Visualizzazione post con etichetta donna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta donna. Mostra tutti i post

sabato 27 aprile 2013

giovedì 2, equipaggio a Raido



Giovedì 2 maggio, ore 20.30
Presentazione editoriale di
La donna e l’amore nella via del cavaliere
Interviene l’autore
Mario Polia

venerdì 24 settembre 2010

U.S.A. e inietta

Le hanno offerto – anelito di democrazia – una torta di mele. L’hanno messa – impeto d’umanità – sul lettino. Poi l’hanno coperta – estremo atto di pudore – con un telo blu. E infine le hanno iniettato la dose letale, scrutando con occhio scientifico i tredici minuti d’agonia che la Migliore Civiltà del pianeta, quella che ha decretato la Fine della Storia, le ha inflitto alzando al soffitto muto le sue sordide sentenze con tono nasale. Sappiamo di Teresa Lewis che ha rivolto richieste di perdono oltre il vetro, verso la figlia che assisteva al suo patibolo. Sappiamo che la dead woman walking, con gravi disturbi psichici, ha pregato; che ha cercato di dissimulare il terrore della morte pregando per tutta la giornata della sua esecuzione. Il telefono che collegava alla “sala della morte” la stanza del Governatore della Florida (vale scriverne il nome: Robert Mc Donnell, detto “Bob”) è rimasto muto: nessuna grazia last minute, nessuna offerta di cambio per il “pacco” al veleno finito in mano a questa concorrente di una versione un po’ più macabra di “Affari tuoi”. Il “dottore”, in questo caso sì, si è rivelato infame. Aspettiamo ora le sirene alzarsi da oltre oceano e, di qua di esso, lo stracciamento di virginali vesti rompere all'unisono il silenzio per la prossima Sakineh in odore di pena capitale in Sudan, Somalia, o qualche altro stato canaglia contro il quale è fin troppo facile scagliarsi. L'ennesima “prima pietra”, tanto, l’hanno già scagliata. In Virginia.

giovedì 18 marzo 2010

Le ragazze italiane

Pubblichiamo questo articolo di Julius Evola, scritto intorno agli anni 50, riguardante la donna mediterranea. Ebbene sì, questo articolo parla di noi e non in maniera positiva. Infatti emerge quanto la donna mediterannea, a dispetto delle sorelle nordiche, sviluppi una personalità appensatitita dagli stereotipi borghesi. Sebbene la lettura dello scritto sia chiara e scorrevole, vi invito a leggerlo più volte affinchè, dopo una prima reticenza iniziale per essere state colpite nel vivo, si possa lentamente cogliere l'invito essenziale che Evola alla donna e all'uomo allo stesso tempo. Egli esorta la donna a rettificare il proprio atteggiamento facendo sì che chiarezza, sincerità e coraggio la ispirino e invita, allo stesso tempo, l'uomo ad abbandonare gli atteggiamenti del Don Giovanni affinchè sviluppi una reale virilità (da Vir) e smetta di essere un maschio fantoccio.

