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domenica 22 novembre 2015

Parigi - Santa Severa |



Con una settimana di ritardo e con altre tre stragi in giro per il mondo, qualcuno si ricorda di illuminare il Castello di Santa Severa con i colori della Republique.  Siamo commossi. 
Una corona di fiori, per le vittime, a Parigi, avrebbe avuto più senso. Chapeau.


Aldilà del fatto che pare che per l'amministrazione comunale esitano stragi di serie A e stragi di serie B, ci risulta davvero incomprensibile una simile manifestazione di solidarietà. Ormai siamo alla fiera dell'inconsueto, a chiunque passi qualcosa per la testa, lo spazio è dato.
Siamo così pasati dalle notti rosa, alle feste country, alle feste del pesce e alla fine alle fiere dell'ipocrisia sui morti. E' proprio vero, al peggio non c'è mai fine.

mercoledì 4 settembre 2013

democrazia, quanti crimini in tuo nome!

Ci risiamo, come sempre, monopolizzando media e tv, gli Stati Uniti. mascherandosi da portatori di libertà e civiltà fanno il bello e il cattivo tempo: in nome della democrazia, l'europa si beve tutto....
USA è sempre sporca di rosso, questa tua bandiera!

Una ondata di sdegno ha attraversato il mondo alla notizia del probabile uso di armi chimiche contro la popolazione siriana da parte del regime di Assad. Ma quando a massacrare inermi civili sono gli americani allora la notizia passa sotto silenzio.
Nel novembre del 2004, durante l’invasione NATO dell’Iraq alla ricerca delle inesistenti armi di distruzioni di massa di Saddam, gli americani bombardarono per giorni e giorni la città irachena di Falluja con bombe al fosforo bianco provocando la morte di migliaia di civili e, a causa delle radiazioni, la nascita di bambini deformi e un aumento esponenziale dei tumori tra i sopravvissuti.
Le immagini raccapriccianti, visibili su youtube, dei corpi corrosi e scarnificati dalle bombe al fosforo: uomini, donne e bambini bruciati vivi tra atroci sofferenze e senza alcuna possibilità di cura, non hanno suscitato, a differenza della Siria, alcuna reazione da parte del mondo politico occidentale e hanno lasciato del tutto indifferenti le grandi testate giornalistiche e le maggiori reti televisive.
Anche in questo caso, per i massacri perpetrati dagli americani sui civili inermi, nessuna ondata di sdegno, nessun titolo in prima pagina, nessuna presa di posizione dei governi europei a dimostrazione del totale asservimento della cosiddetta libera stampa e dell’Occidente americanizzato agli interessi economici e geopolitici degli USA.
Dalle due bombe atomiche (non ne bastava una?) gettate su un Giappone prossimo alla resa, alle bombe al napalm sui villaggi vietnamiti, fino ai proiettili all’uranio utilizzati nei Balcani, l’America non è nuova a questi metodi e nonostante sia la prima produttrice, esportatrice e utilizzatrice al mondo di armi di distruzione di massa è sempre e comunque considerata un baluardo di democrazia e libertà. 
Chissà se un giorno, per questi crimini contro l’umanità, ci sarà una nuova Norimberga...

Gianfredo Ruggiero, presidente  Circolo Culturale Excalibur – Varese

lunedì 14 maggio 2012

Civitavecchia: la morte scende dal cielo

Il 14 Maggio del 1943, mentre la città intorpidita ed assonnata da una calura quasi estiva, riprendeva lentamente, le attività pomeridiane, 48 fortezze volanti americane, provenienti dalla Tunisia, in tre ondate successive, effettuarono un tragico bombardamento aereo che rase al suolo Civitavecchia e che uccise centinaia di persone inermi. Civitavecchia fu sottoposta ad un terribile bombardamento da parte degli Anglo-americani. Le fortezze volanti sganciarono migliaia di bombe uccidendo vecchi, donne e bambini. Civili inermi che, qualora lo avessero voluto, mai avrebbero potuto generare un atto ostile contro gli invasori. Ogni anno, nelle commemorazioni per ricordare questa terribile strage di innocenti, si omette sempre di più che a commettere un tale eccidio furono gli anglo-americani. Questa cieca crudeltà di sterminio, viene fatta passare come un omicidio di serie B, solo perché compiuto dai vincitori della guerra. Noi non dimentichiamo quella triste giornata e quei morti.
Per noi il nemico sta sempre dalla stessa parte, oggi come ieri.