluta dalla destra che equipara partigiani e repubblichini, perché considerati “militari belligeranti”. La proposta è stata bocciata ma questo fatto positivo non cambia la gravità del disegno. Naturalmente nell’equiparazione sarebbero stati compresi anche i sopravvissuti delle famigerate bande Koch e Carità e altre bandette assassine e torturatrici che davano una mano ai nazisti nei loro eccidi al di sotto della linea gotica. Dalla sinistra ferita, specie da molti esponenti Ds, si sono levate esclamazioni di indignazione. L’Italia è un paese privo di coerenza politica, visto che questa legge non è altro che la logica conclusione di un percorso iniziato qualche anno fa proprio da un esponente Ds, l’onorevole Luciano Violante. A lui si deve in un incontro con l’onorevole Gianfranco Fini, il conio del gentile sintagma “ragazzi di Salò” per denominare i militi repubblichini. Se si abbassa l’età, le responsabilità diminuiscono, e poco importa se molti dei saloini, soprattutto i caporioni, erano vecchi fascisti incarogniti come il maresciallo Graziani. Inoltre la parola “ragazzi” è portatrice di tenerezza e di affetto: si dice dei calciatori della nazionale, dei militari italiani in Iraq al seguito di Bush; un lessico che richiama sempre la mamma e che ha qualcosa di giocoso (perché i ragazzi giocano, anche I ragazzi della via Paal facevano la guerra fra di loro, ma era una guerra per gioco). L’Italia ha giocato tanto nel secolo scorso. Pensate, “i nostri ragazzi” andarono in Libia, in Abissinia, in Albania, tentarono di spezzare le reni alla Grecia sul bagnasciuga, e altre missioni di questo tipo. Eventualmente in Abissinia e in Libia fu lanciato qualche gas asfissiante, fu bombardata Tripoli, furono usati i lanciafiamme nei villaggi fatti di capanne di paglia, ma questo faceva parte del gioco. E poi erano ragazzi. Insomma, per il suo irrefrenabile spirito giovanilistico che tutto il mondo le invidia, l’Italia non ha da chiedere scusa a nessuno, e infatti non l’ha mai fatto. E dunque non deve chiedere scusa neanche a quella parte dell’Italia che i repubblichini, a fianco dei nazisti invasori, deturparono con eccidi osceni. Anche perché le torture, i rastrellamenti, i massacri, le complicità con le SS venivano da un profondo ideale che “i ragazzi” nutrivano e un ideale, si sa, è pur sempre un ideale. Per capire bene l’ideale dei repubblichini bisognerebbe dunque pensare che essi fecero quelle scelte “credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria”. Parole, queste, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il quale solennemente dichiarò; “Abbiamo sempre presente, nel nostro operare quotidiano, l’importanza del valore dell’unità d’Italia. Questa unità che sentiamo essenziale per noi, quell’unità che oggi, a mezzo secolo di distanza, dobbiamo pur dirlo, era il sentimento che animò molti dei giovani che allora fecero scelte diverse e che le fecero credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria”. Ecco: si trattava di “ragazzi” che avevano sbagliato, ma in buona fede. Ah, la buona fede! Ma il mondo è pieno di buona fede, lo è sempre stato. Quando l’inquisizione mandava gli “eretici” sul rogo, lo faceva in buona fede e per la buona Fede, quella vera. E quanto ai “ragazzi” delle SS che commettevano eccidi nel nostro paese, quanto agli addetti ai forni crematori, molti dei quali volontari, non lo facevano forse in buona fede? Il loro, in fondo, non era un ideale? E’ vero, quell’ideale prevedeva un repulisti dalla faccia della Terra di razze considerate inferiori, soprattutto Ebrei, e voleva la dominazione assoluta della razza ariana. Ma non si può negare che fosse un ideale.
La vita è un ideale per tutti, facciamoci avanti.
0 commenti


Commento giuntoci dal lettore "Enclave Norma Cossetto"

Sono talmente tante le imprecisioni storiche di questo brano che se non fosse pubblicato da parte vostra potrebbe anche essere commentato. Genocidi di serie A e genocidi di serie B, come al solito. La tipica doppia verità bolscevica (di radice israelita come quella del vostro maestro karl mordechai)riemerge ciclicamente. La cosa più miserabile è che questo genere di commenti li pubblicate proprio in prossimità del 10 Febbraio "Giorno del Ricordo".
A titolo di raggio di luce nel vostro buio infernale: i combattenti della RSI, nella stragrande maggioranza, non hanno per niente voluto la leggina di equiparazione (tanto per ricordarvelo lo status di combattente è riservato a chi guerreggia con una divisa e spara da davanti)perchè non è possibile una equiparazione tra soldati di un esercito e dei BANDITI. Che tali erano e tali resteranno per il codice militare di guerra.

Il resto, è la solita vostra melma nella quale affondate... servi della Bonino... in fila per l'elemosina!

Enclave Norma Cossetto

N.d.r. Questo "Enclave" ci pare proprio tosto