La donna mediterranea, quasi senza eccezione, ha la propria vita orientata nel modo più unilaterale e, diciamo pure, più primitivo verso l’uomo. Noi siamo ben lungi dall’esaltare la donna mascolinizzata o la “compagna”: fatto è però che la donna mediterranea trascura quasi sempre di formarsi una vita propria autonoma, una sua personalità, indipendentemente dalla preoccupazione del sesso, tanto da potersi permettere poi, nel campo del sesso, quella libertà, e mantenere in esso quella spregiudicatezza unita a linea, che si riscontrano, ad esempio, in una berlinese, in una viennese, in una danese.
La vita interiore della gran parte delle nostre ragazze si esaurisce, invece ed appunto, nella preoccupazione pel sesso e per tutto ciò che può servire per ben “apparire” e per attrarre l’uomo nella propria orbita. È così che noi vediamo spesso donne e giovanissime, tenute ancora dalla famiglia in una specie di recinto di protezione, tutte pittate ed attrezzate come, nei paesi del Nord non lo sono nemmeno le professionals. E basta esaminarle un momento per accorgersi che, malgrado tutto, l’uomo e i rapporti con l’uomo sono l’unica loro preoccupazione, tanto più palese, per quanto è mascherata da ogni specie di limitazioni borghesi ovvero da una sapiente, razionalizzata amministrazione dell’abbandono. Al che, subito si aggiungono complicazioni ben comprensibili, data la corrispondente attitudine dell’uomo.
Si può vedere ogni giorno, in una via di grande città, che cosa succede quando una ragazza appena desiderabile passa dinanzi ad un gruppo di giovani: questi la scrutano e la seguono con lo sguardo “intenso”, come se fossero tanti Don Giovanni o degli affamati tornati dopo anni di Africa o di Artide; l’altra mentre nelle pitture, nell’incedere, nelle vesti e così via non fa mistero di tutta la sua qualificazione femminile, affetta un’aria di sovrana indifferenza e di “distacco” (anche quando si tratta di una mezza calzetta, ove sarebbe difficile trovar dell’altro, oltre la qualità biologica di esser nata, per caso, donna); tanto che l’osservatore di simili scenette è portato a chiedersi seriamente se l’una e gli altri non abbiano davvero nulla di meglio da pensare per compiacersi di una simile commedia.Col carattere immediato e, diciamo pure, grezzo delle sue inclinazioni erotiche, un certo tipo umano, purtroppo da noi molto diffuso, allarma la donna, la mette sulle difese, favorisce ogni specie di complicazioni dannose: dannose, in primo luogo, proprio per lui. La donna, mentre da un lato non pensa che a possibili rapporti con l’uomo e all’affetto che essa può produrre sull’uomo, dall’altro si sente come una specie di preda desiderata e inseguita, che deve star bene attenta ad ogni passo falso e “razionalizzare” adeguatamente ogni relazione ed ogni concessione.Ma a parte queste circostanze esteriori, di cui ha colpa l’uomo, devesi accusare un atteggiamento effettivamente falso proprio ad un diffuso tipo femminile. Si può affermare che, nel 95% dei casi, una ragazza può aver già detto interiormente “si”, ma che essa si sentirebbe avvilita nel comportarsi risolutamente di conseguenza, senza sottoporre l’uomo a tutta una trafila di complicazioni, ad una via crucis erotico-sentimentale. Temerebbe, altrimenti di non esser considerata come una “persona seria” o “per bene”, laddove da un punto di vista superiore, proprio una tale insincerità e artificialità sono segno di poca serietà. Su base analoga si svolge la prassi ridicola di flirts, il rituale dei “complimenti”, del “fare la corte”, della obbligata “galanteria” del “forse che si, forse che no”. E che in tutto ciò l’uomo non si senta offeso nella sua dignità, quasi come per una prostituzione psichica che, alla fine, dovrebbe fargli chiedere si le jeu vaut la chandelle - ciò dimostra l’influenza che sul nostro sesso hanno componenti razziali poco felici.Ciò che una donna potrà essere conformisticamente e, diciamo così, su di un piano naturalistico, come “sposa” e “madre”, qui non entra propriamente in discussione. Certo è però che, sotto ogni altro riguardo, la ragazza italiana molto avrebbe bisogno di esser “rettificata” secondo uno stile di sincerità, di chiarezza, di coraggio, di libertà interiore. Cosa naturalmente impossibile, se l’uomo non la aiuti, in primo luogo facendole sentire che, per quanto importanti, amore e sesso non possono avere che una parte subordinata rispetto a più alti interessi; in secondo luogo, smettendola di atteggiarsi continuamente come un Don Giovanni o come una persona, che mai abbia visto una donna: perché, in via normale, dei due è la donna che deve cercare e chiedere l’uomo, non viceversa. [...]

