martedì 2 luglio 2013

diritti che avanzano: il diabolico che diventa ordinario...

L'intorpedimento generale e l'assogettamento a cui siamo sottoposti non ci fa rendere conto di come la modernità tramite i media sempre più imperanti, ci faccia passare (tramite un ampio abuso di  sentimentalismo, vittimismo falso buonismo e ovviamente nel nome del "progresso") come legittimi diritti quelle che sono mostruosità e aberrazioni, che minano la nostra terra, le nostre abitudini, il nostro cibo...
I mastri burattinai che si nascondono nell'oscurità, difendendo le minoranze ci impongono giorno dopo giorno i loro dogmi con diabolica maestria, rendendo ordinario ciò che non molto tempo fa era innaturale, perverso, inaccettabile, inammissibile..
Ora più che mai occorre tenere antenne dritte e scudi alzati..per non farci travolgere dalla marea della sovversione.
APZ 

TREMATE: NUOVI DIRITTI AVANZANO

Contro la famiglia, la natura, la vita, il nutrimento c’è sempre qualche “minoranza” pronta a tendere il proprio agguato mascherato da modernità

di Robert Vignola

Occhio: potreste aver calpestato almeno una decina di diritti, da quando vi siete alzati. Il più delle volte, tale crimine devastante viene commesso pensando. Lo psico-reato è in effetti già una realtà, anche se non molti sembrano essersi accorti di vivere in un mondo orwelliano.
Se ne ha qualche traccia nel politicamente corretto che ha “riformato” persino la lingua italiana, con la nascita di neologismi e giri di parole per sopprimere invece verbi che non sono più considerati ammessi. Lampante è il caso di coloro che sono affetti da cecità: è imperante la locuzione “nonvedente” perché si teme di urtarli, ma loro stessi si iscrivono all’Unione Italiana Ciechi. Idem per gli handicappati, che poi sono diventati portatori di handicap, poi disabili e ora diversamente abili. Sono ciechi, o handicappati, insomma, e non vogliono essere “diversamente” chiamati, ma vogliono soltanto che uno Stato civile consenta loro di superare le difficoltà fisiche cui sono costretti con accortezze e predisposizioni concrete, invece di vane parole che li lasciano al quarto piano di un palazzo senza ascensore, o di pelosi pietismi da talk show mentre lo Stato gli toglie i farmaci lenitivi e li lascia senza assistenza domiciliare. Questi sarebbero i veri diritti da far rispettare.

 E invece no. Quelli che dicono a voi che voi li calpestate hanno ormai pervaso fino alle fondamenta, cavalcando il Pensiero Debole, la civiltà occidentale, calpestando voi. Dite che per voi la famiglia è solo quella naturale, atta alla procreazione, cioè tra uomo e donna? Siete omofobi. Credete che le risorse di una nazione debbano essere destinate, soprattutto in tempi di crisi, a chi di quella nazione fa parte da sempre? Siete razzisti anzi peggio, xenofobi. E così via, di neologismo in neologismo. Ma non solo le parole si rinnovano: si rinnovano anche i diritti. E man mano che ci si spinge un po’ più in là, per compiacere la maggioranza degli intellettuali radical chic sbandieranti le “sensibilità” di una qualche minoranza, si sperimentano nuove frontiere da raggiungere, ancora più lontane dalla civiltà così come ci è stata consegnata da tutte le tradizioni del mondo, che poi nient’altro sarebbero che non le esperienze e i suggerimenti di millenni di vita vissuta. Nuovi diritti avanzano all’orizzonte! Quali? Quello all’incesto, ad esempio. O quello a sopprimere i bambini. O a essere preti e insieme gay, annunciando chissà quale strampalato vangelo. O a soppiantare le coltivazioni che hanno accompagnato l’umanità attraverso i secoli con prodotti ibridi e sterili, prodotti in laboratorio da apprendisti stregoni della biochimica, per appestare definitivamente i campi che ci danno nutrimento. Tutti “diritti”, fateci caso, contro la vita, contro la natura o contro entrambe. Chissà perché. Buona lettura. 

Fonte: Il Giornale d'Italia

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