Il limite dell’azione politica della Destra è la mancanza di una precisione ideologica, di una visione d’insieme della storia e della vita che la controparte possiede e che la orienta in ogni questione: “a Destra non c’è una cultura…perché manca una vera idea della destra, una visione del mondo qualitativa, aristocratica, agonistica, antidemocratica; una visione coerente al di sopra di certi interessi, di certe nostalgie e di certe oleografie politiche”. Affermazioni forti che rimarcano il concetto di Romualdi di una cultura militante, di una cultura al servizio di una visione del mondo. Essere di Destra significa per Adriano, in piena consonanza con gli insegnamenti di Evola, riconoscere il carattere sovvertitore dei movimenti scaturiti dalla rivoluzione francese, ovvero sia il liberismo che la democrazia e il socialismo; significa rifiutare il mito del progresso, della ragione scientista e del materialismo, significa rifiutare quel trionfo della quantità sulla qualità che costituisce, in ogni campo dell’azione umana, il segno della decadenza dell’Occidente e che costituisce il preludio all’avvento della civiltà plebea e anonima delle masse. Essere di Destra significa avere una concezione organica dello Stato, in cui i valori politici predominino sulle strutture economiche. Essere di Destra, infine, significa per Adriano accettare quella spiritualità guerriera e aristocratica che ha improntato di sé la civiltà europea, accettando la lotta contro la decadenza dell’Europa. Tuttavia, se per l’uomo di destra la cultura viene dopo un determinato stile di vita, se per le civiltà tradizionali prima viene lo spirito vivente e poi la parola scritta, è anche vero che se si vuole combattere la decadenza europea bisogna sfidare il nemico sul suo proprio terreno. Non si può rifiutare quindi la sfida culturale, né una formulazione logica, “positiva” della propria visione del mondo. Vanno perciò, ricorda Adriano, coltivati i dominii propri della storia, della filosofia, della saggistica, dell’arte, del cinema, dell’urbanistica dando ad essi una direzione conforme allo spirito della Destra. Interessantissima l’intuizione — siamo nel 1965 come detto - di un’ecologia di destra, alla quale non si è dato nessun seguito: Adriano giudica assurdo consegnare questo tema alle sinistre, quando il significato ultimo della Destra è la conservazione delle differenze e delle peculiarità necessarie alla conservazione spirituale del pianeta e di cui la salvaguardia dell’ambiente naturale è una parte. Tesi che potrebbe costituire, oggi, la base anche per una bioetica di destra che non si limiti ad andare a rimorchio dei principi cattolici.
Da "Adriano Romualdi filosofo" di Rodolfo Sideri
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