Julius Evola, Meridiano d’Italia, 24 agosto 1952

mercoledì 17 febbraio 2010

Donne e Avanguardia


LA DONNA VISTA DAL FASCISMO

La donna è la prima responsabile del destino di un popolo. Sapete da dove ho estratto questa frase? Non dai manuali sulle strategie supermarket per recuperare la propria autostima, neanche da uno dei libri intrisi di miele che evocano esotici amori della Pilcher e tantomeno dall’ultimo sapientone new age! Ora vi svelo la verità…. questa frase è stata estratta dal “Decalogo e speranze della Piccola Italiana”. Eh già, non mento! Certo che si stava male allora, se la considerazione della donna era tale da ritenerla la prima responsabile di un popolo (permettetemi una certa ironia…) e allora ho deciso oggi di donarla questa frase, la dono a chi ha inventato le quote rosa e ci ha rinchiuse in un ghetto; alle ragazze perché capiscano e comprendano che la loro essenza vale ben oltre il ruolo borghese che viene cucito loro addosso; alle donne che si perdono nel loro vorticoso uniformarsi al modello maschile. Eallo stesso tempo, la dedico questa a tutte le donne che vogliono migliorarsi, che hanno capito che il femminismo non ha fatto altro che svuotare la nostra reale essenza, alle donne che silenziosamente continuano sorridono e continuano a meravigliarsi della bellezza del mondo. Alle donne che ascoltano i propri cari e che trovano tempo per farlo senza sentirsi prevaricate, private. Alle donne anche se non è l’8 marzo…ma tanto io non ci credo, e voi continuerete a farlo?

P.s. leggete anche l’articolo di seguito riportato, secondo me può offrire molti spunti e se volete condividerli lasciate un commento!

Tina Lombardi

I FASCI FEMMINILI

D. Da chi sono composti i Fasci femminili?
R. I Fasci femminili sono composti da donne italiane di sicura fede fascista e di buona condotta morale che abbiano compiuto il 21° anno di età. Le donne fasciste hanno gli obblighi di coloro che militano nel P.N.F. e devono osservare la disciplina stabilita dallo statuto del P.N.F.

D. Qual è il compito dei Fasci femminili?
R. I Fasci femminili hanno il compito di divulgare e tenere desta l'idea fascista anche fuori dell'ambito della famiglia, di migliorare la preparazione spirituale e culturale della donna italiana, di concorrere ad attuare tutte le attività assistenziali del Regime, di svolgere negli ambienti femminili azione di propaganda per la difesa ed il potenziamento della razza, di collaborare con le organizzazioni sindacali ed economiche per l'autarchia della Nazione.

D. Qual è l'organo centrale dei Fasci femminili?
R. L'organo centrale dei Fasci femminili è la Consulta.
La Consulta
centrale dei Fasci femminili è presieduta dal Segretario del P.N.F. ed è composta delle Ispettrici nazionali del P.N.F., della Ispettrice della G.I.L., della Ispettrice dei G.U.F. e della Commissaria nazionale dell'Associazioni Donne Artiste e laureate. Di essa fanno parte di diritto un vice-Segretario del P.N.F., l'Ispettore del P.N.F. per i Fasci femminili.
Il compito della Consulta centrale dei Fasci femminili è quello di indirizzare e coordinare tutta l'attività delle organizzazioni femminili del Partito.

D. Come sono organizzati i Fasci femminili?
R. Il Fascio femminile è istituito presso ciascun Fascio di combattimento ed è retto da una Segretaria.
I Fasci femminili di ciascuna provincia sono inquadrati nelle Federazioni provinciali dei Fasci femminili, rette da Fiduciarie nominate dal Segretario del Partito.
Una Consulta provinciale, presieduta dal Segretario federale, ha il compito di coordinare e di dare un indirizzo unitario a tutte le attività femminili delle singole provincie.

D. Qual è l'ordine gerarchico delle organizzazioni femminili?
R. L'ordine gerarchico delle organizzazioni femminili è il seguente:
- Ispettrici delle organizzazioni femminili;
- Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili;
- Vice-fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili;
- Collaboratrici federali;
- Segretaria provinciale della Sezione massaie rurali; Segretaria provinciale della Sezione operaie e lavoranti a domicilio; Segretaria provinciale per la preparazione della donna alla vita coloniale;
- Vice-segretaria del Fascio femminile del capoluogo;
- Ispettrici federali;
- Segretaria di Fascio femminile; Segretaria di Gruppo rionale femminile;
- Vice-segretaria di Fascio femminile; Vice-segretaria di Gruppo rionale femminile;
- Collaboratrice di Fascio o di Gruppo rionale femminile;
- Segretaria Sezione massaie rurali; Segretaria Sezione operaie e lavoranti a domicilio;
- Visitatrici di settore;
- Visitatrici di nucleo; Capo nucleo massaie rurali;
- Visitatrici.

D. Quali sono le funzioni delle Ispettrici del P.N.F.?
R. Le Ispettrici delle organizzazioni femminili del P.N.F. sono nominate dal Segretario del Partito, fanno parte della Consulta centrale dei Fasci femminili, ed assolvono gli incarichi che loro affida il Segretario del P.N.F.

D. Quali sono le funzioni della Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili?
R. La Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili sovraintende alla costituzione ed al funzionamento dei Fasci femminili della provincia, dei quali nomina le segretarie; regge il Fascio femminile del capoluogo ed è responsabile verso il Segretario federale dell'attività di tutte le organizzazioni femminili del P.N.F. della provincia.

D. Quali sono le funzioni della Segretaria del Fascio femminile?
R. La Segretaria del Fascio femminile, d'intesa col Segretario del Fascio di combattimento, provvede allo svolgimento delle attività organizzative, assistenziali e di propaganda, secondo le direttive impartite dalla Fiduciaria della Federazione dei Fasci femminili verso la quale è responsabile.

D. Chi sono le Visitatrici fasciste?
R. Sono donne fasciste di particolare attitudine, che in ciascun settore, e nucleo del Fascio di combattimento a cui appartengono, visitano le famiglie bisognose a scopo di assistenza morale e materiale, con speciale cura per ciò che riguarda la maternità ed infanzia, riferendo periodicamente alla Segretaria del Fascio dalla quale dipendono.

D. Chi sono le massaie rurali?
R. Le massaie rurali costituiscono una organizzazione fascista che fa capo ai Fasci femminili. Di tale organizzazione fanno parte le donne che risiedono abitualmente in Comuni a carattere rurale, che appartengono a famiglie di proprietari coltivatori diretti, coloni e mezzadri, operai agricoli, che abbiano l'età richiesta per l'ammissione ai Fasci femminili.

D. Qual è lo scopo delle Sezioni massaie rurali?
R. Le Sezioni massaie rurali si propongono: di promuovere, secondo le finalità fasciste, l'educazione e l'istruzione delle donne della campagna, facendole oggetto di assistenza morale, sociale e tecnica; migliorare l'arredamento e l'igiene delle case rurali; favorire l'allevamento igienico della prole; far apprezzare tutti i vantaggi della vita dei campi, per contrastare, come il Fascismo vuole, le dannose tendenze all'urbanisimo; incrementare, ai fini dell'autarchia economica, l'attività produttiva delle massaie rurali;

D. Quali donne fasciste sono inquadrate nella Sezione operaie e lavoranti a domicilio?
R. La Sezione operaie e lavoranti a domicilio inquadra le donne operaie, dipendenti da stabilimenti, da fabbriche o da manifatture varie; le lavoranti a domicilio autonome e per conto di terzi e le appartenenti a famiglie operaie, che abbiano l'età richiesta per l'ammissione ai Fasci femminili.

D. Quali sono gli scopi della Sezione operaie e lavoranti a domicilio?
R. La Sezione operaie e lavoranti a domicilio si propone di:
a) promuovere la propaganda fascista ed educativa presso le operaie, assecondando il miglioramento delle loro capacità professionali e domestiche;
b) curare l'assistenza morale e sociale delle operaie, con specifico riguardo alle loro attività femminili;
c) facilitare, a mezzo degli uffici competenti, il collocamento delle operaie e delle addette ai servizi familiari iscritti alla Sezione, l'esercizio del lavoro a domicilio per incarico di terzi e la applicazione di tutte le provvidenze assistenziali e assicurative istituite dal regime per la donna lavoratrice.

Tratto da il LIBRO DEL FASCISTA